mercoledì, aprile 13, 2016

Vienna City Marathon 2016



Lungo la strada
Anche quest'anno ho portato a termine questa splendida maratona che attraversa il cuore della mia città, Vienna. È stata una gara dai diversi risvolti, un po' come quelle prelibate pietanze asiatiche che mescolano il dolce e l'amaro. Dolce perché è stata una manifestazione vissuta a pieno in tutti questi mesi fatti di allenamenti, pochi, e di post su questo blog, tanti. Il week-end della gara è stato notevole, venerdì al ritiro del pettorale con passaggio sul palco degli eventi, sabato il Kaiser-schmarr party nella splendida sala del municipio e infine domenica la gara. Amaro, invece, perché la gara vera e propria non è andata come me l'ero immaginata. Non è stato tanto per il tempo finale, un 3h:32' che è la mia seconda migliore maratona primaverile, ma  come si è evoluta. Una partenza con qualche apprensione, visto un fastidio muscolare alla coscia ereditato dall'ultima uscita pregara, fastidio poi sparito nel nulla dopo la partenza e mai più tornato. Una volta partito e lasciato volar via il mio socio Michele, i primi chilometri sono scorsi senza problemi. Ogni tanto mi raggiungeva il pacer delle 3h:30', ma lo staccavo subito. Dopo la mezza, ho poi provato un piccola progressione che però si è infranta verso il trentesimo chilometro quando i miei polpacci si sono cementati. Ho tenuto un po' fino al passaggio davanti al locale del mio club, il  Schuttel con tanto di fans al km 38, per poi andare in modalità passerella per tutto il Ring fino al traguardo, che quest'anno non era più nella piazza degli eroi, ma davanti al Burg-Theater.
Non sono riuscito bene a capire il perché i polpacci abbiano ceduto in quel modo, ma probabilmente l'aria satura di pollini degli ultimi dieci giorni pregara è stata micidiale. Oppure una preparazione troppo blanda e spesso lontano dall'asfalto, o le scarpe troppo diverse e secche dalle super ammortizzate che sono abituato ad usare negli ultimi mesi.  Chissà.

Fatto sta che sono già iscritto per l'edizione 2017, dove non mancherò di raggiungere i miei obbiettivi.


Attapirato

Arrivo

Con la medaglia


domenica, aprile 03, 2016

Fischamend, 10km prima del VCM

All'aeroporto in bici
Ad una settimana dalla maratona di Vienna, ho scelto di tornare a gareggiare in una gara di dieci chilometri a Fischamend, paese attaccato all'aeroporto viennese. È una gara su di un circuito un po' anomalo, dove oltre a piccoli saliscendi si entra anche in un bosco sterrato per poi affrontare le strade asfaltate.
Per l'occasione ho voluto testare la ciclabile che da casa mia passa in mezzo all'aeroporto, prima di arrivare alla partenza. Così ho potuto studiare bene questa variante, vale a dire poter andare a prendere l'aereo in bici, senza dover fare code in auto e un mutuo per lasciarla in un posteggio o aspettare treni che arrivano col contagocce.
La gara è stata molto dura, non solo per il percorso nervoso e il vento forte, ma sopratutto per i pollini  delle betulle che mi hanno messo in uno stato di influenza apparente. In questi casi scelgo comunque  di correre, in quanto il sistema immunitario cala le difese e mi da' un po' di sollievo, lo stesso principio che hanno le pastiglie antistaminiche che mi tocca prendere.

Il bello della gara, però, è stato il suo andamento, una delle rare volte dove la mia gara è diventata tattica. Nel piccolo gruppo che si è formato, nei pezzi controvento nessuno voleva tirare, così ho corso a strappi nei tratti più duri, per poi rallentare nei tratti facili con un tira e molla fino al traguardo. Nell'ultimo tratto, ho ignorato uno sprint lunghissimo lanciato da un giovane corridore, che mai avrei detto che sarebbe arrivato in fondo, ma a volte la vista del traguardo cancella tutti gli acciacchi e regala energie inaspettate vanificando la mia rimonta. 23-ema posizione finale col tempo di 42':30", un po' più alto rispetto alle altre volte, ma anche il libro del bravo maratoneta dice che non ci si deve aspettare un record nei diecimila ad una settimana dalla maratona.

Ecco la mia preparazione in vista del VCM finisce qui e ormai mi manca pochissimo per centrare l'obiettivo, che inseguo da anni, vale a dire quello di arrivare alla partenza senza infortuni. Il resto è surplace.


domenica, marzo 20, 2016

Cross Böhmische Prater

La partenza
Dopo due anni di astinenza, sabato pomeriggio sono tornato ad affrontare la gara di cross al Böhmische Prater, in pratica il percorso di casa. Il circuito è rimasto sempre quello così come l'organizzatore Walter, ormai una leggenda nel mondo della corsa. Siamo partiti in una trentina per affrontare i cinque chilometri scarsi previsti, sei giri, con salita, discesa e single track reso agibile all'ultimo secondo. Finalmente ho trovato un'ottima partenza, fondamentale in una gara così breve con rischio di imbottigliamento, rimanendo anche concentrato sul numero dei giri. Così ho finito in tranquillità all'ottavo posto in 18':40", con un'escursione fuori programma sul podio di categoria M40, il riconoscimento per aver scelto una gara con pochi concorrenti.
Una gara che non mi dice nulla sulla mia condizione in vista della maratona di Vienna, mentre mi allontana decisamente dal mio piano B, il maratona burnout.
Mancano ancora tre settimane al VCM.

Ristoro finale self service


Podio categoria M40

domenica, marzo 13, 2016

Punto della situazione

A quattro settimane dalla maratona di Vienna, posso dire di essere abbastanza lontano dal mio nuovo obbiettivo, che ho definito nello scorso post. Non che il tempo manchi, ma la settimana appena trascorsa mi ha fatto capire che centrare un burnout non è così semplice. Fatto sta che le gambe continuano ad andare avanti anche dopo sedute scriteriate.
Sempre alla ricerca di un tabella che faccia al mio caso, mi sono imbattuto, finalmente, in un testo  utile alla mia preparazione. Ha poco a che fare con la corsa, infatti è un libro sulla carambola a tre sponde, ma la parte che riguarda la preparazione mentale è molto interessante e decisamente migliore rispetto ai libri sulla corsa, sempre che in quest'ultimi l'atteggiamento mentale venga citato.
Magari anche a ragione, in fondo, per una maratoneta del mio livello, basta decidere il tempo finale della gara, allenarsi per quello e in gara accendere il tempomat sperando di tagliare il traguardo nel tempo prefissato senza tante paranoie.

Prossimo appuntamento, prima della maratona di Vienna, gara di cross al Böhmische Prater.

domenica, marzo 06, 2016

Maratona burnout

- Può essere che abbia un burnout?
- Perché, non si vede?
La mia preparazione alla maratona Vienna, quella che non mi può far mancare i miei obbiettivi,  è giunta ad un binario morto. Non solo è rimasta indefinita su questo blog, ma è sfociata nel cosiddetto "maratona burnout". Per quelli come me che non ne conoscono il termine, ecco una breve spiegazione. Il maratona burnout è quello stato in cui ci sente sfatti, svogliati, senza vitalità quando c'è da affrontare un allenamento. Negli stadi più gravi, come sembra essere il mio dopo aver risposto al questionario sul sito pain for everyone, si ha la percezione di un infortunio che poi in allenamento non sussiste, oppure è in un'altra parte del corpo. Per esempio un dolore al ginocchio a tavola, diventa una contrattura al polpaccio nella corsa e altri giochini simili.
Come abbia fatto a cadere in quest'errore da principiante non lo so dire, però mi è apparso subito chiaro dopo aver consultato uno dei tanti siti prescritti dalla ricetta di dr. google. Lo sappiamo come fa dr.google: si accende, si accenna il proprio problema e, dopo solo tre caratteri,  emette una ricetta fatta da una lista di siti da seguire secondo le dosi assegnate.

Già dalla prima consultazione mi è apparso subito tutto chiaro.
Come mai non mi sono mai portato un audiobooks durante la mie ultime uscite? Come mai non ho mai twittato ogni terzo passo? Come ho potuto evitare di non instagramizzare quando mi sono allacciato le scarpe? E i goodies dov'erano?

Errori fatali che mi sono costati il maratona burnout e fatto saltare tutti i miei obbiettivi dichiarati per la mia prossima gara viennese. Ma non mi sono scoraggiato. Ho già settato il mio obbiettivo per la maratona di Vienna 2017 e seguenti edizioni, vale a dire record personali ad ogni edizione. Per quella del 2016, invece, mi sembra che un maratona burnout sia già un buon risultato da cui partire e, anche se non l'ho dichiarato ufficialmente, è sempre stato il mio piano B fin da quando ero bambino.
"Hai fatto bene, il burnout a questo punto è l'obbiettivo più ragionevole" (75 mi piace), questo è stato il primo dei tanti commenti a caldo sulla mia lavagna personale. Commenti che mi hanno un po' commosso e incitato a non continuare, accontentandomi del piano B raggiunto.

In maratona burnout mi appresto ad affrontare le inutili 5 settimane di preparazione finali prima della gara.


venerdì, febbraio 19, 2016

Dialogo sulla maratona

A volte è tutto così semplice

Come nei titoli di testa del Film Fargo, "tratto da una storia vera", riporto uno stralcio di un'intervista avuta con un giornalista di una televisione nazionale. Intervista mai andata in onda per un disguido nei palinsesti, però sono riuscito lo stesso a riportarla su questo blog, in esclusiva, in quanto mi sono ricordato abbastanza bene le domande.

 - Quando hai cominciato a coltivare il sogno di correre la maratona di New York?
- Non  so dire il momento esatto, probabilmente quando ho varcato la soglia del bar con i soliti del giro del Campari che millantavano le difficoltà della salita a Montecavolo (maratona di Reggio Emilia ndr), mentre rai2 trasmetteva la maratona di NY in differita, con Pizzolato che la vinceva camminando."
- Quando riuscirai finalmente a coronare il sogno?
- Non saprei con precisione, mi sto preparando a modo, l'obbiettivo è chiaro, il piano d'attacco studiato nei minimi particolari, la mente vigile, ma mi manca ancora molto.
- Quanto?
- 3500 euro per l'iscrizione e viaggio, ma se tutto andrà come previsto, con un sistema di colletta planetario mascherato da accattonaggio elettronico, simile a quello degli sms per la pace, un'evasione fiscale mirata, ma a costo zero per lo stato, dovrei raccogliere i fondi necessari nell'arco dei prossimi decenni, forse solo anni. Vorrei ricordare, a chi volesse contribuire, che per ogni barile di Gatorade che poi consumerò in gara, la Gilda ha promesso che donerà un euro per salvare la foresta dagli orsi e viceversa.
- Nel frattempo allenamento?
Certamente, per esempio partecipando alla maratona di S.Pietroburgo, costa i suoi bei 1700 rubli, un numero che è solo la metà di 3500, o quasi, ma meglio iniziare piano e non ripetere l'errore di quelli che voglio tutto e subito.
- Dimmi, come sei arrivato alla corsa? Altri campioni alla tua età avevano già attaccato le scarpe al chiodo da tempo.
- Esatto, però quando per caso ho un letto un murales nel parco sotto casa, illuminato dalla luna, mentre facevo i miei soliti acquisti per tirarmi su di morale, con scritto: "Corri a NY se vuoi il paradiso", ecco allora ho deciso che non era poi così tardi per realizzare questo sogno. Poi ho scoperto, da quelli in fila davanti a me, che NY non era proprio New York, ma ormai il tarlo nella mia testa era partito.
- Qual è il tuo metodo?
Il mio metodo è quello di iniziare a correre, ma non è stato facile applicarlo. Ho visto persone simulare morti apparenti o provare farmaci che si trovano solo in cliniche Svizzere specializzate nell'eutanasia, solo per affrontare il famoso test del moribondo. C'è gente che riesce perfino a fare una previsione del tempo finale della gara, del passaggio alla mezza e del tempo del fine settimana a Rimini, solo guardano i lobi degli orecchi. Alcuni addirittura bendati. Un mondo, insomma, per gente iniziata nel quale è difficile entrare. Ma una volta entrati è poi difficile uscirne, in pratica impossibile, almeno senza aver prima distrutto la parte inferiore del proprio corpo, metabolizzato metà cervello in qualche lungo più lungo, oppure andando a NY distruggendo anche il conto in banca.
- Che consigli ti senti di dare, a chi vuole iniziare a correre?
A chi vuole iniziare a correre, consiglio di partire con calma, che una crisi sulla soglia dei quaranta è praticamente impossibile non trovarla. Alcuni devono aspettare fino ai cinquanta, ma arriva anche a loro. Poi basta frequentare dei coetanei e lì è impossibile non avere contatti col virus della corsa. Sto parlando di una generazione, che quando si guardava allo specchio vedeva "benvenuto nel mondo dell'Aids", che quando accendeva il PC era una pandemia e "I Love You" era molto di più di un semplice allegato email, una generazione nativa dei virus che sa il fatto suo.
In più, ora, con internet ci sono tutte le informazioni per partire: campioni, ex, della corsa e della tavola, maghi, fattucchieri, ciarlatani e rabdomanti (trovano l'acqua ai ristori), tutti hanno la ricetta giusta. Poi gli smart indispensabili di tutti i tipi: telefoni, orologi, frigoriferi, guardie giurate e mediche. Con l'App giusta, ma non voglio fare pubblicità a Runtastic, che oltretutto deve ancora pagarmi il click del banner che ho messo sul mio blog (ma iniziate pure a cliccarlo, credo ancora nell'onestà del mondo), è impossibile non raggiungere i traguardi prefissati.
Per ultimo, ma dovrebbe essere il primo, non dimenticherei la visita specialistica: a volte si riesce a  morire subito durante la prova del gradone invece di un anonimo infarto lungo la statale,  che magari viene scambiato per un incidente del solito pirata, vanificando il martirio. Ma è solo per pochi eletti.

domenica, febbraio 14, 2016

Numero attaccato alla maglia

Pettorale su motore ingolfato
Dopo molti mesi d'astinenza, finalmente,  sono tornato ad attaccare un numero di pettorale per partire in una gara corta. L'occasione è stata l'ultima gara stagionale della serie cross al centro d'atletica leggera viennese, serie che fino a qualche anno fa si chiamava Cricket Cross. Volevo ritrovare il ritmo in una gara veloce dopo le mancate partenze di dicembre e l'astinenza di gare piatte per tutto il resto del 2015, dove nell'unica gara dove sono partito, mi sono spaccato dopo pochi metri.
Interessate è stata la concomitanza della gara 2 VCM Serie, dove a pochi metri di distanza, centinaia di aspiranti maratoneti hanno provato le gambe sui percorsi della Prater Allee, o trovato la scusa decisiva per rimandare al 2017.
Al Cricket, invece,  siamo partiti solo in 15 e già dai primi metri, mi è subito parso che il non arrivare ultimo fosse un ottimo obbiettivo di giornata. I primi giri dei dieci complessivi, su percorso ondulato e campestre per un totale di 9350m, li ho fatti col motore molto ingolfato e da fanalino di coda. Poi man mano che la gara è andata avanti, sono riuscito a recuperare tre posizioni finendo in tranquillità in 38':14", un tempo che non riesco a confrontare con quello delle passate edizioni in quanto il percorso è cambiato. Certo sull'asfalto è molto diverso, ma ho ancora 8 settimane nelle quali posso sperare di trovare un ritmo maratona o, come per quelli che ho visto claudicanti, ma sereni, sui bordi della Prater Allee, un infortunio liberatorio. Come? Con quale piano? La risposta, ultima e definitiva, nel prossimo post.

venerdì, febbraio 05, 2016

94 percento

Jung
Com'è andata la prima settimana di allenamenti con l'App? Ah, non molto bene credo, l'App sul mio fidato Nokia non è che funzioni a meraviglia e per andare su Facebook, con mezza città in settimana bianca, alla fine non mi ha seguito nessuno.
Non è comunque un gran problema visto che le gambe girano bene, ma il mio piano per raggiungere l'obbiettivo della maratona di Vienna (VCM) rimane indefinito. E il tempo stringe, c'è gente che è già dall'ortopedico con pettorale su ebay a un euro e scarpe in omaggio.

Nel frattempo studiando diverse alternative, mi ha impressionato un dato, che è anche il titolo del post, quello del 94 percento. Non è la frequenza cardiaca riferita al polso massimo per correre una maratona ed ottenere una morte sicura al km 35. Ma la percentuale di abbandoni dei giovani corridori quando, dopo alcune stagioni nelle categorie giovanili, arrivano vicino alla maturità.
Se ci fosse un meccanismo che mi riportasse a quando avevo diciotto anni, con queste percentuali, vorrebbe dire abbandono sicuro della carriera podistica. Ma purtroppo questo meccanismo non esiste e da bravo corridore da mezza età, con o senza crisi, coi vent'anni  passati da un pezzo, anche l'abbandono rimane un privilegio lasciato ai giovani.

Con lo spirito, che in questo senso è rimasto giovane al 94%, mi appresto ad affrontare una nuova settimana di allenamenti in vista VCM.


domenica, gennaio 31, 2016

Tabella, tabella e tabella

I tempi cambiano, per i numeri ci vuole un'App
Il bravo podista da crisi di mezz'età, categoria della quale non mi sento più d'appartenere per il superamento della mezza età, in questa fase dell'anno è già in una fase ben definita.  O ha appena contribuito alla lucentezza del camino, buttandoci dentro un paio di scarpe nuove  e aspetta senza spasimi la ripresa imminente della Champions League. O si trova all'inizio di una tabella d'allenamenti, che lo porterà alla maratona di primavera in perfette condizioni per raggiungere i propri obbiettivi, salvo ragionevoli imprevisti. Tipo in gara ho strisciato per 5 km sui gomiti alla Di Caprio in Revenant, ma poi la ragione ha prevalso e mi sono ritirato al km 6. E altre ragioni ragionevolmente simili.

Per quanto mi riguarda, il sogno di appartenere alla prima categoria l'ho ormai sotterrato da tempo. Così non mi rimane altro che consolarmi, ancora una vola, con la seconda categoria.
Parto allora, come da manuale, con la scelta dei miei obbiettivi.  Risposta facile, record personale alla prossima maratona di Vienna. In secondi, minuti e ore, vorrebbe dire un tempo con 3, un 1 e le altre cifre mancanti a piacere che lascio scegliere alla Gloria.  Potrei mettere l'obbiettivo dentro alla casella di Prof. google e prendere uno dei 131000 risultati. Ma non vorrei ripetere gli errori degli scorsi anni, così decido di affidarmi alla strategia che adottano i nativi degli smartphone e social media, vale a dire quella di scaricarmi un'App adeguata allo scopo.
Un'App che avrà il compito di tenermi motivato durante gli allenamenti, che ne registrerà ogni parametro e che non mancherà di farlo sapere a tutti social network, che già sono  in fibrillazione con il loro feedback tutto cool e mi piace. Già, ma quale App? Se i produttori di Runtastic mi avessero dato un obolo, potrei citarli disinteressatamente, in perfetto stile internet dove tutto è trasparente e al servizio del lettore.
Invece dico che ho trovato l'App in questione, ho messo dentro tutti i parametri richiesti e alla fine l'App ha sentenziato la famosa tabella, che ho cominciato a seguire immediatamente.

Se vuoi conoscere la mia tabella di preparazione, quando ci sarà la fine dell'Euro, la dissoluzione della Svizzera, il prossimo obbiettivo terroristico vicino a casa tua e altre catastrofi, non devi fare altro che seguirmi, senza voglia o impegno, su Facebook.  

sabato, gennaio 23, 2016

Live Love Move

Gli organizzatori con la mascotte
Non ero solo venerdì 22 gennaio, quando alle 4:30 del mattino mi sono presentato al via per il giro da 120 km attorno al lago Neusiedel, la quinta edizione della 24h Burgenland Extreme Tour. Erano oltre mille e settecento gli iscritti e ad occhio ne sono rimasti ben pochi a casa a dormire. Avevo diverse opzioni per questo evento, la più gettonata era quella di non partire, perché la mia gamba non era a posto e i pochi allenamenti, frustranti. Oppure quella di usare la bici, visto che con quella non avevo fastidi. Alla fine ho scelto di partire coi comminatori, il gruppo più numeroso, per non perdermi l'atmosfera di un evento con una partecipazione, per essere un evento ultra, davvero inusuale in Austria. L'ostacolo più grande è stata la temperatura, che all'inizio era negativa a doppia cifra e mi ha causato non poche difficoltà. Dopo l'alba spettacolare, mi sono accorto che la marcia non era nel mio repertorio, troppo lento e i tentativi di tenere il passo degli altri mi costavano più energie di quelle che avrei speso nella corsa. Così, dopo aver assaporato un ottimo gulasch in territorio ungherese e sbrinato la mia borraccia, ho deciso di passare alla corsa e vedere cosa sarebbe successo. Il solito fastidio al polpaccio non ha aspettato molto a presentarsi, lasciando poco spazio alle speranze di poter ritornare a Oggau, sede di arrivo e partenza, con la sola forza delle mie gambe. Ma a volte quello che appare non sempre diventa e, con l'alternanza del passo e il passare delle ore, il dolore ha capito che non era giornata  e si è ritirato in un dignitoso silenzio. Così dopo la partenza su strade innevate, l'alba da cartolina dietro al lago, mi sono ritrovato finalmente a correre, di ottimo umore, sotto uno splendido sole. Il paesaggio del lago completamente ghiacciato, che è anche un parco nazionale,  è stato favoloso, così come inaspettato è stato il passaggio di un aereo, in perfetto stile riviera adriatica, con attaccato lo striscione del motto del tour:  "Live Love Move". Ogni tanto ho dovuto accorciare il passo, ma col trascorrere dei chilometri, la fiducia e la corsa non mi hanno più abbandonato. Non mi sono quasi perso neanche un ristoro, che poi erano un mix di stazioni classiche da evento podistico, alternati a ristoranti dove si consumava alla carta con trattamento privilegiato. Con l'arrivo della notte sono tornate le temperature rigide e lo sbalzo negativo di una decina di gradi nel giro di pochi minuti mi ha messo un po' in difficoltà, dove non riuscivo più a respirare bene. L'arrivo finale a Oggau, per ora di cena, è stato molto bello, con tanto di foto sul divano nel gazebo davanti al municipio e orologio analogico sullo sfondo che segnava l'ora, nel mio caso circa le otto e un quarto. Dal sito dell'evento ho poi appreso, che sullo stesso divano si sono seduti un buon mezzo migliaio di persone nell'arco di trenta ore, quando anche l'ultimo camminatore è ritornato a Oggau.

Per concludere, Burgerland Extreme Tour 24 è un'ultra molto particolare, non esiste classifica, il tempo finale è a discapito dei partecipanti, un numero incredibile di iscritti e non c'è nessun obbligo di arrivare chissà dove. È una gita, gara e pellegrinaggio, a piedi attorno al lago Neusiedlersee, in condizioni climatiche che possono essere anche proibitive, conditi da una grande ospitalità della gente della regione. Live Love Move.

Alba sul lago


Più o meno a metà strada

Ancora molto coperto



Live Love Move
Finisher


sabato, gennaio 16, 2016

Pochi giorni per il mio primo (extreme) tour del 2016

Percorso attorno al lago
È arrivato il momento di tornare, gambe permettendo, ad allacciarmi le scarpe da corsa. L'occasione l'avrò tra qualche giorno a Oggau, per il Burgerland Extreme Tour con partenza venerdì mattina 22 gennaio alle ore 4:30. Un incredibile numero di iscritti, più di 1500, che come me affronteranno il giro da 120 km attorno al lago Neusiedlersee per "pedes".
Sono molto curioso di conoscere questa particolare manifestazione, che non cronometra e stila una classifica finale, ma consegna una medaglia a tutti i finisher e un bel pacco gara a tutti i partenti.



sabato, gennaio 09, 2016

2016

Fonte di ispirazione
Ho terminato il 2015 come l'avevo iniziato, vale a dire con un infortunio. Niente di particolare, ma è accaduto mentre ritiravo il pettorale della tradizionale corsa di San Silvestro e così per la prima volta dal 2009, non ho potuto partecipare alla corsa attorno al Ring viennese. Strano dicembre, ero iscritto a due gare brevi ed ho collezionato due DNS. Ma il 2016 è già iniziato e  sembra già tutto nuovo. Nuovi propositi, nuovi allenamenti, nuove sfide e poi e poi.

Intanto che preparo le mie tabelle per la maratona di Vienna, mi lascio ispirare da Tommy Jaud. Non male quando suggerisce che una seduta di Netflix sostituisce una sessione di jogging. Oppure quando rivela che si consumano più calorie guardando la tv rispetto ad una corsa. Come? Con molto zapping e ripetute alzate dal divano per andare al frigorifero per prendere un'altra birra.
Temi che parzialmente ho anche riportato nel mio blog, ma era ora che qualcuno ci scrivesse un libro presentando veramente come stanno le cose.

venerdì, dicembre 11, 2015

What's next?

La giostra
Nella giostra della continua ricerca di gare sempre più lunghe, con sempre più dislivelli e per non dire quella dei nuovi personal best,  che mai si fermano, non posso certo pensare ora di chiedere al giostraio di farmi scendere.
Così per il 2016 che sta per arrivare, ho già definito alcuni capi fermi. Gennaio parto con il Burgenland Extreme, il giro attorno al Neusiedl See. Aprile con la coppia collaudata maratona di Vienna e Abbots Way. Giugno con la Mozart100 e la maratona di San Pietroburgo. Agosto per la prima volta senza DirndtalExtreme, per fare spazio all'IronTrail T201 a Davos, la gara alpina più impegnativa della mia stagione.
L'autunno lo devo ancora da definire, ma il punto fisso di fine stagione è, come sempre, il Wien Rundumadum.

venerdì, novembre 20, 2015

Bilancio stagionale 2015

Corri Pac, che hai i fantasmi alle calcagna!
Con il Wien Rundumadum si è chiusa la mia stagione 2015 dedicata alla corsa. L'anno non era iniziato nel migliore dei modi. Prima uscita annuale e subito un infortunio pesante che mi ha messo fuori causa per due mesi. La prima gara stagionale, la maratona di Vienna, è risultata così preparata approssimativamente per la quarta volta consecutiva. Ho corso la prima ultra stagionale sopra i cento, in tutto sono state cinque le competizioni a chilometraggio a tre cifre, già in aprile con l'Abbots Way. Buone sensazioni per i tre quarti di gara e poi catastrofiche.
La settimana dopo ho partecipato alla maratona del Welsch dove ho inaugurato la doppia gara nel giro di due settimane. Esperimento ripetuto con la Mozart 100 e Veitsch, due ultra nel giro di sette giorni. In luglio ho trovato un week-end libero per correre, sull'Appennino Reggiano, l'ecomaratona del Ventasso, buone sensazioni, crampi e tosse finale. Classico appuntamento di agosto è stato il DirndltalExtreme che, anche se con qualche problema, è stato ancora una volta ottimo. In settembre è stata la volta di un gran ultra trail alpino, l'Adamello 180. I miei limiti nelle Alpi sono ancora evidenti, ma è stato lo stesso un fine settimana memorabile. Per finire, il Wien Rundumadum, forse la gara che più mi s'addice per la tipologia di percorso e navigazione. Gare brevi? Ho tentato la Sunset Run di 8 km e alla prima curva avevo già una contrattura. Anche il duathlon Schöckel Classic è stato amaro con un terzultimo posto dovuto ad un errore madornale di consegna sacca delle scarpe. Buone, invece, le gare corte in montagna sull'Anninger e Kahlenberg.

Termina così un anno con più di 700 km in gare ultra e 30000 metri di D+, passato più all'insegna della quantità che non alla ricerca di prestazioni massimali in una gara singola, palesando una mancata scelta di obbiettivi chiari e definiti. E si sa che senza obbiettivi non si va da nessuna parte.
L'obbiettivo di arrivare al meglio alla maratona di primavera l'ho di nuovo mancato clamorosamente e così quello di superare i 10000 metri D+ in una gara. L' unico personal best annuale conseguito nel Rundumadum non può riuscire a salvare una stagione, anche perché non era programmato ma abbastanza casuale. Stagione che è stata una collezione di obbiettivi mancati e probabilmente da dimenticare. E la dimenticherò, ne sono sicuro.

La mia stagione non è passata inosservata in quei dei Freunde des Laufsports

lunedì, novembre 02, 2015

Rundumadum: giro intorno a Vienna nei primi dieci

Al traguardo con la premiazione della prima
donna e dei suoi accompagnatori.
Portata a termine anche questa. Per i 130km e 1800 D+ previsti dall'organizzatore ho impiegato un tempo di 14h:36' per la 9-na posizione finale ex-equo con Anita la prima delle donne e Helmut compagno di società.

La gara
Il Rundumadum è stata la mia ultima ultra stagionale. Dopo una levataccia ad un orario improponibile, ho preso la bici e mi sono portato verso la stazione della metropolitana dove sulla via ho ritrovato il canto del gallo che già mi aveva accompagnato in una precedente maratona di Vienna. Il via alle sette in punto, in una leggera nebbia, dall'altra parte della città. Il percorso è stato molto simile a quello dello scorso anno, con però un paio di varianti e salite che hanno allungato il percorso ad un totale di 130km.
Al via mi sono presentato in uno stato indefinito. Da un lato la voglia di portare a casa tranquillamente il giro viennese, magari con soste lunghe e camminate, dall'altra l'ottimo stato fisico e lo studio quasi ossessivo del percorso, mi hanno messo in una condizione in cui mi sentivo pronto per spingere al massimo. Sono state poi le sensazioni in gara che mi hanno fatto propendere per il secondo tipo di atteggiamento.
Dopo aver rincontrato e salutato molte facce conosciute, i primi chilometri li ho passati in compagnia dei compagni di società come Pauline, Thomas e Helmut e veterani del Dirndltal come Walter, Markus e Werner. Sulla prima salita, quella più lunga e difficile, ho ritrovato la compagnia di Michele che, con Helmut, ci ha fatto formare un trio per seguire il percorso sulle montagne viennesi, i sentieri di casa di Michele. Qui, pur avendo un buon ritmo, ci siamo trovati attorno alla 40-ema posizione dei circa 130 partenti. Probabilmente il magnifico meteo autunnale ha messo le ali a molti corridori che non hanno resistito alla tentazione di portarsi avanti e mettere anzitempo chilometri in  cascina.
Quando ho raggiunto la stazione di Hütteldorf, ho cominciato a sentirmi più rilassato in quanto il pezzo di percorso che non avevo mai testato nelle mie ricognizioni precedenti alla gara, era passato indenne. All'inizio del Lanzier Tiergarten mi sono ritrovato da solo, Michele viaggiava molto tranquillo in salita e Helmut si era portato avanti. Al secondo check point, alla fine del Lanzier Tiergarten, mi sono ritrovato attorno alla 30-ema posizione ed in discesa ho riagganciato Helmut. Dopo una piccola escursione attorno al Pappelteich, ci siamo avviati per il lungo tratto pianeggiante a fianco del fiume Liesing. In questo tratto di vento contrario mi sono trovato improvvisamente a guidare un piccolo gruppo. Qui ho deciso di incrementare l'andatura per non regalare facilmente, a chi mi seguiva, sia la scia, che la navigazione.  È in questo tratto che ho sentito i primi commenti sulla mia andatura reputata troppo alta. Me lo sono chiesto anch'io se a settanta chilometri dal traguardo non fosse troppo azzardato spingere in quel modo, ma mi sono convinto che potevo tenere quel ritmo. Al terzo check point, quello del cimitero centrale, mi sono ritrovato attorno alla 20-ema posizione e non mi sono mai sentito meglio. Ho continuato in solitaria lungo l'isola del Danubio e l'inizio del bosco della Lobau. Non sapevo bene né la posizione né la velocità, ma il fatto di entrare nel bosco della Lobau che non era ancora buio mi ha fatto pensare al meglio. Appena prima di arrivare al check point 4 ho acceso la lampada frontale e, dopo un veloce ristoro, mi sono riavviato per affrontare gli ultimi trenta chilometri in 9-na posizione.  
In questo tratto ho incontrato molti corridori della gara da 64km e da questo punto mi è stato molto difficile capire chi fosse nella mia stessa gara. Ho passato in sicurezza il pezzo della campagna dove mi ero perso lo scorso anno raggiungendo facilmente il quinto e ultimo check point. Da quel punto mancavano 17km al traguardo, pochi o tanti, lunghi o corti? Qui ho cominciato a sentire i primi sintomi di stanchezza e di dolore alle gambe dove ancora una volta i quadricipiti hanno dato segni di stanchezza. Quello che però più mi preoccupava era il fatto che non riuscivo più a mangiare. In questo tratto, in un momento di sosta forzata nei cespugli, mi ha raggiunto e superato Helmut, il quale viaggiava assieme alla prima delle donne, Anita, la quale aveva un accompagnatore personale in bici che la guidava, la incitava e la riforniva. Nel tratto successivo pianeggiante lungo il canale, proprio non sono riuscito a tenere il loro passo e ho visto le loro luci pian piano sparire avanti, non la situazione ideale per esultare. Ma è stata la salita finale sul Bisamberg a riservarmi un'inaspettata sorpresa. Quando è iniziata ero abbastanza attapirato, ma poi la salita mi ha ridato fiducia e con un buon ritmo sono riuscito a recuperare su Helmut e Anita fino a raggiungerli. A quel punto abbiamo deciso di continuare assieme i pochi chilometri rimanenti completando la nostra gara in 14h:35' per la nona posizione finale accompagnata da una grande festa all'arrivo. Mai in tutta la stagione sono riuscito a tenere un ritmo simile per così tante ore senza che mi fosse capitato qualche imprevisto, un grande sforzo  sopratutto a livello mentale.

Per finire
In questo secondo Rundumadum l'organizzazione, con tanto di tracking in tempo reale sul web, è stata eccellente, il meteo non poteva essere migliore e la navigazione non è mai stata un problema. Con le staffette, gara corta, gara lunga e un tempo massimo di trenta ore è una manifestazione alla portata di tutti.
La mappa del percorso si trova qui e alcune foto su questo link.

Discesa Lainzer Tiergarten
Sulla salita del Nase

domenica, ottobre 11, 2015

Verso il Rundumadum: Kahlenberg Berglauf

Relax tra i vitigni del Kahlenberg
Archiviata la trasferta dell'Adamello è arrivato il momento di concentrarmi sulla mia ultra di fine stagione, vale a dire il Wien Rundumadum, il giro da 130km  attorno a Vienna. Quindi spazio alle ricognizioni pregara per non trovarmi come l'anno scorso impreparato e perso in mezzo alla campagna.
Per respirare un po' di clima Rundumadum, mi sono presentato al via del Kahlenberg Berglauf, la corsa in montagna sul monte cittadino viennese del Kahlenberg già fatta nel 2013. Il percorso non è esattamente sulla salita principale del Rundumadum, ma di fianco. Il freddo e il terreno pesante sono stati un ottimo banco di prova per la mia nuova suola Vibram. La mia partenza è stata come al solito molto lenta, da vero tappo, sarebbe stato meglio partire ultimo. Quando la salita è diventata sentiero ho cominciato a risalire qualche posizione. Però è stata la discesa su terreno viscido e pesante a farmi risalire il gruppo. Anche troppo, perché poi negli ultimi tre chilometri asfaltati in leggera salita ho dovuto cedere una decina di posizioni una dopo l'altra a persone appena più veloci di me ma che in discesa erano stati molto più prudenti. L'assoluta mancanza di allenamento oltre la soglia si è fatta sentire.
L'arrivo in 45':59" per il 36-emo posto è stato un po' più lento rispetto a quello di due anni fa, ma in linea con la prestazione sull'Anninger del mese scorso.

lunedì, settembre 28, 2015

Adamello Ultra Trail 180

Sulle bocchette a quota 2500

È anche disponibile un mio resoconto in lingua tedesca (auf Deutsch).

Giovedì 24/09 ore 7:16, Oberlaa Vienna. Caro diario sono qui fermo alla stazione bus con quest'enorme borsa piena di materiali per correre un ultra trail. Incontro studenti spensierati e impiegati dallo sguardo abbassato sul loro smartphone o un su di un giornale gratuito. Non sanno che a 750 chilometri di distanza, domani inizierà una corsa da 180km attraverso la Val Camonica con 15 salite e oltre 10000 metri di dislivello.

Giovedì 24/09 ore 18:10, Passo del Tonale. Non siamo ancora arrivati, manca poco all'arrivo al nostro alloggio, ma quello che ho di fronte è uno scenario preoccupante. Freddo, cielo di piombo e sopratutto neve. Tanta neve su questo passo che è anche uno dei punti più bassi che dovremo attraversare domani. Sarebbe un vero peccato che la gara venisse annullata per il meteo.

Venerdì 25/09 ore 9:00, Vezza D'Oglio. Che magnifica giornata che è oggi, la gara non è stata annullata, ma solo leggermente modificata, la prima cima è stata tagliata a quota 2300, mentre la novità della città morta è stata del tutto eliminita. Saranno 5 chilometri e 1000 metri di dislivello in meno del previsto e una cosa è certa: non riuscirò a sorpassare il limite dei diecimila metri in una gara. Penso che sia un dramma sopportabile. Alla partenza, lo speaker cita già le prime defezioni, riconosco nuovi e vecchi personaggi famosi. Al via ci salutano i bambini e i ragazzi delle scuole di Vezza. Ricordo che quando ero all'asilo, la bidella ci chiamava fuori a salutare i soldati quando passavo lunghi convogli sulla statale di Breda Cisoni. Erano gli anni settanta.

Venerdì 25/09 ore 9:20, prima salita. Che fatica. Il mio amico Michele è partito a razzo e non riesco a tenerlo, con la paura della neve e del freddo mi sono vestito troppo pesante. Al primo bivio col mio gruppettino sbagliamo subito strada. Se questo è l'andazzo per le prossime cinquanta ore, andiamo bene. Mestamente ritorno indietro, mi tolgo una maglia e provo ad andare avanti coi miei fantasmi.

Venerdì 25/09 intorno alle 14, altopiano. Che vista magnifica, montagne, cavalli, mucche al pascolo, sole e un po' di neve. L'umore è alto, il ritmo è ottimo e chi ci può fermare? Ora arriva il passaggio in mezzo alle bocchette innevate, manufatti costruiti durante la Grande Guerra e popolati da personaggi come mio nonno, che a vent'anni hanno dovuto lasciare il lavoro dei campi per venire a sparare a dei poveri cristi come loro, in mezzo a queste feritoie a 2500 metri d'altezza per volere del re o dell'imperatore.

Venerdì 25/09 ore 20, rifugio Bozzi. Sta per calare la notte in questa splendida prima giornata. Prima del ristoro precedente, nel borgo di Case di Viso, ho ceduto alla voglia irresistibile di attraversare un bel laghetto in quota per una bella rinfrescata. Qui c'è un'atmosfera molto allegra, si mangia e si chiacchiera ed ho anche la possibilità, con l'organizzatore in persona, di chiarire la mia ingiustificata assenza allo scorso Winter Trail di Bione. Con Michele accendiamo le nostre lampade e di ottimo umore scendiamo verso il Tonale.

Venerdì 25/09 ore 22:30, Malga Cadì. Quest'ultimo tratto è stato davvero ottimo, sentieri abbastanza larghi, dove la giornata di sole ha sciolto quasi ovunque la neve per un sali e scendi molto veloce. E poi la luna, quasi piena. La mia gara potrebbe anche finire qui in questa malga, in mezzo a quest'ottima compagnia che mi ricorda il bar della cooperativa. Ma anche qui arriva il momento di rialzarci da tavola e di proseguire. La strada da percorrere è ancora tanta.

Sabato 26/09 ore 7:00, Ponte di Legno. Dicono che la notte porti consiglio, a me invece ha spaccato i quadricipiti. Forse l'entusiasmo, forse la mancanza di allenamento, forse la mia incapacità nell'affrontare le discese, ma fatto sta che sono qua dentro la fontana di Ponte di Legno per cercare di far funzionare muscoli che ho pesantemente malmesso durante le ultime discese. Alla base vita ho sonno ma non voglio dormire fino a quando non crollo sul tavolo mentre mangio, poi provo un massaggio per vedere cosa succede. Lasciamo la base di Ponte alle 9:15 con Michele che sembra tirato a nuovo mentre il sottoscritto ha stampato in fronte una parola da cinque lettere: crisi.

Sabato 26/09 ore 14:00, discesa verso Potagna. Non c'è nulla da fare, non riesco a scendere. Michele è prodigo di consigli, ma una mia frenata improvvisa lo fa cadere. Penso che sarebbe meglio finirla qui. D'altronde abbiamo un lungo viaggio in auto da affrontare domani, senza mai dormire  e una notte di sonno non sarebbe male. Meglio che finire fuori tempo massimo domani mattina. Gli dico che voglio rimanere da solo nel mio oblio. Così lui va avanti col gruppetto che si è formato e io, da dietro, in solitaria, che cerco una soluzione al problema discesa. Accendo la musica ad un volume spropositato.  Poi faccio diverse prove fino a quando, finalmente, non trovo un passo e uno stile che mi fanno scendere si piano, ma, fondamentale, senza dolore. Sono al limite, non ho più voglia di parlare, ma vado avanti.

Sabato 26/09 ore 19:00, Check point Ponte Scalvino. Arrivo al ristoro allestito dalla forestale di ottimo umore. L'ultima lunga discesa appena percorsa mi ha confermato che non sto più perdendo tempo rispetto ai cancelli. Vuol dire che con questo ritmo posso arrivare in fondo. L'umore è tornato stabilmente al bello e un bel contributo l'ha avuto anche la sosta al ristoro di Roccolo Pornina. Bisogna prima ricevere l'estrema unzione per potersi ritirare lì.

Sabato 26/09 ore 23:50, verso Edolo. Ma quanto è lunga questa discesa dai millantati 8km che dal Sant'Anna mi dovrebbe portare a Edolo? In questo tratto mi raggiunge un nuovo compagno di viaggio, non è loquace e si chiama colpo di sonno. Vorrebbe che ad ogni passo mi fermassi su uno di questi sassi a riposare. Faccio finta di non sentirlo, ma mi accorgo che non riesco a seguire una linea diritta. Potrei andare per l'ennesima volta nell'acqua, ma le vesciche nei piedi non sono dello stesso parere. A Edolo penso proprio che per la prima volta mi metterò in branda. Sarà l'ultimo cancello orario prima dell'arrivo e se poi a Vezza non avrò il tempo di dormire, sarà meglio che lo faccia prima.

Domenica 27/09 ore 6:30, lago del Mortirolo. Ho speso il resto della notte salendo da Edolo al lago del Mortirolo. Un'andamento lento, ma tutto sommato tranquillo e con la simpatica compagnia di vari compagni incontrati sono riuscito a scacciare la fastidiosa sonnolenza. Anche se nell'ultimo tratto esposto le mie continue soste mi hanno fatto ritrovare da solo. Entro nella baita che i miei compagni sono già pronti per uscire, il simpatico gestore del locale mi prepara una caraffa di tè e mi lascia una Red Bull. È arrivata l'alba e all'uscita del locale posso gustarmi la bella vista del lago.

Domenica 27/09 ore 9:27, Vezza D'Oglio. Caro diario, ho finito la mia gara che mi ha portato fino al lago del Mortirolo e da lì ne ho iniziata un'altra, quella che per 17km arrivava fino a Vezza. Non so se siano state le strade a me più familiari, l'alba del terzo giorno, l'effetto stimolante delle bevande bevute o semplicemente la voglia di arrivare al traguardo il prima possibile. Fatto sta che sono partito di corsa senza mai fermarmi, sia in discesa che in salita. Al successivo ristoro ho chiesto scusa per il fatto che non mi fermavo. A Valgrande ho impacchettato i bastoni, messo le maniche corte e mi sono lanciato in discesa. Mi aspettavo di cadere ogni momento, ma l'assoluta mancanza di senso per quella forsennata discesa aumentava la mia adrenalina, la quale aveva tagliato ogni segnale di dolore che proveniva dai piedi e dalle gambe. All'ultimo controllo, poco prima del traguardo,  sono arrivato che gli addetti hanno dovuto correre fuori dalla casa per prendermi il numero. Questo voleva dire che davanti a me non c'era assolutamente più nessuno, ormai avevo superato tutti quelli che erano ancora in giro, ma ho deciso di continuare ancora più forte. Quando ho visto Vezza avrei potuto gustarmi gli ultimi metri, dare il tempo a quelli dell'arrivo di salutarmi e arrivare col sorriso stampato. Invece nulla, giù a tutta velocità verso il traguardo, con la voglia matta di spaccare qualche cosa, per esempio i miei bastoni, ma siccome erano nello zaino, ho solo lanciato via i guanti. Ci ho messo qualche minuto per ritornare nel mondo delle persone normali, ma poi c'è stato solo spazio per una grande gioia. L'Adamello Ultra Trail 180.

Fatta!
Partito venerdì alle nove di mattina e tornato a Vezza d'Oglio domenica mattina poco dopo le nove. Totale 48h:27' per la 39-ema posizione generale. 
Su youtube è anche disponibile il video ufficiale della gara.

Uno dei passaggi più belli in acqua con Michele



domenica, settembre 20, 2015

Anninger: le mie gare

In rimonta sulla ex-pista da slittino
Come ogni anno mi sono iscritto all'Anninger Lauf, corsa veloce sulla vicina montagna a Mödling dove sono solito allenarmi quando voglio fare un po' di salita. Sei chilometri con un dislivello di quasi 400 metri sono i tratti salienti della gara. Una gara che si è trovata a ridosso del mio prossimo appuntamento sull'Adamello, ma alla quale non ho voluto rinunciare. Un po' perché volevo provare del materiale ma sopratutto per ritrovare il feeling con le gare brevi. La mia partenza è stata come al solito, molto lenta e addirittura dietro a dei nordic walker. Va detto che mi volevano far passare avanti prima di partire, ma ho risposto che non avevo fretta. Il primo chilometro è stato quasi tutto in discesa, l'occasione per perdere ancora qualche posizione prima della salita vera e propria. Quando è iniziata,  sono però riuscito a risalire il gruppo arrivando da solo in 23-ema posizione col tempo di 35':38". Un po' più lento rispetto allo scorso anno, ma il divertimento non è stato da meno, anzi risalire tutte quelle posizioni è stato entusiasmante.
La classifica finale qui.

Ultima salita off road

Tra le rocce

Arrivo al ripetitore


Rimanendo in tema Anninger, devo fare il resoconto di un altra gara alla quale ho partecipato qualche settimana fa: l'Anninger Challenge. Una gara ad invito esclusiva alla quale ho avuto l'onore di partecipare. Quarto posto finale in 27':47", se si vuole guardare il bicchiere pieno, penultimo se si vuole guardare quello rotto. Un resoconto completo della gara si trova qui, mentre la classifica finale a questo link.

Al traguardo - Anninger Haus

Foto di gruppo con tutti i partecipanti

giovedì, settembre 03, 2015

Prossimi appuntamenti

Organizzatore AUT 180
Settembre sarà un mese intenso. Il 25 settembre sarò al via dell'Adamello Ultra Trail (180km, 11000 D+) con partenza e arrivo a Vezza D'Oglio. Una settimana prima sarò, come lo scorso anno, al via dell'Anninger Lauf, breve corsa in montagna sui campi d'allenamento abituali. Prima delle corse in montagna, però, spazio alla Prater Halle con il Rote Nase Lauf, una corsa per tutta la famiglia. La mia stagione poi finirà, se tutto andrà bene, con Il Wien Rundumadum dove debutterà un servizio tracking online in tempo reale.

lunedì, agosto 10, 2015

Ultratrail i comandamenti per iniziare

La discesa dalla montagna
Dopo anni di attività nella corsa su strada e ultratrail, mi sento in grado, finalmente, di stilare il mio vademecum dedicato a chi vuole iniziare con l'ultratrail. Sono i miei umili dogmi che ho cercato invano prima di cominciare e che ho dovuto apprendere duramente sul campo, non ultimo con una salita su di un monte dopo il quale sono sceso con due pietre a forma di tavola dove sono stati incisi i seguenti dieci punti. Trattabili.

1 - Non fare nessun controllo medico all'inizio, sicuramente gli allentamenti fatti fino a quel momento avranno sballato molti valori. Se invece non si ha mai corso, sarà molto improbabile avere già dei fastidi che valga la pena di parlare col medico. E di fare del movimento ce l'ha già detto l'ultima volta che ci siamo stati anni fa.

2 - Il tempo minimo per preparare il primo ultratrail non è sei mesi e neanche quattro. È solo il tempo tra ora e il via della gara. Se la gara è domani, è meglio andare a letto invece di navigare a vuoto in internet leggendo post come questo.

3 - Se uno non ha resistenza nella corsa, sicuramente avrà sviluppato una resistenza specifica in altri campi. Che sia la maratona di James Bond in tv, la classica riunione aziendale fino a notte fonda, settemila messaggi in whatsup al giorno o il week end non stop con l'amante, ognuno di noi ha già sviluppato una resistenza di fondo che basta e avanza. Per i pochi che ancora non ce l'hanno, allora possono cominciare a correre, piano se vogliono andare lontano. Nella quasi totalità dei casi, manca solo l'iscrizione alla prossima gara ultra.

4 - Nelle successive quattro settimane, sempre che la gara non sia prima, si devono intensificare gli allenamenti. Il week-end con l'amante parte già al giovedì, alla maratona di James Bond si aggiunge quella di Mission Impossible e così via. Perché 4 settimane? La risposta al punto successivo.

5 - Nel primo mese (un mese è fatto di 4 settimane, ecco la risposta), bisogna riposarsi almeno due giorni e massimo 48 ore. Se uno ha guardato solo la tv, andrà a fare un giro fuori e viceversa. Per chi corre, il ritmo da tenere una tantum è quello della mezza maratona. Va bene anche il ritmo di  quella fatta vent'anni fa, ma se proprio non si ha mai corso una mezza, fare finta di niente e passare al punto successivo.

6 - Secondo mese. Sicuramente i primi segni di depressione, stanchezza e infortuni vari si faranno sentire. Fare finta di niente e cercare di raddoppiare la lunghezza dell'uscita più lunga. La farmaceutica ha fatto passi da gigante in questo campo, cominciare anche a leggere mail di spam e considerare seriamente quelle dove compare la parola "pills". Anche la visita notturna del parco sotto casa ci offre l'opportunità di trovare qualche sostanza contro i momenti bui della vita.
Alla fine del mese, ormai anche cani e porci saranno in grado di correre almeno 4 ore con dislivelli dell'ordine di 2000 metri positivi se avranno seguito alla lettera i primi cinque punti. Altrimenti passare al punto successivo senza dire nulla.

7 - Terzo mese.  Per i pochissimi che non si sono ancora rotti è arrivato il momento di sferzare l'attacco finale. Se il mese ha 31 giorni due giorni di riposo sono ammessi (il 30 e il 31), tutti gli altri giorni bisogna intensificare le uscite, cercando di non stare mai sotto le tre ore. Il ritmo fantomatico della mezza maratona va rispolverato sempre ogni dieci minuti e in montagna bisogna andarci un giorno si e uno si. Dal niente non nasce niente, ma attenzione a non esagerare.

8 - Quarto mese. L'imprevedibile e inaspettato infortunio si è presentato. Che sia il ginocchio, la caviglia, il piede, l'anca o il pollice del telecomando è arrivato il momento di andare dal dottore. Ecco perché era inutile andarci all'inizio, quando si stava ancora bene. Un riposo forzato che ci proietta direttamente alla gara nelle migliori condizioni perché si ha superato il momento no senza abbandonare la voglia di presentarsi al via. Normalmente, vista la lunga pausa, si è senza nessun dolore al via. Per i caratteri fragili che decidessero di rimandare la partenza, nessun problema, ripartire dal punto 1 e ci rivediamo di nuovo qui.

9 - Il giorno della gara. Finalmente è arrivato il momento fatidico, la preparazione è andata grosso modo secondo le aspettative e la distanza che si dovrà affrontare non rappresenta nessun ostacolo ormai. Evitare di mettere un salame intero nello zaino, per il resto tutto quello che si è comprato in questo periodo si può portare, nessun organizzatore mette un limite al costo dell'equipaggiamento, che può quindi tranquillamente superare i cinquemila euro.

10 - In gara. Se al primo ristoro dopo 4 km pianeggianti si è già fuori tempo massimo, trattare assolutamente con gli addetti. Di solito chiudono un occhio e se si tira fuori il salame, anche se non era da portare, anche due.
Se alla prima goccia d'acqua si pensa al ritiro, farlo subito assolutamente, magari anche senza dover aspettare la pioggia, spesso in queste gare non piove proprio. È meglio cogliere subito l'occasione di terminare questo tipo di attività e di tornare alla propria vita precedente. La salute prima di tutto, non era per questo che volevamo partecipare ad un ultratrail? E sicuramente richiede più coraggio abbandonare alla prima futile difficoltà che arrivare in fondo, certe occasioni non capitano così spesso. E finiamola di chiamarli eroi quelli che sempre e comunque arrivano in fondo, perché gli eroi sono altri (mettere "chi sono gli eroi" in google) e anche loro hanno avuto le loro giornate storte.

domenica, agosto 02, 2015

Dirndltalextrem terza volta

Il torrente Pilach, acque fredde e limpide
Anche quest'anno sono riuscito a terminare il Dirndltalextrem. È stata la terza volta consecutiva. Un risultato non affatto scontato per come si è sviluppata la gara, in quanto mi sono trovato per la prima volta in gara con dei problemi di salute.
Come gli anni precedenti sono stato ospite della casa ESV dove si trova la partenza e l'arrivo. L'ESV è il classico dopo lavoro ferroviario, una struttura che mi riporta ai tempi di quando, in Italia, andavo a giocare alle bocce dai ferrovieri. Il bello del Dirndltalextrem è il clima familiare della gara e, dopo le mie tre edizioni, i volti conosciuti e rincontrati sono davvero tanti. Una gara che non comincia alle sei del sabato mattina e finisce la sera dopo l'arrivo, ma già al venerdì pomeriggio con la distribuzione dei pettorali e dura fino alla domenica mattina con le premiazioni.
Al via, senza allenamento e acciacchi vari, in una splendida giornata di sole senza eccessi di caldo, mi sono presentato senza nessuna ambizione di tempo o posizione. Sono partito nelle retrovie e al primo check point (CP1) sembravo più ad una scampagnata che in una gara di corsa. Non appena però la strada è cominciata a salire ho cominciato a risalire il gruppo. Al CP3 ero già in linea con i tempi del 2014. Però è  stato verso il CP4 che è cominciata la mia crisi. La gola mi faceva male, colpi di tosse che si sono uniti a delle fitte nello stomaco e il mio pettorale numero 17 che non mi era per niente d'aiuto. Una sosta obbligata nel bosco è risultata, non solo inevitabile, ma, visto lo stato delle braghe, anche tardiva. Prima di Frankenfels, sede del CP4, sono andato nel torrente Nattersbach per cercare di rimediare la situazione con un bel bagno. Il risultato non è stato malvagio, lo stomaco si è riassettato, la tosse scomparsa e le braghe sono ritornate accettabili. Sempre da solo sono poi proseguito in tranquillità verso il CP5, evitando di adattarmi al ritmo di altri concorrenti.  Nella salita più dura verso il CP6, ho capito che le cose si stavano sistemando per il meglio. Nel frattempo ho accumulato un ritardo di circa 30 minuti rispetto all'anno precedente e anche come piazzamento ero oltre la ventesima posizione degli 83 iscritti. Con l'aiuto dei bastoni, un ritmo regolare e tranquillo sono arrivato in cima al CP6 senza poi il bisogno di una lunga sosta come in passato.  Nella discesa successiva non ho rischiato nulla, ma sulla salita finale verso il CP7 ho fatto un errore di percorso. Anche il gps non mi è stato di gran aiuto e sono dovuto tornare indietro perdendo una manciata di minuti. Quando sono tornato sul sentiero corretto, i miei compagni di viaggio che avevo appena staccato sono stati sorpresi nel vedermi arrivare da dietro. Nella lunga discesa verso il CP8 ho poi resistito alla tentazione di seguire un corridore che mi ha superato di slancio. Erano troppi i chilometri che mancavano verso il traguardo e l'anno scorso mi sono giocato nello stesso punto i quadricipiti, che poi in pianura non hanno più funzionato. A questo punto della gara, ho solo cercato di arrivare in fondo cercando di risparmiare il più possibile le gambe. Solo ai ristori ho avuto una tattica diversa dal solito, cercando di minimizzare al massimo la sosta. Verso il CP10 mi sono ritrovato con buone gambe ed ho così  provato ad aumentare il ritmo. Sforzo che ha dato i suoi frutti in quanto nell'ultimo tratto pianeggiante, prima del traguardo, sono riuscito a raggiungere il corridore che mi aveva superato prima in discesa in quanto ora riusciva solo a camminare. Mi è sembrato di rivedermi nell'anno precedente. Non mi andava di superarlo negli ultimi quattro chilometri pianeggianti, ma siccome non riusciva proprio a seguirmi mi ha detto che potevo andare avanti. Alla fine sono arrivato con un enorme sorriso e un sorprendente tempo finale di 15h:34', solo cinque minuti più lento dello scorso anno, per l'ottima undicesima posizione finale.
Il link della classifica finale completa.

Appena partiti

Traguardo, con l'organizzatore Gerhard

CP8

Arrivo con stretta di mano
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sabato, luglio 25, 2015

Prossima fermata dirndltalextrem

Archiviata la terza maratona stagionale, mi accingo a preparare la prossima gara, che sarà nel Pilachtal ovvero il  Dirndltalextrem (111km, 5000D+). Quest'anno sarà la mia terza partecipazione consecutiva, sono veramente curioso di sapere come andrà a finire. Può andare bene come obbiettivo? Ma è nella ripetizione che si vede la vera dipendenza.
Quest'anno è un po' strano, tra una gara e l'altra non riesco a prepararmi decentemente, un po' per scelta (troppe gare consecutive), un po' per eventi di varia natura e in gara mi ritrovo ad improvvisare. Ma va proprio bene così.
Vedrò di stilare quanto prima una tabella degli allenamenti, anche se manca meno di una settimana al via,  per arrivare al top della condizione sabato 1 agosto prossimo, cercando di combinare al meglio rigenerazione, stimolo allenante e di evitare assolutamente i chilometri vuoti. Come? Evitando di fare dei chilometri, così evito alla radice anche quelli "vuoti" (quelli che servono come alibi e vanno bene solo per la statistica). Per quanto riguarda l'aspetto mentale, basta mettere in Dr. Google la magica frase "preparare ultratrail in 5 giorni" e con trentamila risultati non mi posso certo sentire abbandonato al mio destino.