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giovedì, settembre 12, 2024

Risultati ultime gare

 [...]Far pace con i propri limiti significa al contrario accettarli.

Arrivato con grandi speranze ed una discreta condizione alla fine di luglio, mi sono giocato tutta la preparazione con una semplice partita al pallone nella quale sono rimasto infortunato alla gamba destra. 

Noncurante della situazione, una settimana dopo mi sono presentato al via della Backyard alle porte di Vienna. Risultato: nove giri inutili e peggioramento della mia condizione del muscolo della coscia posteriore destra.

Dopo tre settimane di riposo (due per la noia muscolare, una per un'influenza) ho ripreso gli allenamenti per qualche giorno prima di partire per la Svizzera, destinazione Swiss Peaks 360. Qui perlomeno le gambe sembravano funzionare bene, ma la ripresa degli allenamenti è stata troppo breve. Davvero difficile rimanere in gara per sei giorni con tutte le difficoltà da affrontare, con muscoli  fermi per troppo tempo e convalescenti.

Sono partito nello Swiss Peaks 360 senza grandi illusioni, ma pur sempre di ottimo umore. Come può essere altrimenti in mezzo a panorami stupendi? Dopo una prima giornata di entusiasmo, la notte mi ha riportato alla dura realtà. I fastidi muscolari, che mi sono affiorati dopo 75 chilometri e 22 ore di gara, mi hanno fatto capire che in quel momento sarebbe stato meglio non continuare. Il rischio di una ricaduta era troppo alto, le probabilità di riuscire ad arrivare al traguardo senza infortuni seri, a me sembrava davvero ridotta.

Dopo una prima parte della stagione sopra le mie aspettative, ecco una breve fase (breve?) nella quale devo affrontare delle difficoltà fisiche. Il problema è che mi sono saltate due gare estive sulle quali avevo puntato molto. Specialmente nello Swiss Peaks, dopo l'infortunio in gara dello scorso anno, mi sarebbe piaciuto raggiungere ancora il lago di Ginevra con i miei piedi dopo qualche giorno di saliscendi sulle montagne svizzere. Ma per il secondo anno consecutivo non è andata così. Evidentemente il mio limite  si è spostato come un birillo e mi ha lasciato fuori.  Riuscirò a far pace?


giovedì, luglio 11, 2024

Backyard in Frankemarkt

Partiti giro 1

Una anno fa il debutto, qui a Frankenmarkt, nella specialità della Backyard. Ora cammino indietro verso la partenza, che poi è anche il traguardo, con il pubblico che generosamente applaude il mio inutile tentativo di ripartire nel giro numero 27. Ma non riesco più a correre e così saluto gli altri tre rimasti davanti a me, che continuano imperterriti verso i trenta giri mentre torno indietro, un po' malvolentieri, nella zona del rifornimento. 

Ventisei giri completati, ventisei ore passate in mezzo ad un fine settimana di fine giugno tra i più caldi e tropicali dell'anno. Il giro venticinque è andato molto meglio del previsto e nel ventiquattro,  il giro delle cento miglia,  vado alla partenza prima di tutti gli altri cinque sopravvissuti dei 226 partenti. Per fare vedere che sono motivato e pronto per arrivare fino in fondo. Per bluffare, secondo il supporter di un corridore esausto che non si vuole alzare. Sentire che dovrei essere il prossimo a saltare è un invito a fare meglio. Se dovrò saltare, non sarà certo in questo giro. Anche perché nel giro 23 mi sento bene, supero il breve momento di crisi di sonno che mi rallenta un poco e quando penso che ogni limite sia a portata di mano, un inciampo mi fa volare in terra. Tutte le certezze scompaiono in attimo. 

In questo giro numero venti mi sento spaesato. L'alba ormai ben presente, la luce blu, che compare dominante in cielo appena spengo la lampada, mi fa chiudere gli occhi per qualche attimo in questa ennesima salita. Non posso farci nulla, che sia ormai arrivato al capolinea? La notte sta per finire nel giro 19, che è quello che dodici mesi fa, al mio debutto, su questa salita, con le gambe marmorizzate mi fece decidere di finire, ma non prima di vedere il numero 20 sulla mia classifica finale. Non posso fare altro che sorridere a quel pensiero e continuare, anche se la freschezza non è più quella del primo giro e i dubbi aumentano. Sonnambulismo, passo dello zombie, incertezze, fantasmi o altro, non trovano spazio e così, nel giro diciannove, devo continuare.

Nel giro dei cento chilometri, che poi è il numero 15, nel pieno della notte, vedo numerosi corridori smettere. Il caldo non da tregua e continuo a portare con me due borracce da mezzo litro, che finisco con regolarità sul campo prima di raggiungere il ristoro.  Accendo la lampada in mezzo al giro 13, questi sono giorni di massima luce e non so decidere se sia un vantaggio oppure no. Visto le decine di persone  che sono ancora qui ad incitarci, direi che è proprio un vantaggio. 

La doppia cifra arriva finalmente in questo giro numero dieci. Posso pensare avanti, dove la sera sta per arrivare e, quando calerà l'oscurità, spero che arrivi un po' di sollievo. Nel frattempo posso continuare a martellare giro su giro sul mio tempo di 52 minuti. Sono, così, otto minuti di pausa prima della ripartenza. 

Sto finendo il giro numero sette, quello che segna l'inizio del territorio dell'ultramaratona. Scambio un paio di pensieri con un altro corridore che dice che è arrivato il momento di finire. Gli chiedo perché proprio al giro sette, che la Backyard non ha nulla a che fare con la maratona. Invece la maratona è sempre presente nell'immaginario collettivo e nessuno ambisce a terminare la competizione, per esempio, dopo 59 chilometri.

Oggi al via di questa gara con finalmente il mio numero personale d'orato numero 59. Perché ho scelto questo pettorale? Perché il mio obbiettivo di giornata è di completare 59 chilometri? Probabilmente è il fascino del cinquantanove sul cronometro, l'ultima speranza di poter completare il giro e subito ripartire per la tornata successiva, che ora sarà la numero due. Ma non andiamo troppo avanti, solo un giro per volta senza, per ora, disturbare il cinquantanove. Sono proprio curioso di vedere dove posso arrivare oggi.

Ora che sono tornato indietro fino alla partenza, in questa breve passeggiata del  giro 27, per chi è interessato alla classifica finale, con tributo al gruppo "Quelli del Lunedì", il link si trova qui.

Dettaglio dei miei giri:

        Start                 FINISH Backyard (mm:ss)

1 (09:00:44) 09:50:15     50:15

2 (10:00:48) 10:52:04     52:04

3 (11:00:39) 11:51:52     51:52

4 (12:00:37) 12:50:58     50:58

5 (13:00:34) 13:51:50     51:50

6 (14:00:35) 14:52:00     52:00

7 (15:00:28) 15:51:49     51:49

8 (16:00:22) 16:52:04     52:04

9 (17:00:19) 17:52:30     52:30

10 (18:00:17) 18:52:11     52:11

11 (19:00:14) 19:52:33     52:33

12 (20:00:13) 20:51:50     51:50

13 (21:00:13) 21:52:26     52:26

14 (22:00:11) 22:50:56     50:56

15 (23:00:11) 23:50:04     50:04

16 (00:00:06) 00:50:56     50:56

17 (01:00:04) 01:52:18     52:17

18 (02:00:11) 02:52:25     52:25

19 (03:00:12) 03:54:01     54:01

20 (04:00:09) 04:55:29     55:29

21 (05:00:08) 05:52:44     52:44

22 (06:00:04) 06:52:28     52:28

23 (07:00:02) 07:50:40     50:40

24 (08:00:06) 08:52:40     52:39

25 (09:00:05) 09:52:12     52:12

26 (10:00:04) 10:54:13     54:12


Arrivo giro 22

Giro 23

Partenza giro 25


Arrivo giro 26

"[...]vado alla partenza prima di tutti
gli altri cinque sopravvissuti
[...]
"

mercoledì, aprile 10, 2024

Backyard a Wagendorf: bollino 24!

Premio finale dopo 25 giri

Se lo scorso anno ero po' scettico sulle mie capacità di adattamento al tipo di gara della Backyard, ecco che, dopo la gara di sabato scorso a Wagendorf, in Stiria qui in Austria, le idee mi sembrano molto più chiare. 

Una preparazione che all'inizio dell'anno non mi ha convito, il debutto in una gara all'inizio di Aprile con pollini primaverili ai massimi livelli, 134 metri di dislivello positivo per giro e temperature alte fuori da ogni media stagionale, non mi hanno messo molto in sintonia per una prestazione da personal best. Quando mi hanno chiesto quale sarà il mio obbiettivo di gara, ho risposto che il mio personale è di 20 giri, conquistato in un buon momento di forma e in condizioni ambientali a me favorevoli. Quindi mi sarei accontentato di una gara priva di errori e di un buon allenamento in vista delle gare successive. Non credo che la Backyard sia una gara da preparare tutto l'anno per poi, in un singolo tentativo, puntare al massimo. Meglio usarle anche per allenamenti e crescere di condizione. Troppe le variabili in gioco e quasi nulla la possibilità di recuperare gli errori fatti prima e durante la gara.

Non sono mai stato a Wagendorf e senza questa gara, probabilmente, non ci sarei mai stato. È un piccolo paese incastonato nelle colline della Stiria ad un'ora e venti di macchina da Vienna. Il ritrovo sotto il capanno della società locale di "Birilli sul ghiaccio", variante meno commerciale del Curling, che è arrivato fino alle olimpiadi, ma probabilmente un'attività con un più alto tasso alcolico durante le partite, tanto da rendere le pareti laterali superflue. Quando appoggio la mia borsa accanto alla sedia, mi sembra ancora di sentire i bicchieri di grappa che si alzano dopo il lancio di un disco sulla pista ghiacciata. Non posso non ricordare i tempi in cui frequentavo tutti i bocciodromi dell'Emilia e della bassa Mantovana nel cercare di far valere, inutilmente, il mio stile di gioco.

L' aria che respiro non è quella dei bei tempi, ma è quella primaverile che mi fa star proprio male. Un tizio mi vede arrivare con la mia enorme scatola di alimenti e liquidi e non può fare altro che chiedermi quanti giri abbia intenzione di correre. Gli rispondo che probabilmente dopo un giro me ne tornerò a casa. Mi saluta con una risata. La gara parte puntualissima alle nove del mattino e non ho niente da ridere. A metà del primo giro decido che sarebbe meglio davvero tornare a casa, invece di stare a qui, a perdere del tempo, a respirare male anche quando cammino. 

Il secondo giro, invece, mi mette in pace con la gara. Le mongolfiere sull'orizzonte cominciano a scendere, il che vuol dire che ormai la rugiada è salita tutta e i miei polmoni possono funzionare di nuovo normalmente. Il passaggio nel bosco, per fortuna, è composto della maggior parte di alberi a me amici (famiglia degli abeti) che è di un numero molto superiore a quella delle betulle, che di solito mi piegano in due senza pietà. 

La mia tattica di gara è sempre quella che più prediligo: partire in fondo a ritmo costante, passaggi camminati predefiniti nei punti più impegnativi in salita e arrivare al traguardo intorno ai 52 minuti. Un collega sembra avere lo stesso obbiettivo cronometrico, solo che parte pianissimo, poi accelera e alla fine frena per arrivare appena dietro di me. Mi piace vedere diverse interpretazioni della gara e quelle che poi vorrei imitare sono quelle che poi alla fine ottengono dei risultati. Il collega sembra molto convinto della sua tattica ed ogni tanto mi incita forse credendomi in difficoltà. Dopo qualche ora mi chiede quanti giri ho intenzione di fare. Anche se c'è un sole cocente, non voglio legarmi ad un risultato fisso, così rispondo con un salomonico ancora un giro, che è una risposta che va sempre bene. Alla domanda se ho intenzione di arrivare a correre i cento chilometri, dove dovrei fare la divisione per 6,7 per stabilire quanti giri ancora mi dovrebbero rimanere, rispondo che non ho capito la domanda. Anche perché nelle tre Backyard precedenti che ho corso, non sono mai stato sotto i 114 km.

All'undicesimo giro, quando si accendono le lampade, il mio socio di coda del gruppo si ammutolisce e perde la parola, anche se continua con la sua tattica fatta di tira e molla. Quattro giri dopo suona la campana di fine gara, guarda caso, proprio ai 100 km che, ora apprendo, sono 15 giri. Nel frattempo trovo la compagnia di qualcuno molto stabile sul mio ritmo, così che scambiamo qualche impressione. Mi dice che in questo sedicesimo giro finirà la gara, perché è andato oltre ogni previsione, non gli fa male nulla e, secondo lui, è il momento adatto per smettere. Gli rispondo che una condizione del genere capita molto raramente e poi va a finire, che si rimpiange la scelta fatta. Parlo per esperienza  diretta, naturalmente. Cerco di convincerlo, anche perché il suo ritmo mi aiuta a continuare nella notte in compagnia. Però non si smuove dalla sua decisione e al traguardo suona la campana della fine della sua gara tra gli applausi del numeroso pubblico. 

Ormai è notte fonda e mi trovo molto bene. Le temperature sono calate e posso andare con un ritmo costante. In fondo al gruppo mi rimane sorprendentemente dietro il vincitore della gara, uno dei due rappresentanti austriaci nello scorso mondiale in USA. Siccome è anche un organizzatore della gara, gli chiedo se sta facendo da scopa. Sorride e mi risponde che no, sta solo provando delle situazioni differenti di gara con tempi sul giro molto alti o al limite dei 60 minuti. La facilità con cui, poi, riesce a colmare i gap è impressionante.    

Una menzione particolare la merita il pubblico di questa gara. Saranno le alte temperature o che la stagione dei "birilli sul ghiaccio" è finita prematuramente, questa notte c'è il pubblico della grandi occasioni, che vuole fare festa e scacciare la calura a colpi di boccali di birra. Ogni volta che arrivo al traguardo è un brindisi. Quando poi mi alzo dalla sedia per partire per il giro successivo all'ultimo secondo, è una standing ovation. La carica che ricevo è impressionante. 

Per quanto mi riguarda, la notte sta per finire e mi devo mettere chiaramente in testa dove voglio e posso arrivare. Le ventiquattr'ore mi sembrano, dopo tre tentativi, finalmente alla portata. Se però voglio andare oltre il mio decimo posto attuale, di giri sotto il sole ne dovrò fare molti. Mi guardo le braccia che sono viola e anche il sole delle otto del mattino già mi da fastidio. È chiaro che  il colpo di sole è dietro l'angolo e non posso rischiare. 

Al ventiquattresimo giro noto che cinque corridori smettono la gara e la voglia di conquistare cinque posizioni con un giro ulteriore è troppo grande. Al via del venticinquesimo giro siamo solo in cinque. Di solito venivo staccato subito e rimanevo dietro, spesso solo, fino al termine del giro. Questa volta, invece,  proseguiamo tutti assieme, ma, sorpresa, al mio ritmo. Evidentemente, a questo punto, comincia tutto un altro tipo di gara, fatto di bluff, finte e cercare di capire come stanno gli altri corridori. Termino il mio venticinquesimo giro in 53', un ottimo tempo che rispecchia la mia buona condizione di gambe. Ma ormai la decisione l'ho presa e appena tagliato il traguardo corro subito a suonare la campana prima che cambi idea. Sono le dieci del mattino di domenica, i chilometri percorsi sono 167,650, le ore impiegate 25, il dislivello positivo di 3350m e solo altri 4 corridori su 152 iscritti hanno fatto meglio. 

Il vincitore della gara mi dice che proprio non se l'aspettava che suonassi la campana. Gli spiego la situazione, che ho troppa paura di un colpo di sole e non mi posso proteggere. Un classico errore che ho fatto prima della gara e che non sono più riuscito a correggere. Però ci saranno altre gare. Se ultimamente non riuscivo a trovare troppe motivazioni nel partecipare a gare che diventano man mano sempre più difficili da preparare, le Backyard mi hanno dato un grande slancio verso i prossimi appuntamenti.  

La classifica finale si trova qui.

 



Il sole picchia forte



Notte fonda

Arriva la notte

Dopo 24 ore di gara


Nel bosco

Incrocio con chi è avanti di 3'

Passaggio al Km 2,5

"Mantenere la velocità" sulla discesa finale o
salita iniziale


Splendido tratto di bosco

Prima del via sulla pista dei "birilli sul ghiaccio"


dettaglio dei miei tempi sul giro


mercoledì, novembre 08, 2023

WRU numero 10 da leggenda

 

Arrivo dopo 130km

Anche quest'anno sono al via del Wien Rundumadum, il giro attorno alla città di Vienna. Il meteo è ideale per correre e la giornata è splendida. Il via è sempre troppo presto, quando è ancora buio e la sveglia suona alle tre del mattino. Sulla metropolitana incontro chi ancora deve andare a letto, ma alla fine ritrovo un paio di corridori. Niente a che vedere con la massa che raggiunge la partenza della maratona di Vienna, però, casualmente, la stazione è la stessa.  Alle 5:30 il via per un'inaspettata partenza in prima fila. Partire così davanti è bello per le foto iniziali, ma poi bisogna convivere col fatto che si viene superati da diversi corridori. A me non preoccupa più di tanto e proseguo del mio ritmo. Quest'anno mi sono equipaggiato di bevande isotoniche e gels per vedere se riesco a correre meglio in quanto, nelle precedenti edizioni, ho sempre preferito un cibo solido per evitare mal di stomaco. Le temperature sopra la media di questo periodo fanno si che le fontane dell'acqua siano aperte lungo tutto il percorso e così non ho bisogno di fermarmi necessariamente ai primi due ristori. Una procedura che mi fa recuperare diverse posizioni e che mi da l'illusione di correre come ai bei tempi. Verso metà percorso, però, comincio ad avere problemi di mal di pancia. Mi rallentano non di poco e devo anche effettuare una sosta non prevista che sembra risolutiva. Riprendo, ma non ritrovo la velocità di prima, però riesco sempre a correre. Al quarto e quinto ristoro mi concedo una pausa con un po' di minestra, che mi rimette in sesto, anche se le gambe nelle poche salite rimaste non sembrano performanti come gli scorsi anni. In compenso viaggiano molto bene sull'asfalto pianeggiante. All'ultimo ristoro intravedo un possibile concorrente e quando si ferma per rifornirsi, proseguo diritto come ho fatto nelle ultime due edizioni guadagnando una posizione. Evidentemente il mio fisico ha voglia di fare bene e negli ultimi sette chilometri finali riesco anche a migliorare di altre due posizioni. Il tempo finale ufficiale è di 15h:31', anche se la foto sopra a sinistra indica qualche secondo in meno, per la tredicesima posizione finale. Per un posto nei primi dieci quest'anno avrei dovuto correre sotto i 14h:40', un tempo che, in dieci edizioni, sono riuscito a battere solo due volte. La classifica finale si trova qui.

Una volta tagliato il traguardo, largo ai festeggiamenti dove ricevo la sorpresa del premio speciale riservato a quelli che hanno terminato  tutte le dieci edizioni fin qui disputate. Lo stato acquisito ora è: WRU Legende! 

Ecco il dettaglio di tutte le mie 10 edizioni (5 volte nelle 15 ore, 3 nelle 16, 1 nelle 14 e 1 nelle 13):

Anno    Tempo    Posizione

2014    15h:28'    13

2015    14h:36'    9

2016    16h:39'    25

2017    13h:35'    5

2018    15h:25'    10

2019    16h:18'    18

2020    16h:16'    11

2021    15h:13'    10

2022    15h:46'    10

2023    15h:31'    13


Si parte

Partenza

I primissimi chilometri

Metà percorso al ristoro personale
vicino casa

Riconoscimento "Leggenda"

I tre corridori che hanno completato tutte 
e dieci le edizioni

Premiazione speciale





giovedì, ottobre 19, 2023

Backyard di Seekirchen

In der That gehört Abwesenheit alles Zieles, aller Grenzen, zum Wesen des Willens an sich, der ein endloses Streben ist.[...] Jedes erreichte Ziel ist wieder Anfang einer neuen Laufbahn, und so ins Unendliche.
[Arthur Schopenhauer, Die Welt als Wille und Vorstellung]

 14 Ottobre 2023 Backyard di Seekirchen am Wallarsee. Posizione 12-mo su 104 partenti. Ho smesso alla mia ventunesima ora di gara per problemi di stomaco. Il problema principale è stata l'alimentazione durante le ore notturne, dove il crollo delle temperature e la pioggia hanno causato un incremento notevole del consumo delle mie energie. Il tentativo di somministrare più calorie si è concluso con la ribellione dello stomaco. 

Nella classifica finale della serie (4 gare del circuito austriaco, dove in 3 sono partito), ho concluso al sesto posto uomini con 57 Yards. Davvero un risultato non male, che conferma una base solida da cui partire. 

Il dettaglio dei miei giri:

Result Details

#

TIME START

TIME CHECK

TIME FINISH

Backyard (mm:ss)


chill time (mm:ss)

1

(09:00:40)

(09:23:52)

09:52:02

51:53

 

08:06

2

(10:00:43)

(10:24:04)

10:52:02

51:52

 

08:07

3

(11:00:44)

(11:24:09)

11:51:59

51:50

 

08:09

4

(12:00:43)

(12:24:20)

12:52:52

52:43

 

07:16

5

(13:00:38)

(13:23:57)

13:51:47

51:37

 

08:22

6

(14:00:39)

(14:24:14)

14:52:13

52:04

 

07:55

7

(15:00:37)

(15:24:22)

15:52:57

52:48

 

07:11

8

(16:00:34)

(16:24:00)

16:51:32

51:23

 

08:36

9

(17:00:31)

(17:24:25)

17:53:02

52:53

 

07:06

10

(18:00:28)

(18:24:06)

18:52:29

52:20

 

07:39

11

(19:00:24)

(19:25:33)

19:52:20

52:11

 

07:48

12

(20:00:20)

(20:24:24)

20:52:09

52:00

 

07:59

13

(21:00:19)

(21:24:47)

21:53:07

52:58

 

07:01

14

(22:00:19)

(22:23:56)

22:53:05

52:56

 

07:03

15

(23:00:20)

(23:24:23)

23:50:26

50:17

 

09:42

16

(24:00:16)

(24:23:49)

24:50:19

50:10

 

09:49

17

(25:00:15)

(25:22:19)

25:47:48

47:39

*

12:20

18

(26:00:12)

(26:23:24)

26:50:35

50:26

 

09:33

19

(27:00:15)

(27:24:58)

27:53:36

53:27

 

06:32

20

(28:00:13)

(28:25:43)

28:54:31

54:22

 

05:37



Partenza dell'ottavo giro (ottava ora di gara)
Sempre in ultima posizione

Classifica finale della serie: 6-sto 
posto con 57 Yards