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mercoledì, novembre 08, 2023

WRU numero 10 da leggenda

 

Arrivo dopo 130km

Anche quest'anno sono al via del Wien Rundumadum, il giro attorno alla città di Vienna. Il meteo è ideale per correre e la giornata è splendida. Il via è sempre troppo presto, quando è ancora buio e la sveglia suona alle tre del mattino. Sulla metropolitana incontro chi ancora deve andare a letto, ma alla fine ritrovo un paio di corridori. Niente a che vedere con la massa che raggiunge la partenza della maratona di Vienna, però, casualmente, la stazione è la stessa.  Alle 5:30 il via per un'inaspettata partenza in prima fila. Partire così davanti è bello per le foto iniziali, ma poi bisogna convivere col fatto che si viene superati da diversi corridori. A me non preoccupa più di tanto e proseguo del mio ritmo. Quest'anno mi sono equipaggiato di bevande isotoniche e gels per vedere se riesco a correre meglio in quanto, nelle precedenti edizioni, ho sempre preferito un cibo solido per evitare mal di stomaco. Le temperature sopra la media di questo periodo fanno si che le fontane dell'acqua siano aperte lungo tutto il percorso e così non ho bisogno di fermarmi necessariamente ai primi due ristori. Una procedura che mi fa recuperare diverse posizioni e che mi da l'illusione di correre come ai bei tempi. Verso metà percorso, però, comincio ad avere problemi di mal di pancia. Mi rallentano non di poco e devo anche effettuare una sosta non prevista che sembra risolutiva. Riprendo, ma non ritrovo la velocità di prima, però riesco sempre a correre. Al quarto e quinto ristoro mi concedo una pausa con un po' di minestra, che mi rimette in sesto, anche se le gambe nelle poche salite rimaste non sembrano performanti come gli scorsi anni. In compenso viaggiano molto bene sull'asfalto pianeggiante. All'ultimo ristoro intravedo un possibile concorrente e quando si ferma per rifornirsi, proseguo diritto come ho fatto nelle ultime due edizioni guadagnando una posizione. Evidentemente il mio fisico ha voglia di fare bene e negli ultimi sette chilometri finali riesco anche a migliorare di altre due posizioni. Il tempo finale ufficiale è di 15h:31', anche se la foto sopra a sinistra indica qualche secondo in meno, per la tredicesima posizione finale. Per un posto nei primi dieci quest'anno avrei dovuto correre sotto i 14h:40', un tempo che, in dieci edizioni, sono riuscito a battere solo due volte. La classifica finale si trova qui.

Una volta tagliato il traguardo, largo ai festeggiamenti dove ricevo la sorpresa del premio speciale riservato a quelli che hanno terminato  tutte le dieci edizioni fin qui disputate. Lo stato acquisito ora è: WRU Legende! 

Ecco il dettaglio di tutte le mie 10 edizioni (5 volte nelle 15 ore, 3 nelle 16, 1 nelle 14 e 1 nelle 13):

Anno    Tempo    Posizione

2014    15h:28'    13

2015    14h:36'    9

2016    16h:39'    25

2017    13h:35'    5

2018    15h:25'    10

2019    16h:18'    18

2020    16h:16'    11

2021    15h:13'    10

2022    15h:46'    10

2023    15h:31'    13


Si parte

Partenza

I primissimi chilometri

Metà percorso al ristoro personale
vicino casa

Riconoscimento "Leggenda"

I tre corridori che hanno completato tutte 
e dieci le edizioni

Premiazione speciale





martedì, novembre 08, 2022

Wien Rundumadum 2022

Al traguardo

Come da nove anni a questa parte, la mia stagione delle ultra finisce con il classico giro attorno a Vienna da 130Km (WRU). Anche se le edizioni scorrono via via come se niente fosse, la mia motivazione a fare bene al via, anche quest'anno, non manca. Probabilmente perché ho arrancato tutto l'anno, partendo in gare decisamente impegnative non sempre al meglio, che poi hanno reso difficile la partecipazione a quella successiva. Mi riferisco alla serie: Trail della Bora, Cape Wrath e Swiss Peaks 360. In ogni modo, dopo la gara in Svizzera, mi sono ristabilito e a Linz nella maratona ho ritrovato un po' di velocità. 

Qui a Vienna non mi posso lasciare andare a sorprese, conosco il percorso perfettamente ed ho molti riferimenti passati. Il via è alle 5:30 in un orario invernale che, in pratica, non richiede la lampada. Non piove, il terreno è un po' umido dalla pioggia del giorno prima, con un vento da nord abbastanza fastidioso. Parto tranquillo e sui sentieri del Wienerwald provo un po' a staccare i miei compagni. Non ho una grande velocità,  ma proseguo in solitaria senza patemi. Quest'anno ricevo già un supporto nella prima parte, che è poi è di grande aiuto in quanto, senza le fontane aperte, è difficile rifornirsi di acqua sul percorso. 

Il WRU è una gara particolare. Il supporto esterno è permesso e gradito dai partecipanti. A memoria, non ricordo altre gare in cui questo sia ancora possibile. Non sarà il massimo del fair play a livello di classifica, specialmente per chi viene da fuori senza un supporto esterno, ma lo spirito di questa gara non è quello della competizione da classifica, bensì il divertimento nell'affrontare una sfida impegnativa con se stessi. Per quanto mi riguarda, correre per la città dove vivo in compagnia di amici e famigliari è un piacere che mi stimola a fare bene. 

La prima metà scorre senza problemi, anche se, passate le colline nella parte pianeggiante, comincio a sentire le gambe un po' pesanti. Dopo il ristoro personale vicino a casa, gli ultimi 60km li affronto in compagnia. Anche qui non mi devo preoccupare dei rifornimenti e tutto quello che ho bisogno mi viene passato. All'inizio del pezzo sul Danubio, tra vento e quadricipiti piombati ho una gran voglia di camminare. Tengo duro, ma lo stesso il mio ritmo cala di una cinquantina di secondi al chilometro. È un calo che mi dura fino a 20km dal traguardo, quando ormai è buio. Il mio rallentamento mi fa anche perdere due posizioni, ma non posso farci molto. Quello che importa ora è cercare di uscire da questa situazione. Cibo, bevande, integratori, ritmo un po' più basso e pause un po' più lunghe per cercare di ristabilire un ritmo migliore. L'ultima salita, con relativa discesa sul porfido, anche quest'anno mi rimette in gara. Così sui pietroni della Kellergasse recupero posizioni perdute con il mio socio che si lamenta del pavé. Lamento, che, dopo una settimana in Svizzera nella regione Vallese, non posso condividere con i miei quadricipiti che non fanno una piega facendomi riguadagnare posizioni perdute. Anzi, ritrovo un po' di velocità persa nel bosco della Lobau per un finale senza problemi. 

Al traguardo arrivo dopo 15h:46' in un' ottima decima posizione. Proprio non male questo finale di stagione. Ora finalmente un po' di pausa e poi vedrò come sarà il 2023. Di certo non mancherò al via della decima edizione del WRU.   









domenica, ottobre 31, 2021

WRU 2021: ottavo giro portato a termine

Appena partiti

 Anche quest'anno sono al via del Wien Rundumadum, il giro attorno a Vienna da 130km e 1800D+ alla sua ottava edizione. Solita sveglia improponibile per essere al via puntuale alle 5:30. Alla partenza incontro volti conosciuti in un gruppo, quest'anno, non molto numeroso. Forse un calendario pieno di gare tutte concentrate in questo periodo, forse la mancanza di preparazione, forse anche uno spirito di rassegnazione a quelle che sono imposizioni dall'alto senza capo né coda. 

Quest'anno il percorso è molto veloce. Nessun fango, anche nei punti storici  e temperature abbastanza basse sono i prerequisiti per una bella corsa attorno a Vienna immersa nei suoi colori autunnali. Non ho molto da chiedere a questa gara, se non quella di finirla. Così parto in compagnia di un altro corridore ad un ritmo molto blando, che ci consente di conversare in tranquillità.  Però manca qualcosa. I chilometri passano, le gambe diventano man mano pesanti e sembra che la voglia di continuare venga a mancare sempre più. Un problema, più che altro, motivazionale.

All'ingresso del Lainzertiergarten, però, provo a cambiare registro. Non sono il corridore che si presenta al WRU per vedere i colori del bosco o ammirare le viste sulla città. Ma un corridore a cui piace, su  questo percorso, portare il proprio corpo al limite. Nelle ultime due edizioni, poi, fin troppo. Così comincio a correre cercando di tenere sempre viva la corsa ad un ritmo costante. È il mio ritmo della scorsa maratona di Vienna. Ma se in una maratona produce risultati abbastanza deludenti (intorno alle cinque ore), in una gara che ne contiene tre è differente ed ha l'effetto della goccia che cade sulla roccia. 

Pian piano risalgo posizione su posizione superando perlopiù corridori che devono alternare la corsa con la camminata. All'ingresso della Lobau, a 50 chilometri dall'arrivo, trovo il mio socio del gruppo sportivo, che mi accompagnerà fino alla fine senza paura, come mi aveva confidato qualche giorno fa, di dover comminare per i tratti che saranno necessari. Tratti camminati che, però, non ci saranno. Verso il chilometro 85 mi ritrovo a fare l'elastico con altri quattro compagni di percorso. Sembrano più veloci sulla via, ma ai ristori ci ritroviamo sempre assieme. E la gara, mi dico, è ancora lunga.

Anche sull'ultima salita di giornata, a pochi chilometri dal traguardo, le mie gambe non ne vogliono sapere di camminare e così riesco a chiudere il gap che avevo sugli ultimi due corridori che mi avevano passato sul piano. Arriviamo all'ultimo ristoro tutti assieme, ma invece di fermarmi con loro, tiro dritto verso il traguardo mantenendo un piccolo vantaggio. È un po' quello che avevo assaporato nella gara da 8km sul Kahlemberg, e quello che nelle mie ultime ultra è risultato spesso assente, vale a dire lo spirito di competizione con altri corridori. Le gare ultra sono spesso una sfida contro se stessi, oppure, come nel mio caso, possibilità di preparazione verso altre gare più impegnative e la sfida testa a testa rimane spesso esclusa o irrelevante.

Finisco al decimo posto in 15h:13' un tempo che si colloca, tra le mie otto partecipazioni al WRU, al terzo posto, dopo il 13h:35' del 2017 e il 14h:36' del 2015. La classifica finale si trova qui.

Per concludere alla fine abbiamo festeggiato, come tutte le altre volte, all'arrivo in un momento di scambio di idee e opinioni, che forse dava fastidio ad alcuni, tanto da proibirli, come è accaduto lo scorso anno, con motivazioni inaccettabili. 

   

Penultimo ristoro al km 109

Penultimo ristoro al km 109

Alla partenza

Arrivo


Split intermedi ai ristori

Lungo il Danubio al km 80


martedì, novembre 10, 2020

Wien Rundumadum 2020

Arrivo

Con la settima edizione del Wien Rundumadum (WRU) 2020 si conclude la mia stagione delle gare per quest'anno. Però tirerò le somme stagionali in un post dedicato. Ora parliamo del WRU 2020.

In questo periodo, trovare un organizzatore che riesce a mettere in piedi una gara podistica reale è veramente difficile. Al  WRU sono iscritto, come ogni anno, quasi in automatico e quest'anno non fa differenza. Quello che è diverso, di solito, sono le mails degli organizzatori, che magari aprono con un "ci dispiace ma..." e così via. Credo che il WRU abbia mandato, nelle ultime settimane, almeno 4 mails. Ogni volta che le apro mi prende una strana sensazione. Invece il contenuto è rassicurante. Spiega le nuove modalità di gara e niente sembra fermare gli organizzatori.

Come sono queste modalità? Senza ristori, o meglio con borse preparate prima dal corridore che vengono portate in sei punti prestabiliti. Partenza con la maschera e distanziati di venti secondi gli uni dagli altri. All'arrivo solo la possibilità della doccia, foto ricordo con medaglia e sacca finisher. Il mio slot di partenza è alle 5:47 di sabato mattina.

Prima del cambio di modalità, ricordo un centinaio di iscritti. Dopo il cambio del regolamento, sulla lista di partenza sono comparsi in settanta. Alla partenza vera e propria, nel giorno di Halloween, siamo solo in 57.  Quest'anno non posso andare al via in metropolitana e decido per la bici. Trovo il modo di trasportare tutte le mie sacche per i ristori, ma arrivo alla partenza tardi. A questa logistica non sono abituato e si vede.

Il meteo di primo mattino è abbastanza umido e ventoso. La pioggia caduta nella ultime settimane mi ha fatto propendere per usare un assetto "inglese" con calze impermeabili, già provato in una mia ricognizione due settimane prima. 

Partire dalla posizione 53 su 70 è un arma a doppio taglio. Specialmente quando mi aggancio ad un tizio (Stefan), che alla fine arriverà quarto e partito subito dopo di me, col quale, senza nessuno sforzo apparente, risaliamo tutto il gruppo.   
Fino alla salita del Nase riesco a tenere un ritmo prudente, poi sul percorso del Winter Trail, il ritmo degli ultimi anni su queste strade prende il sopravvento. Non ho tabelle da seguire, voglio solo divertirmi andando al ritmo che più mi piace. 

Dopo Marswiese arriva il primo punto di fango pesante. Complice un ponte in costruzione e la pioggia, quest'anno devo affrontare anche un guado. Da non credere, sono euforico. Qui tengo un ritmo alto, forse troppo e le gambe cominciano a piombarsi prima di arrivare al primo checkpoint. Qui ritrovo la mia sacca con dentro una bottiglia d'acqua e delle barrette. Ora, però, decido di passare sulla difensiva. Se voglio arrivare fino in fondo con un ritmo decente, devo rallentare, sempre che non sia troppo tardi. 

Verso il Lainzertiergarten ho un buon ritmo, sono sempre solo e da dietro non mi ha ancora superato nessuno. Stefan è rimasto un attimo dietro ad aspettare due freschi accompagnatori che lo scorteranno lungo il Tiergarden.
In queste leggere salite ho i primi segni di cedimento e il terzetto composto da Stefan e i suoi pacer mi stacca leggermente. Lungo il muro del Tiergarden in discesa, però, il single track fangoso mi regala un ottimo momento e riaggancio Stefan. Lui in un primo momento non lascia la presa, mentre i suoi due pacer, in queste condizioni, non riescono a tenere il nostro ritmo. Dopo un piccolo guado e fango rimango addirittura da solo con Stefan che poi rallenta per aspettare i suoi pacer. 

È il mio tratto più bello, quello che più mi rimarrà nel ricordo di questa edizione. Anche se so di essermi giocato gambe ed energia non mi preoccupo più di tanto. Nel passato ho già avuto occasione di gestire il ritmo gara più a modo e con risultati finali migliori. 
Alla salita successiva il terzetto mi aggancia e mi stacca. Li posso solo osservare mentre si allontanano verso un tempo finale che, per Stefan, comincia con il numero tredici, mentre per me chissà. Non che non sia in grado di farlo, ma sicuramente non con un terreno così pesante e non con questo stato di forma. Ma questo non mi preoccupa. Vado col mio ritmo e lungo il Liesing ritrovo un'ottima gamba. 

A Kledering mi aspetta mia moglie, come negli ultimi anni, per un ristoro completo. Non sono zavorrato nelle gambe come lo scorso anno e il morale, nonostante le difficoltà in salita, è ottimo. Le gambe, per ora, in pianura vanno bene. Invece riesco a fare degli errori al ristoro.
Primo dimentico di cambiare la lampada, tenendo quella della partenza che non fa luce. Secondo bevo un succo di limone (mai provato prima) e mangio un panino con la nutella che mi inchiodano lo stomaco all'istante. Non riesco più a correre. Solo davanti al cimitero (per la prospettiva di finirci dentro?) riesco a sbloccarmi, ma sono in affanno e il ritmo che avevo prima della pausa è solo un lontano ricordo. 

All'ingresso della Lobau mi aspetta il mio socio Sigi che ha deciso di accompagnarmi durante gli ultimi 50 km. La sua presenza mi ridà slancio e lo stomaco sembra essersi calmato. Così riusciamo a trovare un ritmo decente fino all'uscita del bosco lungo 12km. Però il mio motore non funziona bene. Sempre più spesso devo passare al passo, anche se le gambe non mi fanno male, ma ho il fiatone e sono in affanno. Quando Sigi mi passa del cibo salato, mi accorgo della dimenticanza che ho fatto quando ho preparato le sacche. Le solite barrette, infatti, mi hanno stancato. Mentre i cibi salati, che ai ristori non mancano mai, nelle mie sacche non c'erano.

La sera di luna piena è molto bella. Sigi mi presta la sua lampada, che con la mia quasi non riesco a vedere neanche i piedi. Il passo chiacchierato diventa frequente e non c'è prospettiva né di raggiungere qualcuno, né di essere superati. Il record personale sul percorso è da tempo andato e la prospettiva di arrivare al traguardo per poi doverlo lasciare subito per evitare assembramenti, non è che mi metta tutto questo entusiasmo. Anzi, vado volentieri di passeggiata assaporando il percorso degli ultimi chilometri riamasti, coi ricordi delle passate edizioni che riaffiorano. In questa che sarà, quasi sicuramente, l'ultima gara dell'annata, ora mi sembra di sfogliare l'album dei ricordi delle passate edizioni. E posso avere fretta ora? Il corpo si ribella subito ad ogni aumento di ritmo accennando dolori inesistenti ai quali rispondo con un bel va bene così, andiamo piano.

Dopo 16 ore e 16 minuti taglio il traguardo con grande tranquillità in undicesima posizione. L'organizzatore mi fa notare che, al momento, sono il secondo ad aver completato tutte e 7 le edizioni del WRU. Gli rispondo che sette è un numero da amatori, vediamo quando arriveremo a quindici o venti edizioni. In ogni modo il terzo, ed ultimo, di questa ristretta cerchia è ancora sul percorso e non mancherà di certo di arrivare, anche lui, al traguardo. Ora siamo rimasti solo in tre ad aver completato tutte le edizioni. La classifica finale si trova qui. La traccia del primo tratto qui.

Per concludere, il WRU per me rimane la gara del divertimento. Quella che chiude la stagione e non può essere ridotta solo al cronometro o alla posizione finale. L'edizione di quest'anno, se confrontata con quelle degli anni precedenti, veramente di un altro livello per difficoltà di terreno e gestione. Non credo sia un caso se quasi la metà degli iscritti non si è presentata al via. In ogni modo, l'appuntamento per il 2021 è già fissato. 


Verso il Lainzertiergarten (Km 37)

Verso il Lainzertiergarten (Km 37)


Checkpoint 4 al Km 93

Partenza

Al km 37, lato B


domenica, novembre 03, 2019

WRU 2019

Marswiese sede del CP1. A destra il secondo classificato
mentre riempie la borraccia

CP1 passaggio senza sosta
Arrivo dopo 16h:18', con un DOOM muscolare
non indifferente diritto nei denti 
L'approccio al WRU 2019 non è stato dei più sereni, con i postumi della maratona di Colonia ancora da smaltire (tallonite).
L'allenamento omeopatico delle ultime tre settimane mi hanno ridato sollievo, ma non hanno risolto tutti problemi. Sopratutto non hanno niente a che vedere con un allenamento specifico per una gara da 130 Km attorno a Vienna e 2000D+.
La carica della gara, però, è stata sufficiente a coprire i dolori al tallone e i primi 50 chilometri li ho affrontati al ritmo di record personale senza avere l'impressione di strafare o caricare troppo il piede dolorante.
Verso metà gara mi sono ritrovato senza acqua in quanto alcune fontane erano già in modalità invernale. Una bella mazzata che mi è costata subito due posizioni ed è stato l'avvio del mio declino. Nella Lobau, con 45km ancora da percorrere, i primi segnali di cedimento con l'inizio delle fase camminate. Fasi che si sono allungate sempre più fino a diventare prevalenti. Il cammino è stato costretto da un dolore muscolare ai quadricipiti che era da un pezzo che non si presentava così forte in gara. Forse solo nella Via degli Abati del 2015 ho incontrato un fastidio simile.
Gli ultimi dodici chilometri, dopo l'ultimo check-point, mi sono costati ben 2h:08', con una fase di corsa praticamente inesistente. Tempo finale di 16h:18' che alla fine non è neanche il peggiore del mio palmares.

Adamello, Colonia e WRU affrontate al massimo nel giro di 5 settimane è facile intuire che non può funzionare senza problemi. Sopratutto la differenza tra maratona e ultra è notevole. Gli ultimi 37km di pena del WRU sono serviti a farmelo ricordare.

Nella speciale classifica di quelli che hanno affrontato tutte le edizioni del WRU, il risultato di quest'anno ha sancito che siamo rimasti solo in 4 ad aver concluso tutte e 6 le edizioni della gara da 130km.








lunedì, novembre 05, 2018

WRU 2018

Arrivo a mano aperta
È stato un grande piacere poter terminare, anche quest'anno, la stagione delle gare ultra con il Wien Rundumadum (WRU), il classico giro a piedi attorno alla città di Vienna.
È stata la mia quinta volta e la mia prestazione, visto i tempi che ho avuto nelle mie ultime ultra,  è stata superiore alle attese. Decima prestazione di giornata in 15h:25' (il mio personale è di 13h:35'), con una graduatoria che si trova su questo link. Sembra così definitivamente tramontare quest'anno bipolare con una prestazione finalmente in media.

Sembrano molto lontane le sofferenze del Dirndltal o l'apprensione che mi ha portato all'Adamello, che quasi quasi non riesco bene a registrare l'aver terminato una corsa del genere da 130km e 1600D+ in una relativa tranquillità.

Eravamo in cinque che avevano terminato quattro volte il WRU, ora, alla fine della quinta edizione, siamo rimasti ancora in cinque ad averlo sempre terminato nella variante del giro completo.

I cinque nomi della speciale graduatoria "Last man Standing",
che hanno completato tutte le edizioni del WRU
Primo checkpoint

Kaiserschmarr party pregara

Tutte le distanze del WRU: 130, 88, 61 e 42 km

domenica, ottobre 29, 2017

Wien Rundumadum 2017


Secondo ristoro
Terminata la mia quinta ultra stagionale sul classico percorso viennese da 130km (WRU). Col record personale di 13h:35' ho concluso il giro al 5-to posto.

Gara tosta il WRU, alla quale mi presento con la voglia di fare bene. Sono settimane che la preparo e che sento di poter fare bene. Quanto non lo so, il test nella gara sul Kahlenberg è stato catastrofico, ma quella era una gara corta, altra musica rispetto al WRU. Ritorno dopo anni ad usare l'orologio in un'ultra, sopratutto per l'ottima funzionalità di navigazione che offre il mio TomTom. Il mio obbiettivo è quello di tenere un ottimo ritmo per tutta la gara, anche perché ho bisogno di molti punti per la coppa ultra. Potrei perfino aspirare ad un podio di coppa, ma quando vedo che dovrei avere un tempo finale di almeno 13 ore, smetto di fare conti per non scoraggiarmi prima del via.

Il via alle 6 di sabato nella nuova sede vicino alla Uno City in una giornata fredda, grigia e non priva di vento. La partenza è molto tranquilla e con mia sorpresa mi ritrovo assieme ai migliori, almeno per i primi chilometri. Poi come al solito le solite accelerazioni, che però mi lasciano indifferente. Tengo un ottimo ritmo in salita e abbastanza tranquillo in discesa, mentre ai primi due ristori mi fermo solo quei pochi istanti per prendere un pezzo di pane al volo. L'acqua, invece, la recupero alle varie fontane disseminate lungo il percorso. Il percorso è molto vario, a volte pieno di fango a volte addirittura secco, evidentemente il maltempo dei giorni scorsi è stato a  macchia di leopardo.
Quando vedo il cartello dei cinquanta chilometri do una prima occhiata all'orologio e vedo che sono trascorse 5h:25' con ormai tutte le salite alle spalle. Non male mi dico, ma so bene che la gara deve ancora cominciare. Nel 2015 qui continuai con una progressione che non riuscii a tenere fino alla fine, mentre ora il mio unico pensiero è quello di tenere il ritmo.

Lungo il Liesing, il fiume di casa, raggiungo due corridori in difficoltà, il primo lo riconosco è il vincitore della prima edizione. Appena lo supero recupera energia e riparte col suo grande ritmo che non provo minimamente a tenere, un ritmo di chi è in grado di finire una cento chilometri con un sette davanti. Però dopo qualche chilometro me lo ritrovo ancora lì, e capisco che i suoi problemi non sono semplici da risolvere e prima o poi gli toccherà cedere il passo a chi come me viaggia più lento, ma costante senza fermarsi mai.

Al 70-emo chilometro arriva il momento di un ristoro personale per la prima vera pausa. Però quando arrivo al punto stabilito non vedo nessuno. Mi prende lo sconforto, non ho più nulla da mangiare e mi tocca telefonare col mio riattivato Nokia, ma nessuno risponde. Così decido per una sosta sostanziosa al ristoro del cimitero. Con mia sorpresa il mio accompagnatore ha così il tempo per raggiungermi e passarmi il materiale necessario per continuare. Si era fidato del tracking sul web e così è arrivato tardi all'appuntamento.

Anche se la sosta è stata abbastanza lunga, riparto con un ottimo ritmo così da recuperare le due posizioni perdute. Al cartello del chilometro 100 do un'altra occhiata all'orologio e vedo che ho impiegato 10h e 25'. Grosso modo prevedo tre ore e mezza per i restanti trenta chilometri, quindi sono al limite delle 14 ore. Accendo la lampada che mi mancano solo 12 km al traguardo, mai così vicino all'arrivo ed è un enorme vantaggio la navigazione alla luce del giorno.  Con l'arrivo del buio, infatti, la navigazione diventa tutt'altro che banale e raggiungo il quarto in classifica. Non è sicuro della strada e alterna accelerazioni a frenate per vedere i cartelli. Ora siamo in tre, gli altri due vogliono tenere un passo più svelto, ma finiscono sempre per starmi dietro perché non conoscono la via. Una volta raggiunto l'ultimo rettilineo da 8km sull'isola del Danubio, partono come morsi da una tarantola. Invece non faccio una piega, il rettilineo l'ho già provato in allenamento e ci vuole un attimo a saltare come una molla in preda all'incubo di quando possa finire quest'infinito rettilineo. Infatti ai 3km dall'arrivo ritrovo uno dei due soci, che però non corre la mia stessa gara, sconsolato al cammino. Lo invito a reagire, che ormai è fatta, ma dopo pochi metri di corsa, ritorna al passo camminato.

L'altro socio lo raggiungo al momento di svoltare, non perché si sia piantato, ma perché non sa bene dove bisogna girare. Appena vede la mia lampada, però, riparte a razzo per raggiungere il traguardo in solitaria. Invece mi voglio godere gli ultimi metri prima dell'arrivo nella palestra, senza stare a sprintare dopo 130 km. Taglio il traguardo in 13h:35' e rimango semplicemente stupefatto. Quando mi congratulo col quarto arrivato per il suo ottimo finale nonostante i problemi di navigazione, mi spiega che non mi ha aspettato perché vuole vincere la coppa, ed ogni minuto è fondamentale. 

Per concludere, il mio quarto WRU è stato molto diverso dagli anni passati. Lontano dal tipo di gara per passare un bella giornata sui sentieri cittadini, o nel cercare di scalare la classifica partendo da dietro. Questa volta è stata tutta all'insegna dalla ricerca del passo per riuscire a terminarla il prima possibile.

Secondo ristoro - Km 47 Gutenbacher Tor

Secondo ristoro
A pochi metri dal Check Point 1

Al traguardo

Statistiche finali


martedì, novembre 01, 2016

Wien Rundumadum terza edizione

Classico arrivo in palestra al sabato sera dopo oltre 16h di gara
Ci sono gare con le quali faccio fatica a capire come mai abbia deciso di presentarmi al via, ma se il DNF (do not finish - ritirato in gara) non fa parte del mio curriculum, dopo una miriade di gare, anche il DNS (do not started - non partito)  mi risulta sempre più indigesto.  Così, con un allenamento in dosi omeopatiche nelle gambe, 3 uscite da 10km e una gara da 8km in 5 settimane, ma sopratutto un dolore al piede che non mi abbandona dal dopo Adamello 180, mi presento al ritiro pettorale di questo Wien Rundumadum edizione 2016, 130Km e 1800 D+ attorno a Vienna. Con Michele affrontiamo la notte in palestra, dove al rientro dalla cena dal ristorante indiano, la ritroviamo già in profondo sonno e quasi rimaniamo chiusi fuori. Prima del via, saluto e scambio qualche impressione sulla stagione appena trascorsa con molti personaggi conosciuti, per poi ritrovarmi all'inizio del breefing che non sono ancora pronto. Al via, anticipato di un'ora rispetto agli anni scorsi, sotto una fastidiosa pioggerellina, sento i primi mal di pancia. Forse il freddo, infatti ho dimenticato a casa i manicotti, oppure il cibo ingerito, non mi fanno stare bene per i primi chilometri. Che non sarebbe stata una gara comoda lo avevo già preventivato, ma almeno all'inizio speravo in qualche momento di relax, invece neanche il meteo è di conforto. Le suole delle scarpe non sono a posto e scivolano, l'intestino richiede soste extra nel bosco e allora mi tocca chiamare la moglie per farmi portare del materiale nuovo, un vantaggio nella gara che passa sotto casa, ma in altre gare lontane certi errori non li ho mai fatti. Col nuovo materiale e vicino ai miei terreni di allenamento, ho un piccolo momento dove mi sembra che tutto stia volgendo finalmente per il meglio. Helmut ci accompagna per un tratto lungo il Liesing e molti amici dei Freunde des Laufsports ci incitano sulla strada.
Invece nella Lobau, passata la metà della gara, vecchi dolori lasciano spazio a quelli nuovi con le gambe che non mi lasciano scampo costringendomi ad alternare la corsa alla camminata. Michele, però, non va molto meglio e così rimaniamo insieme, visto che entrambi andiamo a sprazzi. Forse è proprio in questi frangenti che l'esperienza gioca un po' a favore e senza perdere la testa, andiamo avanti aspettando momenti migliori.
Dopo tre edizioni, con molti test sul percorso in MTB senza segnali, la navigazione risulta invece ottima e rimane uno dei miei grandi vantaggi.  Anche in condizioni menomate di tanto in tanto si aggiunge la compagnia di qualcuno che vuole andare sul sicuro senza conoscere la strada.
Appena ne ho l'occasione, provo ad usare il ritmo che avevo lo scorso anno, ma sono fuochi di paglia. Arriva l'ultima discesa dal Bisamberg che mi distrugge gli ultimi pezzi funzionanti di muscolatura, ma ormai il traguardo non scappa più. Dopo 16h:39':39" tagliamo il traguardo nella palestra che ci ha ospitati nella notte precedente, e lo sforzo pagato si sfoga in grandi emozioni.
Prima di affrontare il check-up medico finale, ho bisogno di una lunga pausa da passare disteso in quanto non riesco a stare in piedi.
La classifica finale si trova qui.

Corsa sul Nase per la foto



lunedì, novembre 02, 2015

Rundumadum: giro intorno a Vienna nei primi dieci

Al traguardo con la premiazione della prima
donna e dei suoi accompagnatori.
Portata a termine anche questa. Per i 130km e 1800 D+ previsti dall'organizzatore ho impiegato un tempo di 14h:36' per la 9-na posizione finale ex-equo con Anita la prima delle donne e Helmut compagno di società.

La gara
Il Rundumadum è stata la mia ultima ultra stagionale. Dopo una levataccia ad un orario improponibile, ho preso la bici e mi sono portato verso la stazione della metropolitana dove sulla via ho ritrovato il canto del gallo che già mi aveva accompagnato in una precedente maratona di Vienna. Il via alle sette in punto, in una leggera nebbia, dall'altra parte della città. Il percorso è stato molto simile a quello dello scorso anno, con però un paio di varianti e salite che hanno allungato il percorso ad un totale di 130km.
Al via mi sono presentato in uno stato indefinito. Da un lato la voglia di portare a casa tranquillamente il giro viennese, magari con soste lunghe e camminate, dall'altra l'ottimo stato fisico e lo studio quasi ossessivo del percorso, mi hanno messo in una condizione in cui mi sentivo pronto per spingere al massimo. Sono state poi le sensazioni in gara che mi hanno fatto propendere per il secondo tipo di atteggiamento.
Dopo aver rincontrato e salutato molte facce conosciute, i primi chilometri li ho passati in compagnia dei compagni di società come Pauline, Thomas e Helmut e veterani del Dirndltal come Walter, Markus e Werner. Sulla prima salita, quella più lunga e difficile, ho ritrovato la compagnia di Michele che, con Helmut, ci ha fatto formare un trio per seguire il percorso sulle montagne viennesi, i sentieri di casa di Michele. Qui, pur avendo un buon ritmo, ci siamo trovati attorno alla 40-ema posizione dei circa 130 partenti. Probabilmente il magnifico meteo autunnale ha messo le ali a molti corridori che non hanno resistito alla tentazione di portarsi avanti e mettere anzitempo chilometri in  cascina.
Quando ho raggiunto la stazione di Hütteldorf, ho cominciato a sentirmi più rilassato in quanto il pezzo di percorso che non avevo mai testato nelle mie ricognizioni precedenti alla gara, era passato indenne. All'inizio del Lanzier Tiergarten mi sono ritrovato da solo, Michele viaggiava molto tranquillo in salita e Helmut si era portato avanti. Al secondo check point, alla fine del Lanzier Tiergarten, mi sono ritrovato attorno alla 30-ema posizione ed in discesa ho riagganciato Helmut. Dopo una piccola escursione attorno al Pappelteich, ci siamo avviati per il lungo tratto pianeggiante a fianco del fiume Liesing. In questo tratto di vento contrario mi sono trovato improvvisamente a guidare un piccolo gruppo. Qui ho deciso di incrementare l'andatura per non regalare facilmente, a chi mi seguiva, sia la scia, che la navigazione.  È in questo tratto che ho sentito i primi commenti sulla mia andatura reputata troppo alta. Me lo sono chiesto anch'io se a settanta chilometri dal traguardo non fosse troppo azzardato spingere in quel modo, ma mi sono convinto che potevo tenere quel ritmo. Al terzo check point, quello del cimitero centrale, mi sono ritrovato attorno alla 20-ema posizione e non mi sono mai sentito meglio. Ho continuato in solitaria lungo l'isola del Danubio e l'inizio del bosco della Lobau. Non sapevo bene né la posizione né la velocità, ma il fatto di entrare nel bosco della Lobau che non era ancora buio mi ha fatto pensare al meglio. Appena prima di arrivare al check point 4 ho acceso la lampada frontale e, dopo un veloce ristoro, mi sono riavviato per affrontare gli ultimi trenta chilometri in 9-na posizione.  
In questo tratto ho incontrato molti corridori della gara da 64km e da questo punto mi è stato molto difficile capire chi fosse nella mia stessa gara. Ho passato in sicurezza il pezzo della campagna dove mi ero perso lo scorso anno raggiungendo facilmente il quinto e ultimo check point. Da quel punto mancavano 17km al traguardo, pochi o tanti, lunghi o corti? Qui ho cominciato a sentire i primi sintomi di stanchezza e di dolore alle gambe dove ancora una volta i quadricipiti hanno dato segni di stanchezza. Quello che però più mi preoccupava era il fatto che non riuscivo più a mangiare. In questo tratto, in un momento di sosta forzata nei cespugli, mi ha raggiunto e superato Helmut, il quale viaggiava assieme alla prima delle donne, Anita, la quale aveva un accompagnatore personale in bici che la guidava, la incitava e la riforniva. Nel tratto successivo pianeggiante lungo il canale, proprio non sono riuscito a tenere il loro passo e ho visto le loro luci pian piano sparire avanti, non la situazione ideale per esultare. Ma è stata la salita finale sul Bisamberg a riservarmi un'inaspettata sorpresa. Quando è iniziata ero abbastanza attapirato, ma poi la salita mi ha ridato fiducia e con un buon ritmo sono riuscito a recuperare su Helmut e Anita fino a raggiungerli. A quel punto abbiamo deciso di continuare assieme i pochi chilometri rimanenti completando la nostra gara in 14h:35' per la nona posizione finale accompagnata da una grande festa all'arrivo. Mai in tutta la stagione sono riuscito a tenere un ritmo simile per così tante ore senza che mi fosse capitato qualche imprevisto, un grande sforzo  sopratutto a livello mentale.

Per finire
In questo secondo Rundumadum l'organizzazione, con tanto di tracking in tempo reale sul web, è stata eccellente, il meteo non poteva essere migliore e la navigazione non è mai stata un problema. Con le staffette, gara corta, gara lunga e un tempo massimo di trenta ore è una manifestazione alla portata di tutti.
La mappa del percorso si trova qui e alcune foto su questo link.

Discesa Lainzer Tiergarten
Sulla salita del Nase

domenica, novembre 02, 2014

Wien Rundumadum, ultra trail sottocasa


Navigazione fatta in casa, basta per non perdersi nella nebbia?
Al traguardo
Foto con medaglia e bottiglia
Ho appena terminato il mio terzo ultra trail sopra i cento chilometri per questo 2014 che sta per finire. Questa volta sui sentieri di casa attorno a Vienna. Giro da 124 km, 1600 d+ con nebbione padano finale incluso, terminato in 15h:28' per un tredicesimo posto finale.

Dettaglio
Vediamo allora come è stato questo ultra trail intorno a Vienna, che era alla sua prima edizione. Dopo una sveglia ad un orario veramente indecente, mi sono avviato alla partenza, dall'altra parte della città, con la consolidata coppia bici e metropolitana. Qui ho incontrato quello che è rimasto della festa di Halloween, ma in una grande città tutto è possibile sul treno alle cinque del mattino, dal tizio che si presenta ad un ultra trail, a quello che gli scoppia la testa, a quello che vestito in kimono guarda cartoni giapponesi alternativi sul cellulare. Mondi paralleli con in comune solo la poca normalità.
La partenza e l'arrivo del "Rundumadum" sono stati collocati in una palestra, qui ho incontrato molte facce conosciute e tutti gli altri del mio gruppo sportivo. La prima novità l'ho scoperta al breefing pre gara, quello che di solito si partecipa ma non si ascolta, vale a dire che in un tratto finale in mezzo alla campagna non è stata messa la segnalazione sul percorso. Perché? Il proprietario non ha voluto. "Wien ist anders" questo è il motto della città, "Vienna è diversa" e anche nel marcamento del percorso non si è smentita. Questo trail è stato il mio terzo centone in tre mesi, che cosa potevo chiedere ad una gara del genere? Finire in un tempo tot perché ho fatto una preparazione tot? L'ultimo allenamento più lungo di due ore, che non sia stato una gara, l'ho fatto due mesi fa. Ma per fortuna a me non serviva la tabella degli allenamenti mancati, ma solo stare bene alla partenza. Entusiasti siamo partiti alle sette con una leggera nebbia che stava lasciando il posto al sole. Dopo qualche chilometro in riva al canale Marchfeldkanal, ho affrontato la  prima salita vera, quella del "Nase", tosta ma breve. Vienna è piena di gente che millanta tempi di salita impossibili, ma non sono stato purtroppo tra questi in quanto è stata la prima volta che l'ho affrontata. Dopo è arrivata una parte molto piena di saliscendi nel bosco viennese. Anche in gruppo, non sempre è stato facile non perdersi. Qui è apparso il primo dei cinque ristori previsti, che non erano molti ma prelibati. Verso il km 40 mi sono trovato da solo e qui ho deciso di cambiare marcia. Era il pezzo del Lainzer Tiergarden, quello dove lo scorso anno vi ho corso l'ultima edizione del leggendario omonimo trail. Finito questo tratto con qualche bella rampa tosta e sempre su bei sentieri, sono arrivato nella zona Liesing, il fiume che scorre davanti a casa mia. Qui trovare la strada prevista è stato abbastanza problematico, ma non potevo perdermi qui. Risolti i problemi di pesantezza al checkpoint successivo nel parco del Wienerfeld, sono arrivato sull'isola sul Danubio dopo essere passato davanti al cimitero e sulle colline di casa di Oberlaa,  prima che si è fatto buio. Qui è iniziata un'altra corsa, quella alla ricerca della via che mi doveva portare fuori dal bosco della Lobau pieno di sentieri sconosciuti e poche indicazioni. Ho trovato la scia di un corridore con bici al seguito che gli faceva da apri pista col gps. Ma  questa cuccagna è finita presto e mi sono trovato da solo nel buio e nella nebbia. Qui un fantomatico ciclista, penso sia stato reale, è apparso e mi ha guidato fino al successivo ristoro. Ora avevo davanti solo gli ultimi trenta chilometri che ho affrontato con la cartina del percorso in mano. Una volta arrivato, sempre in solitaria, al famigerato campo senza cartelli e vie, non ho potuto far altro che costatare di essermi perso. Sulla carta era mostrato un piccolo bosco davanti su una strada curva e invece ero su una carraia dritta in mezzo ad un campo di fragole, immerso in un nebbione padano che non si vedeva a venti metri. Scartata l'idea di sedermi a piangere, ho estratto il mio GPS e, come da manuale, mai veramente usato prima per navigare, ho cercato di tornare sulla retta via. Risultato: mezz'ora di avanti e indietro, schermo appannato che non si vedeva nulla, ma come per magia sono rientrato sul percorso segnato. Qui ho incontrato due corridori erranti, dove uno, una faccia conosciuta, avrei scommesso, vista l'ora, che avesse già tagliato il traguardo. In tre, però, è  stato un gioco da ragazzi trovare la strada e, con le dovute pause, siamo arrivati alla fine appena prima delle 22:30. Abbiamo avuto anche l'onore di ricevere la medaglia d'oro per quelli che sono rimasti sotto le diciotto ore, nonché la bottiglia di vino con l'etichetta "Wien Rundumadum", cimelio per tutti quelli che sono arrivati in fondo. Su 105 partenti, ben quaranta hanno gettato la spugna prima del traguardo rinunciando di fatto al prestigioso nettare.

Conclusioni. "Wien Rundumadum" è un ultra trail con poco dislivello, poco asfalto, ristori non fitti, in data più che autunnale e segnaletica minimale. Probabilmente l'unica possibilità per correre una gara del genere attorno a Vienna. Il minimalismo è stato un altro modo per rendere la gara un po' più impegnativa che alla fine ho apprezzato. La traccia del percorso è qui.

Cambio vestiti a metà percorso VS3

Segnali lungo il percorso

Isola sul Danubio - Inizio
Fine "Nase", Checkpoint 1