Una volta ho scritto questa mia presentazione e siccome mi è piaciuta, la ripropongo qua.
Ho sempre vissuto nella bassa padana prima di trasferirmi in Austria, paese dove attualmente vivo. Mai pensato di correre in vita mia, sono riuscito ad abbandonare la carriera calcistica senza nessun danno fisico, più per brocchezza e anzianità che altro, dopo una pluriennale attività in infime categorie viennesi e amatoriali nel Ponteterra.
Poi nel pieno della finalmente conquistata vita sedentaria, quando ormai pensavo di aver già dato tutto a livello muscolare e certo che la vita fosse ormai, tra tastiere, telecomandi e chiavi di automobili, solo una successione di tasti pigiati, ecco che incontro l'amico che ti sbatte davanti la dura realtà. Mi dice che ha appena terminato la sua ultima maratona, lui antisportivo doc, campione a tavola, che ti racconta come si allena, le tabelle che usa, tutti i gadget che ha comprato e in quali città correrà la sue prossime gare. E chi l'avrebbe mai detto. Sento che mi vuole contagiare con questo strano virus, che è la corsa, con l'aggravante dell'età da categoria master, ma non faccio nulla per non farmi infettare. Anzi, sventuratamente gli rispondo che volentieri lo accompagnerò.
Così, tra gare che man mano diventano sempre più lunghe e maratone corse in mezza Europa, inizio anche ad iscrivermi, tra un infortunio e l'altro, a corse in montagna. Prima corte, poi medie e infine, col dubbio sempre presente del perché e del percome, anche ultra.
Tra quelli che corrono per sentirsi bene, in armonia, per calare di peso, per divertirsi, per provare emozioni forti, per conoscere i propri limiti, per lavoro, per la fama, la gloria, la Gilda, per passare il tempo, per stare in compagnia o per chissà cos'altro, faccio fatica a ritrovarmi. Non nato per correre, cresciuto in pianura che cerca di andare in montagna, all'estero che scrive amenità su forum italiani in una lingua che disimpara giorno dopo giorno senza riuscire ad imparare a fondo quella nuova, forse, iscrivermi ad una cento miglia nelle Alpi, credo, sia l'attività più normale che mi sia rimasta.
Per il resto, il mio vicino di casa, alla classica intervista, probabilmente direbbe che sono una persona cordiale che saluta sempre, con un lavoro, una famiglia e mai avrebbe pensato che.
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