lunedì, agosto 10, 2015

Ultratrail i comandamenti per iniziare

La discesa dalla montagna
Dopo anni di attività nella corsa su strada e ultratrail, mi sento in grado, finalmente, di stilare il mio vademecum dedicato a chi vuole iniziare con l'ultratrail. Sono i miei umili dogmi che ho cercato invano prima di cominciare e che ho dovuto apprendere duramente sul campo, non ultimo con una salita su di un monte dopo il quale sono sceso con due pietre a forma di tavola dove sono stati incisi i seguenti dieci punti. Trattabili.

1 - Non fare nessun controllo medico all'inizio, sicuramente gli allentamenti fatti fino a quel momento avranno sballato molti valori. Se invece non si ha mai corso, sarà molto improbabile avere già dei fastidi che valga la pena di parlare col medico. E di fare del movimento ce l'ha già detto l'ultima volta che ci siamo stati anni fa.

2 - Il tempo minimo per preparare il primo ultratrail non è sei mesi e neanche quattro. È solo il tempo tra ora e il via della gara. Se la gara è domani, è meglio andare a letto invece di navigare a vuoto in internet leggendo post come questo.

3 - Se uno non ha resistenza nella corsa, sicuramente avrà sviluppato una resistenza specifica in altri campi. Che sia la maratona di James Bond in tv, la classica riunione aziendale fino a notte fonda, settemila messaggi in whatsup al giorno o il week end non stop con l'amante, ognuno di noi ha già sviluppato una resistenza di fondo che basta e avanza. Per i pochi che ancora non ce l'hanno, allora possono cominciare a correre, piano se vogliono andare lontano. Nella quasi totalità dei casi, manca solo l'iscrizione alla prossima gara ultra.

4 - Nelle successive quattro settimane, sempre che la gara non sia prima, si devono intensificare gli allenamenti. Il week-end con l'amante parte già al giovedì, alla maratona di James Bond si aggiunge quella di Mission Impossible e così via. Perché 4 settimane? La risposta al punto successivo.

5 - Nel primo mese (un mese è fatto di 4 settimane, ecco la risposta), bisogna riposarsi almeno due giorni e massimo 48 ore. Se uno ha guardato solo la tv, andrà a fare un giro fuori e viceversa. Per chi corre, il ritmo da tenere una tantum è quello della mezza maratona. Va bene anche il ritmo di  quella fatta vent'anni fa, ma se proprio non si ha mai corso una mezza, fare finta di niente e passare al punto successivo.

6 - Secondo mese. Sicuramente i primi segni di depressione, stanchezza e infortuni vari si faranno sentire. Fare finta di niente e cercare di raddoppiare la lunghezza dell'uscita più lunga. La farmaceutica ha fatto passi da gigante in questo campo, cominciare anche a leggere mail di spam e considerare seriamente quelle dove compare la parola "pills". Anche la visita notturna del parco sotto casa ci offre l'opportunità di trovare qualche sostanza contro i momenti bui della vita.
Alla fine del mese, ormai anche cani e porci saranno in grado di correre almeno 4 ore con dislivelli dell'ordine di 2000 metri positivi se avranno seguito alla lettera i primi cinque punti. Altrimenti passare al punto successivo senza dire nulla.

7 - Terzo mese.  Per i pochissimi che non si sono ancora rotti è arrivato il momento di sferzare l'attacco finale. Se il mese ha 31 giorni due giorni di riposo sono ammessi (il 30 e il 31), tutti gli altri giorni bisogna intensificare le uscite, cercando di non stare mai sotto le tre ore. Il ritmo fantomatico della mezza maratona va rispolverato sempre ogni dieci minuti e in montagna bisogna andarci un giorno si e uno si. Dal niente non nasce niente, ma attenzione a non esagerare.

8 - Quarto mese. L'imprevedibile e inaspettato infortunio si è presentato. Che sia il ginocchio, la caviglia, il piede, l'anca o il pollice del telecomando è arrivato il momento di andare dal dottore. Ecco perché era inutile andarci all'inizio, quando si stava ancora bene. Un riposo forzato che ci proietta direttamente alla gara nelle migliori condizioni perché si ha superato il momento no senza abbandonare la voglia di presentarsi al via. Normalmente, vista la lunga pausa, si è senza nessun dolore al via. Per i caratteri fragili che decidessero di rimandare la partenza, nessun problema, ripartire dal punto 1 e ci rivediamo di nuovo qui.

9 - Il giorno della gara. Finalmente è arrivato il momento fatidico, la preparazione è andata grosso modo secondo le aspettative e la distanza che si dovrà affrontare non rappresenta nessun ostacolo ormai. Evitare di mettere un salame intero nello zaino, per il resto tutto quello che si è comprato in questo periodo si può portare, nessun organizzatore mette un limite al costo dell'equipaggiamento, che può quindi tranquillamente superare i cinquemila euro.

10 - In gara. Se al primo ristoro dopo 4 km pianeggianti si è già fuori tempo massimo, trattare assolutamente con gli addetti. Di solito chiudono un occhio e se si tira fuori il salame, anche se non era da portare, anche due.
Se alla prima goccia d'acqua si pensa al ritiro, farlo subito assolutamente, magari anche senza dover aspettare la pioggia, spesso in queste gare non piove proprio. È meglio cogliere subito l'occasione di terminare questo tipo di attività e di tornare alla propria vita precedente. La salute prima di tutto, non era per questo che volevamo partecipare ad un ultratrail? E sicuramente richiede più coraggio abbandonare alla prima futile difficoltà che arrivare in fondo, certe occasioni non capitano così spesso. E finiamola di chiamarli eroi quelli che sempre e comunque arrivano in fondo, perché gli eroi sono altri (mettere "chi sono gli eroi" in google) e anche loro hanno avuto le loro giornate storte.

domenica, agosto 02, 2015

Dirndltalextrem terza volta

Il torrente Pilach, acque fredde e limpide
Anche quest'anno sono riuscito a terminare il Dirndltalextrem. È stata la terza volta consecutiva. Un risultato non affatto scontato per come si è sviluppata la gara, in quanto mi sono trovato per la prima volta in gara con dei problemi di salute.
Come gli anni precedenti sono stato ospite della casa ESV dove si trova la partenza e l'arrivo. L'ESV è il classico dopo lavoro ferroviario, una struttura che mi riporta ai tempi di quando, in Italia, andavo a giocare alle bocce dai ferrovieri. Il bello del Dirndltalextrem è il clima familiare della gara e, dopo le mie tre edizioni, i volti conosciuti e rincontrati sono davvero tanti. Una gara che non comincia alle sei del sabato mattina e finisce la sera dopo l'arrivo, ma già al venerdì pomeriggio con la distribuzione dei pettorali e dura fino alla domenica mattina con le premiazioni.
Al via, senza allenamento e acciacchi vari, in una splendida giornata di sole senza eccessi di caldo, mi sono presentato senza nessuna ambizione di tempo o posizione. Sono partito nelle retrovie e al primo check point (CP1) sembravo più ad una scampagnata che in una gara di corsa. Non appena però la strada è cominciata a salire ho cominciato a risalire il gruppo. Al CP3 ero già in linea con i tempi del 2014. Però è  stato verso il CP4 che è cominciata la mia crisi. La gola mi faceva male, colpi di tosse che si sono uniti a delle fitte nello stomaco e il mio pettorale numero 17 che non mi era per niente d'aiuto. Una sosta obbligata nel bosco è risultata, non solo inevitabile, ma, visto lo stato delle braghe, anche tardiva. Prima di Frankenfels, sede del CP4, sono andato nel torrente Nattersbach per cercare di rimediare la situazione con un bel bagno. Il risultato non è stato malvagio, lo stomaco si è riassettato, la tosse scomparsa e le braghe sono ritornate accettabili. Sempre da solo sono poi proseguito in tranquillità verso il CP5, evitando di adattarmi al ritmo di altri concorrenti.  Nella salita più dura verso il CP6, ho capito che le cose si stavano sistemando per il meglio. Nel frattempo ho accumulato un ritardo di circa 30 minuti rispetto all'anno precedente e anche come piazzamento ero oltre la ventesima posizione degli 83 iscritti. Con l'aiuto dei bastoni, un ritmo regolare e tranquillo sono arrivato in cima al CP6 senza poi il bisogno di una lunga sosta come in passato.  Nella discesa successiva non ho rischiato nulla, ma sulla salita finale verso il CP7 ho fatto un errore di percorso. Anche il gps non mi è stato di gran aiuto e sono dovuto tornare indietro perdendo una manciata di minuti. Quando sono tornato sul sentiero corretto, i miei compagni di viaggio che avevo appena staccato sono stati sorpresi nel vedermi arrivare da dietro. Nella lunga discesa verso il CP8 ho poi resistito alla tentazione di seguire un corridore che mi ha superato di slancio. Erano troppi i chilometri che mancavano verso il traguardo e l'anno scorso mi sono giocato nello stesso punto i quadricipiti, che poi in pianura non hanno più funzionato. A questo punto della gara, ho solo cercato di arrivare in fondo cercando di risparmiare il più possibile le gambe. Solo ai ristori ho avuto una tattica diversa dal solito, cercando di minimizzare al massimo la sosta. Verso il CP10 mi sono ritrovato con buone gambe ed ho così  provato ad aumentare il ritmo. Sforzo che ha dato i suoi frutti in quanto nell'ultimo tratto pianeggiante, prima del traguardo, sono riuscito a raggiungere il corridore che mi aveva superato prima in discesa in quanto ora riusciva solo a camminare. Mi è sembrato di rivedermi nell'anno precedente. Non mi andava di superarlo negli ultimi quattro chilometri pianeggianti, ma siccome non riusciva proprio a seguirmi mi ha detto che potevo andare avanti. Alla fine sono arrivato con un enorme sorriso e un sorprendente tempo finale di 15h:34', solo cinque minuti più lento dello scorso anno, per l'ottima undicesima posizione finale.
Il link della classifica finale completa.

Appena partiti

Traguardo, con l'organizzatore Gerhard

CP8

Arrivo con stretta di mano
Dettaglio arti inferiori

sabato, luglio 25, 2015

Prossima fermata dirndltalextrem

Archiviata la terza maratona stagionale, mi accingo a preparare la prossima gara, che sarà nel Pilachtal ovvero il  Dirndltalextrem (111km, 5000D+). Quest'anno sarà la mia terza partecipazione consecutiva, sono veramente curioso di sapere come andrà a finire. Può andare bene come obbiettivo? Ma è nella ripetizione che si vede la vera dipendenza.
Quest'anno è un po' strano, tra una gara e l'altra non riesco a prepararmi decentemente, un po' per scelta (troppe gare consecutive), un po' per eventi di varia natura e in gara mi ritrovo ad improvvisare. Ma va proprio bene così.
Vedrò di stilare quanto prima una tabella degli allenamenti, anche se manca meno di una settimana al via,  per arrivare al top della condizione sabato 1 agosto prossimo, cercando di combinare al meglio rigenerazione, stimolo allenante e di evitare assolutamente i chilometri vuoti. Come? Evitando di fare dei chilometri, così evito alla radice anche quelli "vuoti" (quelli che servono come alibi e vanno bene solo per la statistica). Per quanto riguarda l'aspetto mentale, basta mettere in Dr. Google la magica frase "preparare ultratrail in 5 giorni" e con trentamila risultati non mi posso certo sentire abbandonato al mio destino.

lunedì, luglio 13, 2015

Ecomaratona del Ventasso

Un sentiero del percorso


Domenica 12 luglio ero ai nastri di partenza della tredicesima edizione dell'ecomaratona del Ventasso con partenza e arrivo a Busana nell'Appennino Reggiano. Non sono nuovo a queste zone, ho dei bei ricordi dei laghi del Ventasso quando con la scuola andavamo a sciare, le gite dell'oratorio sulla pietra del Bismantova e vecchi amici di Castelnovo Monti e dintorni. La gara è stata un'ottima occasione per tornare a riscoprire questa splendida zona dell'Appennino e rincontrare amici di vecchia data.
Non ho mai corso un'ecomaratona, vale dire un trail che misura esattamente 42,195km con un dislivello di 2300+. In questa gara, più che la prestazione in sè, ho cercato di stabilizzare un po' la condizione in vista delle prossime gare e provato delle nuove soluzioni, tipo il singolo bastone.
Cielo terso e temperature più che estive hanno accompagnato tutta la durata della gara rendendola molto impegnativa. Al via sono partito in coda al grande serpentone colorato che ha attraversato due volte le strette vie di Busana prima di cominciare la salita verso Cervarezza. Qui, sui suoi secchi sentieri, ho mangiato molta polvere dimenticandomi di ammirare la pietra del Bismantova.
Dal profilo della gara mi sono orientato per una strategia di correre sempre almeno fino al primo ritorno a Busana e di poi usare il bastone quando sarebbe iniziato il "tirone", il ripido sentiero che porta in cima al Ventasso con i suoi 1727 metri di altezza. La prima parte si è svolta senza problemi e quando è iniziato il tirone, l'aiuto del bastone mi è stato molto prezioso. Normalmente non sono un gran amante del bosco in salita, in quanto limita la vista del panorama, ma in questa torrida giornata, la copertura degli alberi non mi è stata così sgradita. Comunque, ho trovato lo stesso il tempo per un paio di soste per ammirare il panorama dove il bosco si apriva o era assente. Sopratutto in cima al Ventasso dove mi sono fatto spiegare dai volontari del soccorso alpino le varie zone sottostanti. Sosta che mi sarà costata almeno una decina di posizioni faticosamente conquistate nella lunga salita. Ma del tempo finale e della posizione non è che m'interessasse un gran chè e così sono ripartito nella discesa in cresta di ottimo umore. Finita la discesa è iniziata una fase molto interessante di saliscendi a basso contenuto di dislivello ma ad alto livello di consumo di gambe. Una tratto che mi ha entusiasmato almeno fino alla prima caduta, dove un inciampo sulle pietre ha risvegliato crampi micidiali agli adduttori.  Crampi che sono tornati con la seconda caduta sulle solite pietre e che ha un po' allarmato i miei compagni di viaggio. Nulla di preoccupante e così sono andato avanti in tranquillità fino all'ultimo chilometro. Qui, in un cambio di pendenza, un crampo micidiale mi ha costretto al passo per qualche momento facendomi perdere di colpo una decina di posizioni a pochi metri dal traguardo. Situazione che proprio non mi è piaciuta, ma ero in una maratona e non in un ultratrail e così lanciando le gambe a tutta velocità, ho dissolto i crampi  e recuperato quasi tutte le posizioni perse, tagliando il traguardo in un ottimo 5h:40':07".
La bella sorpresa finale è stato il pranzo, completamente servito di primo, secondo, dolce, frutta e bevande per tutti i partecipanti della manifestazione, un trattamento che non ricordo di aver mai ricevuto nelle mie precedenti gare.
Posizione 88-emo su 354 e link della classifica finale.

Conclusioni: L'ecomaratona del Ventasso è un'ottima gara, che porta lo spirito della maratona nel trail, senza però il suo modo scriteriato di gestire i rifiuti, un percorso bello tosto con in più i panorami unici dell'Appenino Reggiano.



Croce Ventasso

Arrivo


domenica, giugno 28, 2015

Veistch, il double

Appena partiti
Ci sono giorni in cui si potrebbe veramente stare a casa, a rilassarsi, magari guardando una gara in moto per prendere un po' di confidenza col mezzo, in fondo i cinquanta non sono così lontani e un' Harley è già lì che aspetta. Oppure prepararsi per un ennesimo concerto serale di Wanda sulla Donau Insel. Tutti buoni propositi che alla prova dei fatti della tradizionale gara a Veitsch (54km 2060 D+) si sono sciolti come neve al sole. Così sabato 27 giugno mi sono ritrovato in un'uggiosa giornata a ritirare il mio pettorale di gara. L'input che mi ha fatto iscrivere all'ultimo momento al famoso ultra trail, arrivato ormai alla sua 29-ema edizione, è stato il breve colloquio avuto con Eigner Express prima della partenza della Mozart 100, dove gli ho chiesto di come sia partecipare a due ultratrail nel giro di sette giorni.
Non sono nuovo a queste gare seriali, ma la novità che mi mancava è quella di due ultra di fila.
Così ho precettato le mie gambe e mi sono allineato ai nastri di partenza con i migliori propositi. Dopo aver salutato simpatici personaggi come Martin, Markus e lo stesso Eigner, ho imboccato la prima salita con lo slancio dei bei tempi. Ma i bei tempi non ci sono mai stati e dopo alcuni chilometri ero già al gancio. Non era un problema astratto, del tipo mi sono preparato alla perfezione e poi magari un piccolo colpo di freddo o magari l'agitazione pregara mi hanno messo in crisi. No qui sono solo le gambe che erano stanche, stufe e doloranti. Ho potuto solo prenderne atto e continuare. La pioggia della partenza è diventata un pallido sole sopra i mille metri e così, perlomeno il meteo, ha steso un velo pietoso senza infierire con un cattivo tempo in quota. Nel primo dei tre tratti previsti ho vissuto un'esperienza nuova, vale a dire quella di essere stato attaccato da un nido di vespe inferocite, che hanno colpito più volte  sia le mie gambe che quelle del mio vicino in eguale misura (tre a tre). Niente che possa comunque spaventare due impavidi runners. L'arrivo spettacolare sulla cima Veitsch, anche in condizioni menomate, è stata ormai una prassi consolidata e sempre affascinante, sia la salita che la vista. Nella parte alta del tracciato, dove lo scorso anno ho picchiato forte in terra, sono riuscito anche divertirmi, specialmente su di un piccolo tratto ancora innevato. La parte finale, quando anche altri concorrenti hanno cominciato ad accusare dei problemi, è stata la migliore, molto vicino alla prestazione dello scorso anno. Probabilmente il fatto di vedere persone che stavano peggio di me, mi ha regalato un un po' di estate di S.Martino facendo emergere risorse insperate negli ultimi chilometri.
In gare come queste mi sono ben guardato di portarmi l'orologio, in quanto è meglio che non sappia come stia andando, specialmente quando le cose non  girano per il verso giusto. Però alla fine sono risultato solo 20 minuti più lento rispetto allo scorso anno con un tempo finale misurato di 6h:09':00" e uno percepito di circa 6h:08':59" per la 68-ema posizione finale.
Così anche la doppia Mozart100 - Veitsch, più popolare è invece la Ötscher-Veitsch, è entrata di forza a far parte del mio speciale palmares, del quale, spero, non interessi a nessuno.    
Il link della classifica finale.

Arrivo col segno due

Prima frazione, col sole
Ultimo rifornimento
Coca prima della discesa finale
Teufelsteig finito


domenica, giugno 21, 2015

Mozart 100, ultra panoramica a Salisburgo


"Al piova, l'omo!"
Sabato 20 giugno sono andato a Salisburgo per partecipare, finalmente, alla Mozart 100 Scenic, ultra panoramica come la definisce l'organizzatore, da 102km con 2500 D+. Sul calendario era l'ultimo giorno di primavera, la realtà è stata che sembrava l'ultimo giorno d'autunno. Alle cinque puntuali il via sotto un cielo di piombo e freschi dieci gradi. Il percorso di giornata prevedeva due giri con un misto asfalto e fuoristrada che si snodava tra Salisburgo e il lago Fuschl.  Partenza e arrivo si trovavano in centro Salisburgo così come la fine del primo giro al km 45, che per una trentina di corridori è stato il capolinea. Quest'anno, oltre il percorso, l'ostacolo aggiuntivo è stata la pioggia, dove in giornata sono stati misurati 35mm di precipitazioni. Per me, invece, la pioggia è stato un ottimo pretesto per mascherare palesi mancanze nella preparazione. Al via, di ottimo umore, ho partecipato al conto alla rovescia, dopo una notte quasi insonne passata in un treno ungherese che mi ha portato nella città dedicata a Mozart "just in time". Ho corso al fianco di Robert, veterano della manifestazione e personaggio che per anni ho incrociato in bici al mattino mentre andavo al lavoro, ma conosciuto solo all'ultimo Wien Rundumadum. 

I primi chilometri pianeggianti sono stati lungo il fiume Salzach e una volta lasciata la città è cominciata una lunga e affascinante salita in mezzo a cascate e gole. Ad un certo punto siamo passati in mezzo un piccolo torrente ed ho chiesto a Robert se ci fossero anche altri passaggi in mezzo l'acqua. Mi ha risposto che era l'unico, ma non aveva fatto il conto con il meteo, che al secondo giro ha cambiato in modo notevole il percorso. Così un guado che copriva una scarpa ne è diventato uno fino al ginocchio in acqua molto corrente, mentre altri rigagnoli d'acqua sono apparsi coprendo, oltre le scarpe, altri pezzi del percorso. Finita la salita, però, non mi sono sentito più bene, le gambe erano pesanti, ho sentito freddo ed ho dovuto così lasciare la compagnia di Robert che, invece, andava molto bene. Anche un gel preso un po' per disperazione non ha sortito i risultati sperati, anzi si è piantato nello stomaco. Pur essendo partito molto piano, al chilometro 15, con occhiali appannati, scivolata innocua sul fango, mani gelate ero già alla frutta, trovando solo conferme nei tetri pensieri avuti nelle ultime due gare.  Al chilometro venti ho iniziato il ritorno verso Salisburgo, dove nel frattempo la pioggia era diventata torrenziale. Non so quale sia stato il meccanismo che abbia scacciato problemi che sembravano insormontabili, ma man mano che mi avvicinavo a Salisburgo ho ritrovato sempre più ritmo. Così col passare dei chilometri ho riagganciato Robert e, assieme, abbiamo tagliato il traguardo del primo giro. 

Con ottime speranze sono poi ripartito per il secondo e più impegnativo giro. Qui c'era l'aggiunta del passaggio attorno al lago Fuschl, dopo averlo ammirato dall'alto delle montagne circostanti alla prima tornata. Nel tratto iniziale è stato poi Robert che ha avuto dei problemi e mi ha detto di continuare da solo. Ho iniziato ad aumentare il ritmo appena la strada è cominciata a salire cercando di tenere la scia di una svedese che mi aveva staccato in pianura. Il fatto di correre sempre, non sentire nessun dolore e superare altri concorrenti mi ha dato sempre più fiducia, anche se il ricordo di Borgotaro, dove mi sono piantato, è stato sempre ben presente, sopratutto in discesa. 
Nella salita denominata "The Climb", un bel dritto fino in vetta in mezzo al bosco e con tanto di fotografo, mi sono ritrovato con le mie fedeli scarpe everlong a pattinare senza nessun grip. Recuperando però un paio di bastoni, ho improvvisato un'improbabile, ma molto efficace, andatura da nordic walker che mi ha tenuto in piedi e fatto proseguire. Un bastone l'ho poi portato con me fino quasi la fine, con sorpresa dei gestori dei ristori, come sostegno per le parti più scivolose. Il vantaggio di passare due volte quasi sempre sugli stessi sentieri, mi ha permesso, da un lato di gestire meglio la corsa, ma dall'altro, nei passaggi più sensibili all'umidità, mi ha fatto trovare sentieri quasi arati dai ripetuti calpestii.
Quando sono arrivato sul lago Fuschl è comparso anche il sole. Pochi minuti, ma sono bastati per farmi venire voglia di andare dentro il lago a raffreddare un po' la muscolatura e pulirmi le gambe. Una volta lasciato il lago, la pioggia, dopo il mio passaggio in mezzo al circuito automobilistico di Salisburgo, è tornata battente. Da qui mancavano solo una quindicina di chilometri, molta discesa facile, una caduta, ma anche il secondo passaggio sulla montagna cittadina Kapuzinerberg dai suoi infiniti gradini, sia in salita che in discesa. L'ultima possibilità per recuperare posizioni o perderle, se si arriva al gancio. C'erano contemporaneamente altre gare più corte partite più tardi e tra i molti corridori, non riuscivo bene a capire chi partecipava come me alla cento chilometri. In ogni modo l'ho fatta a tutta. Dopo un non previsto slalom in mezzo ad un orda di turisti giapponesi con ombrelli spalancati, quello personale nella fontana, ho tagliato il traguardo con uno sprint finale stile cinquemila metri  e una grandissima gioia. Il tempo finale di 12h:21' mi è valsa una sorprendente 26-ema posizione su 116 partenti.

Per concludere, Mozart100 è una gara particolare, un trail da correre, un mix tra paesaggi montani, trail cittadini, laghi, centri storici, ristori come in una maratona e anche una notevole partecipazione di corridori esteri. La consiglio a chi vuole provare per la prima volta una cento chilometri, ma anche a chi le ha viste tutte perché questa è diversa. E se poi l'organizzatore garantisse anche i divertenti guadi che c'erano quest'anno?

Links: la classifica finale, il percorso del primo giro, quello del secondo e il sito ufficiale.

Col bastone si viaggia alla grande (intorno al km 75)
Inizio primo e secondo giro

domenica, giugno 14, 2015

Prove di DNF (Did Not Finish) non riuscite

Sepp maestro del non mollare mai
In questa fase della stagione, dopo un'abbondanza di gare lunghe, mi sono concesso un periodo in cui mi sono a dedicato a gare molto più brevi, un po' per cambiare, un po' per provare gare più "facili". Come prima gara ho scelto di tornare sulle strade che mi hanno regalato il primo podio di categoria e mi sono iscritto alla Sunset Run, dopo aver visto che le previsioni del tempo erano splendide. Il problema è che una corsa di piacere non si abbina con una corsa di rendimento. Così dopo pochi metri dal via, il polpaccio destro è entrato in modalità presa a tenaglia e non mi ha dato più tregua. Dopo il primo dei tre giri previsti ero già al passo con una contrattura. Ho però deciso che il mio primo DNF della carriera non poteva proprio essere a Berndorf e così ho continuato in modalità marcia fino all'arrivo, dove inaspettatamente sono riuscito anche tenere un ritmo vicino ai 5' al km, prima di completare gli 8,7 km piani previsti. Nel dopo gara, ho avuto l'occasione di sedermi allo stesso tavolo di Markus, compagno di alcune ultra, il quale non si è lasciato sfuggire il podio di categoria, così come tutti gli altri che erano seduti allo stesso tavolo, con il sottoscritto unico intruso. La classifica finale qui, i dati del mio Garmin qui.

Recuperato i problemi al polpaccio, mi sono recato a Graz per la mia seconda partecipazione al Schöckel Classic. Nei 16 km di bici sono partito con calma quasi in ultimo. Poi prendendo qualche scia sono riuscito a portarmi verso la metà, dove in salita ho recuperato diverse posizioni senza piantarmi all'ultima durissima rampa come lo scorso anno. Una volta arrivato alla zona cambio, la grande delusione: il mio sacco con le scarpe e i bastoncini non c'era. Ho chiesto informazioni, controllato le sacche vicine, ma delle mie scarpe e bastoni nemmeno l'ombra. Impensabile continuare la gara con le scarpe da bici da corsa,  ho scelto così di continuare, più per rabbia, la mia gara senza scarpe affrontando a piedi nudi gli ultimi 2,5km con 600m D+ in single track. Man mano che le pietre si piantavo nei piedi, ho cominciato a capire cos'era successo. C'erano due sacche per i vestiti, una per la zona cambio ed una per l'arrivo. Naturalmente ho consegnato solo quella per la zona cambio, però con l'adesivo "traguardo". Un errore micidiale confermato anche alla consegna, dove alla domanda se veramente fosse la sacca per l'arrivo, ho risposto con un "chiaro che si" automatico. Errore che ho pagato con piedi distrutti al traguardo, venti minuti in più rispetto allo scorso anno e il quart'ultimo tempo della sessione corsa, dopo una sessione bici piena di speranze. Però che effetto arrivare in cima al Schöckel senza scarpe, ma non credo di aver fatto scuola. Dopo il traguardo il ragazzo, lo stesso che  ritirava le sacche, mi ha riconsegnato le mie scarpe con un sorriso che diceva tutto. Non mi è rimasto altro che indossarle per i cento metri che mi separavano dalla cabinovia, che mi ha poi riportato alla zona cambio bici in pieno confort.
I risultati del Schöckel Classic 2015 sono qui, quelli del Garmin qui.

"Spurc e puc pulì!"

L'invezione delle scarpe non è da sottovalutare

giovedì, maggio 28, 2015

Basta riposo

Per poi finire sull'Adamello sui sentieri
della prima guerra mondiale
Il mio periodo di riposo dalle gare sta per finire. Il 29 maggio sera, infatti, sarò a Berndorf per la classica Sunset Run, gara alla quale ho già partecipato qualche anno fa. Per giugno dovrei ripetere l'esperienza a Graz del Schöckel Classic, oppure a Siegenfeld per il classico Wappenlauf. Due gare che si svolgono lo stesso giorno. La settimana successiva a Salisburgo per il Mozart100. In luglio ho trovato un fine settimana libero e con molto piacere mi sono iscritto all'Ecomaratona del Ventasso, gara alla quale avrei voluto partecipare prima, ma in luglio è sempre difficile far combaciare le ferie con le gare. Comunque un buon motivo per tornare in quei di Castelnovo Monti e di incontrare, chissà, qualche "Barabitt".
Ad agosto spero di non mancare al DirndtalExtreme. Per settembre ho già inviato la mia iscrizione all'Adamello Ultra trail, che indubbiamente sarà il mio clou stagionale.

domenica, maggio 10, 2015

Prossimi appuntamenti

Sui sentieri della Mozart 100
Smaltita l'abbuffata di gare di queste ultime settimane, le gambe sono pronte per riprendere un po' a correre.
La mia prossima gara sarà Mozart100 a Salisburgo. Nel frattempo, probabilmente non rinuncerò a qualche breve gara per ritrovare un po' di velocità prima della partenza il venti giugno. Non sono ancora iscritto a nessuna gara nel prossimo autunno, ma oltre all'interesse nel ripetere l'MMT 100, sto pensando molto seriamente ad iscrivermi, invece, all'Adamello Ultra Trail 180 km con partenza e arrivo a Vezza D'Oglio.

domenica, maggio 03, 2015

Welschlauf da podio

Sul percorso della maratona del Welsch
Non ho ancora smaltito i postumi della gara Abbots, ma ho avuto lo stesso la voglia di partire per la maratona del Welsch dello scorso due maggio. Gli amici Freude des Laufsports hanno iscritto due gruppi tra i quali ero un partecipante. La mia prestazione non è stata all'altezza delle precedenti edizioni, ma comunque un tempo come 4h:20' è stato sufficiente per il terzo gradino del podio nella particolare categoria dedicata ai gruppi. Un arrivo davvero emozionante. Dopo la maratona di Vienna e l'Abbots Way, la maratona del Welsch chiude il mio trittico di gare per questo periodo primaverile all'insegna della quantità.




martedì, aprile 28, 2015

Abbots Way

Bardi
Sono appena tornato da Pontremoli dove ho terminato la mia prima Abbots Way. Gara dai paesaggi molto belli, dove il castello di Bardi è stato il colpo d'occhio più interessante di tutto il percorso.
Per quanto riguarda la mia gara, sono andato molto bene fino a Borgotaro (km 93). Nell'ultima ripida discesa le gambe si sono piantate e non c'è stato verso di riprendere la corsa fino al traguardo (32km al passo), dove sono arrivato col tempo finale di 24h:23', dopo aver percorso 125 km e superato 5500 metri di dislivello positivo. Posizione finale 88-emo su 184 partenti.

Un ampio resoconto che ho scritto in lingua tedesca si trova qui.
Appena partiti a Bobbio
Sella dei Generali


sabato, aprile 18, 2015

Prossima fermata: Abbots Way

Percorso Abbots Way 2015
Archiviata la maratona di Vienna, la prossima settimana sarò a Bobbio (Pc) dove il 25 aprile prenderò parte alla gara Abbots Way, 125km/5500+ nell'Appennino Emiliano con l'arrivo in Toscana a Pontremoli. La partenza del mio primo ultra trail stgionale è fissata per le ore 6.
Sono molto curioso di vedere queste parti dell'Appennino a me fin'ora sconosciute.

domenica, aprile 12, 2015

VCM una piacevole gara

Finalmente è arrivato il momento della gara Vienna City Marathon. L'allenamento che mi ha portato al via, mio obbiettivo principale, l'ho documentato più o meno nel corso dei mesi trascorsi.  La mia partenza non era affatto scontata, motivo un infortunio sul quale stendo un velo pietoso. Ma se la mia preparazione era improntata sul pressapoco, un excursus calcistico, fonte poi del mio problema al quadricipite, a pochi giorni dalla maratona dei record ci può anche stare. La domanda più gettonata è com'è andata la mia maratona. La risposta è stata semplice: bella. Partenza intasata sotto il sole e temperatura finalmente primaverile. Questa volta ho anche voluto provare una maratona con la musica e debbo dire che è eccellente.
La mia tattica è stata quasi banale, partire piano e poi cercare di aumentare fino a quando il quadricipite non si lamentava. Fino a pochi chilometri dal traguardo tutto bene, poi la sua tolleranza è un po' calata. Però quanta  gente attorno al percorso quest'anno e anche molto calorosa.  Solo il dopo gara non è stato all'altezza delle mie aspettative. Lo spazio sulla piazza degli eroi era pressoché occupato da tendoni aziendali e, per chi non era su una lista, poteva solo consumare un käsekreiner in piedi.
Sulla mia prestazione cronometrica c'è poco da dire, quando sono arrivato il primo era già sull'aereo per tornare in Etiopia. Al mio passaggio sotto l'arco del traguardo, mentre il mio socio di sprint andava diretto tra le braccia dei sanitari per un probabile ricovero d'urgenza, il crono segnava circa 3h:37', un bel numero per finire una maratona. Il 2016? Già iscritto, naturalmente.
Appena partiti
Al traguardo

Traguardo
Traguardo
Passaggio al "Shuttel"

domenica, marzo 22, 2015

Voglio Schnaps: -3 settimane al VCM

Prater Allee è la via più lunga
dove passa la VCM
Molto interessante questa mia preparazione alla mia terza maratona di Vienna consecutiva. Seppur bloccato per un paio di mesi per noie muscolari, non ho mai perso la voglia di correre. Se invece guardo allo scorso anno, dove ho avuto sì noie ma mai con una pausa così lunga, ho però avuto forti problemi a livello di motivazioni intrinseche senza mai calare di molto a livello di prestazioni.
Quest'anno, invece, è il contrario, il morale è alto ma il rendimento latita.
Ora che ho ripreso quasi completamente i miei soliti allenamenti, anche se mi manca un po' di velocità (tanta) e un po' di tenuta (anche troppa) sulla distanza, mi sento praticamente pronto per il dopo gara, dove mi aspetta il tendone dell'Ottakringer e il Kaiserschmarr al Schuttel, il locale dei FDL.
Della gara, alcuni mi hanno chiesto in quanto tempo avrei intenzione di finirla. A meno che uno non mi debba aspettare al traguardo, non credo sia una domanda alla quale debba cercare di rispondere ora, anche perché non lo saprei dire e alla fine il tabellone lo segnerà in modo perfetto.
Nel frattempo, l'allenamento, le discussioni, le varie strategie e tutto quello che gira attorno alla gara sono un piacevole passatempo che mettono in secondo piano la mia gara vera e propria. E l'obbiettivo della partenza è proprio lì a portata di mano.

domenica, marzo 08, 2015

VCM sempre in gamba

La gamba del maratoneta
Continua la mia preparazione alla mia maratona di Vienna (VCM) e con una sorprendente documentazione su questo blog. Anche se manca ancora una vita alla partenza, il sito VCM riporta che mancano 4 lunghe settimane e 6 interminabili giorni, ne ho un po' abbastanza degli allenamenti mentali. Così ho deciso di cominciare a correre con le scarpe vere, non curandomi dell'abisso che manca alla data della partenza e dello spettro dell' overtrainig.
Così ho preso la mia gamba destra e le ho detto che dovevamo parlare. Va bene mi ha riposto. Le ho chiesto che cos'è che non va tra noi, se sono io che mi preoccupo troppo di lei, se è la fase critica della della crisi di mezza preparazione, o della settima settimana e infine perché non vuole più correre con me. È rimasta in silenzio, poi ha iniziato con voce tremante a dire che non le va di uscire quattro volte la settimana al freddo, che le fa male e che le piace di più stare distesa sul divano, magari con la tv che emette suoni simili a cronache calcistiche. Lì per lì non ho detto nulla, poi ho fatto una scenata, con il classico e me lo vieni a dire così e da quanto tempo dura questa storia. Più di due mesi mi ha risposto. Allora ho detto basta, ho sbattuto la porta e sono uscito a fare una corsa ed è venuta anche lei, senza protestare. Si è sorbita tutta l'uscita senza mai dare segni di sconforto o turbamento, solo in qualche momento mi ha fatto qualche allusione, allora l'ho aspettata al passo, le ho messo la mano sul collo e ha ripreso come se nulla fosse.
Su sito del prof. Satt c'è la tabella degli allenamenti della prossima settimana che non seguirò.

venerdì, febbraio 27, 2015

VCM la fase di rifinitura

Con l'arrivo di marzo comincia la fase finale della mia preparazione alla maratona di Vienna o VCM. Non che per me sia mai cominciata, ma siccome gli esperti non si stancano di ripetere che una maratona si corre più che altro con la testa, allora ho deciso di puntare tutto sull'approccio mentale tralasciando la fase della corsa. In un interessante colloquio con un compare di sauna, alla sua domanda di come mai portassi dietro la gamba un nastro azzurro ho risposto che è perché ho qualcosa che non quadra nella muscolatura e nel rispondere alla domanda se il sistema funzioni, gli ho risposto che forse aiuta a livello psicologico. La sua domanda non era disinteressata, infatti mi ha confermato che lui ha un problema al tendine d'Achille e, guarda la fatalità, dovuto alla corsa. La mia classica replica istintiva è stata che a guardare la TV questi dolori non vengono di sicuro. Divertito, ha spostato la discussione sui miei obbiettivi VCM e qui, di getto, ne ho sfoggiato uno bello nuovo, vale a dire quello di riuscire a partire. Non è molto difficile partire, mi ha fatto notare e infatti non lo è. Ma partire senza arrivare in fondo, non è un gran bel partire e il muro del trentacinquesimo chilometro è sempre lì che ti aspetta al varco pronto a farti saltare tutti i tuoi obbiettivi.
Ma se il mio obbiettivo l'ho già raggiunto al via, cosa può poi andarmi storto?

Ecco allora il mio allenamento mentale per la prossima settimana:
LU: visualizzare l'arrivo a piazza degli eroi a braccia alzate ignorando gli addetti che stanno già smontando il palco.
MA: guardare una partita classica di calcio austriaco su orf sport per abituarsi a passare i 90 minuti di totale apatia degli ultimi tre chilometri.
ME: cercare di metabolizzare il fatto di aver saltato la sessione del giorno prima perché orf sport non lo si riceve e l'aver guardato una replica radiofonica della Freccia Vallone del 1929 non ha lo stesso effetto apatico.
GI: studiare l'andatura dei camion delle nettezza urbana MA48. Cercare di capire come non farsi aspirare nel caso si dovesse lasciare il gruppetto finale strisciando per qualche chilometro.
VE: cercare una scusa plausibile alla Schettino nel caso si venga colti in flagrante mentre si sale sulla metro U1 per cercare di stare dentro le sei ore.
SA: risposo mentale rigenerante. Attività fisiche sono ammesse purché non sollecitino troppo i neuroni provati da una intensa settimana di allenamento mentale. Ideali le attività legate a telecomandi o pulsanti.
DO: simulazione di gara: sei ore di vaneggiamenti, tracotanza, alterigia e incontinenza senza mai, però, perdere di vista l'obbiettivo finale rimanendo fedeli alla propria strategia in un pragmatismo reale superiore.

domenica, febbraio 08, 2015

Allenamento settimanale

Come ogni settimana, ecco la tabella dei miei allenamenti settimanali in vista della mia prossima maratona di Vienna.
LU: 3h di focalizzazione sulla gara e arrivo a piazza degli eroi. Ignorare che i tram non circolano il giorno della gara.
MA: scaricare da youtube la cena di Gelindo Bordin quando ha dichiarato di rinunciare alla maratona di Barcellona per infortunio, che senza avrebbe vinto a mani basse un altro oro.
ME: 15 ripetute di telecomando usando il pollice destro e 15 col pollice sinistro. Tre minuti di riposo tra una ripetuta e l'altra con visita al frigorifero. Ritmo lento.
GI: 5h di sguardo perso nel vuoto.
VE: se ci si sente finalmente pronti, tentare di guardare una gara del mondiale di sci e magari provare anche a fare il tifo per l'azzurro Werner Heel (solo per il livello avanzato).
SA e DO: meritato riposo fai da te

Qualcuno può obiettare che, a 9 settimane dalla gara, mancano un po' le sessioni di corsa, ma per quelle c'è ancora tempo e la fretta è nemica della perfezione.
Non siamo neanche in aprile e il rischio di overtraining è sempre in agguato.

sabato, gennaio 31, 2015

VCM seconda settimana

Seconda ecografia
Dopo la prima settimana di preparazione alla maratona di Vienna, contatto di nuovo il prof. Satt per farmi stilare una tabella per la seconda settimana. Per motivi vari non sono riuscito a rispettare nessun punto del programma della prima settimana. Non fa nulla, mi ha detto Satt, c'è sempre qualche imprevisto e, comunque, il suo programma prevede sempre la possibilità di recuperare le sedute perse. Siccome non ho pagato la seconda rata settimanale, Satt mi ha detto che è stato un piacere lavorare con me e che sicuramente centrerò i miei obiettivi prefissati basta che mi alleni con metodo e costanza, di stare attento a quello che mangio, piuttosto che stare 15 ore seduto al computer meglio uscire qualche minuto all'aria aperta e per il futuro mi augura ogni bene.
E così, rimasto senza piano di allenamento mi risulta impossibile continuare la preparazione per il VCM, in quanto non posso avere la minima speranza di centrare i miei ambiziosi obbiettivi, vale a dire di arrivare al traguardo quando il primo avrà già fatto la doccia, avrà già mangiato e sarà sul CAT pronto per tornare nella sua Africa.
Così ho deciso di concentrarmi solo sull'Abbots Way che sarà il 25 aprile, due settimane dopo il VCM.
Nel frattempo sto anche pensando alla mia vita dopo che avrò finalmente smesso di correre (fra cent'anni!). Probabilmente mi dedicherò ai giochi a premi televisivi. Nella foto di questo post è raffigurato un bambino famoso all'inizio della sua radiosa vita. La domanda da 25 euro sarebbe: "Come si chiama il bambino?" A) Marco, B) Peter, C) Luz, D) Benjamin.







domenica, gennaio 25, 2015

Preparazione VCM

Salite ripide da evitare
Ho iniziato ufficialmente la mia preparazione alla maratona di Vienna del 12 aprile prossimo.
Finalmente ho il programma delle 11 settimane che mi separano alla gara con l'obbiettivo centrare il tempo 3h:19'. Per questo mi sono rivolto al Univ. Prof. Satt Von Langsam direttamente sul suo sito (da non confondere con la dieta). La peculiarità del suo programma è che è completamente personalizzabile, tiene conto del curriculum podistico, dell'età, del proprio stato di forma, del meteo e si adatta alle abitudini dell'atleta. La tabella pone un accento particolare alla rigenerazione, infatti prevede ben due giorni di attività alternative che servono ad evitare gli infortuni che inevitabilmente colpiscono quelli che seguono un programma non scientifico o troppo intenso.  Non è naturalmente un programma per tutti, ma quelli che sono riusciti a completarlo, hanno centrato l'obbiettivo preposto al 75% (3 su 4, valore interpolato sull'unico partecipante, che però ha fallito, dove si da per scontato che almeno altri tre atleti riescano a centrare l'obbiettivo per la veridicità della tabellina del nove).

Prima settimana
LU: riposo o 3h di palestra
MA: 12 x 1000 ai 3:45', fondamentale non camminare tra una ripetuta e l'altra.
ME: 23km easy in 1h:50'
GI: ritmo gara, 20km ai 4':44"
VE: uscita alternativa in bici tranquilla da 130km, fondamentale evitare assolutamente le salite.
SA: 20min risc ai 4':50", poi 20x sprint in salita da 200m con pendenza non superiore al 38%
DO: lungo  lento 2 o 3 secondi sotto il ritmo gara, 34km, fondamentale tenere il ritmo lento senza mai superarlo.

Una volta letto il programma della prima settimana mi è sorto un dubbio, che ho cercato di risolvere con la chat del professore. Come mai il lunedì è riposo? Non ho ancora cominciato e già devo stare fermo, ma questo non ho avuto il coraggio di chiederglielo.
Sulle ripetute ho chiesto al professore se 12 non erano troppe. Mi ha risposto che con sei, l'errore comune che fanno molti amatori, i risultati finali scendono del 25%, questo perché le sei ripetute non sono sufficientemente allenanti, specialmente per un atleta nell'autunno inoltrato della sua vita podistica.
Sul mercoledì "easy", facile, mi sembra che così facile non sia, visto che è molto vicino al ritmo gara. La risposta del prof è che sei secondi sopra il ritmo gara non possono che essere facili, altrimenti come potrei stare più di tre ore e un quarto in gara, se la metà del tempo corso più piano non fosse facile. Sul ritmo gara del giovedì c'è poco da dire anche se venti chilometri non sono bruscolini, ma sono una scoreggia (Furz è la parola tedesca che ha usato) in una battuta del simpatico prof. Satt.
Sull'uscita in bici del giorno dopo, si è raccomandato ancora di più di evitare le salite, perché sollecitano troppo la muscolatura delle gambe. Sul fatto che in gennaio per fare 130 km in bici debba chiedere un giorno di ferie e mettere su le chiodate non mi ha neanche risposto, è bastata la sua emotion icon che non posso riportare perché qui leggono anche dei minorenni.
Non mi era molto chiaro anche il programma del sabato, ma il prof Satt ha detto solo che la salite vanno scelte corte e a piacere, l'importante è che la pendenza sia sotto il 38%, questo perché da uno studio danese sulle corse in montagna è emerso che correre in salita fa perdere velocità, ma siccome i danesi di montagna non sanno nulla e i lati dei cavalcavia dove hanno fatto lo studio avevano quella pendenza, ha messo proprio quel limite.
Sul lungo lento della domenica ho chiesto se non voleva scrivere 20 o 30 secondi anziché due o tre. Mi ha risposto che già tre secondi era per venire incontro agli atleti del mio calibro, sempre che al mio livello si possa ancora parlare di atleti, ma poi ha continuato dicendo che quando uno arriva un'ora e un quarto dopo il primo, anche stare mezzo minuto sotto il ritmo gara delle 3h:19' sarebbe un ritmo lento, almeno come l'intende lui, che ai suoi tempi anche il più sfigato dei maratoneti correva sotto le tre ore, che non ci sono più i giovani di una volta e che oggigiorno abbiamo assunto uno stile discutibile, vogliamo tutto facile, con il cibo sempre più contaminato, la crisi continua, il sovrappeso dilagante, l'euro e il burnout generale, che ha assunto ormai dimensioni da Armageddon anche per chi non fa altro che pigiare tasti. Così il prof Satt non può fare altro, purtroppo, che adattarsi ai ritmi mediocri che vanno ora di moda, altrimenti potrebbe smettere subito di stilare programmi di allenamento, che poi con internet e whatsapp nessuno ha più ritegno nel pubblicarne di nuovi, che con il metodo scientifico non hanno più nulla a che fare e alla fine ne fanno le spese i poveri padri di famiglia. Padri che un bel giorno si svegliano e decidono che devono correre la maratona sotto le tre ore e venti e dopo due uscite sono già dallo psicoanalista perché corrono e non raggiungono gli obbiettivi e alla quarta sono dall'ortopedico perché hanno cercato di recuperare nella notte la sessione persa per andare dallo psicoanalista.
E allora vai di tabella del prof. Satt, almeno per questa settimana, per la successiva servono altri ottanta euro.



domenica, gennaio 18, 2015

Programma stagionale

Ormai ho quasi del tutto definito la mia stagione 2015. Non sarà molto diversa da quella appena passata con un peso ancora più marcato sulle gare con chilometraggio a tre cifre.
Il 12 aprile sono iscritto alla maratona di Vienna alla quale mi piacerebbe parteciparvi con una preparazione senza intoppi. Il 25 aprile sarò poi al via a Bobbio (PC) per la mia prima partecipazione all'Abbots Way ultra trail. Il 20 giugno, invece, sarò al via a Salisburgo per la Mozart100, o quest'anno o mai più. Il 1 agosto sarò ai nastri di partenza, per la terza volta consecutiva, al dirndltalextrem una gara alla quale faccio fatica a rinunciare.

Queste sono le gare alle quali sono già iscritto. Non ancora iscritto, ma già nella testa da tempo è la mia seconda partecipazione all'MMT 100, aspetto solo che aprano le iscrizioni. Per finire, il 31 ottobre sarà veramente difficile rinunciare alla seconda edizione del Wien Rundumadum, un ultra trail che mi passa davanti a casa.

martedì, gennaio 06, 2015

Nuovi propositi per il 2015

Sebbene la mia nuova stagione podistica sia iniziata da qualche settimana, non si può negare il fatto che il nuovo anno 2015 sia appena iniziato. Questi passaggi temporali forzati ultimamente non mi entusiasmano un granché, in quanto, volente o nolente, in determinati giorni, di solito verso la fine di dicembre e inizio gennaio, devo comportarmi in un certo modo, come per esempio sedermi a tavola invece di andare in ufficio, impostare aggeggi sempre più smart che inviano e ricevono auguri per tutte le occasioni e sopratutto non fare quello ho fatto in tutti i mesi precedenti.
Lo stesso, però, ci sono attività piacevoli legate al cambio di calendario. Per esempio la corsa di San Silvestro a Vienna, dove anche quest'anno non ce l'ho fatta a non iscrivermi e a non parteciparvi  per la sesta volta consecutiva. Non sono andato bene come l'anno scorso, ma neanche male come quando non vi partecipavo.
L'altra attività gradevole legata al nuovo anno è quella di stilare un elenco con i buoni proposti per il 2015. Tipo iniziare a fumare, smettere di andare al lavoro in bici, smettere di correre, guardare più tv, navigare sempre più in internet comprando finalmente uno smartphone e un tablet, cercare di mettere su lo stomaco da bevitore, leggere meno libri e più stampa gratuita e fare qualche puntata giornaliera alle slot machine o perlomeno qualche giocata al lotto. Tutto questo per poi avere, finalmente, all'alba del 2016 qualcosa di preciso su cui puntare.  Il bello, o il tragico, è che quando tutte le attività che ho elencato prima le faccio e poi smetto di farle, la mia persona, purtroppo, non cambia di una virgola. Per questo la vera fregatura dei buoni propositi è quella di realizzarli, perché poi crolla tutto il castello e la vita continua come prima con l'aggravante di non avere neanche più i buoni propositi irrealizzati come alibi.
Per chi come me non si lascia intimorire dai trabocchetti nascosti e vuole fare le cose a modo, ed entro nel dettaglio della maratona di Vienna 2015, può imitarmi mettendo la firma e la controfirma su questo contratto, che ha lo scopo di assicurare ben tre obbiettivi in un colpo solo, la vera garanzia di un buon proposito D.O.C.
Arrivo Silversterlauf 2014