martedì, luglio 12, 2016

Maratona delle notti bianche San Pietroburgo

Edi, Kauko e Igor al traguardo
Alla quarta settimana di gare consecutive, mi sono concesso la partecipazione alla maratona delle notti bianche nella città di San Pietroburgo in Russia. L'occasione è stata quella di festeggiare il cinquantesimo compleanno del mio amico Edi con una maratona un po' fuori mano.
Con un tempo di 5h:51':04" abbiamo terminato brillantemente anche questa maratona contrassegnata da un gran caldo.

Qualche nota sulla logistica della gara

Ho organizzato la maratona per conto mio, senza appoggiarmi a nessuna agenzia, anche se mi sono aggregato al gruppo del mio amico Edi. La parte più complicata è stato il visto. Un visto che ho ottenuto direttamente all'ambasciata russa di Vienna. Per il visto russo a Vienna da italiano, occorre un Meldezettel non più vecchio di sei mesi. Senza Meldezettel, l'ambasciata di riferimento è quella di Roma, non quella russa a Vienna. Per prima cosa ho prenotato l'albergo (hotel Moscowa) con booking.com, così ho ottenuto l'invito per il soggiorno, invito che ho pagato 700 rubli extra.
Poi, siccome non ho altre assicurazioni sul viaggio tipo quelle che offrono le carte di credito, ho stipulato un'assicurazione extra da 10 euro per quattro giorni con la compagnia Uniqa. La sanità austriaca non era sufficiente. Con questi documenti ho compilato la domanda del visto online, rispondendo a tutte le domande e poi stampato il risultato. Poi vi ho incollato sopra una mia foto recente valida per il passaporto. Ho anche compilato un foglio in word (russo-inglese) trovato online con sopra le estremità della mia assicurazione del viaggio. Poi ho prenotato online la visita al consolato russo di Vienna, dove poi mi sono recato con tutti gli incartamenti (meldezettel, richiesta visto con foto, invito hotel, foglio assicurazione, copia contratto assicurazione e passaporto). Il primo appuntamento disponibile in aprile era dopo sette giorni, ma a fine maggio era diventato di tre mesi.
Al consolato hanno controllato che avessi l'appuntamento, poi dopo aver pagato 35 euro con il bancomat (contanti non vengono accettati) e consegnato la documentazione sono tornato a casa senza passaporto. Dopo sette giorni sono ritornato al consolato per ritirare il mio passaporto con il visto.
Alla maratona mi sono iscritto dal sito ed è costata 20 euro e non era necessario presentare un certificato medico.
Dall'aeroporto di San Pietroburgo all'hotel ho preso un taxi con il mio amico Edi, che era già prenotato per lui, un servizio che offrono i pacchetti delle agenzie. Però è possibile senza grandi problemi prendere il bus fino alla stazione della metro e da lì arrivare fino all'hotel Moscowa passando dalla linea 2 alla 4. Le stazioni sono scritte in cirillico ma anche in inglese e non è difficile salire sul treno giusto. Per il biglietto metro singolo, lo si compra dallo sportello della stazione (gettone). Nelle macchinette si compra la scheda (60 rubli) vuota che poi va ricaricata sempre nella stessa macchinetta (5 corse 170 rubli). Il menu della macchinetta era anche in inglese e quindi utilizzabile, per chi come me, non conosce il russo. Al ritorno sono andato all'aeroporto con la metro e bus. Il biglietto del bus l'ho fatto direttamente sull'automezzo, come tutti gli altri passeggeri.
Al ritiro pettorale e alla partenza sono andato in metropolitana e non ho trovato difficoltà. Al ritiro pettorale, nell'Expo maratona, ho anche usufruito di un massaggio di un'ora a 800 rubli.
In gara, ai rifornimenti abbiamo trovato acqua in bottiglie da mezzo litro, qualche banana e pane nero. La medaglia è bella e dopo l'arrivo abbiamo ricevuto, oltre all'acqua, del tofu. Per 20 euro di iscrizione oltre alla maglietta, non ci si può aspettare grandi rinfreschi, ma tutto il blocco del traffico della città sono valsi molto di più del prezzo dell'iscrizione. Il chip del tempo era legato al pettorale, in alcuni tratti mi sono messo la maglia sopra la testa perché mi grattava troppo, ma poi dopo una settimana mi sono trovato squalificato nella classifica ufficiale. Probabilmente il chip non ha segnato il tempo nel passaggio alla mezza o il pettorale non era sempre visibile.
Il percorso della gara è molto scorrevole, passa vicino a molti punti turistici ma il problema quest'anno è stato il gran caldo. In più le splendide notti bianche pregara non garantiscono molto riposo. Per me è una competizione per ammirare la città.

Per chi non è mai stato a S. Peitroburgo, penso che un pacchetto organizzato sia il modo migliore per partecipare alla maratona delle notti bianche. Per quelli come me, invece, che hanno già visitato le classiche attrazioni turistiche della città, magari il viaggio organizzato in proprio offre la possibilità di vedere attrazioni alternative, come una visita sui tetti dei palazzi o il museo di Dostojewski.


Al ristoro


Sulla nevsky prospekt
Al traguardo


martedì, giugno 28, 2016

Veitsch 2016

In azione sul Teufelsteig
Come lo scorso anno sono qui sulla frontiera del monte Veitsch per completare l'abbinata Mozart -Veitsch in una settimana. Questa volta ho delle sensazioni migliori, anche se i problemi che ho avuto a Salisburgo alla gamba sinistra non sono del tutto scomparsi. Con Michele arriviamo in tempo per ritirare il pettorale e scattare una foto prima della partenza. Quest'anno è la trentesima edizione della gara e i partecipanti sono numerosi. Con un sole quasi prepotente partiamo alle nove in punto, il mio obbiettivo di giornata è quello, oltre  terminare la gara di 54km e 2200 metri di dislivello, quello di correre più possibile in salita. Nella prima sezione mi riesce a meraviglia, ma alle prime discese comincia a darmi fastidio qualcosa nella coscia posteriore, è il riaffiorare dei problemi sentiti la settimana scorsa a Salisburgo.
Al primo passaggio di consegna della staffetta mi ritrovo con un ottimo tempo intermedio ma con le gambe usurate. Così cambio strategia e da qui in avanti cerco di prenderla comoda, ma il dolore diventa sempre più insopportabile. Sul plateau del monte Veitsch la crisi diventa preoccupante, mentre la corsa è solo un bel ricordo, anche il passo diventa problematico con numerosi inciampi e la difficoltà di alzare la gamba sinistra. Mi chiedo se valga ancora la pena continuare, se sia arrivato finalmente il momento di accettare il primo DNF della carriera. Con uno degli ultimi tempi intermedi di sezione, arrivo al secondo passaggio di consegne della staffetta, il posto adatto per staccare il pettorale dalla maglia.Qui sorprendentemente ritrovo la compagnia di Michele, dove anche il suo trail di Zugspitz  della settimana scorsa non sembra così ben digerito.
Nel terzo e ultimo tratto il tipo di terreno cambia e così provo a continuare. In effetti la discesa nel bosco su terreno morbido non è dolorosa e  ritrovo fiducia. Che però i problemi non siano svaniti nel nulla, me ne rendo conto quando mi trovo sul piano delle forestali, ma ormai non vedo più nessun ostacolo per raggiungere il traguardo. Traguardo che taglio in solitaria dopo 6h:48' con grandissima gioia e per la prima volta mi sento di baciare il terreno dell'arrivo.  La classifica finale si trova qui.

In difficoltà
Pronti per partire

domenica, giugno 19, 2016

Mozart 100

Al secondo ristoro
Era da un po' di tempo che aspettavo quest'appuntamento per la mia seconda presenza a Salisburgo per partecipare alla Mozart 100, quest'anno con un tracciato leggermente modificato rispetto allo scorso anno, un po' più lungo e duro. Per l'occasione ho sfoggiato il mio nuovo vestiario, acquistato apposta (attenzione, non rientra nel materiale obbligatorio) per partecipare alla gara nella città di Mozart, una sorta di copia del vestito tradizionale ma di un materiale adatto alla corsa.
Quest'anno il meteo è stato molto differente, con uno splendido sole che nel pomeriggio ha lasciato spazio ad un piccolo temporale, ma niente di paragonabile al diluvio dello scorso anno. Tra le chiacchiere tra i soliti ultras e foto, è arrivata in un attimo l'ora di partire, le cinque del mattino, per i classici due giri nei dintorni delle città, con un totale di 104km e 3000 metri di dislivello positivi.
Quest'anno ho scelto una tattica molto semplice a livello teorico, vale a dire correre su ogni salita e andare tranquillo del mio passo in pianura e discesa. Già dall'inizio mi sono sorpreso della facilità di corsa in salita, mentre sono rimasto un po' perplesso sul mio ritmo sulle strade asfaltate pianeggianti. In ogni modo, la parte nuova del percorso, un misto di sentieri abbastanza impegnativi, mi ha entusiasmato. Forse un po' troppo, perché il quadricipite posteriore sinistro si è malmesso, un infortunio che conoscevo solo nei miei trascorsi calcistici. In ogni modo il primo giro l'ho concluso con un buon ritmo e magari un po' troppo brillante, anche se per due volte ho sbagliato strada per aver interpretato male i segnali (tre frecce nella direzione giusta e una in quella sbagliata, ho visto solo quella; una freccia che indicava dritto, l'ho interpretata come andare su in alto).
Nel secondo e più impegnativo giro, teoricamente si trattava di ripetere lo stesso ritmo, cosa che mi è accaduta fino ad un certo punto. Il sole e muscolatura hanno cominciato a farsi sentire, ma pensare di farsi più di dodici ore di corsa senza problemi è un po' come chiedere la luna. Così, al primo incontro ravvicinato con il lago Fuschl, quasi tutte le salite lasciate alle spalle, non ho resistito alla tentazione ed ho fatto un bel bagno rinfrescante. Esperienza che mi ha rimesso in carreggiata, bissata pochi chilometri dopo al ristoro della cittadina Fuschl am See.
Col secondo passaggio al circuito automobilistico è arrivato un temporale, il quale mi aspettavo più rinfrescante, invece, oltre a rendere l'asfalto viscido, mi ha creato qualche problema respiratorio. All'ultimo ristoro alle porte della città sono arrivato bello cotto, ma carico di speranze in quanto il percorso era ormai abbastanza agevole. Invece, appena uscito dal ristoro, non sono più riuscito a correre, almeno fino a quando i gels presi per disperazione non hanno cominciato a fare effetto. Così, sui ripidi gradini della montagna cittadina a due km dal traguardo,  ho provato ad andare a tutta, compreso un paio di scivolate sulla scalinata della discesa finale. Sforzo che a grandi linee ha avuto la stessa utilità della crema solare per i cani.
Comunque nel centro storico di Salisburgo ho poi avuto il tempo per tornare ad un ritmo ragionevole, salutare personalmente almeno due terzi dei turisti in piazza e tagliare il traguardo prima che iniziasse la seconda partita dell'Europeo di giornata.
12h:34' il tempo che ho impiegato per la 22-ema posizione generale, subito immortalato da una bella foto con tanto di cornice che è stato il regalo, oltre alla medaglia, per tutti i finisher. La classifica finale si trova qui.

Per concludere. Alla fine non ho potuto non ringraziare gli organizzatori della Mozart100 che hanno tolto, seppure per un giorno, il centro storico di una città come Salisburgo ai turisti per consegnarlo nelle mani di corridori ultra, che magari sono abituati ad andare nei posti più improbabili per trovare un po' di tranquillità in mezzo la natura o passare qualche ora girando intorno.


Incitamento personale per attraversare la strada

Punzonatura





giovedì, giugno 09, 2016

Mozart100 pronti al via

Dalla pagina FB Mozart100
Tutto è quasi pronto per la mia seconda partecipazione alla Mozart100, in quei di Salisburgo, il prossimo 18 giugno.

Per scaldare i motori, ho scelto una breve gara di rifinitura a Siegenfeld per il tradizionale Wappenlauf.
Gara che si è allungata rispetto agli anni scorsi e che quest'anno ha presentato l'insidia del terreno bagnato.
Ho provato il nuovo abbigliamento in versione Mozart e con una 27-ema posizione finale in 51':28" posso dire che tutto è ormai pronto per Salisburgo.

Sul Wappenlauf

lunedì, maggio 30, 2016

Trail del salame

Appena partiti

Domenica 29 maggio, approfittando di un allungo di una mia breve visita in Italia,  ho partecipato al Trail del salame, corsa in natura con partenza e arrivo a San Michele Tiorre nell'Appennino parmense. 36km con 1600 metri di dislivello positivi erano i dati salienti del percorso che ho scelto di disputare.

Alle otto e trenta siamo partiti sotto una leggera pioggerella, condizioni meteo che non mi hanno messo in allarme più di tanto. Dopo il passaggio attorno al primo castello, quello di Felino, ho dovuto invece constatare che ho sottovalutato la situazione, occhiali appannati e fango, che in alcuni tratti era davvero insidioso, mi hanno mostrato che avrei dovuto fare scelte diverse sulle scarpe e lenti. Però il bello della pioggia è che ha cancellato di colpo tutti i problemi respiratori che ho avuto nelle gare delle settimane scorse. Così, di ottimo umore, ho cercato un ritmo tranquillo ma costante, specialmente in salita. Il percorso è stato sempre vario, con la particolarità di essere spesso fuori dal bosco così da poter ammirare la bellezza dell'Appennino del quale sono sempre più fan. In alcuni tratti il fango era davvero insidioso e senza l'uso di corde appositamente collocate, non so come avrei fatto a salire.
La discesa su terreni scivolosi non è proprio il mio forte e nemmeno posso usare la scusa delle scarpe (vedi foto sotto), in quanto la seconda delle donne mi ha superato con estrema disinvoltura con le mie stesse calzature su tratti molto scivolosi. Ho provato anche un po' a tenere il suo ritmo, ma alla prima indecisione sono finito subito a terra. Così ho lasciato perdere la discesa e mi sono concentrato sulla corsa in salita, cercando di non usare mai il passo per quanto possibile. Tattica non del tutto strampalata che mi ha regalato un piazzamento nei primi trenta col tempo di 4h:08'. La classifica finale si trova qui.

Per concludere,  la levataccia della domenica mattina e il conseguente rientro a Vienna col treno notturno ne sono valsi la pena, il trail del salame è una gran bella gara con un'ottima organizzazione e uno splendido percorso.

Dormitina prima della partenza


Vista appannata

Scendere a razzo: a sinistra senza volo, a destra meglio dimenticare

A pochi chilometri dal traguardo
Una delle tante discese infangate




mercoledì, maggio 25, 2016

Berndorf Sunset Run per le 100 gare

Alla partenza
Dopo aver controllato la mia personale statistica di tutte le gare fin qui disputate, senza mai lasciare scampo al DNF, mi sono accorto che ormai ero in prossimità della centesima gara.
Così, per fare cento, ho preso la bicicletta e, dopo una bella scampagnata da quaranta chilometri attraverso le ciclabili delle terme, mi sono recato a Berndorf per disputare la mia terza Sunset run da 8.7km. Al via, ho ritrovato e salutato volti conosciuti per poi partire per i tre giri previsti. Il meteo era ottimo, ma non per il mio apparato respiratorio e dopo un buon primo giro, tosse e fitte allo stomaco mi hanno costretto a ridurre l'andatura terminando con grande affanno in 38':36" per la 42-ema posizione finale.
Il confronto con la mia prima apparizione è impietoso, anche se lo scorso anno ho fatto anche di peggio, ma è ormai evidente  che l'allergia alle graminacee mi causa una tosse fastidiosa con effetti negativi sulla prestazione.

La mia prossima gara sarà di nuovo in Italia, sull'Appennino Parmense, per il Trail del Salame, una gara per me inedita.


domenica, maggio 15, 2016

Velorun, debutto in una gara ciclistica

La partenza
Dopo aver concluso la mia seconda ultra annuale a tre cifre, ho deciso di concedermi uno svago in una gara ciclistica, specialità alla quale non avevo mai partecipato prima, se non in combinazione con la corsa.
Lo stimolo decisivo è stata la velorun a Baden, gara in linea di 37.4km con 400 metri D+, che si svolge in gran parte sulle strade che percorro quando di solito faccio un'uscita con la bici da corsa. In questo 2016 ho contato solo una uscita in bici da corsa, ma in quell'occasione ho testato gran parte della gara.
Al via ho cercato di tenere, per quanto possibile, una scia fattibile per le mie gambe e cercare di dare il meglio in salita, la parte centrale dove sono riuscito ad improvvisare meglio. Nella successiva discesa pedalabile, sapevo che sarebbero stati dolori, ma con il gioco delle scie sono riuscito a tenere il contatto con un gruppo che man mano aumentava di numero. Il finale è passato su un tracciato in mezzo a dei vigneti che proprio non conoscevo e con il fatto di voler stare coperto, mi sono trovato davanti improvvisamente l'arrivo, dove ho conseguito una buona 65-ema posizione in 1h:08', rimandando lo sprint finale al 2017. La classifica finale si trova qui.

Per concludere, la gara ciclistica mi è proprio piaciuta, c'è molta tattica e competizione, e su un percorso breve e ondulato, sono riuscito a nascondere molte lacune. Il prossimo anno mi piacerebbe essere di nuovo al via, magari con dei rapporti un po' più consoni ad un ciclista, per tenere il passo in pianura.

Così in scia che non mi si vede (terza posizione)

sabato, aprile 30, 2016

Abbots Way 2016

Partenza
Anche quest'anno non ho rinunciato alla classica "Via degli Abati" con partenza a Bobbio (Piacenza) e arrivo a Pontremoli, ultra trail giunto alla nona edizione che si svolge negli Appennini.
Come l'anno scorso ho scelto il treno per presentarmi alla partenza, quattordici ore di viaggio da Vienna, ma molto rilassanti. Col bus da Piacenza a Bobbio sono arrivato appena in tempo per il ritiro del pettorale e pasta party. Questa volta ho deciso di dormire in palestra, ma ho dimenticato il materassino e dormire è risultato ancora più difficoltoso. Prima di dormire, ho fatto una bella passeggiata lungo le splendide contrade di Bobbio, ho salutato l'organizzatore Elio e poi una visita al cinema  per vedere dopo tanto un film doppiato in italiano.
In palestra c'era un silenzio molto strano, probabilmente pochi sono riusciti a dormire, la gara del giorno successivo è impegnativa e il meteo sembrava orientato verso la pioggia.
Alle tre e cinquanta sono state accese le luci e con calma mi sono preparato per la corsa, 125 km con 5500 metri di dislivello positivo. Lo scorso anno sono andato molto bene fino a Borgotaro, ultimo check point, per poi piantarmi clamorosamente negli ultimi trentadue chilometri.
Il problema principale, come al VCM, è stata l'allergia ai pollini, dove anche a Bobbio erano presenti in massa causando una tosse fastidiosa e abbassamenti di voce.
Il via è stato dato dal sindaco in persona alle sei puntuali. La mia tattica è stata quella di partire molto prudente. In cima alla Sella dei Generali il tempo ha cominciato a piovigginare ed ho accusato una piccola crisi di fame, in quanto la mia colazione è stata troppo scarsa, un errore abbastanza grossolano. Ho rimediato nei generosi ristori successivi. A Farini sono rimasto impressionato dai cambiamenti causati dall'inondazione dello scorso anno, montagna franata, strada e case distrutte. Verso Bardi, ho continuato tranquillo con la stessa tattica iniziale, vale a dire passo tranquillo in salita, relax in discesa e corsa sui tratti in falso piano. Sul Monte Lama, il punto più alto della corsa a 1350metri, arriviamo in quattro e ci siamo concessi un selfie sotto la croce. Poi l'impegnativa discesa verso Bardi con la pioggia è stata insidiosa, ma quest'anno senza cadute.  A Bardi lo spettacolo del castello è stato impressionante e il ristoro non è stato da meno. Qui, visto che non smetteva di piovere, ho deciso di non cambiare nessun indumento. Una volta ripartito, dopo qualche chilometro il sole è uscito scacciando la pioggia, però il terreno è rimasto molto fangoso in salita. Verso Osacca un campanile mi ha indicato che rispetto allo scorso anno ero in ritardo di almeno un'ora, ma siccome non avevo nessun problema muscolare e la pioggia ha scacciato la tosse allergica, ho continuato con ottima fiducia. Al ristoro di Osacca gestito dagli alpini, riesco a farmi convincere a provare un the col gin per ripartire di slancio verso Borgotaro.
Durante la via ho acceso la lampada e una volta conclusa la temuta discesa ho aumentato il ritmo in pianura. Al ristoro sono arrivato verso le ventidue, ma le gambe andavano molto bene e dopo una breve sosta mi sono avviato verso la salita del passo Borgallo. La temperatura era gradevole, non c'era nebbia o vento e non pioveva. In cima mi sono scaldato un po' presso il fuoco acceso dai volontari ed ho affrontato i due chilometri in cresta in tranquillità. Quando è iniziata la discesa lungo un'ampia forestale, ho deciso di forzare il passo cercando di correre sempre fino all'ultimo ristoro di Cervara, situato a 13 km dall'arrivo. Un bel minestrone e sono ripartito motivato verso il traguardo. D'improvviso, in questo frangente, è iniziato a piovere a dirotto. La troppa acqua sugli occhiali senza visiera mi hanno limitato molto la vista. Allora, per non rischiare, ho continuato al passo fino alla parte asfaltata finale per arrivare fino a Pontremoli dove gli ultimi chilometri sembravano non finire mai, con l'arrivo che non mi aspettavo spostato in fondo alla città. Alle ore 4:39 di domenica, con tanto di medaglia al collo, ero un felice finisher di questo mio secondo Abbots Way, quasi due ore meglio dello scorso anno. Poi una meritata doccia e alle sette e quaranta ero già sul treno per il viaggio di ritorno a  Vienna, dove ho avuto la possibilità di scambiare le impressioni con altri corridori che anche loro stavano ritornando a casa.
Tempo impiegato 22h:39', 56-ema posizione finale con la classifica  che si trova qui.

Verso il monte Lama

Osacca

Un po' di Gin con gli alpini a Osacca


domenica, aprile 17, 2016

Prossimi appuntamenti

Il ponte di Bobbio (PC, Italia) - partenza
Archiviata la maratona viennese, qualche giorno di riposo prima riprendere il 23 aprile con l'Abbots Way, primo ultra trail stagionale, gara che ho già affrontato lo scorso anno. Come nella Vienna City Marathon, il problema principale è l'allergia ai pollini.

Poi qualche settimana per recuperare un po' le energie, magari con qualche gara breve (Sunset Run e Schöckel Classic?), per poter poi partecipare alla Mozart100 il 18 giugno. Due settimane dopo, invece, una piccola parentesi stradale a San Pietroburgo per la maratona delle notti bianche il 3 luglio, dove ho già completato l'iter burocratico per potervi partecipare.
 Il 5 agosto, poi, rotta su Davos dove debutterò in Svizzera nell'Iron Trail T201.

mercoledì, aprile 13, 2016

Vienna City Marathon 2016



Lungo la strada
Anche quest'anno ho portato a termine questa splendida maratona che attraversa il cuore della mia città, Vienna. È stata una gara dai diversi risvolti, un po' come quelle prelibate pietanze asiatiche che mescolano il dolce e l'amaro. Dolce perché è stata una manifestazione vissuta a pieno in tutti questi mesi fatti di allenamenti, pochi, e di post su questo blog, tanti. Il week-end della gara è stato notevole, venerdì al ritiro del pettorale con passaggio sul palco degli eventi, sabato il Kaiser-schmarr party nella splendida sala del municipio e infine domenica la gara. Amaro, invece, perché la gara vera e propria non è andata come me l'ero immaginata. Non è stato tanto per il tempo finale, un 3h:32' che è la mia seconda migliore maratona primaverile, ma  come si è evoluta. Una partenza con qualche apprensione, visto un fastidio muscolare alla coscia ereditato dall'ultima uscita pregara, fastidio poi sparito nel nulla dopo la partenza e mai più tornato. Una volta partito e lasciato volar via il mio socio Michele, i primi chilometri sono scorsi senza problemi. Ogni tanto mi raggiungeva il pacer delle 3h:30', ma lo staccavo subito. Dopo la mezza, ho poi provato un piccola progressione che però si è infranta verso il trentesimo chilometro quando i miei polpacci si sono cementati. Ho tenuto un po' fino al passaggio davanti al locale del mio club, il  Schuttel con tanto di fans al km 38, per poi andare in modalità passerella per tutto il Ring fino al traguardo, che quest'anno non era più nella piazza degli eroi, ma davanti al Burg-Theater.
Non sono riuscito bene a capire il perché i polpacci abbiano ceduto in quel modo, ma probabilmente l'aria satura di pollini degli ultimi dieci giorni pregara è stata micidiale. Oppure una preparazione troppo blanda e spesso lontano dall'asfalto, o le scarpe troppo diverse e secche dalle super ammortizzate che sono abituato ad usare negli ultimi mesi.  Chissà.

Fatto sta che sono già iscritto per l'edizione 2017, dove non mancherò di raggiungere i miei obbiettivi.


Attapirato

Arrivo

Con la medaglia


domenica, aprile 03, 2016

Fischamend, 10km prima del VCM

All'aeroporto in bici
Ad una settimana dalla maratona di Vienna, ho scelto di tornare a gareggiare in una gara di dieci chilometri a Fischamend, paese attaccato all'aeroporto viennese. È una gara su di un circuito un po' anomalo, dove oltre a piccoli saliscendi si entra anche in un bosco sterrato per poi affrontare le strade asfaltate.
Per l'occasione ho voluto testare la ciclabile che da casa mia passa in mezzo all'aeroporto, prima di arrivare alla partenza. Così ho potuto studiare bene questa variante, vale a dire poter andare a prendere l'aereo in bici, senza dover fare code in auto e un mutuo per lasciarla in un posteggio o aspettare treni che arrivano col contagocce.
La gara è stata molto dura, non solo per il percorso nervoso e il vento forte, ma sopratutto per i pollini  delle betulle che mi hanno messo in uno stato di influenza apparente. In questi casi scelgo comunque  di correre, in quanto il sistema immunitario cala le difese e mi da' un po' di sollievo, lo stesso principio che hanno le pastiglie antistaminiche che mi tocca prendere.

Il bello della gara, però, è stato il suo andamento, una delle rare volte dove la mia gara è diventata tattica. Nel piccolo gruppo che si è formato, nei pezzi controvento nessuno voleva tirare, così ho corso a strappi nei tratti più duri, per poi rallentare nei tratti facili con un tira e molla fino al traguardo. Nell'ultimo tratto, ho ignorato uno sprint lunghissimo lanciato da un giovane corridore, che mai avrei detto che sarebbe arrivato in fondo, ma a volte la vista del traguardo cancella tutti gli acciacchi e regala energie inaspettate vanificando la mia rimonta. 23-ema posizione finale col tempo di 42':30", un po' più alto rispetto alle altre volte, ma anche il libro del bravo maratoneta dice che non ci si deve aspettare un record nei diecimila ad una settimana dalla maratona.

Ecco la mia preparazione in vista del VCM finisce qui e ormai mi manca pochissimo per centrare l'obiettivo, che inseguo da anni, vale a dire quello di arrivare alla partenza senza infortuni. Il resto è surplace.


domenica, marzo 20, 2016

Cross Böhmische Prater

La partenza
Dopo due anni di astinenza, sabato pomeriggio sono tornato ad affrontare la gara di cross al Böhmische Prater, in pratica il percorso di casa. Il circuito è rimasto sempre quello così come l'organizzatore Walter, ormai una leggenda nel mondo della corsa. Siamo partiti in una trentina per affrontare i cinque chilometri scarsi previsti, sei giri, con salita, discesa e single track reso agibile all'ultimo secondo. Finalmente ho trovato un'ottima partenza, fondamentale in una gara così breve con rischio di imbottigliamento, rimanendo anche concentrato sul numero dei giri. Così ho finito in tranquillità all'ottavo posto in 18':40", con un'escursione fuori programma sul podio di categoria M40, il riconoscimento per aver scelto una gara con pochi concorrenti.
Una gara che non mi dice nulla sulla mia condizione in vista della maratona di Vienna, mentre mi allontana decisamente dal mio piano B, il maratona burnout.
Mancano ancora tre settimane al VCM.

Ristoro finale self service


Podio categoria M40

domenica, marzo 13, 2016

Punto della situazione

A quattro settimane dalla maratona di Vienna, posso dire di essere abbastanza lontano dal mio nuovo obbiettivo, che ho definito nello scorso post. Non che il tempo manchi, ma la settimana appena trascorsa mi ha fatto capire che centrare un burnout non è così semplice. Fatto sta che le gambe continuano ad andare avanti anche dopo sedute scriteriate.
Sempre alla ricerca di un tabella che faccia al mio caso, mi sono imbattuto, finalmente, in un testo  utile alla mia preparazione. Ha poco a che fare con la corsa, infatti è un libro sulla carambola a tre sponde, ma la parte che riguarda la preparazione mentale è molto interessante e decisamente migliore rispetto ai libri sulla corsa, sempre che in quest'ultimi l'atteggiamento mentale venga citato.
Magari anche a ragione, in fondo, per una maratoneta del mio livello, basta decidere il tempo finale della gara, allenarsi per quello e in gara accendere il tempomat sperando di tagliare il traguardo nel tempo prefissato senza tante paranoie.

Prossimo appuntamento, prima della maratona di Vienna, gara di cross al Böhmische Prater.

domenica, marzo 06, 2016

Maratona burnout

- Può essere che abbia un burnout?
- Perché, non si vede?
La mia preparazione alla maratona Vienna, quella che non mi può far mancare i miei obbiettivi,  è giunta ad un binario morto. Non solo è rimasta indefinita su questo blog, ma è sfociata nel cosiddetto "maratona burnout". Per quelli come me che non ne conoscono il termine, ecco una breve spiegazione. Il maratona burnout è quello stato in cui ci sente sfatti, svogliati, senza vitalità quando c'è da affrontare un allenamento. Negli stadi più gravi, come sembra essere il mio dopo aver risposto al questionario sul sito pain for everyone, si ha la percezione di un infortunio che poi in allenamento non sussiste, oppure è in un'altra parte del corpo. Per esempio un dolore al ginocchio a tavola, diventa una contrattura al polpaccio nella corsa e altri giochini simili.
Come abbia fatto a cadere in quest'errore da principiante non lo so dire, però mi è apparso subito chiaro dopo aver consultato uno dei tanti siti prescritti dalla ricetta di dr. google. Lo sappiamo come fa dr.google: si accende, si accenna il proprio problema e, dopo solo tre caratteri,  emette una ricetta fatta da una lista di siti da seguire secondo le dosi assegnate.

Già dalla prima consultazione mi è apparso subito tutto chiaro.
Come mai non mi sono mai portato un audiobooks durante la mie ultime uscite? Come mai non ho mai twittato ogni terzo passo? Come ho potuto evitare di non instagramizzare quando mi sono allacciato le scarpe? E i goodies dov'erano?

Errori fatali che mi sono costati il maratona burnout e fatto saltare tutti i miei obbiettivi dichiarati per la mia prossima gara viennese. Ma non mi sono scoraggiato. Ho già settato il mio obbiettivo per la maratona di Vienna 2017 e seguenti edizioni, vale a dire record personali ad ogni edizione. Per quella del 2016, invece, mi sembra che un maratona burnout sia già un buon risultato da cui partire e, anche se non l'ho dichiarato ufficialmente, è sempre stato il mio piano B fin da quando ero bambino.
"Hai fatto bene, il burnout a questo punto è l'obbiettivo più ragionevole" (75 mi piace), questo è stato il primo dei tanti commenti a caldo sulla mia lavagna personale. Commenti che mi hanno un po' commosso e incitato a non continuare, accontentandomi del piano B raggiunto.

In maratona burnout mi appresto ad affrontare le inutili 5 settimane di preparazione finali prima della gara.


venerdì, febbraio 19, 2016

Dialogo sulla maratona

A volte è tutto così semplice

Come nei titoli di testa del Film Fargo, "tratto da una storia vera", riporto uno stralcio di un'intervista avuta con un giornalista di una televisione nazionale. Intervista mai andata in onda per un disguido nei palinsesti, però sono riuscito lo stesso a riportarla su questo blog, in esclusiva, in quanto mi sono ricordato abbastanza bene le domande.

 - Quando hai cominciato a coltivare il sogno di correre la maratona di New York?
- Non  so dire il momento esatto, probabilmente quando ho varcato la soglia del bar con i soliti del giro del Campari che millantavano le difficoltà della salita a Montecavolo (maratona di Reggio Emilia ndr), mentre rai2 trasmetteva la maratona di NY in differita, con Pizzolato che la vinceva camminando."
- Quando riuscirai finalmente a coronare il sogno?
- Non saprei con precisione, mi sto preparando a modo, l'obbiettivo è chiaro, il piano d'attacco studiato nei minimi particolari, la mente vigile, ma mi manca ancora molto.
- Quanto?
- 3500 euro per l'iscrizione e viaggio, ma se tutto andrà come previsto, con un sistema di colletta planetario mascherato da accattonaggio elettronico, simile a quello degli sms per la pace, un'evasione fiscale mirata, ma a costo zero per lo stato, dovrei raccogliere i fondi necessari nell'arco dei prossimi decenni, forse solo anni. Vorrei ricordare, a chi volesse contribuire, che per ogni barile di Gatorade che poi consumerò in gara, la Gilda ha promesso che donerà un euro per salvare la foresta dagli orsi e viceversa.
- Nel frattempo allenamento?
Certamente, per esempio partecipando alla maratona di S.Pietroburgo, costa i suoi bei 1700 rubli, un numero che è solo la metà di 3500, o quasi, ma meglio iniziare piano e non ripetere l'errore di quelli che voglio tutto e subito.
- Dimmi, come sei arrivato alla corsa? Altri campioni alla tua età avevano già attaccato le scarpe al chiodo da tempo.
- Esatto, però quando per caso ho un letto un murales nel parco sotto casa, illuminato dalla luna, mentre facevo i miei soliti acquisti per tirarmi su di morale, con scritto: "Corri a NY se vuoi il paradiso", ecco allora ho deciso che non era poi così tardi per realizzare questo sogno. Poi ho scoperto, da quelli in fila davanti a me, che NY non era proprio New York, ma ormai il tarlo nella mia testa era partito.
- Qual è il tuo metodo?
Il mio metodo è quello di iniziare a correre, ma non è stato facile applicarlo. Ho visto persone simulare morti apparenti o provare farmaci che si trovano solo in cliniche Svizzere specializzate nell'eutanasia, solo per affrontare il famoso test del moribondo. C'è gente che riesce perfino a fare una previsione del tempo finale della gara, del passaggio alla mezza e del tempo del fine settimana a Rimini, solo guardano i lobi degli orecchi. Alcuni addirittura bendati. Un mondo, insomma, per gente iniziata nel quale è difficile entrare. Ma una volta entrati è poi difficile uscirne, in pratica impossibile, almeno senza aver prima distrutto la parte inferiore del proprio corpo, metabolizzato metà cervello in qualche lungo più lungo, oppure andando a NY distruggendo anche il conto in banca.
- Che consigli ti senti di dare, a chi vuole iniziare a correre?
A chi vuole iniziare a correre, consiglio di partire con calma, che una crisi sulla soglia dei quaranta è praticamente impossibile non trovarla. Alcuni devono aspettare fino ai cinquanta, ma arriva anche a loro. Poi basta frequentare dei coetanei e lì è impossibile non avere contatti col virus della corsa. Sto parlando di una generazione, che quando si guardava allo specchio vedeva "benvenuto nel mondo dell'Aids", che quando accendeva il PC era una pandemia e "I Love You" era molto di più di un semplice allegato email, una generazione nativa dei virus che sa il fatto suo.
In più, ora, con internet ci sono tutte le informazioni per partire: campioni, ex, della corsa e della tavola, maghi, fattucchieri, ciarlatani e rabdomanti (trovano l'acqua ai ristori), tutti hanno la ricetta giusta. Poi gli smart indispensabili di tutti i tipi: telefoni, orologi, frigoriferi, guardie giurate e mediche. Con l'App giusta, ma non voglio fare pubblicità a Runtastic, che oltretutto deve ancora pagarmi il click del banner che ho messo sul mio blog (ma iniziate pure a cliccarlo, credo ancora nell'onestà del mondo), è impossibile non raggiungere i traguardi prefissati.
Per ultimo, ma dovrebbe essere il primo, non dimenticherei la visita specialistica: a volte si riesce a  morire subito durante la prova del gradone invece di un anonimo infarto lungo la statale,  che magari viene scambiato per un incidente del solito pirata, vanificando il martirio. Ma è solo per pochi eletti.

domenica, febbraio 14, 2016

Numero attaccato alla maglia

Pettorale su motore ingolfato
Dopo molti mesi d'astinenza, finalmente,  sono tornato ad attaccare un numero di pettorale per partire in una gara corta. L'occasione è stata l'ultima gara stagionale della serie cross al centro d'atletica leggera viennese, serie che fino a qualche anno fa si chiamava Cricket Cross. Volevo ritrovare il ritmo in una gara veloce dopo le mancate partenze di dicembre e l'astinenza di gare piatte per tutto il resto del 2015, dove nell'unica gara dove sono partito, mi sono spaccato dopo pochi metri.
Interessate è stata la concomitanza della gara 2 VCM Serie, dove a pochi metri di distanza, centinaia di aspiranti maratoneti hanno provato le gambe sui percorsi della Prater Allee, o trovato la scusa decisiva per rimandare al 2017.
Al Cricket, invece,  siamo partiti solo in 15 e già dai primi metri, mi è subito parso che il non arrivare ultimo fosse un ottimo obbiettivo di giornata. I primi giri dei dieci complessivi, su percorso ondulato e campestre per un totale di 9350m, li ho fatti col motore molto ingolfato e da fanalino di coda. Poi man mano che la gara è andata avanti, sono riuscito a recuperare tre posizioni finendo in tranquillità in 38':14", un tempo che non riesco a confrontare con quello delle passate edizioni in quanto il percorso è cambiato. Certo sull'asfalto è molto diverso, ma ho ancora 8 settimane nelle quali posso sperare di trovare un ritmo maratona o, come per quelli che ho visto claudicanti, ma sereni, sui bordi della Prater Allee, un infortunio liberatorio. Come? Con quale piano? La risposta, ultima e definitiva, nel prossimo post.

venerdì, febbraio 05, 2016

94 percento

Jung
Com'è andata la prima settimana di allenamenti con l'App? Ah, non molto bene credo, l'App sul mio fidato Nokia non è che funzioni a meraviglia e per andare su Facebook, con mezza città in settimana bianca, alla fine non mi ha seguito nessuno.
Non è comunque un gran problema visto che le gambe girano bene, ma il mio piano per raggiungere l'obbiettivo della maratona di Vienna (VCM) rimane indefinito. E il tempo stringe, c'è gente che è già dall'ortopedico con pettorale su ebay a un euro e scarpe in omaggio.

Nel frattempo studiando diverse alternative, mi ha impressionato un dato, che è anche il titolo del post, quello del 94 percento. Non è la frequenza cardiaca riferita al polso massimo per correre una maratona ed ottenere una morte sicura al km 35. Ma la percentuale di abbandoni dei giovani corridori quando, dopo alcune stagioni nelle categorie giovanili, arrivano vicino alla maturità.
Se ci fosse un meccanismo che mi riportasse a quando avevo diciotto anni, con queste percentuali, vorrebbe dire abbandono sicuro della carriera podistica. Ma purtroppo questo meccanismo non esiste e da bravo corridore da mezza età, con o senza crisi, coi vent'anni  passati da un pezzo, anche l'abbandono rimane un privilegio lasciato ai giovani.

Con lo spirito, che in questo senso è rimasto giovane al 94%, mi appresto ad affrontare una nuova settimana di allenamenti in vista VCM.


domenica, gennaio 31, 2016

Tabella, tabella e tabella

I tempi cambiano, per i numeri ci vuole un'App
Il bravo podista da crisi di mezz'età, categoria della quale non mi sento più d'appartenere per il superamento della mezza età, in questa fase dell'anno è già in una fase ben definita.  O ha appena contribuito alla lucentezza del camino, buttandoci dentro un paio di scarpe nuove  e aspetta senza spasimi la ripresa imminente della Champions League. O si trova all'inizio di una tabella d'allenamenti, che lo porterà alla maratona di primavera in perfette condizioni per raggiungere i propri obbiettivi, salvo ragionevoli imprevisti. Tipo in gara ho strisciato per 5 km sui gomiti alla Di Caprio in Revenant, ma poi la ragione ha prevalso e mi sono ritirato al km 6. E altre ragioni ragionevolmente simili.

Per quanto mi riguarda, il sogno di appartenere alla prima categoria l'ho ormai sotterrato da tempo. Così non mi rimane altro che consolarmi, ancora una vola, con la seconda categoria.
Parto allora, come da manuale, con la scelta dei miei obbiettivi.  Risposta facile, record personale alla prossima maratona di Vienna. In secondi, minuti e ore, vorrebbe dire un tempo con 3, un 1 e le altre cifre mancanti a piacere che lascio scegliere alla Gloria.  Potrei mettere l'obbiettivo dentro alla casella di Prof. google e prendere uno dei 131000 risultati. Ma non vorrei ripetere gli errori degli scorsi anni, così decido di affidarmi alla strategia che adottano i nativi degli smartphone e social media, vale a dire quella di scaricarmi un'App adeguata allo scopo.
Un'App che avrà il compito di tenermi motivato durante gli allenamenti, che ne registrerà ogni parametro e che non mancherà di farlo sapere a tutti social network, che già sono  in fibrillazione con il loro feedback tutto cool e mi piace. Già, ma quale App? Se i produttori di Runtastic mi avessero dato un obolo, potrei citarli disinteressatamente, in perfetto stile internet dove tutto è trasparente e al servizio del lettore.
Invece dico che ho trovato l'App in questione, ho messo dentro tutti i parametri richiesti e alla fine l'App ha sentenziato la famosa tabella, che ho cominciato a seguire immediatamente.

Se vuoi conoscere la mia tabella di preparazione, quando ci sarà la fine dell'Euro, la dissoluzione della Svizzera, il prossimo obbiettivo terroristico vicino a casa tua e altre catastrofi, non devi fare altro che seguirmi, senza voglia o impegno, su Facebook.  

sabato, gennaio 23, 2016

Live Love Move

Gli organizzatori con la mascotte
Non ero solo venerdì 22 gennaio, quando alle 4:30 del mattino mi sono presentato al via per il giro da 120 km attorno al lago Neusiedel, la quinta edizione della 24h Burgenland Extreme Tour. Erano oltre mille e settecento gli iscritti e ad occhio ne sono rimasti ben pochi a casa a dormire. Avevo diverse opzioni per questo evento, la più gettonata era quella di non partire, perché la mia gamba non era a posto e i pochi allenamenti, frustranti. Oppure quella di usare la bici, visto che con quella non avevo fastidi. Alla fine ho scelto di partire coi comminatori, il gruppo più numeroso, per non perdermi l'atmosfera di un evento con una partecipazione, per essere un evento ultra, davvero inusuale in Austria. L'ostacolo più grande è stata la temperatura, che all'inizio era negativa a doppia cifra e mi ha causato non poche difficoltà. Dopo l'alba spettacolare, mi sono accorto che la marcia non era nel mio repertorio, troppo lento e i tentativi di tenere il passo degli altri mi costavano più energie di quelle che avrei speso nella corsa. Così, dopo aver assaporato un ottimo gulasch in territorio ungherese e sbrinato la mia borraccia, ho deciso di passare alla corsa e vedere cosa sarebbe successo. Il solito fastidio al polpaccio non ha aspettato molto a presentarsi, lasciando poco spazio alle speranze di poter ritornare a Oggau, sede di arrivo e partenza, con la sola forza delle mie gambe. Ma a volte quello che appare non sempre diventa e, con l'alternanza del passo e il passare delle ore, il dolore ha capito che non era giornata  e si è ritirato in un dignitoso silenzio. Così dopo la partenza su strade innevate, l'alba da cartolina dietro al lago, mi sono ritrovato finalmente a correre, di ottimo umore, sotto uno splendido sole. Il paesaggio del lago completamente ghiacciato, che è anche un parco nazionale,  è stato favoloso, così come inaspettato è stato il passaggio di un aereo, in perfetto stile riviera adriatica, con attaccato lo striscione del motto del tour:  "Live Love Move". Ogni tanto ho dovuto accorciare il passo, ma col trascorrere dei chilometri, la fiducia e la corsa non mi hanno più abbandonato. Non mi sono quasi perso neanche un ristoro, che poi erano un mix di stazioni classiche da evento podistico, alternati a ristoranti dove si consumava alla carta con trattamento privilegiato. Con l'arrivo della notte sono tornate le temperature rigide e lo sbalzo negativo di una decina di gradi nel giro di pochi minuti mi ha messo un po' in difficoltà, dove non riuscivo più a respirare bene. L'arrivo finale a Oggau, per ora di cena, è stato molto bello, con tanto di foto sul divano nel gazebo davanti al municipio e orologio analogico sullo sfondo che segnava l'ora, nel mio caso circa le otto e un quarto. Dal sito dell'evento ho poi appreso, che sullo stesso divano si sono seduti un buon mezzo migliaio di persone nell'arco di trenta ore, quando anche l'ultimo camminatore è ritornato a Oggau.

Per concludere, Burgerland Extreme Tour 24 è un'ultra molto particolare, non esiste classifica, il tempo finale è a discapito dei partecipanti, un numero incredibile di iscritti e non c'è nessun obbligo di arrivare chissà dove. È una gita, gara e pellegrinaggio, a piedi attorno al lago Neusiedlersee, in condizioni climatiche che possono essere anche proibitive, conditi da una grande ospitalità della gente della regione. Live Love Move.

Alba sul lago


Più o meno a metà strada

Ancora molto coperto



Live Love Move
Finisher


sabato, gennaio 16, 2016

Pochi giorni per il mio primo (extreme) tour del 2016

Percorso attorno al lago
È arrivato il momento di tornare, gambe permettendo, ad allacciarmi le scarpe da corsa. L'occasione l'avrò tra qualche giorno a Oggau, per il Burgerland Extreme Tour con partenza venerdì mattina 22 gennaio alle ore 4:30. Un incredibile numero di iscritti, più di 1500, che come me affronteranno il giro da 120 km attorno al lago Neusiedlersee per "pedes".
Sono molto curioso di conoscere questa particolare manifestazione, che non cronometra e stila una classifica finale, ma consegna una medaglia a tutti i finisher e un bel pacco gara a tutti i partenti.



sabato, gennaio 09, 2016

2016

Fonte di ispirazione
Ho terminato il 2015 come l'avevo iniziato, vale a dire con un infortunio. Niente di particolare, ma è accaduto mentre ritiravo il pettorale della tradizionale corsa di San Silvestro e così per la prima volta dal 2009, non ho potuto partecipare alla corsa attorno al Ring viennese. Strano dicembre, ero iscritto a due gare brevi ed ho collezionato due DNS. Ma il 2016 è già iniziato e  sembra già tutto nuovo. Nuovi propositi, nuovi allenamenti, nuove sfide e poi e poi.

Intanto che preparo le mie tabelle per la maratona di Vienna, mi lascio ispirare da Tommy Jaud. Non male quando suggerisce che una seduta di Netflix sostituisce una sessione di jogging. Oppure quando rivela che si consumano più calorie guardando la tv rispetto ad una corsa. Come? Con molto zapping e ripetute alzate dal divano per andare al frigorifero per prendere un'altra birra.
Temi che parzialmente ho anche riportato nel mio blog, ma era ora che qualcuno ci scrivesse un libro presentando veramente come stanno le cose.