domenica, gennaio 31, 2016

Tabella, tabella e tabella

I tempi cambiano, per i numeri ci vuole un'App
Il bravo podista da crisi di mezz'età, categoria della quale non mi sento più d'appartenere per il superamento della mezza età, in questa fase dell'anno è già in una fase ben definita.  O ha appena contribuito alla lucentezza del camino, buttandoci dentro un paio di scarpe nuove  e aspetta senza spasimi la ripresa imminente della Champions League. O si trova all'inizio di una tabella d'allenamenti, che lo porterà alla maratona di primavera in perfette condizioni per raggiungere i propri obbiettivi, salvo ragionevoli imprevisti. Tipo in gara ho strisciato per 5 km sui gomiti alla Di Caprio in Revenant, ma poi la ragione ha prevalso e mi sono ritirato al km 6. E altre ragioni ragionevolmente simili.

Per quanto mi riguarda, il sogno di appartenere alla prima categoria l'ho ormai sotterrato da tempo. Così non mi rimane altro che consolarmi, ancora una vola, con la seconda categoria.
Parto allora, come da manuale, con la scelta dei miei obbiettivi.  Risposta facile, record personale alla prossima maratona di Vienna. In secondi, minuti e ore, vorrebbe dire un tempo con 3, un 1 e le altre cifre mancanti a piacere che lascio scegliere alla Gloria.  Potrei mettere l'obbiettivo dentro alla casella di Prof. google e prendere uno dei 131000 risultati. Ma non vorrei ripetere gli errori degli scorsi anni, così decido di affidarmi alla strategia che adottano i nativi degli smartphone e social media, vale a dire quella di scaricarmi un'App adeguata allo scopo.
Un'App che avrà il compito di tenermi motivato durante gli allenamenti, che ne registrerà ogni parametro e che non mancherà di farlo sapere a tutti social network, che già sono  in fibrillazione con il loro feedback tutto cool e mi piace. Già, ma quale App? Se i produttori di Runtastic mi avessero dato un obolo, potrei citarli disinteressatamente, in perfetto stile internet dove tutto è trasparente e al servizio del lettore.
Invece dico che ho trovato l'App in questione, ho messo dentro tutti i parametri richiesti e alla fine l'App ha sentenziato la famosa tabella, che ho cominciato a seguire immediatamente.

Se vuoi conoscere la mia tabella di preparazione, quando ci sarà la fine dell'Euro, la dissoluzione della Svizzera, il prossimo obbiettivo terroristico vicino a casa tua e altre catastrofi, non devi fare altro che seguirmi, senza voglia o impegno, su Facebook.  

sabato, gennaio 23, 2016

Live Love Move

Gli organizzatori con la mascotte
Non ero solo venerdì 22 gennaio, quando alle 4:30 del mattino mi sono presentato al via per il giro da 120 km attorno al lago Neusiedel, la quinta edizione della 24h Burgenland Extreme Tour. Erano oltre mille e settecento gli iscritti e ad occhio ne sono rimasti ben pochi a casa a dormire. Avevo diverse opzioni per questo evento, la più gettonata era quella di non partire, perché la mia gamba non era a posto e i pochi allenamenti, frustranti. Oppure quella di usare la bici, visto che con quella non avevo fastidi. Alla fine ho scelto di partire coi comminatori, il gruppo più numeroso, per non perdermi l'atmosfera di un evento con una partecipazione, per essere un evento ultra, davvero inusuale in Austria. L'ostacolo più grande è stata la temperatura, che all'inizio era negativa a doppia cifra e mi ha causato non poche difficoltà. Dopo l'alba spettacolare, mi sono accorto che la marcia non era nel mio repertorio, troppo lento e i tentativi di tenere il passo degli altri mi costavano più energie di quelle che avrei speso nella corsa. Così, dopo aver assaporato un ottimo gulasch in territorio ungherese e sbrinato la mia borraccia, ho deciso di passare alla corsa e vedere cosa sarebbe successo. Il solito fastidio al polpaccio non ha aspettato molto a presentarsi, lasciando poco spazio alle speranze di poter ritornare a Oggau, sede di arrivo e partenza, con la sola forza delle mie gambe. Ma a volte quello che appare non sempre diventa e, con l'alternanza del passo e il passare delle ore, il dolore ha capito che non era giornata  e si è ritirato in un dignitoso silenzio. Così dopo la partenza su strade innevate, l'alba da cartolina dietro al lago, mi sono ritrovato finalmente a correre, di ottimo umore, sotto uno splendido sole. Il paesaggio del lago completamente ghiacciato, che è anche un parco nazionale,  è stato favoloso, così come inaspettato è stato il passaggio di un aereo, in perfetto stile riviera adriatica, con attaccato lo striscione del motto del tour:  "Live Love Move". Ogni tanto ho dovuto accorciare il passo, ma col trascorrere dei chilometri, la fiducia e la corsa non mi hanno più abbandonato. Non mi sono quasi perso neanche un ristoro, che poi erano un mix di stazioni classiche da evento podistico, alternati a ristoranti dove si consumava alla carta con trattamento privilegiato. Con l'arrivo della notte sono tornate le temperature rigide e lo sbalzo negativo di una decina di gradi nel giro di pochi minuti mi ha messo un po' in difficoltà, dove non riuscivo più a respirare bene. L'arrivo finale a Oggau, per ora di cena, è stato molto bello, con tanto di foto sul divano nel gazebo davanti al municipio e orologio analogico sullo sfondo che segnava l'ora, nel mio caso circa le otto e un quarto. Dal sito dell'evento ho poi appreso, che sullo stesso divano si sono seduti un buon mezzo migliaio di persone nell'arco di trenta ore, quando anche l'ultimo camminatore è ritornato a Oggau.

Per concludere, Burgerland Extreme Tour 24 è un'ultra molto particolare, non esiste classifica, il tempo finale è a discapito dei partecipanti, un numero incredibile di iscritti e non c'è nessun obbligo di arrivare chissà dove. È una gita, gara e pellegrinaggio, a piedi attorno al lago Neusiedlersee, in condizioni climatiche che possono essere anche proibitive, conditi da una grande ospitalità della gente della regione. Live Love Move.

Alba sul lago


Più o meno a metà strada

Ancora molto coperto



Live Love Move
Finisher


sabato, gennaio 16, 2016

Pochi giorni per il mio primo (extreme) tour del 2016

Percorso attorno al lago
È arrivato il momento di tornare, gambe permettendo, ad allacciarmi le scarpe da corsa. L'occasione l'avrò tra qualche giorno a Oggau, per il Burgerland Extreme Tour con partenza venerdì mattina 22 gennaio alle ore 4:30. Un incredibile numero di iscritti, più di 1500, che come me affronteranno il giro da 120 km attorno al lago Neusiedlersee per "pedes".
Sono molto curioso di conoscere questa particolare manifestazione, che non cronometra e stila una classifica finale, ma consegna una medaglia a tutti i finisher e un bel pacco gara a tutti i partenti.



sabato, gennaio 09, 2016

2016

Fonte di ispirazione
Ho terminato il 2015 come l'avevo iniziato, vale a dire con un infortunio. Niente di particolare, ma è accaduto mentre ritiravo il pettorale della tradizionale corsa di San Silvestro e così per la prima volta dal 2009, non ho potuto partecipare alla corsa attorno al Ring viennese. Strano dicembre, ero iscritto a due gare brevi ed ho collezionato due DNS. Ma il 2016 è già iniziato e  sembra già tutto nuovo. Nuovi propositi, nuovi allenamenti, nuove sfide e poi e poi.

Intanto che preparo le mie tabelle per la maratona di Vienna, mi lascio ispirare da Tommy Jaud. Non male quando suggerisce che una seduta di Netflix sostituisce una sessione di jogging. Oppure quando rivela che si consumano più calorie guardando la tv rispetto ad una corsa. Come? Con molto zapping e ripetute alzate dal divano per andare al frigorifero per prendere un'altra birra.
Temi che parzialmente ho anche riportato nel mio blog, ma era ora che qualcuno ci scrivesse un libro presentando veramente come stanno le cose.

venerdì, dicembre 11, 2015

What's next?

La giostra
Nella giostra della continua ricerca di gare sempre più lunghe, con sempre più dislivelli e per non dire quella dei nuovi personal best,  che mai si fermano, non posso certo pensare ora di chiedere al giostraio di farmi scendere.
Così per il 2016 che sta per arrivare, ho già definito alcuni capi fermi. Gennaio parto con il Burgenland Extreme, il giro attorno al Neusiedl See. Aprile con la coppia collaudata maratona di Vienna e Abbots Way. Giugno con la Mozart100 e la maratona di San Pietroburgo. Agosto per la prima volta senza DirndtalExtreme, per fare spazio all'IronTrail T201 a Davos, la gara alpina più impegnativa della mia stagione.
L'autunno lo devo ancora da definire, ma il punto fisso di fine stagione è, come sempre, il Wien Rundumadum.

venerdì, novembre 20, 2015

Bilancio stagionale 2015

Corri Pac, che hai i fantasmi alle calcagna!
Con il Wien Rundumadum si è chiusa la mia stagione 2015 dedicata alla corsa. L'anno non era iniziato nel migliore dei modi. Prima uscita annuale e subito un infortunio pesante che mi ha messo fuori causa per due mesi. La prima gara stagionale, la maratona di Vienna, è risultata così preparata approssimativamente per la quarta volta consecutiva. Ho corso la prima ultra stagionale sopra i cento, in tutto sono state cinque le competizioni a chilometraggio a tre cifre, già in aprile con l'Abbots Way. Buone sensazioni per i tre quarti di gara e poi catastrofiche.
La settimana dopo ho partecipato alla maratona del Welsch dove ho inaugurato la doppia gara nel giro di due settimane. Esperimento ripetuto con la Mozart 100 e Veitsch, due ultra nel giro di sette giorni. In luglio ho trovato un week-end libero per correre, sull'Appennino Reggiano, l'ecomaratona del Ventasso, buone sensazioni, crampi e tosse finale. Classico appuntamento di agosto è stato il DirndltalExtreme che, anche se con qualche problema, è stato ancora una volta ottimo. In settembre è stata la volta di un gran ultra trail alpino, l'Adamello 180. I miei limiti nelle Alpi sono ancora evidenti, ma è stato lo stesso un fine settimana memorabile. Per finire, il Wien Rundumadum, forse la gara che più mi s'addice per la tipologia di percorso e navigazione. Gare brevi? Ho tentato la Sunset Run di 8 km e alla prima curva avevo già una contrattura. Anche il duathlon Schöckel Classic è stato amaro con un terzultimo posto dovuto ad un errore madornale di consegna sacca delle scarpe. Buone, invece, le gare corte in montagna sull'Anninger e Kahlenberg.

Termina così un anno con più di 700 km in gare ultra e 30000 metri di D+, passato più all'insegna della quantità che non alla ricerca di prestazioni massimali in una gara singola, palesando una mancata scelta di obbiettivi chiari e definiti. E si sa che senza obbiettivi non si va da nessuna parte.
L'obbiettivo di arrivare al meglio alla maratona di primavera l'ho di nuovo mancato clamorosamente e così quello di superare i 10000 metri D+ in una gara. L' unico personal best annuale conseguito nel Rundumadum non può riuscire a salvare una stagione, anche perché non era programmato ma abbastanza casuale. Stagione che è stata una collezione di obbiettivi mancati e probabilmente da dimenticare. E la dimenticherò, ne sono sicuro.

La mia stagione non è passata inosservata in quei dei Freunde des Laufsports

lunedì, novembre 02, 2015

Rundumadum: giro intorno a Vienna nei primi dieci

Al traguardo con la premiazione della prima
donna e dei suoi accompagnatori.
Portata a termine anche questa. Per i 130km e 1800 D+ previsti dall'organizzatore ho impiegato un tempo di 14h:36' per la 9-na posizione finale ex-equo con Anita la prima delle donne e Helmut compagno di società.

La gara
Il Rundumadum è stata la mia ultima ultra stagionale. Dopo una levataccia ad un orario improponibile, ho preso la bici e mi sono portato verso la stazione della metropolitana dove sulla via ho ritrovato il canto del gallo che già mi aveva accompagnato in una precedente maratona di Vienna. Il via alle sette in punto, in una leggera nebbia, dall'altra parte della città. Il percorso è stato molto simile a quello dello scorso anno, con però un paio di varianti e salite che hanno allungato il percorso ad un totale di 130km.
Al via mi sono presentato in uno stato indefinito. Da un lato la voglia di portare a casa tranquillamente il giro viennese, magari con soste lunghe e camminate, dall'altra l'ottimo stato fisico e lo studio quasi ossessivo del percorso, mi hanno messo in una condizione in cui mi sentivo pronto per spingere al massimo. Sono state poi le sensazioni in gara che mi hanno fatto propendere per il secondo tipo di atteggiamento.
Dopo aver rincontrato e salutato molte facce conosciute, i primi chilometri li ho passati in compagnia dei compagni di società come Pauline, Thomas e Helmut e veterani del Dirndltal come Walter, Markus e Werner. Sulla prima salita, quella più lunga e difficile, ho ritrovato la compagnia di Michele che, con Helmut, ci ha fatto formare un trio per seguire il percorso sulle montagne viennesi, i sentieri di casa di Michele. Qui, pur avendo un buon ritmo, ci siamo trovati attorno alla 40-ema posizione dei circa 130 partenti. Probabilmente il magnifico meteo autunnale ha messo le ali a molti corridori che non hanno resistito alla tentazione di portarsi avanti e mettere anzitempo chilometri in  cascina.
Quando ho raggiunto la stazione di Hütteldorf, ho cominciato a sentirmi più rilassato in quanto il pezzo di percorso che non avevo mai testato nelle mie ricognizioni precedenti alla gara, era passato indenne. All'inizio del Lanzier Tiergarten mi sono ritrovato da solo, Michele viaggiava molto tranquillo in salita e Helmut si era portato avanti. Al secondo check point, alla fine del Lanzier Tiergarten, mi sono ritrovato attorno alla 30-ema posizione ed in discesa ho riagganciato Helmut. Dopo una piccola escursione attorno al Pappelteich, ci siamo avviati per il lungo tratto pianeggiante a fianco del fiume Liesing. In questo tratto di vento contrario mi sono trovato improvvisamente a guidare un piccolo gruppo. Qui ho deciso di incrementare l'andatura per non regalare facilmente, a chi mi seguiva, sia la scia, che la navigazione.  È in questo tratto che ho sentito i primi commenti sulla mia andatura reputata troppo alta. Me lo sono chiesto anch'io se a settanta chilometri dal traguardo non fosse troppo azzardato spingere in quel modo, ma mi sono convinto che potevo tenere quel ritmo. Al terzo check point, quello del cimitero centrale, mi sono ritrovato attorno alla 20-ema posizione e non mi sono mai sentito meglio. Ho continuato in solitaria lungo l'isola del Danubio e l'inizio del bosco della Lobau. Non sapevo bene né la posizione né la velocità, ma il fatto di entrare nel bosco della Lobau che non era ancora buio mi ha fatto pensare al meglio. Appena prima di arrivare al check point 4 ho acceso la lampada frontale e, dopo un veloce ristoro, mi sono riavviato per affrontare gli ultimi trenta chilometri in 9-na posizione.  
In questo tratto ho incontrato molti corridori della gara da 64km e da questo punto mi è stato molto difficile capire chi fosse nella mia stessa gara. Ho passato in sicurezza il pezzo della campagna dove mi ero perso lo scorso anno raggiungendo facilmente il quinto e ultimo check point. Da quel punto mancavano 17km al traguardo, pochi o tanti, lunghi o corti? Qui ho cominciato a sentire i primi sintomi di stanchezza e di dolore alle gambe dove ancora una volta i quadricipiti hanno dato segni di stanchezza. Quello che però più mi preoccupava era il fatto che non riuscivo più a mangiare. In questo tratto, in un momento di sosta forzata nei cespugli, mi ha raggiunto e superato Helmut, il quale viaggiava assieme alla prima delle donne, Anita, la quale aveva un accompagnatore personale in bici che la guidava, la incitava e la riforniva. Nel tratto successivo pianeggiante lungo il canale, proprio non sono riuscito a tenere il loro passo e ho visto le loro luci pian piano sparire avanti, non la situazione ideale per esultare. Ma è stata la salita finale sul Bisamberg a riservarmi un'inaspettata sorpresa. Quando è iniziata ero abbastanza attapirato, ma poi la salita mi ha ridato fiducia e con un buon ritmo sono riuscito a recuperare su Helmut e Anita fino a raggiungerli. A quel punto abbiamo deciso di continuare assieme i pochi chilometri rimanenti completando la nostra gara in 14h:35' per la nona posizione finale accompagnata da una grande festa all'arrivo. Mai in tutta la stagione sono riuscito a tenere un ritmo simile per così tante ore senza che mi fosse capitato qualche imprevisto, un grande sforzo  sopratutto a livello mentale.

Per finire
In questo secondo Rundumadum l'organizzazione, con tanto di tracking in tempo reale sul web, è stata eccellente, il meteo non poteva essere migliore e la navigazione non è mai stata un problema. Con le staffette, gara corta, gara lunga e un tempo massimo di trenta ore è una manifestazione alla portata di tutti.
La mappa del percorso si trova qui e alcune foto su questo link.

Discesa Lainzer Tiergarten
Sulla salita del Nase