domenica, gennaio 08, 2012

Tempo di cross



Oggi ho partecipato alla mia prima gara di cross nel qui vicino Prater, che non è quello della grande ruota o dello stadio, ma quello intitolato ai lavoratori della vecchia fabbrica di pietra: il Böhmischer Prater. Una specie di dopolavoro, un centro ricreativo creato sulla falsa riga del parco di divertimento del Prater più di 150 anni fa dai lavoratori stranieri della monarchia, che abitavano nel mio stesso distretto. Oggi vi si trovano molte attrazioni per i bambini più piccoli e le famiglie, come lo spettacolo dei burattini. Veniamo alla corsa. Sabato casualmente, il mio allenamento è andato a finire nei pressi del percorso gara, però, non sapendo bene il tragitto, sono andato sulle salite sbagliate. Il percorso di oggi si svolge su un circuito sterrato, di circa 800 metri scarsi, con salita finale sul prato, da compiere sei volte. Alla partenza arrivo in e-bike, abbastanza bagnato da una pioggia che va e viene. Il tipo che raccoglie le iscrizioni è il factotum organizzativo e deve fare tutto da solo, anche se sembra cavarsela molto bene. I pettorali sono riciclati e vanno restituiti, niente pacco gara, niente chip per misurare il tempo, solo un cronometro manuale, ristoro self service, però premi per ogni podio di categoria. Questo tipo di gare mi piacciono, oltre al carattere famigliare della competizione, mi ricorda tanto i "baracon" di quando giocavo a bocce, quei "garini" che si facevano in mezzo alle gare più importanti. E qui come allora nessuno vuole perdere, ma si vuole tornare a casa con qualcosa in mano. Al via siamo in 30, ma ce ne sono alcuni che vanno molto forte. Al primo giro spiano la salita e mi trovo in quarta posizione. Un numero che non impressiona i due che mi seguono, in quanto sanno bene che la salita bisogna farla sei volte. Nei giri successivi mi rimane così nelle gambe e alla fine arrivo sesto, quarto di categoria con un tempo di 18:28, a poco più di un minuto e mezzo dal primo. Il cross, o come si chiamava ai tempi delle medie "corsa campestre", mi piace, lo riproverò sicuramente al prossima occasione. La classifica ufficiale si trova qui, mentre i dati del mio Garmin qui.

martedì, gennaio 03, 2012

2011 ultimo atto: la corsa di San Silvestro


Il 31 dicembre, a Vienna, è un giorno particolare, la città si riempe di turisti provenienti da tutto il mondo, bancarelle di fuochi artificiali vengono allestite così come quelle dei portafortuna. I portafortuna sono dei piccoli gadget, spesso di cioccolata che gli austriaci si scambiano il nuovo anno. Anch'io a mezzanotte ne ho ricevuti un paio, ma questo è un altro tema. In questo giorno, la città mette in scena un grande spettacolo per festeggiare il capodanno e questo piace alle gente che viene a trascorre qui qualche giorno. Per quanto mi riguarda, il 31 è il giorno della corsa di San Silverstro, una corsa che mi vede iscritto per la terza volta consecutiva. La corsa è veloce, 5,3 km attorno al centro lungo il suo anello, il ring di Vienna. La giornata è splendida, sole e cielo terso. Alla partenza mi presento in e-bike e assieme ad altri 3600 partecipanti aspetto la partenza. Lo start viene dato da miss Austria e con fare spedito mi porto abbastanza davanti. Passo davanti al teatro dell'opera, al parlamento, al municipio e lungo il canale del Danubio. Qui giro a destra e arrivo al traguardo, che è anche la partenza, salutando un grande pubblico, con lo speaker che riesce anche a pronunciare perfettamente il mio cognome. Alla fine arrivo 99-esimo, 20-esimo nella mia categoria col tempo di 20:44, personale sulla distanza. Mi rimane il tempo per una bella vasca in duomo, in mezzo ad una miriade di stranieri, prima del pranzo dell'ultimo dell'anno. La classifica finale si trova qui, i dati del mio garmin qui. Questa è la mia ultima gara del 2011, ora c'è tempo per gli auguri di un felice anno nuovo.

mercoledì, dicembre 14, 2011

Maratona di Reggio Emilia sotto le 3h e 30


Domenica 11/12/2011 ho terminato la mia quarta maratona a Reggio Emilia. Il viaggio comincia giovedì 8, giorno di festa, parto in treno ad un orario indecente, da Vienna direzione Breda. È la prima volta che col treno passo dalla parte di Innsbruck e appena diventa chiaro mi trovo davanti ad uno splendido paesaggio innevato. Neve che però finisce presto e a Bolzano il paesaggio ritorna sul marrone. A Breda Cisoni mi aspetta la parte più difficile della preparazione, vale a dire resistere a pranzi, cene, feste di compleanno e aperitivi vari. In qualche modo riesco a superare anche quest'ultimo scoglio. Così domenica mattina parto di buon ora in macchina da Breda Cisoni alla volta di Reggio. È ancora buio e quando arrivo in città trovo subito un posteggio e a ritirare il pettorale nel palasport sono uno dei primi. Nel riscaldamento mi accorgo che devo partire dietro, le gabbie sono già piene e il posto è poco. La cosa non mi piace affatto e mi aspetto una partenza affollata. Decido così di lasciare partire tutto il gruppo e di mettermi staccato in fondo al plotone, prolungando il riscaldamento fino a maratona iniziata. Dopo tre minuti dal via, parto ultimo, staccato, tra l'ovazione del pubblico e speaker. Non sono ancora partito ed ho già il mio momento di gloria. Sembra di essere arrivati primi, un'esperienza fantastica che mi fa anche dimenticare di schiacciare lo start del mio Garmin. Partendo dietro, non ho nessun riferimento sul rimo da tenere, che dovrebbe essere intorno ai 5' al km, ma perlomeno il serpentone è in movimento. Nel circuito cittadino non è molto difficile tenere la velocità, moltissimi dietro sono partiti più forte del ritmo che volevano tenere, almeno questo è il tono dei commenti che sento. Alcuni nella ressa finiscono a terra, un corridore sembra messo male. Lasciato il centro, si parte verso la campagna e la strada è in leggera salita. In questa fase sto' attento a non esagerare col ritmo, cercando di gestire le energie. Nei pressi di Montecavolo trovo qualche strappo, ma rimango prudente, niente spianata. Poi scendo fino al passaggio della mezza. Qui passo in 1:44:52 e sono convinto di avere il giusto ritmo per stare sotto le 3:30, mi sento bene. Nella mia precedente maratona di Graz avevo sbagliato proprio in questo tratto, aumentando troppo l'andatura e pagando lo scotto nel finale. Viaggio in scia e smetto di superare, il 25-30 sarà il mio stint più lento. La strada perlopiù scende, ma trovo ancora qualche strappo ammazza gambe. Al km 30 trovo traffico e salto il rifornimento dei sali, mentre mangio qualche pezzo di banana. Al km 34 mi sorprende il mio fans club che mi incita alla grande, scattandomi la foto qui a fianco. Gli amici che mi incitano mi danno una grande carica. Al ristoro successivo mangio della cioccolata e sulle ali dell'entusiasmo, cambio passo su un piccolo pezzo di sterrato, terreno che conosco benissimo nei miei allenamenti. Le sensazioni sono ottime, gli ultimi chilometri sono in crescendo. Il sottopassaggio del km 38 è una formalità e al ritmo di 4:33 al km arrivo nei pressi del traguardo dove mi lascio andare in uno sprint da 192 battiti. Non riesco a raggiungere i palloncini azzurri del pacer delle 3h:30 per un pelo, ma il real time dice che finisco in 3h:26:25, quasi 7 sette minuti in meno rispetto al mio personale segnato due mesi fa. Senza pacer, con un Garmin partito dopo qualche minuto, su un percorso nervoso, sono riuscito a fare la mia migliore maratona. La gara non finisce certo con la medaglia al collo, che oltretutto ricevo nei denti, ma ha uno squisito e piacevole seguito a tavola. La classifica finale si trova qui, mentre i dati del mio garmin senza il primo km qui




domenica, novembre 27, 2011

Gara di 10 km verso Reggio


Oggi ho partecipato ad una gara di beneficenza organizzata dal mio nuovo club Freunde des laufsports. Una gara di 10km al Prater, su un circuito di 2,5km da percorrere 4 volte. Questo era il mio ultimo test agonistico prima della maratona di Reggio. La tabella degli allenamenti prevede una gara di questo tipo due settimane prima della maratona, citando che non ci si deve aspettare grandi tempi per via della preparazione alla maratona. Alla partenza mi sono presentato in e-bike, e con una temperatura vicino allo zero ho deciso di mettermi in maniche corte per provare il tempo. Sono riuscito a tenere un buon ritmo appena sotto i 4 minuti al km per tutta la gara, così da staccare un tempo di 39:52, 1 minuto e 8 secondi meglio del mio personale ufficiale fatto lo scorso giugno. Al Prater si corre su un bigliardo e con una temperatura bassa è molto più semplice correre velocemente. Nella classifica finale sono risultato quarto e secondo nella classifica dei quarantenni, alla quale ho partecipato per l'ultima volta da trentenne. Altro podio di categoria quindi, questa volta sul secondo gradino.
Curioso, il personale dei diecimila che passa dai 40 ai 39 e l'età dai 39 ai 40. I dati della corsa del mio garmin si trovano qui.

lunedì, novembre 14, 2011

Maratona del tricolore



A Reggio Emilia il prossimo 11 dicembre 2011 si correrà la maratona del tricolore. Io sono iscritto, ma senza difendere i colori della bandiera italiana, come si vede nell'immagine qui a fianco, bensì quella austriaca. Da poco, infatti, mi sono iscritto ad una società di atletica qui a Vienna Freunde des Laufsports, gli amici della corsa. Fornendo i dati di questa società al momento dell'iscrizione, mi ha fatto diventare, senza volere, austriaco. Interessante è il fatto che quando gareggio qui in Austria, sono invece italiano. Straniero ovunque insomma.
Comunque l'allenamento procede al meglio, dopo la mia ultima gara in montagna a Ybbsitz, ho messo da parte le competizioni per sfruttare al meglio gli allenamenti. Oggi, per esempio, c'era la mezza maratona del patrono di Vienna. Non ero iscritto, ma durante il mio lungo domenicale, sono andato fino al percorso di gara per correre assieme ai partecipanti qualche chilometro.

venerdì, ottobre 28, 2011

Corsa a Ybbsitz, arrivo in baita



Oggi 26 ottobre è festa nazionale in Austria, quindi vacanza. Per festeggiare a modo sono andato a trovare una corsa in montagna, precisamente a Ybbsitz. Se il nome del paese è impronunciabile, la sua dimensione è, per contro, molto semplice da assimilare. Più o meno come metà della Breda, però Ybbsitz fa comune. Questa corsa in montagna chiude la stagione della baita di Prochenberg, dove è situato l'arrivo. Dicono che questa baita sia la più vecchia di tutta l'Austria, magari dopo qualche brulé ci si può anche credere. La corsa è lunga 7 km con un dislivello di 700 metri, un 10% abbastanza costante. Il via lo da il sindaco in persona. A me piacciono questo tipo di gare, perché è possibile scovare posti che altrimenti sarebbe difficile conoscere, a meno ché siano di grande attrazione turistica. E quando un posto diventa meta dei turisti, poi succede come a Sabbioneta, ma questa è un'altra storia.
Rimaniamo su Ybbsitz, il paese è ad un'ora e mezza di macchina, così per non sprofondare nella monotonia di una guida lungo barriere insonorizzanti che costeggiano tutto il tragitto, nonché una lotta impari contro la selva degli autovelox, decido di prendere il treno. Il treno a Ybbsitz non passa e allora prendo su la bici per colmare "l'ultimo miglio" dalla stazione più vicina e, visto l'orario di partenza, anche da casa mia alla stazione. Alla fine della giornata saranno una settantina di chilometri passati in sella alla bici per trasferimenti vari, una sorta di duathlon self service. Alla partenza mi presento bello bagnato fradicio, ma dopo il riscaldamento smette di piovere e corro all'asciutto. La gara è pressoché una salita costante e continua, senza strappi terribili, prima su asfalto e poi su strada battuta, la cosiddetta "cavdagna". Gli avversari non sono molti, ma molto agguerriti, che conoscono a memoria la salita e sanno come gestire al meglio le forze. Io vado per il mio passo e alla fine manco i primi venti posti per sole due posizioni. In categoria sono decimo, questa volta il gruppo dei quarantenni è molto forte ed è suo anche il primo posto assoluto. All'arrivo ci aspetta tè caldo e fette di torte fatte in casa, come da vere corse paesane. Immancabile la classica griglia di wurstel e premiazioni fatte dalla proprietaria della baita. Poi scendo ed ho la possibilità di gustarmi con calma, lo splendido paesaggio dai multi colori autunnali. La classifica finale si trova qui. I dati del mio garmin qui.

domenica, ottobre 09, 2011

Maratona di Graz con personale


Ad un anno distanza dalla mia prima maratona, torno a Graz per partecipare alla diciannovesima edizione della maratona della città di Graz. La gara di Graz si svolge su un circuito di 21,1km da svolgere due volte. Tempo ottimale per correre, temperatura sotto i dieci gradi, clima asciutto e vento, tranne gli ultimi 5 km, quasi assente. Vengo da una settimana poco tranquilla, indurimento del polpaccio sinistro dopo l'azzardo della gara in montagna di domenica scorsa, che mi tiene fermo fino a venerdì e visita aziendale ad un ristorante di cotolette XXL, a metà settimana, l'anti dieta del maratoneta. Questa è la mia terza maratona, che ho preparato, al contrario di Roma, con molte gare su distanze brevi, anche in montagna e pochi lunghi, solo quattro. Mi presento alla partenza a piedi, un po' di riscaldamento e via che si parte. Parto abbastanza davanti, assieme al pacer delle 3h:30. Il pacer parte forte, poi al primo checkpoint dei 5 km rallenta in modo notevole per tenere la media, allora lo supero e proseguo con ritmo costante. Uno sguardo al cardiofrequenzimetro mi dice che sono in zona verde, 7/8 battiti sotto la soglia anaerobica. Corro in mezzo a molti mezzi maratoneti, per cui riesco sempre a stare molto coperto. Il passaggio alla mezza è in 1:42, 9 minuti sopra il personale, viaggio al rimo di 3h:25. Al km 26 saluto il sosia di Elvis, che intrattiene i corridori, solo questo vale il costo dell'iscrizione. L'anno scorso in questo tratto ho cominciato a sentire i crampi, ma quest'anno è tutta un'altra storia. Al km 30 riesco ad aumentare l'andatura fino alla soglia aerobica, 174 battiti. Al km 36 succede quello che fino ad ora conosco solo leggendo gli articoli specializzati, il famoso muro, la fine del carburante dei carboidrati. Mi si accende la spia della riserva, i battiti scendono così come la velocità. Al km 39 la benzina finisce del tutto, correre diventa un calvario, subentrano una serie di dolori che prendono tutte le gambe. Al ristoro mi fermo, faccio il pieno di banane, di coca cola e powerade. Riprendo a muovermi in un modo che dovrebbe assomigliare alla corsa. L'ultimo sotto passaggio diventa durissimo, per fortuna che mancano solo 2 km che in qualche modo riesco a finire. Questa è la maratona, una gara che fino all'ultimo riserva molte sorprese, dove la parte più complessa è quella della gestione delle energie. L'arrivo sotto il traguardo mi regala, ancora una volta, emozioni incredibili. Alla fine arrivo in posizione 223, 39 di categoria, col tempo di 3h:33:07, personale di Roma migliorato di 17 minuti. Fare il personale sbattendo alla fine contro il "muro" non è male, ma senza lancetta del carburante è molto difficile accorgersi della fine dei carboidrati prima che sia troppo tardi. I dati del mio garmin si trovano qui.









martedì, ottobre 04, 2011

Anninger Trophy


Manca una settimana alla maratona di Graz e la tabella degli allenamenti dice di rallentare. Domenica avrei dovuto fare una corsa di circa 90 minuti, ma uno sguardo al calendario gare mi ha fatto cambiare programma. Qui vicino a Vienna, nel piccolo paese di Gaaden, viene organizzata una corsa in montagna con susseguente gara in mountain bike sullo stesso percorso. Quindi, domenica mi sveglio presto e con la bici vado ad iscrivermi alla gara, tanto per avere 25 km nelle gambe. Si corre sulla montagna Anninger, con arrivo alla stazione di trasmissione della Telekom, dentro al parco naturale. Qui molti viennesi fanno una gita domenicale con classica meta al ristorante in qualche baita. La corsa si svolge su 5,8 km, quasi tutti di sterrato con un dislivello positivo di 420 metri. In gara parto abbastanza davanti, ma tengo un ritmo tranquillo in attesa della salita dura. Nel pezzo più duro alterno un tratto camminato. Dopo il ristoro mi concedo altri due tratti camminati, un po' troppi per stare coi primi. Poi di nuovo di corsa fino alla discesa dell'ultimo km, che affronto come al solito: "a tot manac". La distanza con chi mi sta davanti è troppa per recuperare e così arrivo al traguardo in solitaria al 23-emo posto, ottavo di categoria. Torno giù ancora di corsa al traguardo, dove ritrovo la mia bici che mi porta a casa per l'ora di pranzo. Forse un po' troppo per un programma di scarico pre-maratona, ma in una splendida giornata di sole, come si fa a rinunciare ad una bella corsa in montagna? La classifica finale si trova qui mentre i dati del mio Garmin qui.

lunedì, settembre 26, 2011

Allenamento in vista di Graz




Un week-end passato senza gare e senza problemi muscolari, ideale per l'ultimo carico in vista della maratona di Graz fra due settimane. In questo fine settimana c'erano numerosissime gare in giro, difficile resistere alla tentazione di disputarne una, ma poi risulta difficile allenarsi. Quella per me più interessante era la corsa sulla montagna denominata Schneeberg, l'altro duemila metri, oltre alla Rax, che si trova nelle vicinanze di Vienna. Visto che avevo corso la Rax, correndo la Schneeberg avrei potuto partecipare alla combinata, ma meglio rimandare l'operazione al prossimo anno. Ora ultime due settimane prima della maratona, scarico e niente competizioni.

domenica, settembre 18, 2011

Mezza maratona di Wachau

Oggi ho partecipato alla mezza maratona di Wachau. Wachau è una zona turistica, di produzione del vino bianco ed è situata lungo il Danubio, al nord di Vienna. La zona, come Sabbioneta, è sotto protezione dell'Unesco. Questa mattina sveglia alle 5 e poi via col treno speciale dei podisti che mi ha portato fino alla partenza. In tutto eravamo quasi 5000 mezzi maratoneti, l'appuntamento clou in settembre per quanto riguarda le mezze qui in Austria. Il percorso non è un circuito, ma è un punto-punto quindi il clima e il percorso posso giocare a favore, oppure a sfavore, come oggi. Molto caldo e, come accade di rado in questi posti, vento contrario. Nonostante il piccolo problema della settimana scorsa parto motivato. Nel primo km provo a tenere un ritmo sotto 1:30, ma il polso è troppo alto e, col sole che picchia, meglio andare sul sicuro. Riesco a tenere un buon ritmo sfruttando le scie, che mi evitano il vento, fino a metà strada. Poi le scie si volatilizzano ai banchi dei ristori e devo fare da solo. Perdo qualche secondo, ma alla fine riesco a stare sotto il mio personale di quasi mezzo minuto. Sono arrivato 257-emo, 67 di categoria col tempo di 1:33:25. I polpacci, non come l'anno scorso, hanno tenuto bene. La classifica finale qui. Qui i dati del mio garmin.
 

domenica, settembre 11, 2011

Pausa e non


Week-end trascorso senza gare, dedicato, teoricamente, alla preparazione per la prossima competizione, la mezza maratona di Wachau. Una gara lungo il Danubio con arrivo a Krems, in una zona fortemente turistica, non molto lontana da Vienna. Volevo utilizzare questo periodo per allenarmi a modo, specialmente con un'uscita lunga, visto le imminenti maratone di Graz e, se ci riesco, di Reggio Emilia. Il problema, a volte, non è tanto la mancanza di tempo per allenarsi, ma la voglia di strafare. Credevo che aver finito una gara sulla Rax, mi avesse dato il foglio di via per fare tutte le salite e gli sterrati che volessi, ma non è così. Sabato, in un uscita lungo le campagne vicino a casa mia, mi sono fatto prendere da una nuova salita, che ho voluto provare e riprovare fino a quando il polpaccio sinistro ha detto basta. Se avesse avuto la parola avrebbe detto: "..e adès at laserè le d'andà so e sò".

Così ora sono a riposo forzato per un guaio muscolare, con delle belle gare toste alla porte. Comunque mai essere ottimisti, perché se l'anno scorso è andata male, quest'anno potrebbe andare peggio. Nel 2010 andò così: contrattura la settimana prima della gara, faccio lo stesso la gara, stiramento e ritiro durante la competizione, 5 settimane di stop e tempo pietoso nella maratona successiva.

domenica, settembre 04, 2011

Corsa sulla montagna Rax e podio



Podio di categoria
Sabato scorso, in una giornata fortemente estiva, ho partecipato alla corsa sulla montagna Rax. La Rax è una delle cosiddette montagne viennesi, un duemila metri alle porte della capitale austriaca. In passato, la zona era grande meta del turismo estivo, oggi è invece surclassata da altre destinazioni come Antalia, Maiorca o Sharm El Sheikh. Dopo gare con salite abbastanza contenute, questa volta ho scelto una gara dove il dislivello altimetrico comincia a diventare impegnativo. 9 km, il primo in discesa, un dislivello positivo di 1100 metri, passaggio ai 1600 metri e poi breve discesa finale all'arrivo vicino alla funivia. La maggior parte del percorso su sentieri di montagna alpina.

Visto la mia inesperienza su pendenze di questo tipo, ho cercato di tenere un ritmo abbastanza tranquillo all'inizio, tendendo il polso intorno al 90% della frequenza massima, tenendo conto che in un diecimila sono intorno al 93-94%. Nella seconda metà della gara il percorso diventa un vero e proprio sentiero alpino, di quelli mostrati nella foto del post precedente . In questo tratto il percorso è libero e qui ho quasi sempre abbandonato la corsa per la camminata. Chi ha veramente le gambe per questo tipo di percorsi, riesce quasi sempre a correre e fa veramente la differenza. Anche la camminata va studiata bene, troppa spinta manda subito i quadricipiti in acido lattico, con troppo poca si viene subito superati e si perde moltissimo tempo. Con il percorso libero si può anche considerare il fatto di tagliare i tornanti, l'ho fatto una volta e non so se ala fine ho guadagnato o perso. Nella discesa finale, su un pietrario abbastanza impegnativo e veloce, mi sono fidato ciecamente delle nuove scarpe e con una discesa a tutta sono riuscito a superare il terzo della mia categoria, a pochi metri dal traguardo, così da guadagnarmi un posto sul podio delle premiazioni finali. Alla fine sono risultato diciottesimo della generale in 1h:12':38" e terzo di categoria, in una gara vinta da un giovane Svizzero, di quelli che fanno il mondiale delle corse in montagna arrivando nei primi. I dati del mio garmin sono qui. Il bello della corsa in montagna è, senza dubbio, il panorama che aspetta i corridori dopo tutta questa fatica.

Vista al traguardo

domenica, agosto 28, 2011

Agosto sta finendo

Il mese del sol leone sta finendo e per affrontare un settembre pieno di gare, la settimana appena trascorsa l'ho passata senza gare, ma con un ottimo carico di allenamento. Nonostante il caldo tropicale. Sono già alcuni anni che sono qui a Vienna, ma un caldo come quello della settimana scorsa non me lo ricordo. La gente qui, quando c'è sole esce, invece questa volta, nonostante il cielo blu, c'era il deserto in giro per le strade. Poteri del clima. Nella settimana che viene affronterò l'ultima corsa in montagna che ho in programma, sarà la più dura tra quelle affrontate sino ad ora, con 1100 metri di dislivello in appena 9 km e passaggio ai 1600 metri, la corsa sulla montagna Rax (nella foto un suo sentiero). Per l'occasione ho comprato un paio di scarpe nuove, le prime apposta da trail, le Mitzuno Wave Harrier 3. Vedremo se saranno d'aiuto.

domenica, agosto 21, 2011

Corsa a Pama

Ci sono settimane di preparazione ad una gara nella quali ci si potrebbe inserire una bella gara infrasettimanale per provare un po' di velocità. È quello che ho fatto venerdì scorso. Ho preso il treno per Bratislava e alla penultima fermata prima della frontiera, sono sceso a Pama. Pama non è Parma senza erre, ma un paese agricolo di frontiera, grande come Breda e Villa messe assieme, che però fa comune. Senza queste manifestazioni podistiche, certi posti non li vedrei mai. La gara si sviluppa su tre giri, per un totale di 11,1 km. Peccato che non sia un 10k, su un percorso di questo tipo potrei fare tranquillamente il personale. Percorso asfaltato piatto, veramente piatto, con pochissime curve, solo un po' di vento. Provo a partire coi migliori, ma meglio stare sul mio ritmo intorno ai 4:00 al km. Al secondo giro sbaglio strada, il tipo con la paletta ride e non mi dice nulla, poi vedo che mi sorpassa uno e torno indietro. Al terzo giro mi raggiunge un concorrente che ha scelto la tattica di partire piano per finire forte, non tanto per fare il tempo, ma tanto per superare degli avversari. Sono i tipi a cui piace superare, nel finale, quelli come me, che partono forte, ma poi non riescono a tenere il ritmo. Appena mi supera, mi metto in scia e mi faccio tirare fino al traguardo, con un passaggio ai 10km sotto i 41 minuti, nella speranza di passarlo allo sprint. Nello sprint, però, parte prima e mi batte di un pelo. Qui devo ancora imparare bene a capire come funziona lo sprint, stare coperti fino alla fine non sempre funziona, specialmente se c'è una curva a 90 gradi 200 metri prima del traguardo. Alla fine arrivo 21-emo, ottavo di categoria col tempo di 45:19. Classifica finale qui.


lunedì, agosto 15, 2011

Corsa nella cava di ferro




Sabato scorso ho partecipato alla mitica corsa nella cava di ferro, nel paese di Eisenerz. Un percorso di 12,5 km, con un dislivello di 745 metri e arrivo a quota 1400. La gara è situata all'interno di una grande dismessa cava di ferro. Il paesaggio ricorda quanto fosse importante la produzione di acciaio negli anni passati, le traccie che sono rimaste, come su questa montagna, sono imponenti. Ora la produzione di acciaio nella regione è diminuita di molto, la cava non viene più utilizzata per l'estrazione del ferro ed è diventata un'attrazione turistica, con tanto di visite guidate su enormi camion che percorrono tutta la strada fino in cima ed esplosioni controllate. Qualcosa di simile ai viaggi a bus scoperti che si vedono nelle città. La fantasia dei gestori è arrivata anche ad organizzarci sopra una gara podistica e, visto il numero di iscritti che è sempre aumentato negli anni, direi con grande successo.  Considerando anche i nordic walker, sabato eravamo quasi 1000 partecipanti, 788 corridori e 149 camminatori. La mia gara è andata oltre le mie aspettative, 78-emo nella generale, 11-emo in categoria con un tempo di 1h:08:13. Dati del mio Garmin qui. Le mie origini padane si sono fatte sentire, in una corsa dove l'elemento dominante è la salita, ho dovuto prestare molto attenzione nel gestire il ritmo di gara. Nelle fasi in cui le pendenze erano elevate sono andato di rimessa, mentre ho spinto al massimo nei pezzi di falso piano o di leggera discesa. Una tattica che ha funzionato, tranne qualche eccezione, i concorrenti superati nei pochissimi pezzi di pianura, non mi hanno recuperato in salita. È il bello della corsa in montagna, il cambio di ritmo. Da Bredese, arrivare davanti a centinaia di montanari sul loro terreno direi che non è male. Al traguardo ho avuto il supporto della moglie che, in sandali, mi è corsa al fianco lungo la salita finale, e del mio amico Edi, che abita in zona, ma che da infortunato ha potuto solo seguire la corsa da spettatore. All'arrivo un bell'acquazzone ha lavato tutti i partecipanti, reso il terreno bello fangoso, così che le macchie di ferro sulla maglietta bianca l'hanno resa quasi da buttare via. Alla prossima gara in montagna, penso che mi presenterò con scarpe più adatte al terreno fangoso e sassoso.

domenica, luglio 31, 2011

Tornato a Breda in bici

Ho appena finito le vacanze, una decina giorni passati sulle montagne a Tröpolach, vicino a Hermagor e al confine italiano (Pontebba), con qualche corsettina in montagna ed escursioni con tutta la famiglia. Poi il ritorno in bici, che alla fine si è concluso a Breda Cisoni, contro le mie previsioni. Il tragitto l'ho percorso in tre tappe, percorrendo in totale circa 480 km con un dislivello positivo superiore ai 7200 metri. I passi più importanti toccati sono: Lesachtal sattel (1500 mslm),  Misurina (1750 mslm), le Tre Cime di Lavaredo (2340 mslm), passo Tre Croci (1800 mslm), passo di Falzarego (2110 mslm), passo Pellegrino (1910 mslm), altopiano di Pinè (1100 mslm), salita a Sopramonte (560 mslm).

Prima tappa Tröpolach - Misurina



Nella prima tappa, dopo aver salutato tutti, parto da Tröpolach alle 10:22 con l'intento di arrivare più vicino possibile a Cortina. Il cielo è soleggiato, senza vento, con il primo tratto di strada quasi pianeggiante lungo il fiume Gail. L'eseguo completamente sulla pista ciclabile R3 nella valle del fiume, in Carinzia. Dopo una trentina di km raggiungo Kötschach - Maunhten dove imbocco la statale 111 direzione la stretta valle di Lesach. Qui la strada è stretta, con molti saliscendi con pendenze anche notevoli, ma corte, con uno splendido paesaggio, ma niente ciclabile, difficile trovare un ritmo. Dopo 20 km raggiungo Maria Luggau, dove faccio la pausa pranzo con dei panini comprati al supermarket. Alla partenza avevo fatto il pieno di barrette, che consumo ogni due ore. Qui iniziano le dolomiti dalla parte austriaca e finisce il sentiero del pellegrinaggio delle chiese di Maria. Proseguo e  la strada si allarga, sale ed entro nel Tirolo dell'Est. La salita è dolce e costante fino al passo a quota 1500, il primo passo del mio tour. La lunga discesa mi porta fino alla ciclabile della Drava che da Dobbiaco arriva fino a Lienz e prosegue lungo il fiume. Questa ciclabile è percorsa da moltissime persone, quasi tutte, però, nella direzione contraria alla mia, verso Lienz, sempre in leggera discesa, con la possibilità di tornare in treno. Con la ciclabile in leggera salita arrivo in Italia, me ne accorgo dalla caserma dei Carabinieri. Faccio una sosta per un rifornimento d'acqua nella bella San Candido e continuo fino a Dobbiaco. Il sole ha lasciato il posto alle nuvole, ma non piove. Qui giro sulla statale 51 che va a Cortina. Una statale molto trafficata con molti camion e bus che ti passano vicino, anche troppo. Esiste un pezzo di ciclabile in sterrato al lato della statale. Ne percorro un pezzo ma lo lascio quando lo sterrato diventa troppo sconnesso, troppo difficile per le mie slick da 35 mm. Arrivo al bivio per Misurina, giro a sinistra per il lago. Qui la strada sale, una salita abbastanza dura che mi porta all'Hotel Dolomiti. Lì scarico le borse in camera e, visto l'orario, decido di proseguire sulla salita delle tre cime, 7 km veramente impegnativi. Alle 18:20 arrivo al rifugio Auronzo a 2340 metri, non senza difficoltà. Il panorama è bellissimo, ai bordi della strada c'è la neve e l'aria dei 2300 metri mi manda i battiti fuori soglia. Al rifugio mi disseto e torno giù all'hotel accompagnato da una leggera pioggia. La prima tappa, dopo 135 km e 3100 metri di salita, termina qui.

Qui si trova la traccia del gps http://www.gpsies.com/map.do?fileId=ceaqromjxkinlodl.

Seconda tappa: Misurina - Piscine di Sover

 



Secondo giorno sveglia alle sette, giornata con un sole splendido ed ho il tempo per un bellissimo giro a piedi intorno al lago di Misurina, prima della colazione. Il panorama del lago è splendido, specialmente quando il sole illumina le dolomiti sullo sfondo senza nuvole. Colazione abbondante, preparo le borse e alle 9 sono in sella, direzione Cortina. Alla partenza sono vestito con una giacca pesante antivento, braghe corte con gambiere e guanti lunghi.
Dopo una corta discesa, arriva il primo passo della giornata, il passo Tre Croci. Si trova a 1800 metri, ma partendo da 1700 non è molto impegnativo. Nella discesa incontro una colonna di vecchie Citroen d'epoca che stanno parteciapando ad un rally. La discesa a Cortina a quota 1200 è veloce, il tempo di togliermi le gambiere e giacca, che subito inizia la salita per il passo di Falzarego. Dopo qualche km di salita abbastanza agevole, arriva il bivio del passo Giau, uno sguardo al cielo con i suoi nuvoloni neri e la salita al Giau è scartata, meglio rimane rimanere sulla strada del Falzarego, più semplice per chi come me si porta appresso due borse pesanti, con oltre 13kg di bagaglio. La strada sale e il cielo diventa sempre più nuvoloso, il sole splendido del mattino è già un ricordo. Dopo un po', arrivo in cima al passo, compro una cartolina, mi cambio per la discesa e saluto un compare che viaggia come me con le borse sulla bici. Lui sembra avere anche la tenda ed è in maniche corte, non male con questo clima. Qui in cima arrivano molti ciclisti, ma sono tutti con la bici da corsa con al massimo un piccolo zaino. Dopo qualche minuto di discesa inizia a piovere leggermente, è arrivato il momento di provare la mia tenuta da pioggia. Indosso i pantaloni antipioggia, la mantellina impermeabile e riprendo la discesa. La pioggia non mi da fastidio, ma con le slick scendo con prudenza. Una volta sceso proseguo lungo i laghi di Alleghe, per poi arrivare a Cencenighe dove ha smesso di piovere. Vorrei fare un pranzo veloce, ma vedo solo un ristorante, meglio una barretta e via per la salita del Pellegrino. Si parte dai 770 metri per arrivare a 1910 metri di altitudine dopo 18,2 km. È la salita più lunga del mio giro. Salgo piano fino ai 1400 metri di altitudine, mancano ancora 6 km al passo e 500 metri di dislivello. Qui inizia il pezzo più duro, con i cartelli che indicano pendenze del 15% e poi del 18%. Riprende a piovigginare. Dopo più di due ore e trenta arrivo in cima al passo, una sosta per mangiare qualcosa e cambiarmi, poi giù in una bella discesa fino a Moena. L'arrivo a Moena offre uno splendido panorama, con le dolomiti sullo sfondo del paese. Ritorna il sole. Sono quasi le cinque del pomeriggio e i chilometri di giornata sono molto pochi, neanche novanta,  decido di prendere la statale e di procedere verso Trento lungo la val di Fiemme. Passo Predazzo, Cavalese, la funivia del Cermis e al bivio prendo la provinciale per Trento. Qui la strada ricomincia a salire, la valle si fa molto più strettta e le abitazioni molto più rade. Sono stanco e fino a Trento mancano ancora troppi chilometri, non voglio pedalare al buio. Al primo cartello di camere libere mi fermo, sono a Piscine di Sover, un paese di 160 abitanti all'inizio della Val di Cembra. La camera è in una pensione, gestita dalla gentilissima signora Maria, la quale è anche bar e negozio del paese (www.mariaturismorurale.it ). Alla fine i chilometri di giornata sono 135 con un dislivello positivo di 2900 metri, abbastanza per avere voglia di consumare un'abbondante cena tipica trentina, assieme a due viaggiatori berlinesi, anche loro in bici, provenienti da Merano. Facciamo la stessa strada verso il lago di Garda, ma loro fanno tappe più brevi rispetto le mie.

Qui si trova la traccia completa della seconda tappa: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=ajevoddwbzpdcqqg

Terza tappa: Piscine - Breda Cisoni

 



Il terzo giorno riesco a partire prima, in quanto la colazione è alle 7:30 e alle 8:20 sono già in sella. Anche stamattina si parte col sole. Dopo qualche km decido di salire sull'altopiano di Pinè, non è la strada più breve, ma voglio vedere i laghi dell'altopiano. I laghetti sono molto belli, un'ottima scelta. La strada poi scende dolcemente fino a Trento. Qui vedo per la prima volta dei cartelli che indicano una ciclabile con una meta precisa, in questo caso Trento, che mi evitano di passare per la tangenziale. Seguendo le indicazioni arrivo in centro città percorredo piccole stradine lungo muraglie antiche. Ora devo andare verso Riva del Garda cercando di evitare le strade più trafficate. Impresa che non mi riesce, in quanto finisco su una statale che è come un'autostrada stretta a due corsie per senso di marcia, troppo trafficata, con tanto di tunnel in salita lungo un km, da panico. Avrei dovuto salire a Sopramonte e continuare per stradine comunali e ciclabili fino a Padergnone e poi entrare nella zona dei laghi, ma sulla mia cartina non erano segnate. Lasciata la pericolosa statale, arrivo su una ciclabile, che per 5 km mi evita la statale, ma poi ci torna sopra. Alla fine riesco ad entrare nella valle dei laghi e lì è semplice seguire le piccole strade comunali che arrivano fino ad Arco. Arco è una splendida cittadina che attraverso a piedi, poi di nuovo sella per Riva. A Riva raggiungo la sponda del lago di Garda, dove da qui inizia un fastidioso vento contrario che mi accompagnerà per tutto il tratto lungo il lago. Col vento iniziano i primi problemi fisici, un dolore al ginocchio che mi accompagnerà per il resto della giornata. Alla partenza non avevo ancora deciso quanta strada fare, ma ero partito con l'idea che se entro le 17 fossi arrivato a Peschiera, avrei potuto raggiungere Breda in giornata. Alle 13:30 ero a Malcesine per la pausa pranzo. Ripartito, dopo un po' il dolore al ginocchio diventa insopportabile, mi fermo e vado nel lago per raffreddare la parte dolente. L'operazione sembra avere effetto e riesco a continuare. Alle 16:30 sono a Peschiera, il tempo tiene, il dolore è leggero e allora punto dritto su Breda. So' che a Peschiera c'è una ciclabile che va fino a Mantova, un cartello che la indica non è ben posizionato e prendo il lato sbagliato del fiume. Quando me ne accorgo è tardi per tornare indietro. Decido di tirare dritto, prima o poi troverò un ponte per passare dall'altra parte dove si trova la ciclabile. A Valeggio c'è, ma ora non mi va più di andare a Mantova e scelgo la strada per Goito che non è così trafficata. A Goito inizia una statale grande e pianeggiante, il panorama delle montagne sparisce e qui c'è solo da pedalare per Ospitaletto, Campitello e Gazzuolo. Lì prendo l'argine sull'Oglio di sinistra per poi dover passare sul ponte di barche di Torre d'Oglio, che, a questo punto, diventa la salita più dura di giornata. Un breve passaggio sullo sterrato dei Campetti e arrivo nella deserta Breda Cisoni alle 20:20. Il gps di giornata indica 10h:30m in movimento e 1h:30m fermo per un totale di 224 km. Ce l'ho fatta, il mio giro si conclude qui, a Vienna tornerò in treno.

La traccia completa del gps si trova qui: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=seokkoazaqlrjloa


sabato, luglio 16, 2011

Vacanza



Oggi si parte per la vacanza in montagna. Il ritorno sarà in bici, ma il percorso non terminerà a Breda Cisoni, ma in Austria. Mi piacerebbe passare dalle tre cime di Lavaredo (Tre cime gps), passare per Orvaro e Sutrio (Orvaro gps) poi ritornare in Austria verso Vienna ( Sutrio - Vienna gps).  Dovrei partire lunedì 25 luglio e continuare per qualche giorno lungo il percorso indicato. Buone vacanze.