Archiviata la terza maratona stagionale, mi accingo a preparare la prossima gara, che sarà nel Pilachtal ovvero il Dirndltalextrem (111km, 5000D+). Quest'anno sarà la mia terza partecipazione consecutiva, sono veramente curioso di sapere come andrà a finire. Può andare bene come obbiettivo? Ma è nella ripetizione che si vede la vera dipendenza.
Quest'anno è un po' strano, tra una gara e l'altra non riesco a prepararmi decentemente, un po' per scelta (troppe gare consecutive), un po' per eventi di varia natura e in gara mi ritrovo ad improvvisare. Ma va proprio bene così.
Vedrò di stilare quanto prima una tabella degli allenamenti, anche se manca meno di una settimana al via, per arrivare al top della condizione sabato 1 agosto prossimo, cercando di combinare al meglio rigenerazione, stimolo allenante e di evitare assolutamente i chilometri vuoti. Come? Evitando di fare dei chilometri, così evito alla radice anche quelli "vuoti" (quelli che servono come alibi e vanno bene solo per la statistica). Per quanto riguarda l'aspetto mentale, basta mettere in Dr. Google la magica frase "preparare ultratrail in 5 giorni" e con trentamila risultati non mi posso certo sentire abbandonato al mio destino.
sabato, luglio 25, 2015
lunedì, luglio 13, 2015
Ecomaratona del Ventasso
Un sentiero del percorso |
Domenica 12 luglio ero ai nastri di partenza della tredicesima edizione dell'ecomaratona del Ventasso con partenza e arrivo a Busana nell'Appennino Reggiano. Non sono nuovo a queste zone, ho dei bei ricordi dei laghi del Ventasso quando con la scuola andavamo a sciare, le gite dell'oratorio sulla pietra del Bismantova e vecchi amici di Castelnovo Monti e dintorni. La gara è stata un'ottima occasione per tornare a riscoprire questa splendida zona dell'Appennino e rincontrare amici di vecchia data.
Non ho mai corso un'ecomaratona, vale dire un trail che misura esattamente 42,195km con un dislivello di 2300+. In questa gara, più che la prestazione in sè, ho cercato di stabilizzare un po' la condizione in vista delle prossime gare e provato delle nuove soluzioni, tipo il singolo bastone.
Cielo terso e temperature più che estive hanno accompagnato tutta la durata della gara rendendola molto impegnativa. Al via sono partito in coda al grande serpentone colorato che ha attraversato due volte le strette vie di Busana prima di cominciare la salita verso Cervarezza. Qui, sui suoi secchi sentieri, ho mangiato molta polvere dimenticandomi di ammirare la pietra del Bismantova.
Dal profilo della gara mi sono orientato per una strategia di correre sempre almeno fino al primo ritorno a Busana e di poi usare il bastone quando sarebbe iniziato il "tirone", il ripido sentiero che porta in cima al Ventasso con i suoi 1727 metri di altezza. La prima parte si è svolta senza problemi e quando è iniziato il tirone, l'aiuto del bastone mi è stato molto prezioso. Normalmente non sono un gran amante del bosco in salita, in quanto limita la vista del panorama, ma in questa torrida giornata, la copertura degli alberi non mi è stata così sgradita. Comunque, ho trovato lo stesso il tempo per un paio di soste per ammirare il panorama dove il bosco si apriva o era assente. Sopratutto in cima al Ventasso dove mi sono fatto spiegare dai volontari del soccorso alpino le varie zone sottostanti. Sosta che mi sarà costata almeno una decina di posizioni faticosamente conquistate nella lunga salita. Ma del tempo finale e della posizione non è che m'interessasse un gran chè e così sono ripartito nella discesa in cresta di ottimo umore. Finita la discesa è iniziata una fase molto interessante di saliscendi a basso contenuto di dislivello ma ad alto livello di consumo di gambe. Una tratto che mi ha entusiasmato almeno fino alla prima caduta, dove un inciampo sulle pietre ha risvegliato crampi micidiali agli adduttori. Crampi che sono tornati con la seconda caduta sulle solite pietre e che ha un po' allarmato i miei compagni di viaggio. Nulla di preoccupante e così sono andato avanti in tranquillità fino all'ultimo chilometro. Qui, in un cambio di pendenza, un crampo micidiale mi ha costretto al passo per qualche momento facendomi perdere di colpo una decina di posizioni a pochi metri dal traguardo. Situazione che proprio non mi è piaciuta, ma ero in una maratona e non in un ultratrail e così lanciando le gambe a tutta velocità, ho dissolto i crampi e recuperato quasi tutte le posizioni perse, tagliando il traguardo in un ottimo 5h:40':07".
La bella sorpresa finale è stato il pranzo, completamente servito di primo, secondo, dolce, frutta e bevande per tutti i partecipanti della manifestazione, un trattamento che non ricordo di aver mai ricevuto nelle mie precedenti gare.
Posizione 88-emo su 354 e link della classifica finale.
Conclusioni: L'ecomaratona del Ventasso è un'ottima gara, che porta lo spirito della maratona nel trail, senza però il suo modo scriteriato di gestire i rifiuti, un percorso bello tosto con in più i panorami unici dell'Appenino Reggiano.
Croce Ventasso |
Arrivo |
domenica, giugno 28, 2015
Veistch, il double
Appena partiti |
Non sono nuovo a queste gare seriali, ma la novità che mi mancava è quella di due ultra di fila.
Così ho precettato le mie gambe e mi sono allineato ai nastri di partenza con i migliori propositi. Dopo aver salutato simpatici personaggi come Martin, Markus e lo stesso Eigner, ho imboccato la prima salita con lo slancio dei bei tempi. Ma i bei tempi non ci sono mai stati e dopo alcuni chilometri ero già al gancio. Non era un problema astratto, del tipo mi sono preparato alla perfezione e poi magari un piccolo colpo di freddo o magari l'agitazione pregara mi hanno messo in crisi. No qui sono solo le gambe che erano stanche, stufe e doloranti. Ho potuto solo prenderne atto e continuare. La pioggia della partenza è diventata un pallido sole sopra i mille metri e così, perlomeno il meteo, ha steso un velo pietoso senza infierire con un cattivo tempo in quota. Nel primo dei tre tratti previsti ho vissuto un'esperienza nuova, vale a dire quella di essere stato attaccato da un nido di vespe inferocite, che hanno colpito più volte sia le mie gambe che quelle del mio vicino in eguale misura (tre a tre). Niente che possa comunque spaventare due impavidi runners. L'arrivo spettacolare sulla cima Veitsch, anche in condizioni menomate, è stata ormai una prassi consolidata e sempre affascinante, sia la salita che la vista. Nella parte alta del tracciato, dove lo scorso anno ho picchiato forte in terra, sono riuscito anche divertirmi, specialmente su di un piccolo tratto ancora innevato. La parte finale, quando anche altri concorrenti hanno cominciato ad accusare dei problemi, è stata la migliore, molto vicino alla prestazione dello scorso anno. Probabilmente il fatto di vedere persone che stavano peggio di me, mi ha regalato un un po' di estate di S.Martino facendo emergere risorse insperate negli ultimi chilometri.
In gare come queste mi sono ben guardato di portarmi l'orologio, in quanto è meglio che non sappia come stia andando, specialmente quando le cose non girano per il verso giusto. Però alla fine sono risultato solo 20 minuti più lento rispetto allo scorso anno con un tempo finale misurato di 6h:09':00" e uno percepito di circa 6h:08':59" per la 68-ema posizione finale.
Così anche la doppia Mozart100 - Veitsch, più popolare è invece la Ötscher-Veitsch, è entrata di forza a far parte del mio speciale palmares, del quale, spero, non interessi a nessuno.
Il link della classifica finale.
Arrivo col segno due |
Prima frazione, col sole |
Ultimo rifornimento |
Coca prima della discesa finale |
Teufelsteig finito |
domenica, giugno 21, 2015
Mozart 100, ultra panoramica a Salisburgo
"Al piova, l'omo!" |
I primi chilometri pianeggianti sono stati lungo il fiume Salzach e una volta lasciata la città è cominciata una lunga e affascinante salita in mezzo a cascate e gole. Ad un certo punto siamo passati in mezzo un piccolo torrente ed ho chiesto a Robert se ci fossero anche altri passaggi in mezzo l'acqua. Mi ha risposto che era l'unico, ma non aveva fatto il conto con il meteo, che al secondo giro ha cambiato in modo notevole il percorso. Così un guado che copriva una scarpa ne è diventato uno fino al ginocchio in acqua molto corrente, mentre altri rigagnoli d'acqua sono apparsi coprendo, oltre le scarpe, altri pezzi del percorso. Finita la salita, però, non mi sono sentito più bene, le gambe erano pesanti, ho sentito freddo ed ho dovuto così lasciare la compagnia di Robert che, invece, andava molto bene. Anche un gel preso un po' per disperazione non ha sortito i risultati sperati, anzi si è piantato nello stomaco. Pur essendo partito molto piano, al chilometro 15, con occhiali appannati, scivolata innocua sul fango, mani gelate ero già alla frutta, trovando solo conferme nei tetri pensieri avuti nelle ultime due gare. Al chilometro venti ho iniziato il ritorno verso Salisburgo, dove nel frattempo la pioggia era diventata torrenziale. Non so quale sia stato il meccanismo che abbia scacciato problemi che sembravano insormontabili, ma man mano che mi avvicinavo a Salisburgo ho ritrovato sempre più ritmo. Così col passare dei chilometri ho riagganciato Robert e, assieme, abbiamo tagliato il traguardo del primo giro.
Con ottime speranze sono poi ripartito per il secondo e più impegnativo giro. Qui c'era l'aggiunta del passaggio attorno al lago Fuschl, dopo averlo ammirato dall'alto delle montagne circostanti alla prima tornata. Nel tratto iniziale è stato poi Robert che ha avuto dei problemi e mi ha detto di continuare da solo. Ho iniziato ad aumentare il ritmo appena la strada è cominciata a salire cercando di tenere la scia di una svedese che mi aveva staccato in pianura. Il fatto di correre sempre, non sentire nessun dolore e superare altri concorrenti mi ha dato sempre più fiducia, anche se il ricordo di Borgotaro, dove mi sono piantato, è stato sempre ben presente, sopratutto in discesa.
Nella salita denominata "The Climb", un bel dritto fino in vetta in mezzo al bosco e con tanto di fotografo, mi sono ritrovato con le mie fedeli scarpe everlong a pattinare senza nessun grip. Recuperando però un paio di bastoni, ho improvvisato un'improbabile, ma molto efficace, andatura da nordic walker che mi ha tenuto in piedi e fatto proseguire. Un bastone l'ho poi portato con me fino quasi la fine, con sorpresa dei gestori dei ristori, come sostegno per le parti più scivolose. Il vantaggio di passare due volte quasi sempre sugli stessi sentieri, mi ha permesso, da un lato di gestire meglio la corsa, ma dall'altro, nei passaggi più sensibili all'umidità, mi ha fatto trovare sentieri quasi arati dai ripetuti calpestii.
Quando sono arrivato sul lago Fuschl è comparso anche il sole. Pochi minuti, ma sono bastati per farmi venire voglia di andare dentro il lago a raffreddare un po' la muscolatura e pulirmi le gambe. Una volta lasciato il lago, la pioggia, dopo il mio passaggio in mezzo al circuito automobilistico di Salisburgo, è tornata battente. Da qui mancavano solo una quindicina di chilometri, molta discesa facile, una caduta, ma anche il secondo passaggio sulla montagna cittadina Kapuzinerberg dai suoi infiniti gradini, sia in salita che in discesa. L'ultima possibilità per recuperare posizioni o perderle, se si arriva al gancio. C'erano contemporaneamente altre gare più corte partite più tardi e tra i molti corridori, non riuscivo bene a capire chi partecipava come me alla cento chilometri. In ogni modo l'ho fatta a tutta. Dopo un non previsto slalom in mezzo ad un orda di turisti giapponesi con ombrelli spalancati, quello personale nella fontana, ho tagliato il traguardo con uno sprint finale stile cinquemila metri e una grandissima gioia. Il tempo finale di 12h:21' mi è valsa una sorprendente 26-ema posizione su 116 partenti.
Per concludere, Mozart100 è una gara particolare, un trail da correre, un mix tra paesaggi montani, trail cittadini, laghi, centri storici, ristori come in una maratona e anche una notevole partecipazione di corridori esteri. La consiglio a chi vuole provare per la prima volta una cento chilometri, ma anche a chi le ha viste tutte perché questa è diversa. E se poi l'organizzatore garantisse anche i divertenti guadi che c'erano quest'anno?
Links: la classifica finale, il percorso del primo giro, quello del secondo e il sito ufficiale.Col bastone si viaggia alla grande (intorno al km 75) |
Inizio primo e secondo giro |
domenica, giugno 14, 2015
Prove di DNF (Did Not Finish) non riuscite
Sepp maestro del non mollare mai |
Recuperato i problemi al polpaccio, mi sono recato a Graz per la mia seconda partecipazione al Schöckel Classic. Nei 16 km di bici sono partito con calma quasi in ultimo. Poi prendendo qualche scia sono riuscito a portarmi verso la metà, dove in salita ho recuperato diverse posizioni senza piantarmi all'ultima durissima rampa come lo scorso anno. Una volta arrivato alla zona cambio, la grande delusione: il mio sacco con le scarpe e i bastoncini non c'era. Ho chiesto informazioni, controllato le sacche vicine, ma delle mie scarpe e bastoni nemmeno l'ombra. Impensabile continuare la gara con le scarpe da bici da corsa, ho scelto così di continuare, più per rabbia, la mia gara senza scarpe affrontando a piedi nudi gli ultimi 2,5km con 600m D+ in single track. Man mano che le pietre si piantavo nei piedi, ho cominciato a capire cos'era successo. C'erano due sacche per i vestiti, una per la zona cambio ed una per l'arrivo. Naturalmente ho consegnato solo quella per la zona cambio, però con l'adesivo "traguardo". Un errore micidiale confermato anche alla consegna, dove alla domanda se veramente fosse la sacca per l'arrivo, ho risposto con un "chiaro che si" automatico. Errore che ho pagato con piedi distrutti al traguardo, venti minuti in più rispetto allo scorso anno e il quart'ultimo tempo della sessione corsa, dopo una sessione bici piena di speranze. Però che effetto arrivare in cima al Schöckel senza scarpe, ma non credo di aver fatto scuola. Dopo il traguardo il ragazzo, lo stesso che ritirava le sacche, mi ha riconsegnato le mie scarpe con un sorriso che diceva tutto. Non mi è rimasto altro che indossarle per i cento metri che mi separavano dalla cabinovia, che mi ha poi riportato alla zona cambio bici in pieno confort.
I risultati del Schöckel Classic 2015 sono qui, quelli del Garmin qui.
"Spurc e puc pulì!" |
L'invezione delle scarpe non è da sottovalutare |
giovedì, maggio 28, 2015
Basta riposo
Per poi finire sull'Adamello sui sentieri della prima guerra mondiale |
Ad agosto spero di non mancare al DirndtalExtreme. Per settembre ho già inviato la mia iscrizione all'Adamello Ultra trail, che indubbiamente sarà il mio clou stagionale.
domenica, maggio 10, 2015
Prossimi appuntamenti
Sui sentieri della Mozart 100 |
La mia prossima gara sarà Mozart100 a Salisburgo. Nel frattempo, probabilmente non rinuncerò a qualche breve gara per ritrovare un po' di velocità prima della partenza il venti giugno. Non sono ancora iscritto a nessuna gara nel prossimo autunno, ma oltre all'interesse nel ripetere l'MMT 100, sto pensando molto seriamente ad iscrivermi, invece, all'Adamello Ultra Trail 180 km con partenza e arrivo a Vezza D'Oglio.
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