domenica, marzo 06, 2016

Maratona burnout

- Può essere che abbia un burnout?
- Perché, non si vede?
La mia preparazione alla maratona Vienna, quella che non mi può far mancare i miei obbiettivi,  è giunta ad un binario morto. Non solo è rimasta indefinita su questo blog, ma è sfociata nel cosiddetto "maratona burnout". Per quelli come me che non ne conoscono il termine, ecco una breve spiegazione. Il maratona burnout è quello stato in cui ci sente sfatti, svogliati, senza vitalità quando c'è da affrontare un allenamento. Negli stadi più gravi, come sembra essere il mio dopo aver risposto al questionario sul sito pain for everyone, si ha la percezione di un infortunio che poi in allenamento non sussiste, oppure è in un'altra parte del corpo. Per esempio un dolore al ginocchio a tavola, diventa una contrattura al polpaccio nella corsa e altri giochini simili.
Come abbia fatto a cadere in quest'errore da principiante non lo so dire, però mi è apparso subito chiaro dopo aver consultato uno dei tanti siti prescritti dalla ricetta di dr. google. Lo sappiamo come fa dr.google: si accende, si accenna il proprio problema e, dopo solo tre caratteri,  emette una ricetta fatta da una lista di siti da seguire secondo le dosi assegnate.

Già dalla prima consultazione mi è apparso subito tutto chiaro.
Come mai non mi sono mai portato un audiobooks durante la mie ultime uscite? Come mai non ho mai twittato ogni terzo passo? Come ho potuto evitare di non instagramizzare quando mi sono allacciato le scarpe? E i goodies dov'erano?

Errori fatali che mi sono costati il maratona burnout e fatto saltare tutti i miei obbiettivi dichiarati per la mia prossima gara viennese. Ma non mi sono scoraggiato. Ho già settato il mio obbiettivo per la maratona di Vienna 2017 e seguenti edizioni, vale a dire record personali ad ogni edizione. Per quella del 2016, invece, mi sembra che un maratona burnout sia già un buon risultato da cui partire e, anche se non l'ho dichiarato ufficialmente, è sempre stato il mio piano B fin da quando ero bambino.
"Hai fatto bene, il burnout a questo punto è l'obbiettivo più ragionevole" (75 mi piace), questo è stato il primo dei tanti commenti a caldo sulla mia lavagna personale. Commenti che mi hanno un po' commosso e incitato a non continuare, accontentandomi del piano B raggiunto.

In maratona burnout mi appresto ad affrontare le inutili 5 settimane di preparazione finali prima della gara.


venerdì, febbraio 19, 2016

Dialogo sulla maratona

A volte è tutto così semplice

Come nei titoli di testa del Film Fargo, "tratto da una storia vera", riporto uno stralcio di un'intervista avuta con un giornalista di una televisione nazionale. Intervista mai andata in onda per un disguido nei palinsesti, però sono riuscito lo stesso a riportarla su questo blog, in esclusiva, in quanto mi sono ricordato abbastanza bene le domande.

 - Quando hai cominciato a coltivare il sogno di correre la maratona di New York?
- Non  so dire il momento esatto, probabilmente quando ho varcato la soglia del bar con i soliti del giro del Campari che millantavano le difficoltà della salita a Montecavolo (maratona di Reggio Emilia ndr), mentre rai2 trasmetteva la maratona di NY in differita, con Pizzolato che la vinceva camminando."
- Quando riuscirai finalmente a coronare il sogno?
- Non saprei con precisione, mi sto preparando a modo, l'obbiettivo è chiaro, il piano d'attacco studiato nei minimi particolari, la mente vigile, ma mi manca ancora molto.
- Quanto?
- 3500 euro per l'iscrizione e viaggio, ma se tutto andrà come previsto, con un sistema di colletta planetario mascherato da accattonaggio elettronico, simile a quello degli sms per la pace, un'evasione fiscale mirata, ma a costo zero per lo stato, dovrei raccogliere i fondi necessari nell'arco dei prossimi decenni, forse solo anni. Vorrei ricordare, a chi volesse contribuire, che per ogni barile di Gatorade che poi consumerò in gara, la Gilda ha promesso che donerà un euro per salvare la foresta dagli orsi e viceversa.
- Nel frattempo allenamento?
Certamente, per esempio partecipando alla maratona di S.Pietroburgo, costa i suoi bei 1700 rubli, un numero che è solo la metà di 3500, o quasi, ma meglio iniziare piano e non ripetere l'errore di quelli che voglio tutto e subito.
- Dimmi, come sei arrivato alla corsa? Altri campioni alla tua età avevano già attaccato le scarpe al chiodo da tempo.
- Esatto, però quando per caso ho un letto un murales nel parco sotto casa, illuminato dalla luna, mentre facevo i miei soliti acquisti per tirarmi su di morale, con scritto: "Corri a NY se vuoi il paradiso", ecco allora ho deciso che non era poi così tardi per realizzare questo sogno. Poi ho scoperto, da quelli in fila davanti a me, che NY non era proprio New York, ma ormai il tarlo nella mia testa era partito.
- Qual è il tuo metodo?
Il mio metodo è quello di iniziare a correre, ma non è stato facile applicarlo. Ho visto persone simulare morti apparenti o provare farmaci che si trovano solo in cliniche Svizzere specializzate nell'eutanasia, solo per affrontare il famoso test del moribondo. C'è gente che riesce perfino a fare una previsione del tempo finale della gara, del passaggio alla mezza e del tempo del fine settimana a Rimini, solo guardano i lobi degli orecchi. Alcuni addirittura bendati. Un mondo, insomma, per gente iniziata nel quale è difficile entrare. Ma una volta entrati è poi difficile uscirne, in pratica impossibile, almeno senza aver prima distrutto la parte inferiore del proprio corpo, metabolizzato metà cervello in qualche lungo più lungo, oppure andando a NY distruggendo anche il conto in banca.
- Che consigli ti senti di dare, a chi vuole iniziare a correre?
A chi vuole iniziare a correre, consiglio di partire con calma, che una crisi sulla soglia dei quaranta è praticamente impossibile non trovarla. Alcuni devono aspettare fino ai cinquanta, ma arriva anche a loro. Poi basta frequentare dei coetanei e lì è impossibile non avere contatti col virus della corsa. Sto parlando di una generazione, che quando si guardava allo specchio vedeva "benvenuto nel mondo dell'Aids", che quando accendeva il PC era una pandemia e "I Love You" era molto di più di un semplice allegato email, una generazione nativa dei virus che sa il fatto suo.
In più, ora, con internet ci sono tutte le informazioni per partire: campioni, ex, della corsa e della tavola, maghi, fattucchieri, ciarlatani e rabdomanti (trovano l'acqua ai ristori), tutti hanno la ricetta giusta. Poi gli smart indispensabili di tutti i tipi: telefoni, orologi, frigoriferi, guardie giurate e mediche. Con l'App giusta, ma non voglio fare pubblicità a Runtastic, che oltretutto deve ancora pagarmi il click del banner che ho messo sul mio blog (ma iniziate pure a cliccarlo, credo ancora nell'onestà del mondo), è impossibile non raggiungere i traguardi prefissati.
Per ultimo, ma dovrebbe essere il primo, non dimenticherei la visita specialistica: a volte si riesce a  morire subito durante la prova del gradone invece di un anonimo infarto lungo la statale,  che magari viene scambiato per un incidente del solito pirata, vanificando il martirio. Ma è solo per pochi eletti.

domenica, febbraio 14, 2016

Numero attaccato alla maglia

Pettorale su motore ingolfato
Dopo molti mesi d'astinenza, finalmente,  sono tornato ad attaccare un numero di pettorale per partire in una gara corta. L'occasione è stata l'ultima gara stagionale della serie cross al centro d'atletica leggera viennese, serie che fino a qualche anno fa si chiamava Cricket Cross. Volevo ritrovare il ritmo in una gara veloce dopo le mancate partenze di dicembre e l'astinenza di gare piatte per tutto il resto del 2015, dove nell'unica gara dove sono partito, mi sono spaccato dopo pochi metri.
Interessate è stata la concomitanza della gara 2 VCM Serie, dove a pochi metri di distanza, centinaia di aspiranti maratoneti hanno provato le gambe sui percorsi della Prater Allee, o trovato la scusa decisiva per rimandare al 2017.
Al Cricket, invece,  siamo partiti solo in 15 e già dai primi metri, mi è subito parso che il non arrivare ultimo fosse un ottimo obbiettivo di giornata. I primi giri dei dieci complessivi, su percorso ondulato e campestre per un totale di 9350m, li ho fatti col motore molto ingolfato e da fanalino di coda. Poi man mano che la gara è andata avanti, sono riuscito a recuperare tre posizioni finendo in tranquillità in 38':14", un tempo che non riesco a confrontare con quello delle passate edizioni in quanto il percorso è cambiato. Certo sull'asfalto è molto diverso, ma ho ancora 8 settimane nelle quali posso sperare di trovare un ritmo maratona o, come per quelli che ho visto claudicanti, ma sereni, sui bordi della Prater Allee, un infortunio liberatorio. Come? Con quale piano? La risposta, ultima e definitiva, nel prossimo post.

venerdì, febbraio 05, 2016

94 percento

Jung
Com'è andata la prima settimana di allenamenti con l'App? Ah, non molto bene credo, l'App sul mio fidato Nokia non è che funzioni a meraviglia e per andare su Facebook, con mezza città in settimana bianca, alla fine non mi ha seguito nessuno.
Non è comunque un gran problema visto che le gambe girano bene, ma il mio piano per raggiungere l'obbiettivo della maratona di Vienna (VCM) rimane indefinito. E il tempo stringe, c'è gente che è già dall'ortopedico con pettorale su ebay a un euro e scarpe in omaggio.

Nel frattempo studiando diverse alternative, mi ha impressionato un dato, che è anche il titolo del post, quello del 94 percento. Non è la frequenza cardiaca riferita al polso massimo per correre una maratona ed ottenere una morte sicura al km 35. Ma la percentuale di abbandoni dei giovani corridori quando, dopo alcune stagioni nelle categorie giovanili, arrivano vicino alla maturità.
Se ci fosse un meccanismo che mi riportasse a quando avevo diciotto anni, con queste percentuali, vorrebbe dire abbandono sicuro della carriera podistica. Ma purtroppo questo meccanismo non esiste e da bravo corridore da mezza età, con o senza crisi, coi vent'anni  passati da un pezzo, anche l'abbandono rimane un privilegio lasciato ai giovani.

Con lo spirito, che in questo senso è rimasto giovane al 94%, mi appresto ad affrontare una nuova settimana di allenamenti in vista VCM.


domenica, gennaio 31, 2016

Tabella, tabella e tabella

I tempi cambiano, per i numeri ci vuole un'App
Il bravo podista da crisi di mezz'età, categoria della quale non mi sento più d'appartenere per il superamento della mezza età, in questa fase dell'anno è già in una fase ben definita.  O ha appena contribuito alla lucentezza del camino, buttandoci dentro un paio di scarpe nuove  e aspetta senza spasimi la ripresa imminente della Champions League. O si trova all'inizio di una tabella d'allenamenti, che lo porterà alla maratona di primavera in perfette condizioni per raggiungere i propri obbiettivi, salvo ragionevoli imprevisti. Tipo in gara ho strisciato per 5 km sui gomiti alla Di Caprio in Revenant, ma poi la ragione ha prevalso e mi sono ritirato al km 6. E altre ragioni ragionevolmente simili.

Per quanto mi riguarda, il sogno di appartenere alla prima categoria l'ho ormai sotterrato da tempo. Così non mi rimane altro che consolarmi, ancora una vola, con la seconda categoria.
Parto allora, come da manuale, con la scelta dei miei obbiettivi.  Risposta facile, record personale alla prossima maratona di Vienna. In secondi, minuti e ore, vorrebbe dire un tempo con 3, un 1 e le altre cifre mancanti a piacere che lascio scegliere alla Gloria.  Potrei mettere l'obbiettivo dentro alla casella di Prof. google e prendere uno dei 131000 risultati. Ma non vorrei ripetere gli errori degli scorsi anni, così decido di affidarmi alla strategia che adottano i nativi degli smartphone e social media, vale a dire quella di scaricarmi un'App adeguata allo scopo.
Un'App che avrà il compito di tenermi motivato durante gli allenamenti, che ne registrerà ogni parametro e che non mancherà di farlo sapere a tutti social network, che già sono  in fibrillazione con il loro feedback tutto cool e mi piace. Già, ma quale App? Se i produttori di Runtastic mi avessero dato un obolo, potrei citarli disinteressatamente, in perfetto stile internet dove tutto è trasparente e al servizio del lettore.
Invece dico che ho trovato l'App in questione, ho messo dentro tutti i parametri richiesti e alla fine l'App ha sentenziato la famosa tabella, che ho cominciato a seguire immediatamente.

Se vuoi conoscere la mia tabella di preparazione, quando ci sarà la fine dell'Euro, la dissoluzione della Svizzera, il prossimo obbiettivo terroristico vicino a casa tua e altre catastrofi, non devi fare altro che seguirmi, senza voglia o impegno, su Facebook.  

sabato, gennaio 23, 2016

Live Love Move

Gli organizzatori con la mascotte
Non ero solo venerdì 22 gennaio, quando alle 4:30 del mattino mi sono presentato al via per il giro da 120 km attorno al lago Neusiedel, la quinta edizione della 24h Burgenland Extreme Tour. Erano oltre mille e settecento gli iscritti e ad occhio ne sono rimasti ben pochi a casa a dormire. Avevo diverse opzioni per questo evento, la più gettonata era quella di non partire, perché la mia gamba non era a posto e i pochi allenamenti, frustranti. Oppure quella di usare la bici, visto che con quella non avevo fastidi. Alla fine ho scelto di partire coi comminatori, il gruppo più numeroso, per non perdermi l'atmosfera di un evento con una partecipazione, per essere un evento ultra, davvero inusuale in Austria. L'ostacolo più grande è stata la temperatura, che all'inizio era negativa a doppia cifra e mi ha causato non poche difficoltà. Dopo l'alba spettacolare, mi sono accorto che la marcia non era nel mio repertorio, troppo lento e i tentativi di tenere il passo degli altri mi costavano più energie di quelle che avrei speso nella corsa. Così, dopo aver assaporato un ottimo gulasch in territorio ungherese e sbrinato la mia borraccia, ho deciso di passare alla corsa e vedere cosa sarebbe successo. Il solito fastidio al polpaccio non ha aspettato molto a presentarsi, lasciando poco spazio alle speranze di poter ritornare a Oggau, sede di arrivo e partenza, con la sola forza delle mie gambe. Ma a volte quello che appare non sempre diventa e, con l'alternanza del passo e il passare delle ore, il dolore ha capito che non era giornata  e si è ritirato in un dignitoso silenzio. Così dopo la partenza su strade innevate, l'alba da cartolina dietro al lago, mi sono ritrovato finalmente a correre, di ottimo umore, sotto uno splendido sole. Il paesaggio del lago completamente ghiacciato, che è anche un parco nazionale,  è stato favoloso, così come inaspettato è stato il passaggio di un aereo, in perfetto stile riviera adriatica, con attaccato lo striscione del motto del tour:  "Live Love Move". Ogni tanto ho dovuto accorciare il passo, ma col trascorrere dei chilometri, la fiducia e la corsa non mi hanno più abbandonato. Non mi sono quasi perso neanche un ristoro, che poi erano un mix di stazioni classiche da evento podistico, alternati a ristoranti dove si consumava alla carta con trattamento privilegiato. Con l'arrivo della notte sono tornate le temperature rigide e lo sbalzo negativo di una decina di gradi nel giro di pochi minuti mi ha messo un po' in difficoltà, dove non riuscivo più a respirare bene. L'arrivo finale a Oggau, per ora di cena, è stato molto bello, con tanto di foto sul divano nel gazebo davanti al municipio e orologio analogico sullo sfondo che segnava l'ora, nel mio caso circa le otto e un quarto. Dal sito dell'evento ho poi appreso, che sullo stesso divano si sono seduti un buon mezzo migliaio di persone nell'arco di trenta ore, quando anche l'ultimo camminatore è ritornato a Oggau.

Per concludere, Burgerland Extreme Tour 24 è un'ultra molto particolare, non esiste classifica, il tempo finale è a discapito dei partecipanti, un numero incredibile di iscritti e non c'è nessun obbligo di arrivare chissà dove. È una gita, gara e pellegrinaggio, a piedi attorno al lago Neusiedlersee, in condizioni climatiche che possono essere anche proibitive, conditi da una grande ospitalità della gente della regione. Live Love Move.

Alba sul lago


Più o meno a metà strada

Ancora molto coperto



Live Love Move
Finisher


sabato, gennaio 16, 2016

Pochi giorni per il mio primo (extreme) tour del 2016

Percorso attorno al lago
È arrivato il momento di tornare, gambe permettendo, ad allacciarmi le scarpe da corsa. L'occasione l'avrò tra qualche giorno a Oggau, per il Burgerland Extreme Tour con partenza venerdì mattina 22 gennaio alle ore 4:30. Un incredibile numero di iscritti, più di 1500, che come me affronteranno il giro da 120 km attorno al lago Neusiedlersee per "pedes".
Sono molto curioso di conoscere questa particolare manifestazione, che non cronometra e stila una classifica finale, ma consegna una medaglia a tutti i finisher e un bel pacco gara a tutti i partenti.