martedì, gennaio 15, 2013
Neve e piedi leggeri
A Vienna nevica, l'inverno non si è fatto scappare gennaio e uno splendido manto nevoso ha imbiancato la città. Questa è anche l'occasione per provare le mie nuove calzature Leguano in mezzo alla neve. In soldoni, le Leguano non sono altro che due calze con un pezzo di gomma attaccato sotto. Quando le ho comprate, il venditore mi disse che nella neve sono eccezionali. Già correre con delle scarpe normali, magari col Gorotex, appena un po' di umidità entra nella scarpa mi da' un gran fastidio, figurati, ho pensato allora, con una calza. Bene, ora ho potuto provare di persona sul mio percorso campagnolo abituale tutto coperto di neve fresca e in parte battuta. Il risultato è incredibile, nessun fastidio ai piedi, anzi, un gran senso di libertà e leggerezza con una gran voglia di correre in mezzo alla neve fresca che sembra polvere.
Le Leguano le ho comprate all'Expo dell'ultima maratona che ho corso a Bregenz. Era un po' che volevo provare delle scarpe che promettono il "natural running", ma fino ad ora nessun modello mi aveva entusiasmato. A dire la verità neanche le Leguano, ma un po' perché costano meno delle altre scarpe, un po' perché più naturali di così c'è solo il piede scalzo.
La prima volta che ho provato a correre dietro a casa mia sulla strada ghiaiata, ho resistito per ben 30 metri, sentivo ogni sassolino nella pianta del piede. Ho pensato che bell'affare che ho fatto. Però, a camminarci su non ho avuto difficoltà, almeno questo mi sono detto. Per arrivare a correrci su ho dovuto adattarmi piano piano. Per iniziare ho usato il tapin, prima per cinque minuti, poi dieci, quindici e così via fino a trenta minuti. Dopo tre mesi di tapin sono tornato sul mio giro ghiaioso e sono riuscito a fare tutto il giro di 6 km senza problemi. Ora sono a 9 km. Il vantaggio di questo tipo di calzature è che il piede e il polpaccio di rinforzano molto, mentre lo stile di corsa cambia. Ora appoggio molto di più sul davanti del piede e molto meno sul tallone. L'altro notevole vantaggio è che ora riesco anche a calzare scarpe come le Mizuno Universe 4, che pesano solo 110 grammi in quanto non hanno neanche la suola superiore. Questo per me era impensabile almeno fino a qualche mese fa. Le Leguano sono ancora più leggere, ma per me, per una gara veloce non sono adatte. Il piede nella calza non è fermo, mancano i sostegni laterali e alla mia velocità massima, mentre la gomma si pianta molto bene sul fondo stradale, il piede mi scivola leggermente. Così provo un po' fastidio, tipo bruciore, ma in allenamento con andature medio alte vanno benissimo, mentre la mancanza di stabilità dovrebbe aiutare a sviluppare i muscoli della pianta del piede. Vedremo se problemi come la fascite saranno solo un ricordo. Con le Universe, invece, il piede è un tutt'uno con la suola e ti viene solo voglia di spingere al massimo. Ottime calzature per gare veloci.
domenica, gennaio 06, 2013
Il 2012 è finito, il 2013 è già iniziato
Come da quattro anni a questa parte, l'ultimo atto del 2012, per quanto riguarda la corsa, è la gara attorno al ring di Vienna per la tradizionale gara di San Silvestro. Meteo magnifico, record di partecipanti e al via ripeto l'errore di qualche anno fa, vale a dire partire nella pancia del gruppo. Così i primi chilometri intasatissimi li corro più sul bordo della strada, in mezzo al pubblico o sul praticello che separa la carreggiata. Come se la stagione del cross fosse già iniziata. A metà percorso sono già bello e cotto, però mi assesto su un buon ritmo che mi fa quasi ripetere il tempo dello scorso anno per un finale da 20':52 sui 5,35km del percorso totale. La classifica finale si trova qui.
Il 2012 finisce qui con 20 gare all'attivo: 4 cross, 3 maratone di cui una in collina, 1 ultra in montagna, 2 corse brevi in montagna, 2 mezze maratone, 5 diecimila, 2 ottomila e 1 cinquemila. Gli infortuni, solo due, non sono però stati trascurabili. Una'infiammazione al tendine della rotula e una fascite plantare mi hanno tenuto fermo completamente per tre mesi.
La befana è arrivata
La befana è passata di qui, l'ho presa per il manico della scopa e le ho fatto cadere due paia di scarpe dalla borsa:
Mizuno Universe 4 da 105 grammi per le corse più veloci
Per le corse un po' più tranquille sono arrivate le New Balance 880 V2, 311 grammi, neutre che però uso coi plantari.
Le NB880V2 le ho provate nel pomeriggio in un uscita da due ore lungo il Danubio con lo zaino in spalla. La prima impressione è veramente ottima.
Mizuno Universe 4 da 105 grammi per le corse più veloci
Per le corse un po' più tranquille sono arrivate le New Balance 880 V2, 311 grammi, neutre che però uso coi plantari.
Le NB880V2 le ho provate nel pomeriggio in un uscita da due ore lungo il Danubio con lo zaino in spalla. La prima impressione è veramente ottima.
martedì, dicembre 25, 2012
Avvento di corsa a Klosterneuburg
Domenica 9 dicembre, seconda domenica d'avvento, freddo, vento e sopratutto gara. Sono a Klosterneuburg per la seconda volta a correre la classica gara podistica. Anche se questa volta c'è il sole invece della neve, la costante del vento rimane. Il percorso è di soli 8 km, la prima metà a favore di vento, la seconda contro. All'inizio e alla fine la stessa salita, con annessa discesa, della rampa alla rotonda. Breve ma secca, spezza gambe. Un percorso tutt'altro che facile. Al via parto in mezzo al gruppo, molto coperto e alla prima discesa, dove inizia il percorso a favore di vento, spingo al massimo. Al giro di boa comincia la parte contro vento, qui cerco la scia di un corridore che per magia mi compare di fianco. Gli dico che non ha senso stare affiancati, che se ci alterniamo davanti andiamo più veloci. Così ci diamo il cambio ad intervalli regolari e, pian piano, andiamo a prendere i corridori che ci stanno davanti. Sull'ultima salita finale, siamo in tre, però perdo un po' il contatto. Nell'ultima discesa parto in una lunga volata, riprendo subito gli altri due soci e continuo la mia fuga. Quando il percorso però spiana, la velocità cala e il mio socio di fuga, che ne ha ancora, mi supera viaggiando indisturbato al traguardo. Un bel gioco di squadra che raramente si vede nella corsa. Alla fine arrivo 18-emo, meglio di due anni fa.
giovedì, dicembre 06, 2012
Diecimila di beneficenza
Qual è il senso della corsa?
La stagione sta per finire ed ho ancora in programma un paio di gare veloci. La prima è quella che si svolge domenica 25 novembre 2012 al Prater, organizzata dal mio club Freunde des Laufsports. Oltre all'aspetto benefico della competizione, il ricavato va tutto in beneficenza, la gara si svolge su di un circuito pressoché piatto con buone possibilità di fare un gran tempo. Riuscirò a ripetere la prestazione dell'anno scorso dove ho infranto il muro dei 40 minuti sui 10 km? Quest'anno alla partenza ci sono molti più concorrenti, c'è un pallido sole a scalfire la nebbia e la temperatura è gradevole. Ottime condizioni per premere sull'acceleratore. Al via mi presento, come faccio sempre in questo periodo, senza orologio. Mi sto allenando a sensazione e vorrei continuare con questo metodo almeno per qualche mese prima di giudicarne i risultati. La tattica di oggi è molto semplice, ci sono 4 giri, basta correrli ognuno sotto i dieci minuti e il personale è fatto. Al via parto davanti e mi lascio sfilare. Al termine del primo giro il cronometro segna 9':50", è un ottimo tempo se non fosse che sono già al gancio. Al secondo giro sono ai 20 minuti esatti, ancora perfettamente in tabella. Però non ne ho più, vorrei smettere e magari classificarmi nella gara dei cinquemila. Le gambe però sono di un altro pensiero e vado avanti. Al terzo giro comincio a gestire le forze, non vorrei rimanere piantato alla fine e magari perdere un buon piazzamento. Al quarto giro sono di nuovo in palla e provo ad aumentare, non di molto, ma mi basta per mantenere la decima posizione in assoluto, la terza di categoria con un bel podio finale.
Il senso della corsa? Durante la mia prima maratona un tizio si affacciò alla finestra e disse pressapoco questo nel suo austro-tedesco:"Se andate a lavorare fate senza correre".
martedì, novembre 20, 2012
Intermezzo
Dopo le ultime quattro gare in quattro settimane è arrivato il tempo di rifiatare un po'. Non è ancora arrivato però, il tanto l'agognato tempo in cui le uniche ripetute riguarderanno le dita dell'indice e del pollice per pigiare il telecomando, ma ci sto lavorando. Nel frattempo sono stato un po' in giro per la vecchia Europa e non sono riuscito a stare fermo. Così a Dublino mi sono divertito, prima della colazione, a correre sulle colline di Bray passando anche per il mitico Cliff Walk. Mare, prati, cavalli in libertà e trails fantastici mi hanno piacevolmente sorpreso. Era lo stesso week-end della maratona di Dublino, ma con dei posti simili, chi rimpiange la corsa sulle strade asfaltate della metropoli irlandese? Dopo qualche giorno mi sono spostato nell'eterna Breda Cisoni con la voglia di correre ancora una volta sugli arginelli. Nebbia e fango non mi hanno fermato, anzi ho aggiunto anche un giro della civetta per arrivare ad una ventina di km. Correre in solitudine nella nebbia tra le campagne bredesi è sempre molto piacevole. Per concludere il mini ciclo delle corse in natura senza orologio e cardio, l'ultimo fine settimana l'ho dedicato a corse particolari. Sabato mattina alle 5, con altri 35 temerari del mio gruppo sportivo, abbiamo fatto un giro sulle colline Viennesi per l'ormai leggendario giro del Kahlenberg, non un giro qualsiasi, ma un rito. Partenza nel cuore della città, quando le discoteche suonavano ancora e arrivo dopo 36 km per una colazione che è diventato un menu completo a tre portate.
sabato, ottobre 20, 2012
Maratona a Bregenz
7 ottobre 2012 ci sono stato, senza orologio, u ciapà ad l'acqua da stufam e l'ho finita in 3h:23, PB.
La gara
La maratona di Bregenz si corre in tre stati: Austria, Germania e Svizzera. Il mio amico Edi mi ha chiesto se volevo partecipare con lui e così dopo Barcellona, eccoci ancora qui al via di una nuova maratona. La partenza è a Lindau, un'isola sul lago di Costanza collegata alla terra ferma da una strada e una ferrovia. Gli organizzatori, però, ci portano alla partenza col traghetto. Piove, le previsioni non lasciano adito a speranze di miglioramento, tempo da lupi fino a sera. E così sarà. Per me non è un problema correre in queste condizioni, anzi, quello che però non mi piace è aspettare il via sotto la pioggia. Cosi occupiamo un paio di sedie sulla nave spogliatoio e vi rimaniamo fino a dieci minuti prima del via. Indosso un impermeabile usa e getta e prendo posto nel mio blocco di partenza. Il cantante sul palco scalda l'atmosfera, ma il ragazzo a me di fianco trema dal freddo, piove e c'è vento. Alle undici in punto finalmente il via. Questa volta non porto nessun orologio e cardiofrequenzimetro per scelta, voglio correre la mia prima maratona a sensazione. Basta tabelle, ritmi e medie, lascio il mio corpo decidere come meglio crede senza nessun obbiettivo finale. I primi chilometri scorrono tranquilli, molti mi superano, ma io vado per la mia strada. Ad un certo punto mi supera il pacer della mezza da 1h:40', potrei seguirlo per tenere un tempo finale da 3h:20. Non lo faccio e rimango fedele alla mia strategia. Al km 15 il gruppo si divide, ora corro solo assieme ai maratoneti. Qui comincio ad aumentare un po' l'andatura, la pioggia è incessante, il terreno è un po' sterrato ma lo spirito e il morale sono alti. Alla mezza trovo il primo riscontro cronometrico, 1h:44', un tempo che mi piace per stare sotto il mio personale di 3h:26. Aumento ancora l'andatura così da recuperare posizione su posizione e, guardando la classifica finale, questo sarà il mio tratto più veloce. Arrivo in Svizzera, trovo la banda e anche qui un po' di teatro col direttore, dopo aver salutato tutti i banchetti trovati fino ad ora. Superare e fare spettacolo col pubblico, una tattica che non si trova su nessun manuale di corsa e che non ha nulla a che vedere con l'ottimizzazione del consumo delle energie. Però ha un grandissimo effetto sulla mente e mi diverte. Chissà cosa pensano questi miei colleghi dalle facce lunghe e segnate dalla fatica, che vedono un tipo che li supera a 20 secondi in più al km, sorridendo e che scherza con la gente ai lati. Quando mi capita, penso che sarebbe bello che questi disinvolti trovassero un bel muro al km 39, che ci sbattessero contro e poi superarli col ghigno sarcastico, ma non mi succede mai, se non quando ho provato ad imitarli. Invece oggi sono dall'altra parte, qualche corridore mentre lo sorpasso mi incita anche e sopratutto niente muro, per ora.
Al km 33 arrivano i primi dubbi, i polpacci sono duri e può anche darsi che le riserve energetiche finiscano presto. Rallento di qualche secondo al km ma al chilometro 35 capisco che posso arrivare in fondo senza problemi. Al km 41 entro nello stadio di Bregenz e dopo un paio di giravolte taglio il traguardo, dove mi concedo, tra qualche risata, anche qualche flessione in stile Nove Colli, ma certe gare non dovrei neanche nominarle. Prima di lasciare la zona arrivo, mi giro per dare un'occhiata al tempo finale e vedo 3h:24. Non male, questo è sicuramente il mio personale, che alla fine in effetti sarà di 3h:23'. Quattro gare in quattro settimane, non posso correre sempre col massimo della concentrazione e al limite. Un socio del mio club mi disse che correre una maratona deve fare male, altrimenti non è correre una maratona. Non so se abbia ragione, ma correre come oggi, però, è un vero piacere.
Dettaglio della mia classifica.
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