domenica, settembre 04, 2011

Corsa sulla montagna Rax e podio



Podio di categoria
Sabato scorso, in una giornata fortemente estiva, ho partecipato alla corsa sulla montagna Rax. La Rax è una delle cosiddette montagne viennesi, un duemila metri alle porte della capitale austriaca. In passato, la zona era grande meta del turismo estivo, oggi è invece surclassata da altre destinazioni come Antalia, Maiorca o Sharm El Sheikh. Dopo gare con salite abbastanza contenute, questa volta ho scelto una gara dove il dislivello altimetrico comincia a diventare impegnativo. 9 km, il primo in discesa, un dislivello positivo di 1100 metri, passaggio ai 1600 metri e poi breve discesa finale all'arrivo vicino alla funivia. La maggior parte del percorso su sentieri di montagna alpina.

Visto la mia inesperienza su pendenze di questo tipo, ho cercato di tenere un ritmo abbastanza tranquillo all'inizio, tendendo il polso intorno al 90% della frequenza massima, tenendo conto che in un diecimila sono intorno al 93-94%. Nella seconda metà della gara il percorso diventa un vero e proprio sentiero alpino, di quelli mostrati nella foto del post precedente . In questo tratto il percorso è libero e qui ho quasi sempre abbandonato la corsa per la camminata. Chi ha veramente le gambe per questo tipo di percorsi, riesce quasi sempre a correre e fa veramente la differenza. Anche la camminata va studiata bene, troppa spinta manda subito i quadricipiti in acido lattico, con troppo poca si viene subito superati e si perde moltissimo tempo. Con il percorso libero si può anche considerare il fatto di tagliare i tornanti, l'ho fatto una volta e non so se ala fine ho guadagnato o perso. Nella discesa finale, su un pietrario abbastanza impegnativo e veloce, mi sono fidato ciecamente delle nuove scarpe e con una discesa a tutta sono riuscito a superare il terzo della mia categoria, a pochi metri dal traguardo, così da guadagnarmi un posto sul podio delle premiazioni finali. Alla fine sono risultato diciottesimo della generale in 1h:12':38" e terzo di categoria, in una gara vinta da un giovane Svizzero, di quelli che fanno il mondiale delle corse in montagna arrivando nei primi. I dati del mio garmin sono qui. Il bello della corsa in montagna è, senza dubbio, il panorama che aspetta i corridori dopo tutta questa fatica.

Vista al traguardo

domenica, agosto 28, 2011

Agosto sta finendo

Il mese del sol leone sta finendo e per affrontare un settembre pieno di gare, la settimana appena trascorsa l'ho passata senza gare, ma con un ottimo carico di allenamento. Nonostante il caldo tropicale. Sono già alcuni anni che sono qui a Vienna, ma un caldo come quello della settimana scorsa non me lo ricordo. La gente qui, quando c'è sole esce, invece questa volta, nonostante il cielo blu, c'era il deserto in giro per le strade. Poteri del clima. Nella settimana che viene affronterò l'ultima corsa in montagna che ho in programma, sarà la più dura tra quelle affrontate sino ad ora, con 1100 metri di dislivello in appena 9 km e passaggio ai 1600 metri, la corsa sulla montagna Rax (nella foto un suo sentiero). Per l'occasione ho comprato un paio di scarpe nuove, le prime apposta da trail, le Mitzuno Wave Harrier 3. Vedremo se saranno d'aiuto.

domenica, agosto 21, 2011

Corsa a Pama

Ci sono settimane di preparazione ad una gara nella quali ci si potrebbe inserire una bella gara infrasettimanale per provare un po' di velocità. È quello che ho fatto venerdì scorso. Ho preso il treno per Bratislava e alla penultima fermata prima della frontiera, sono sceso a Pama. Pama non è Parma senza erre, ma un paese agricolo di frontiera, grande come Breda e Villa messe assieme, che però fa comune. Senza queste manifestazioni podistiche, certi posti non li vedrei mai. La gara si sviluppa su tre giri, per un totale di 11,1 km. Peccato che non sia un 10k, su un percorso di questo tipo potrei fare tranquillamente il personale. Percorso asfaltato piatto, veramente piatto, con pochissime curve, solo un po' di vento. Provo a partire coi migliori, ma meglio stare sul mio ritmo intorno ai 4:00 al km. Al secondo giro sbaglio strada, il tipo con la paletta ride e non mi dice nulla, poi vedo che mi sorpassa uno e torno indietro. Al terzo giro mi raggiunge un concorrente che ha scelto la tattica di partire piano per finire forte, non tanto per fare il tempo, ma tanto per superare degli avversari. Sono i tipi a cui piace superare, nel finale, quelli come me, che partono forte, ma poi non riescono a tenere il ritmo. Appena mi supera, mi metto in scia e mi faccio tirare fino al traguardo, con un passaggio ai 10km sotto i 41 minuti, nella speranza di passarlo allo sprint. Nello sprint, però, parte prima e mi batte di un pelo. Qui devo ancora imparare bene a capire come funziona lo sprint, stare coperti fino alla fine non sempre funziona, specialmente se c'è una curva a 90 gradi 200 metri prima del traguardo. Alla fine arrivo 21-emo, ottavo di categoria col tempo di 45:19. Classifica finale qui.


lunedì, agosto 15, 2011

Corsa nella cava di ferro




Sabato scorso ho partecipato alla mitica corsa nella cava di ferro, nel paese di Eisenerz. Un percorso di 12,5 km, con un dislivello di 745 metri e arrivo a quota 1400. La gara è situata all'interno di una grande dismessa cava di ferro. Il paesaggio ricorda quanto fosse importante la produzione di acciaio negli anni passati, le traccie che sono rimaste, come su questa montagna, sono imponenti. Ora la produzione di acciaio nella regione è diminuita di molto, la cava non viene più utilizzata per l'estrazione del ferro ed è diventata un'attrazione turistica, con tanto di visite guidate su enormi camion che percorrono tutta la strada fino in cima ed esplosioni controllate. Qualcosa di simile ai viaggi a bus scoperti che si vedono nelle città. La fantasia dei gestori è arrivata anche ad organizzarci sopra una gara podistica e, visto il numero di iscritti che è sempre aumentato negli anni, direi con grande successo.  Considerando anche i nordic walker, sabato eravamo quasi 1000 partecipanti, 788 corridori e 149 camminatori. La mia gara è andata oltre le mie aspettative, 78-emo nella generale, 11-emo in categoria con un tempo di 1h:08:13. Dati del mio Garmin qui. Le mie origini padane si sono fatte sentire, in una corsa dove l'elemento dominante è la salita, ho dovuto prestare molto attenzione nel gestire il ritmo di gara. Nelle fasi in cui le pendenze erano elevate sono andato di rimessa, mentre ho spinto al massimo nei pezzi di falso piano o di leggera discesa. Una tattica che ha funzionato, tranne qualche eccezione, i concorrenti superati nei pochissimi pezzi di pianura, non mi hanno recuperato in salita. È il bello della corsa in montagna, il cambio di ritmo. Da Bredese, arrivare davanti a centinaia di montanari sul loro terreno direi che non è male. Al traguardo ho avuto il supporto della moglie che, in sandali, mi è corsa al fianco lungo la salita finale, e del mio amico Edi, che abita in zona, ma che da infortunato ha potuto solo seguire la corsa da spettatore. All'arrivo un bell'acquazzone ha lavato tutti i partecipanti, reso il terreno bello fangoso, così che le macchie di ferro sulla maglietta bianca l'hanno resa quasi da buttare via. Alla prossima gara in montagna, penso che mi presenterò con scarpe più adatte al terreno fangoso e sassoso.

domenica, luglio 31, 2011

Tornato a Breda in bici

Ho appena finito le vacanze, una decina giorni passati sulle montagne a Tröpolach, vicino a Hermagor e al confine italiano (Pontebba), con qualche corsettina in montagna ed escursioni con tutta la famiglia. Poi il ritorno in bici, che alla fine si è concluso a Breda Cisoni, contro le mie previsioni. Il tragitto l'ho percorso in tre tappe, percorrendo in totale circa 480 km con un dislivello positivo superiore ai 7200 metri. I passi più importanti toccati sono: Lesachtal sattel (1500 mslm),  Misurina (1750 mslm), le Tre Cime di Lavaredo (2340 mslm), passo Tre Croci (1800 mslm), passo di Falzarego (2110 mslm), passo Pellegrino (1910 mslm), altopiano di Pinè (1100 mslm), salita a Sopramonte (560 mslm).

Prima tappa Tröpolach - Misurina



Nella prima tappa, dopo aver salutato tutti, parto da Tröpolach alle 10:22 con l'intento di arrivare più vicino possibile a Cortina. Il cielo è soleggiato, senza vento, con il primo tratto di strada quasi pianeggiante lungo il fiume Gail. L'eseguo completamente sulla pista ciclabile R3 nella valle del fiume, in Carinzia. Dopo una trentina di km raggiungo Kötschach - Maunhten dove imbocco la statale 111 direzione la stretta valle di Lesach. Qui la strada è stretta, con molti saliscendi con pendenze anche notevoli, ma corte, con uno splendido paesaggio, ma niente ciclabile, difficile trovare un ritmo. Dopo 20 km raggiungo Maria Luggau, dove faccio la pausa pranzo con dei panini comprati al supermarket. Alla partenza avevo fatto il pieno di barrette, che consumo ogni due ore. Qui iniziano le dolomiti dalla parte austriaca e finisce il sentiero del pellegrinaggio delle chiese di Maria. Proseguo e  la strada si allarga, sale ed entro nel Tirolo dell'Est. La salita è dolce e costante fino al passo a quota 1500, il primo passo del mio tour. La lunga discesa mi porta fino alla ciclabile della Drava che da Dobbiaco arriva fino a Lienz e prosegue lungo il fiume. Questa ciclabile è percorsa da moltissime persone, quasi tutte, però, nella direzione contraria alla mia, verso Lienz, sempre in leggera discesa, con la possibilità di tornare in treno. Con la ciclabile in leggera salita arrivo in Italia, me ne accorgo dalla caserma dei Carabinieri. Faccio una sosta per un rifornimento d'acqua nella bella San Candido e continuo fino a Dobbiaco. Il sole ha lasciato il posto alle nuvole, ma non piove. Qui giro sulla statale 51 che va a Cortina. Una statale molto trafficata con molti camion e bus che ti passano vicino, anche troppo. Esiste un pezzo di ciclabile in sterrato al lato della statale. Ne percorro un pezzo ma lo lascio quando lo sterrato diventa troppo sconnesso, troppo difficile per le mie slick da 35 mm. Arrivo al bivio per Misurina, giro a sinistra per il lago. Qui la strada sale, una salita abbastanza dura che mi porta all'Hotel Dolomiti. Lì scarico le borse in camera e, visto l'orario, decido di proseguire sulla salita delle tre cime, 7 km veramente impegnativi. Alle 18:20 arrivo al rifugio Auronzo a 2340 metri, non senza difficoltà. Il panorama è bellissimo, ai bordi della strada c'è la neve e l'aria dei 2300 metri mi manda i battiti fuori soglia. Al rifugio mi disseto e torno giù all'hotel accompagnato da una leggera pioggia. La prima tappa, dopo 135 km e 3100 metri di salita, termina qui.

Qui si trova la traccia del gps http://www.gpsies.com/map.do?fileId=ceaqromjxkinlodl.

Seconda tappa: Misurina - Piscine di Sover

 



Secondo giorno sveglia alle sette, giornata con un sole splendido ed ho il tempo per un bellissimo giro a piedi intorno al lago di Misurina, prima della colazione. Il panorama del lago è splendido, specialmente quando il sole illumina le dolomiti sullo sfondo senza nuvole. Colazione abbondante, preparo le borse e alle 9 sono in sella, direzione Cortina. Alla partenza sono vestito con una giacca pesante antivento, braghe corte con gambiere e guanti lunghi.
Dopo una corta discesa, arriva il primo passo della giornata, il passo Tre Croci. Si trova a 1800 metri, ma partendo da 1700 non è molto impegnativo. Nella discesa incontro una colonna di vecchie Citroen d'epoca che stanno parteciapando ad un rally. La discesa a Cortina a quota 1200 è veloce, il tempo di togliermi le gambiere e giacca, che subito inizia la salita per il passo di Falzarego. Dopo qualche km di salita abbastanza agevole, arriva il bivio del passo Giau, uno sguardo al cielo con i suoi nuvoloni neri e la salita al Giau è scartata, meglio rimane rimanere sulla strada del Falzarego, più semplice per chi come me si porta appresso due borse pesanti, con oltre 13kg di bagaglio. La strada sale e il cielo diventa sempre più nuvoloso, il sole splendido del mattino è già un ricordo. Dopo un po', arrivo in cima al passo, compro una cartolina, mi cambio per la discesa e saluto un compare che viaggia come me con le borse sulla bici. Lui sembra avere anche la tenda ed è in maniche corte, non male con questo clima. Qui in cima arrivano molti ciclisti, ma sono tutti con la bici da corsa con al massimo un piccolo zaino. Dopo qualche minuto di discesa inizia a piovere leggermente, è arrivato il momento di provare la mia tenuta da pioggia. Indosso i pantaloni antipioggia, la mantellina impermeabile e riprendo la discesa. La pioggia non mi da fastidio, ma con le slick scendo con prudenza. Una volta sceso proseguo lungo i laghi di Alleghe, per poi arrivare a Cencenighe dove ha smesso di piovere. Vorrei fare un pranzo veloce, ma vedo solo un ristorante, meglio una barretta e via per la salita del Pellegrino. Si parte dai 770 metri per arrivare a 1910 metri di altitudine dopo 18,2 km. È la salita più lunga del mio giro. Salgo piano fino ai 1400 metri di altitudine, mancano ancora 6 km al passo e 500 metri di dislivello. Qui inizia il pezzo più duro, con i cartelli che indicano pendenze del 15% e poi del 18%. Riprende a piovigginare. Dopo più di due ore e trenta arrivo in cima al passo, una sosta per mangiare qualcosa e cambiarmi, poi giù in una bella discesa fino a Moena. L'arrivo a Moena offre uno splendido panorama, con le dolomiti sullo sfondo del paese. Ritorna il sole. Sono quasi le cinque del pomeriggio e i chilometri di giornata sono molto pochi, neanche novanta,  decido di prendere la statale e di procedere verso Trento lungo la val di Fiemme. Passo Predazzo, Cavalese, la funivia del Cermis e al bivio prendo la provinciale per Trento. Qui la strada ricomincia a salire, la valle si fa molto più strettta e le abitazioni molto più rade. Sono stanco e fino a Trento mancano ancora troppi chilometri, non voglio pedalare al buio. Al primo cartello di camere libere mi fermo, sono a Piscine di Sover, un paese di 160 abitanti all'inizio della Val di Cembra. La camera è in una pensione, gestita dalla gentilissima signora Maria, la quale è anche bar e negozio del paese (www.mariaturismorurale.it ). Alla fine i chilometri di giornata sono 135 con un dislivello positivo di 2900 metri, abbastanza per avere voglia di consumare un'abbondante cena tipica trentina, assieme a due viaggiatori berlinesi, anche loro in bici, provenienti da Merano. Facciamo la stessa strada verso il lago di Garda, ma loro fanno tappe più brevi rispetto le mie.

Qui si trova la traccia completa della seconda tappa: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=ajevoddwbzpdcqqg

Terza tappa: Piscine - Breda Cisoni

 



Il terzo giorno riesco a partire prima, in quanto la colazione è alle 7:30 e alle 8:20 sono già in sella. Anche stamattina si parte col sole. Dopo qualche km decido di salire sull'altopiano di Pinè, non è la strada più breve, ma voglio vedere i laghi dell'altopiano. I laghetti sono molto belli, un'ottima scelta. La strada poi scende dolcemente fino a Trento. Qui vedo per la prima volta dei cartelli che indicano una ciclabile con una meta precisa, in questo caso Trento, che mi evitano di passare per la tangenziale. Seguendo le indicazioni arrivo in centro città percorredo piccole stradine lungo muraglie antiche. Ora devo andare verso Riva del Garda cercando di evitare le strade più trafficate. Impresa che non mi riesce, in quanto finisco su una statale che è come un'autostrada stretta a due corsie per senso di marcia, troppo trafficata, con tanto di tunnel in salita lungo un km, da panico. Avrei dovuto salire a Sopramonte e continuare per stradine comunali e ciclabili fino a Padergnone e poi entrare nella zona dei laghi, ma sulla mia cartina non erano segnate. Lasciata la pericolosa statale, arrivo su una ciclabile, che per 5 km mi evita la statale, ma poi ci torna sopra. Alla fine riesco ad entrare nella valle dei laghi e lì è semplice seguire le piccole strade comunali che arrivano fino ad Arco. Arco è una splendida cittadina che attraverso a piedi, poi di nuovo sella per Riva. A Riva raggiungo la sponda del lago di Garda, dove da qui inizia un fastidioso vento contrario che mi accompagnerà per tutto il tratto lungo il lago. Col vento iniziano i primi problemi fisici, un dolore al ginocchio che mi accompagnerà per il resto della giornata. Alla partenza non avevo ancora deciso quanta strada fare, ma ero partito con l'idea che se entro le 17 fossi arrivato a Peschiera, avrei potuto raggiungere Breda in giornata. Alle 13:30 ero a Malcesine per la pausa pranzo. Ripartito, dopo un po' il dolore al ginocchio diventa insopportabile, mi fermo e vado nel lago per raffreddare la parte dolente. L'operazione sembra avere effetto e riesco a continuare. Alle 16:30 sono a Peschiera, il tempo tiene, il dolore è leggero e allora punto dritto su Breda. So' che a Peschiera c'è una ciclabile che va fino a Mantova, un cartello che la indica non è ben posizionato e prendo il lato sbagliato del fiume. Quando me ne accorgo è tardi per tornare indietro. Decido di tirare dritto, prima o poi troverò un ponte per passare dall'altra parte dove si trova la ciclabile. A Valeggio c'è, ma ora non mi va più di andare a Mantova e scelgo la strada per Goito che non è così trafficata. A Goito inizia una statale grande e pianeggiante, il panorama delle montagne sparisce e qui c'è solo da pedalare per Ospitaletto, Campitello e Gazzuolo. Lì prendo l'argine sull'Oglio di sinistra per poi dover passare sul ponte di barche di Torre d'Oglio, che, a questo punto, diventa la salita più dura di giornata. Un breve passaggio sullo sterrato dei Campetti e arrivo nella deserta Breda Cisoni alle 20:20. Il gps di giornata indica 10h:30m in movimento e 1h:30m fermo per un totale di 224 km. Ce l'ho fatta, il mio giro si conclude qui, a Vienna tornerò in treno.

La traccia completa del gps si trova qui: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=seokkoazaqlrjloa


sabato, luglio 16, 2011

Vacanza



Oggi si parte per la vacanza in montagna. Il ritorno sarà in bici, ma il percorso non terminerà a Breda Cisoni, ma in Austria. Mi piacerebbe passare dalle tre cime di Lavaredo (Tre cime gps), passare per Orvaro e Sutrio (Orvaro gps) poi ritornare in Austria verso Vienna ( Sutrio - Vienna gps).  Dovrei partire lunedì 25 luglio e continuare per qualche giorno lungo il percorso indicato. Buone vacanze.

domenica, luglio 10, 2011

Ochsenburg altra corsa in montagna

Dopo il debutto della settimana scorsa, questo week-end la replica su un percorso un po' più lungo ma dal profilo più dolce. 8,2 km per un dislivello di 382 metri. Il percorso partiva da Ochsenburg per arrivare alla baita che porta lo stesso nome. Una splendida giornata, sole e caldo. Il percorso si snoda tra una parte asfaltata e sterrato abbastanza semplice. Solo in un piccolo pezzo di bosco, ho cambiato il passo dalla corsa alla camminata veloce. Purtroppo, nella fase camminata, ho esagerato troppo con la spinta e pur riuscendo a superare un paio di corridori, ho restituito tutto con gli interessi nella discesa, i quadricipiti si sono piombati per il troppo acido lattico. Si vede che con questo tipo di tecnica ho ancora molto da imparare. La tattica di corsa, questa volta è stata più accorta, partenza tranquilla, accelerazioni in discesa e progressione finale. Alla fine mi sono classificato 18-emo e quinto nella categoria M40. Qui la classifica finale. Il profilo gps della corsa sul mio garmin qui.