Dopo molti mesi d'astinenza, finalmente, sono tornato ad attaccare un numero di pettorale per partire in una gara corta. L'occasione è stata l'ultima gara stagionale della serie cross al centro d'atletica leggera viennese, serie che fino a qualche anno fa si chiamava Cricket Cross. Volevo ritrovare il ritmo in una gara veloce dopo le mancate partenze di dicembre e l'astinenza di gare piatte per tutto il resto del 2015, dove nell'unica gara dove sono partito, mi sono spaccato dopo pochi metri.
Interessate è stata la concomitanza della gara 2 VCM Serie, dove a pochi metri di distanza, centinaia di aspiranti maratoneti hanno provato le gambe sui percorsi della Prater Allee, o trovato la scusa decisiva per rimandare al 2017.
Al Cricket, invece, siamo partiti solo in 15 e già dai primi metri, mi è subito parso che il non arrivare ultimo fosse un ottimo obbiettivo di giornata. I primi giri dei dieci complessivi, su percorso ondulato e campestre per un totale di 9350m, li ho fatti col motore molto ingolfato e da fanalino di coda. Poi man mano che la gara è andata avanti, sono riuscito a recuperare tre posizioni finendo in tranquillità in 38':14", un tempo che non riesco a confrontare con quello delle passate edizioni in quanto il percorso è cambiato. Certo sull'asfalto è molto diverso, ma ho ancora 8 settimane nelle quali posso sperare di trovare un ritmo maratona o, come per quelli che ho visto claudicanti, ma sereni, sui bordi della Prater Allee, un infortunio liberatorio. Come? Con quale piano? La risposta, ultima e definitiva, nel prossimo post.
Com'è andata la prima settimana di allenamenti con l'App? Ah, non molto bene credo, l'App sul mio fidato Nokia non è che funzioni a meraviglia e per andare su Facebook, con mezza città in settimana bianca, alla fine non mi ha seguito nessuno.
Non è comunque un gran problema visto che le gambe girano bene, ma il mio piano per raggiungere l'obbiettivo della maratona di Vienna (VCM) rimane indefinito. E il tempo stringe, c'è gente che è già dall'ortopedico con pettorale su ebay a un euro e scarpe in omaggio.
Nel frattempo studiando diverse alternative, mi ha impressionato un dato, che è anche il titolo del post, quello del 94 percento. Non è la frequenza cardiaca riferita al polso massimo per correre una maratona ed ottenere una morte sicura al km 35. Ma la percentuale di abbandoni dei giovani corridori quando, dopo alcune stagioni nelle categorie giovanili, arrivano vicino alla maturità.
Se ci fosse un meccanismo che mi riportasse a quando avevo diciotto anni, con queste percentuali, vorrebbe dire abbandono sicuro della carriera podistica. Ma purtroppo questo meccanismo non esiste e da bravo corridore da mezza età, con o senza crisi, coi vent'anni passati da un pezzo, anche l'abbandono rimane un privilegio lasciato ai giovani.
Con lo spirito, che in questo senso è rimasto giovane al 94%, mi appresto ad affrontare una nuova settimana di allenamenti in vista VCM.
Il bravo podista da crisi di mezz'età, categoria della quale non mi sento più d'appartenere per il superamento della mezza età, in questa fase dell'anno è già in una fase ben definita. O ha appena contribuito alla lucentezza del camino, buttandoci dentro un paio di scarpe nuove e aspetta senza spasimi la ripresa imminente della Champions League. O si trova all'inizio di una tabella d'allenamenti, che lo porterà alla maratona di primavera in perfette condizioni per raggiungere i propri obbiettivi, salvo ragionevoli imprevisti. Tipo in gara ho strisciato per 5 km sui gomiti alla Di Caprio in Revenant, ma poi la ragione ha prevalso e mi sono ritirato al km 6. E altre ragioni ragionevolmente simili.
Per quanto mi riguarda, il sogno di appartenere alla prima categoria l'ho ormai sotterrato da tempo. Così non mi rimane altro che consolarmi, ancora una vola, con la seconda categoria.
Parto allora, come da manuale, con la scelta dei miei obbiettivi. Risposta facile, record personale alla prossima maratona di Vienna. In secondi, minuti e ore, vorrebbe dire un tempo con 3, un 1 e le altre cifre mancanti a piacere che lascio scegliere alla Gloria. Potrei mettere l'obbiettivo dentro alla casella di Prof. google e prendere uno dei 131000 risultati. Ma non vorrei ripetere gli errori degli scorsi anni, così decido di affidarmi alla strategia che adottano i nativi degli smartphone e social media, vale a dire quella di scaricarmi un'App adeguata allo scopo.
Un'App che avrà il compito di tenermi motivato durante gli allenamenti, che ne registrerà ogni parametro e che non mancherà di farlo sapere a tutti social network, che già sono in fibrillazione con il loro feedback tutto cool e mi piace. Già, ma quale App? Se i produttori di Runtastic mi avessero dato un obolo, potrei citarli disinteressatamente, in perfetto stile internet dove tutto è trasparente e al servizio del lettore.
Invece dico che ho trovato l'App in questione, ho messo dentro tutti i parametri richiesti e alla fine l'App ha sentenziato la famosa tabella, che ho cominciato a seguire immediatamente.
Se vuoi conoscere la mia tabella di preparazione, quando ci sarà la fine dell'Euro, la dissoluzione della Svizzera, il prossimo obbiettivo terroristico vicino a casa tua e altre catastrofi, non devi fare altro che seguirmi, senza voglia o impegno, su Facebook.
Non ero solo venerdì 22 gennaio, quando alle 4:30 del mattino mi sono presentato al via per il giro da 120 km attorno al lago Neusiedel, la quinta edizione della 24h Burgenland Extreme Tour. Erano oltre mille e settecento gli iscritti e ad occhio ne sono rimasti ben pochi a casa a dormire. Avevo diverse opzioni per questo evento, la più gettonata era quella di non partire, perché la mia gamba non era a posto e i pochi allenamenti, frustranti. Oppure quella di usare la bici, visto che con quella non avevo fastidi. Alla fine ho scelto di partire coi comminatori, il gruppo più numeroso, per non perdermi l'atmosfera di un evento con una partecipazione, per essere un evento ultra, davvero inusuale in Austria. L'ostacolo più grande è stata la temperatura, che all'inizio era negativa a doppia cifra e mi ha causato non poche difficoltà. Dopo l'alba spettacolare, mi sono accorto che la marcia non era nel mio repertorio, troppo lento e i tentativi di tenere il passo degli altri mi costavano più energie di quelle che avrei speso nella corsa. Così, dopo aver assaporato un ottimo gulasch in territorio ungherese e sbrinato la mia borraccia, ho deciso di passare alla corsa e vedere cosa sarebbe successo. Il solito fastidio al polpaccio non ha aspettato molto a presentarsi, lasciando poco spazio alle speranze di poter ritornare a Oggau, sede di arrivo e partenza, con la sola forza delle mie gambe. Ma a volte quello che appare non sempre diventa e, con l'alternanza del passo e il passare delle ore, il dolore ha capito che non era giornata e si è ritirato in un dignitoso silenzio. Così dopo la partenza su strade innevate, l'alba da cartolina dietro al lago, mi sono ritrovato finalmente a correre, di ottimo umore, sotto uno splendido sole. Il paesaggio del lago completamente ghiacciato, che è anche un parco nazionale, è stato favoloso, così come inaspettato è stato il passaggio di un aereo, in perfetto stile riviera adriatica, con attaccato lo striscione del motto del tour: "Live Love Move". Ogni tanto ho dovuto accorciare il passo, ma col trascorrere dei chilometri, la fiducia e la corsa non mi hanno più abbandonato. Non mi sono quasi perso neanche un ristoro, che poi erano un mix di stazioni classiche da evento podistico, alternati a ristoranti dove si consumava alla carta con trattamento privilegiato. Con l'arrivo della notte sono tornate le temperature rigide e lo sbalzo negativo di una decina di gradi nel giro di pochi minuti mi ha messo un po' in difficoltà, dove non riuscivo più a respirare bene. L'arrivo finale a Oggau, per ora di cena, è stato molto bello, con tanto di foto sul divano nel gazebo davanti al municipio e orologio analogico sullo sfondo che segnava l'ora, nel mio caso circa le otto e un quarto. Dal sito dell'evento ho poi appreso, che sullo stesso divano si sono seduti un buon mezzo migliaio di persone nell'arco di trenta ore, quando anche l'ultimo camminatore è ritornato a Oggau.
Per concludere, Burgerland Extreme Tour 24 è un'ultra molto particolare, non esiste classifica, il tempo finale è a discapito dei partecipanti, un numero incredibile di iscritti e non c'è nessun obbligo di arrivare chissà dove. È una gita, gara e pellegrinaggio, a piedi attorno al lago Neusiedlersee, in condizioni climatiche che possono essere anche proibitive, conditi da una grande ospitalità della gente della regione. Live Love Move.
È arrivato il momento di tornare, gambe permettendo, ad allacciarmi le scarpe da corsa. L'occasione l'avrò tra qualche giorno a Oggau, per il Burgerland Extreme Tour con partenza venerdì mattina 22 gennaio alle ore 4:30. Un incredibile numero di iscritti, più di 1500, che come me affronteranno il giro da 120 km attorno al lago Neusiedlersee per "pedes".
Sono molto curioso di conoscere questa particolare manifestazione, che non cronometra e stila una classifica finale, ma consegna una medaglia a tutti i finisher e un bel pacco gara a tutti i partenti.
Ho terminato il 2015 come l'avevo iniziato, vale a dire con un infortunio. Niente di particolare, ma è accaduto mentre ritiravo il pettorale della tradizionale corsa di San Silvestro e così per la prima volta dal 2009, non ho potuto partecipare alla corsa attorno al Ring viennese. Strano dicembre, ero iscritto a due gare brevi ed ho collezionato due DNS. Ma il 2016 è già iniziato e sembra già tutto nuovo. Nuovi propositi, nuovi allenamenti, nuove sfide e poi e poi.
Intanto che preparo le mie tabelle per la maratona di Vienna, mi lascio ispirare da Tommy Jaud. Non male quando suggerisce che una seduta di Netflix sostituisce una sessione di jogging. Oppure quando rivela che si consumano più calorie guardando la tv rispetto ad una corsa. Come? Con molto zapping e ripetute alzate dal divano per andare al frigorifero per prendere un'altra birra.
Temi che parzialmente ho anche riportato nel mio blog, ma era ora che qualcuno ci scrivesse un libro presentando veramente come stanno le cose.
Nella giostra della continua ricerca di gare sempre più lunghe, con sempre più dislivelli e per non dire quella dei nuovi personal best, che mai si fermano, non posso certo pensare ora di chiedere al giostraio di farmi scendere.
Così per il 2016 che sta per arrivare, ho già definito alcuni capi fermi. Gennaio parto con il Burgenland Extreme, il giro attorno al Neusiedl See. Aprile con la coppia collaudata maratona di Vienna e Abbots Way. Giugno con la Mozart100 e la maratona di San Pietroburgo. Agosto per la prima volta senza DirndtalExtreme, per fare spazio all'IronTrail T201 a Davos, la gara alpina più impegnativa della mia stagione.
L'autunno lo devo ancora da definire, ma il punto fisso di fine stagione è, come sempre, il Wien Rundumadum.