Visualizzazione post con etichetta MaratonaGara. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta MaratonaGara. Mostra tutti i post

domenica, aprile 12, 2015

VCM una piacevole gara

Finalmente è arrivato il momento della gara Vienna City Marathon. L'allenamento che mi ha portato al via, mio obbiettivo principale, l'ho documentato più o meno nel corso dei mesi trascorsi.  La mia partenza non era affatto scontata, motivo un infortunio sul quale stendo un velo pietoso. Ma se la mia preparazione era improntata sul pressapoco, un excursus calcistico, fonte poi del mio problema al quadricipite, a pochi giorni dalla maratona dei record ci può anche stare. La domanda più gettonata è com'è andata la mia maratona. La risposta è stata semplice: bella. Partenza intasata sotto il sole e temperatura finalmente primaverile. Questa volta ho anche voluto provare una maratona con la musica e debbo dire che è eccellente.
La mia tattica è stata quasi banale, partire piano e poi cercare di aumentare fino a quando il quadricipite non si lamentava. Fino a pochi chilometri dal traguardo tutto bene, poi la sua tolleranza è un po' calata. Però quanta  gente attorno al percorso quest'anno e anche molto calorosa.  Solo il dopo gara non è stato all'altezza delle mie aspettative. Lo spazio sulla piazza degli eroi era pressoché occupato da tendoni aziendali e, per chi non era su una lista, poteva solo consumare un käsekreiner in piedi.
Sulla mia prestazione cronometrica c'è poco da dire, quando sono arrivato il primo era già sull'aereo per tornare in Etiopia. Al mio passaggio sotto l'arco del traguardo, mentre il mio socio di sprint andava diretto tra le braccia dei sanitari per un probabile ricovero d'urgenza, il crono segnava circa 3h:37', un bel numero per finire una maratona. Il 2016? Già iscritto, naturalmente.
Appena partiti
Al traguardo

Traguardo
Traguardo
Passaggio al "Shuttel"

lunedì, aprile 14, 2014

Maratona di Vienna 2014

Domenica mattina vado alla partenza in bici, nessuno in giro, si sentono solo solo gli uccelli che cantano e ad un certo punto, sento un coro di galline. Mi chiedo chi possa avere installato un vero pollaio in mezzo alla città e di quello che ne possano pensare i vicini. Atmosfera pregara. Prima della partenza incontro per caso un mio amico che abita anche lui a Vienna, partecipa alla staffetta ma si è infortunato ieri. Gli dico che per me non è un problema correre con il suo chip e così partecipo anche alla staffetta per conto terzi. Sono davanti al camion dove si consegnano le borse del cambio, pettorali da 800 a 1600 e uno sveglione lascia la sua borsa con un numero cinquemila e qualcosa e sparisce. La tipa lo chiama, ma non c'è più. Al via parto in prima fila del mio blocco, di traverso. Partenza tranquilla e al km 16 il passaggio di consegne della staffetta. Non so chi devo mettere in moto e allora urlo il numero di pettorale della staffetta, diverso da quello che indosso, suscitando una risata generale. Il mio amico sbuca dalle retrovie e fa partire il secondo. Ora continuo con il mio ritmo. Passo la mezza, di nuovo nel Ring e via verso il Prater. Una volta superato i trenta chilometri ed entrato nel parco della famosa ruota, comincio a sentire la stanchezza. Pur conoscendone ogni metro, il fatto di vedere quelli che tornano indietro mi fa uno strano effetto e faccio fatica a tenere il ritmo. Una volta fuori dal parco, manca veramente poco. Qui mi supera Michele lanciato verso il secondo posto della classifica OMV, che mi chiama, ma gli dico che può continuare da solo: sono al gancio. Le gambe hanno calato l'andatura, non ne vogliono proprio saperne di aumentare e non ho voglia di star lì a trattare. Non è però un gran problema. Gli ultimi tre chilometri col sorriso stampato sulle labbra, mi lascio trascinare dal pubblico, anche perché non vedo come potrei fare diversamente. Al traguardo il cronometro, per quello che può contare, mi dice che sono andato decisamente meglio dello scorso anno (3h:22). Bella fatica, nel 2013 ero andato a passeggio. Col sacco del dopo gara non ci sono problemi di indigestione, così non vedo l'ora di gustarmi un bel Kaiserschmarr, lo stesso piatto che davano al pasta party del sabato nella splendida sala del municipio. La giornata finisce con un'ottima cena in compagnia di nuovi amici maratoneti.
Appuntamento al prossimo anno, per l'edizione 2015 ho già effettuato l'iscrizione.
I dati del mio Garmin si trovano qui.
Il dettaglio della classifica qui

martedì, ottobre 01, 2013

Berlino, la mia maratona




Berlino 29 settembre 2013
, prato davanti al parlamento. Mancano pochi minuti al via della quarantesima edizione della maratona di Berlino. Davanti a me un infinità di atleti provenienti da tutto il mondo, in tutto più di quarantamila. Cina, Cile, Brasile, Giappone, Italia, Danimarca, che vanta il numero maggiore di iscritti non tedeschi, e molte altre nazioni. Che cosa li spinge a venire fino qui, in questa mattina limpida ma fredda, baciata da un sole che deve ancora crescere?

Vienna 19 settembre Prater. Uno degli ultimi allenamenti di scarico in vista dell'imminente maratona di Berlino. Viaggio ad un ritmo tranquillo scambiando qualche impressione con gli altri soci del gruppo sportivo, quando sul finire sento un indurimento al polpaccio destro. Rallento e finisco il tragitto con qualche difficoltà. Mi devo preoccupare?

Mödling 21 settembre, salita Anninger. Sono iscritto alla gara Anningerlauf, un breve gara in montagna vicino a Vienna. Ritiro il pacco gara, attacco il pettorale alla maglietta, ma con mia sorpresa non riesco a correre. Il polpaccio fa finta di niente quando cammino, ma poi col suo dolore non mi fa correre. Prima della partenza restituisco il pettorale e torno a casa come un cane bastonato.

Vienna 26 settembre, stradella lungo il Liesing. Ultimo tentativo di corsa dietro casa mia prima di partire per Berlino. Decido di percorrere 5km. Non riesco però a correre bene, il polpaccio mi fa ancora male, riesco a tornare a casa con tre pause al passo. Non ho la minima idea di come possa correre una maratona fra neanche tre giorni.

Berlino 29 settembre ore 8:50. La maratona è iniziata da cinque minuti e non sono ancora arrivato alla mia griglia di partenza. Quando la raggiungo parto tra gli ultimi del mio blocco E. Il mio passo non è veloce, sono contratto, ma sopratutto la strada, pur essendo enorme, è intasatissima e lenta. Decido di seguire la via ideale segnata con le strisce blu, ma dopo i primi cinque chilometri percorsi in 26 minuti, decido che oggi non è giornata. Mi metto all'esterno, seguendo la via più lunga che però è anche quella più vicina al pubblico. Vorrei capire cosa spingono quarantamila persone ad ammassarsi su di una strada asfaltata nel nord della Germania. E dopo qualche perplessità iniziale, comincio a capire il perché. Ai lati della strada un'infinità di persone che è lì pronta ad incitarti e ad urlare il tuo nome. E il tifo funziona. Al controllo del decimo chilometro la mia media è migliorata, la fiducia sale e i polpacci sembrano tenere. Alla mezza passo in 1h:44':48", un tempo molto lontano da quello provato qualche settimana fa a Wachau. Decido di aumentare ancora il ritmo senza esagerare. Rimango sempre sulla sinistra, i ristori sono sulla destra. Ne prendo uno si e uno no, camminando qualche secondo per riuscire a bere due bicchieri d'acqua. Trovo ancora un paio di intasamenti, ma al km 30 provo ancora ad aumentare. Ora mi sento molto bene e le gambe sono convinto che possano tenere fino alla fine. La gente ai lati incita alla grande. Al chilometro 35 un tizio mi supera controvento. Mi attacco come un francobollo per la scia e quando rallenta, lo supero incitandolo a seguirmi. Cambio ancora ritmo, il tizio dietro con un urlo molla la scia e mi lascia andare. Non riesco a capire bene che velocità sto andando, ma dal cronometro riesco a prevedere che un tempo molto vicino alle 3h:20' è ora possibile. Sarebbe il mio personale sulla distanza. A pochi metri dal traguardo ho il tempo per una doccia volante con foto e dopo essere passato sotto la porta di Brandeburgo taglio il traguardo con il mio nuovo personale di 3h:20':54", uno split negativo di quasi nove minuti. Con la medaglia al collo mi avvio al prato davanti al parlamento. Stendo il telo di plastica, mi ci sdraio sopra e mi gusto questo strano sole Berlinese. Al contrario di qualche ora fa, adesso so perché tutte queste persone provenienti da tutto il mondo si sono ritrovate qui, quest'oggi, per correre una maratona.

I dati del mio Garmin si trovano qui, la mia classifica finale qui.



domenica, maggio 12, 2013

Maratona del Welsch




Sabato 4 maggio, come un anno fa, sono di nuovo in Stiria, alla linea di partenza per la maratona del Welsch. Quest'anno la partenza è situata dove lo scorso anno era l'arrivo, quasi una continuo. La novità del 2013 è che gareggio con il team in casacca bianca del mio gruppo sportivo Freunde des Laufsports. Così, oltre alla classifica individuale, partecipo anche alla speciale classifica dei gruppi. Ogni gruppo è composto da cinque concorrenti, il tempo finale del gruppo viene preso sull'ultimo corridore del gruppo che taglia il traguardo. In corsa non sono ammessi sostituzioni, se un podista non raggiunge l'arrivo, il tempo del gruppo non è valido e compare un DNF. Questa è la gara a cui tengo maggiormente all'inizio di stagione. La maratona di Vienna e la gara a Bisamberg sono stati solo dei test per vedere se ero in grado di correre qui alla Welschmarathon in modo competitivo col mio gruppo. Al via un'ottima atmosfera, l'incontro con tutti gli altri amici, le foto prima della partenza e la voglia in tutti di noi di fare bene. Il secondo team della nostra società, quello giallo, è campione uscente e sarebbe un bella soddisfazione poterli scalzare. Per quanto mi riguarda, alla partenza il morale è molto alto, mentre la preparazione è lacunosa. Ma già essere qui al via è una grande soddisfazione. Al via parto tranquillo, il percorso sale subito anche perché i metri da scalare sono molti, più di mille. Scelgo di rimanere dietro, le sensazioni di difficoltà in salita che ho avuto a Bisamberg, si confermano anche qui. Non perdo però di vista i miei compagni che ogni tanto si lasciano sfilare dietro per chiedermi come va. Alla prima discesa lascio andare le gambe e sono già con loro. Il ritmo che abbiamo è abbastanza veloce, forse troppo. In testa ho di stare sulle mie almeno fino al km 24, quando poi inizia una lunga discesa fino al km 30. Appena superata la mezza ci ritroviamo tutti e cinque assieme, abbiamo avuto ritmi diversi, ma ora si viaggia al pari quando inizia la discesa. A questo punto viaggiamo intorno ad un tempo finale di 3h:42'. In discesa lascio andare le gambe e mi porto in avanscoperta. Voglio sfruttare il mio punto di forza, perché so che nelle successive salite dovrò difendermi. Ad un certo punto credo anche di poter migliorare il mio personale in questa gara che è di 3h:40'. Ma nell'arco di pochi km, capisco subito che la mia gara prenderà tutt'altra piega. Al km 30, ancora in piano i primi segni del muro. Calo subito l'andatura per vedere se è solo una piccola crisi passeggera ma non è così e lo so. Mi mancano i lunghi allenamenti e la tenuta in questi casi è instabile. In salita non riesco più a correre, i battiti scendono, le energie stanno finendo e devo andare al passo. Gli altri miei soci intanto mi raggiungono e mi superano, in discesa però vado ancora e li raggiungo. Al km 35 non vado più neanche in piano e la faccenda comincia a farsi seria. Per fortuna i numerosi ristori mi aiutano a recuperare zuccheri e faccio incetta di pane dolce con l'uvetta. Il cervello allora non sembra più così intransigente e la corsa può ritornare. Gli ultimi due membri del team giallo mi sono ancora dietro, evidentemente anche a loro le cose non girano per il meglio. Negli ultimi due km, quasi tutti in discesa, ritrovo un ritmo accettabile. Ora la mia unica preoccupazione è di non farmi superare. Così quando vedo sopraggiungere due concorrenti ai 300 metri, lancio un sprint lunghissimo che mi fa arrivare stravolto. All'arrivo, dopo 3h:52' mi distendo in terra e un medico preoccupato mi invita a seguirlo nella tenda medica. Niente di particolare solo un controllo di sicurezza. Sono il quinto al traguardo del mio team, a me tocca il privilegio di stabilire il tempo e so che può valere il podio. Infatti alla fine veniamo classificati secondi come team, mentre l'altro gruppo della nostra società si classifica al terzo posto arrivando due minuti dopo. Per il primo posto, invece, niente da fare solo uno di noi ha fatto un tempo migliore.
Veramente una bella esperienza, sopratutto a livello mentale. Non andare nel panico quando ero ultimo del team e in crisi profonda, ma cercare di difendermi e recuperare in ogni modo possibile mangiando e bevendo senza forzare per peggiorare le cose. L'esperienza dello scorso anno, la crisi sul monte Ötscher si è fatta valere. Nel dopo corsa ampio spazio ai festeggiamenti sotto il tendone con gli ottimi vini della regione. La classifica finale qui, i dati del mio Garmin qui














sabato, aprile 20, 2013

Maratona di Vienna




Ora lo posso dire anch'io, sono un maratoneta a Vienna. Per poter essere tra i partenti della trentesima edizione della Vienna City Marathon, ho prenotato il pettorale un anno fa. Quest'anno, il 2013, è l'anno dei record dei partecipanti. Mai così tanti, con iscrizioni chiuse da tempo e pettorali sul mercato nero. Poteva esserci anche il mio, ma dopo un periodo molto tribolato che sembrava non finisse mai, a due settimane dalla gara riprendo a correre senza dolori. Prima 5 poi 9 e 23 chilometri corsi senza problemi, mi convincono ad andare a ritirare il pettorale. Già tornare a casa col numero attaccato alla maglietta, con la certezza di partire e la buona speranza di arrivare in fondo è un successo. Sveglia alle 6, solita colazione e poi via in e-bike verso la stazione della metropolitana che mi porterà alla partenza. Metro strapiena, alle ultime stazioni non entra più nessuno. Un'atmosfera incredibile, tantissima gente che ha un solo pensiero in testa, quello della gara che fra poco partirà. C'è un sole splendido, senza vento e fa addirittura caldo. Neve e pioggia sono solo un lontano ricordo. Parto con il mio amico Edi e senza orologio non so nemmeno a che ora sono passato sulla linea di partenza. La tattica di giornata è quella di partire piano per poi provare ad incrementare dopo il passaggio alla mezza. In caso di dolore al tendine d'Achille ritiro immediato. Al primo rifornimento perdo Edi che non sta molto bene e proseguo da "solo". Passo alla mezza in 2h:15', ma non lo so con precisione, mi regolo con gli orologi delle stazioni dei tram e delle chiese. Ora provo ad incrementare l'andatura ma il fiume dei corridori non diminuisce. Fino al chilometro 40 tengo un ritmo vicino ai 5'/km poi mi rilasso per gustarmi l'arrivo nella Heldenplatz, la piazza degli eroi e anche perché non ne ho più. Sul traguardo accenno un tentativo di flessioni, ma desisto prima di venire calpestato. Impiego 4h:03' per arrivare in fondo e battere il cinque alla mascotte della gara. La seconda parte 27' più veloce della prima. Ora un po' di relax e poi riprendo con qualche bella gara. Tendine permettendo. Intanto ho già prenotato il pettorale per la maratona di Vienna del 2014.









sabato, ottobre 20, 2012

Maratona a Bregenz


7 ottobre 2012 ci sono stato, senza orologio, u ciapà ad l'acqua da stufam e l'ho finita in 3h:23, PB.






La gara
La maratona di Bregenz si corre in tre stati: Austria, Germania e Svizzera. Il mio amico Edi mi ha chiesto se volevo partecipare con lui e così dopo Barcellona, eccoci ancora qui al via di una nuova maratona. La partenza è a Lindau, un'isola sul lago di Costanza collegata alla terra ferma da una strada e una ferrovia. Gli organizzatori, però, ci portano alla partenza col traghetto. Piove, le previsioni non lasciano adito a speranze di miglioramento, tempo da lupi fino a sera. E così sarà. Per me non è un problema correre in queste condizioni, anzi, quello che però non mi piace è aspettare il via sotto la pioggia. Cosi occupiamo un paio di sedie sulla nave spogliatoio e vi rimaniamo fino a dieci minuti prima del via. Indosso un impermeabile usa e getta e prendo posto nel mio blocco di partenza. Il cantante sul palco scalda l'atmosfera, ma il ragazzo a me di fianco trema dal freddo, piove e c'è vento. Alle undici in punto finalmente il via. Questa volta non porto nessun orologio e cardiofrequenzimetro per scelta, voglio correre la mia prima maratona a sensazione. Basta tabelle, ritmi e medie, lascio il mio corpo decidere come meglio crede senza nessun obbiettivo finale. I primi chilometri scorrono tranquilli, molti mi superano, ma io vado per la mia strada. Ad un certo punto mi supera il pacer della mezza da 1h:40', potrei seguirlo per tenere un tempo finale da 3h:20. Non lo faccio e rimango fedele alla mia strategia. Al km 15 il gruppo si divide, ora corro solo assieme ai maratoneti. Qui comincio ad aumentare un po' l'andatura, la pioggia è incessante, il terreno è un po' sterrato ma lo spirito e il morale sono alti. Alla mezza trovo il primo riscontro cronometrico, 1h:44', un tempo che mi piace per stare sotto il mio personale di 3h:26. Aumento ancora l'andatura così da recuperare posizione su posizione e, guardando la classifica finale, questo sarà il mio tratto più veloce. Arrivo in Svizzera, trovo la banda e anche qui un po' di teatro col direttore, dopo aver salutato tutti i banchetti trovati fino ad ora. Superare e fare spettacolo col pubblico, una tattica che non si trova su nessun manuale di corsa e che non ha nulla a che vedere con l'ottimizzazione del consumo delle energie. Però ha un grandissimo effetto sulla mente e mi diverte. Chissà cosa pensano questi miei colleghi dalle facce lunghe e segnate dalla fatica, che vedono un tipo che li supera a 20 secondi in più al km, sorridendo e che scherza con la gente ai lati. Quando mi capita, penso che sarebbe bello che questi disinvolti trovassero un bel muro al km 39, che ci sbattessero contro e poi superarli col ghigno sarcastico, ma non mi succede mai, se non quando ho provato ad imitarli. Invece oggi sono dall'altra parte, qualche corridore mentre lo sorpasso mi incita anche e sopratutto niente muro, per ora.
Al km 33 arrivano i primi dubbi, i polpacci sono duri e può anche darsi che le riserve energetiche finiscano presto. Rallento di qualche secondo al km ma al chilometro 35 capisco che posso arrivare in fondo senza problemi. Al km 41 entro nello stadio di Bregenz e dopo un paio di giravolte taglio il traguardo, dove mi concedo, tra qualche risata, anche qualche flessione in stile Nove Colli, ma certe gare non dovrei neanche nominarle. Prima di lasciare la zona arrivo, mi giro per dare un'occhiata al tempo finale e vedo 3h:24. Non male, questo è sicuramente il mio personale, che alla fine in effetti sarà di 3h:23'. Quattro gare in quattro settimane, non posso correre sempre col massimo della concentrazione e al limite. Un socio del mio club mi disse che correre una maratona deve fare male, altrimenti non è correre una maratona. Non so se abbia ragione, ma correre come oggi, però, è un vero piacere.
Dettaglio della mia classifica.














martedì, maggio 08, 2012

Welschmarathon: la maratona del Welsch-Riesling

Sabato 5 maggio la sveglia è alle 4:40, perché così presto? Perché devo andare nel sud della Stiria, vicino al confine con la Slovenia per partecipare alla maratona Welschlauf. La gara si svolge tra le montagne della strada del vino, con partenza, per i maratoneti, a Wies e arrivo a Ehrenhausen. In auto arrivo alla stazione del bus navetta che dal traguardo mi porta alla partenza. Già sul pulmann si possono intravedere le strade da percorrere e il pensiero è quello di quanta strada ci sarà da percorrere, con delle belle salite. In ogni modo la distanza di ogni maratona è sempre quella: 42,195 km. Qui però ci sono delle salite da fare, 1440 metri di dislivello secondo l'organizzatore. A Wies, c'è già pronta la banda, che suona il suo repertorio. Qui incontro gli miei soci della mia società sportiva. Loro correranno, oltre che singolarmente, anche per la speciale classifica dei gruppi, dove il tempo viene preso sul quinto arrivato della squadra. In tutto la società ha iscritto due gruppi da cinque e due solitari, tra i quali ci sono io. Foto di rito e via che si parte sotto uno splendido sole, a mezzogiorno ci aspetteranno 25 gradi senza nuvole. L'ambiente è veramente molto bello, piccole strade asfaltate con saliscendi in mezzo ai boschi e vigneti. In queste valli la risorsa principale è la produzione vinicola di qualità, così come il turismo legato all'agricoltura. Questa manifestazione è un grande evento pubblicitario per tutta la regione. Ogni paese toccato allestisce il banchetto del ristoro, una doccia volante e magari qualche elemento musicale. I miei soci partono forte, vogliono fare un gran tempo, mentre io voglio fare un buon allenamento in vista di giugno e capire quanto posso tenere su salite e discese distribuite su più di quaranta chilometri. Fino al km 14 viaggio nelle retrovie al ritmo di 5:30, poi quando la strada comincia a salire, provo un cambio di marcia. Mi sento molto bene e riesco a recuperare molte posizioni e tutti i miei soci. La mezza maratona della settimana scorsa con trenta gradi mi ha fatto capire come si corre col caldo, vale a dire cappello sempre in testa, non saltare neanche una doccia per togliersi il sale dalla pelle, bere gatorade, acqua sulla testa e non mangiare nulla per evitare problemi allo stomaco. In discesa cerco di non forzare, almeno fino al km 35, per riuscire ad andare meglio in salita. Il passaggio più difficile è lo strappo che arriva dopo una lunga discesa, il cambio di pendenza inchioda le gambe. L'arrivo a Ehrenhausen dopo 3h:40 e più di mille metri di dislivello positivo, in mezzo a tutto il pubblico e speaker, è fantastico. Poi doccia freddissima e mangiata sotto il tendone con tutti gli altri soci, che tra l'altro hanno vinto la classifica dei gruppi. È un'interpretazione diversa della classica maratona piatta e veloce, dove si cerca di fare il proprio personale, ma è un modo di fare festa con la gente e la cultura di una regione, passando una bella giornata di sport. La classifica finale si trova qui, i dati del mio garmin qui.













giovedì, marzo 29, 2012

Maratoneta a Barcellona


Il 25 marzo ho trascorso uno splendido week-end a Barcellona, nel quale ho partecipato alla maratona e visitato la città, che è molto interessante. Nei giorni precedenti alla corsa, non mi è sembrato che la città fremesse per l'evento, anzi, a livello sportivo, il calcio dei blaugrana oscura tutto il resto. Il giorno della gara, però, mi sono dovuto ricredere, la città è entrata in sintonia con i corridori. Alla partenza eravamo quasi in 20000, un record. Complice il cambio di orario e la partenza alle 8:30, sono uscito dall'hotel che era ancora buio. Molti "residui" erano ancora in giro e cercavano un posto per rifocillarsi un po' e con loro ho fatto colazione in un supermarket aperto 24 ore non stop gestito da asiatici. Con il mio amico Edi mi sono presentato ai nastri di partenza in piazza di Spagna, che per l'occasione aveva tutte le fontane accese. Lo start è stato imponente, siamo partiti sulle note dell'inno di Barcellona 1992, sotto una nevicata di coriandoli, un via veramente spettacolare. L'obbiettivo di giornata è stato quello di arrivare al traguardo tranquillamente. Così ce la siamo presa comoda e siamo arrivati dalle parti dello stadio. Qui ho risposto per le rime, suscitando una risata generale, al tipo che in questo punto ha urlato "forza Milan". Il percorso si è svolto in gran parte lungo strade molto larghe, senza macchine sia in movimento che posteggiate, anche se spesso erano vie periferiche. L'altimetria non è stata molto elevata, ma è stata ricca di piccoli saliscendi, che, uniti al caldo, potevano creare dei problemi. Il bello di questa maratona è stata, senza dubbio, la partecipazione del pubblico. Bastava urlare "animo", che gli spettatori ti rispondevano subito chiamandoti per nome, incitandoti con "vamos", "animo" e "vinga". I suonatori di tamburi, poi, contribuivano a dare una carica aggiuntiva. A livello sportivo non c'è stato molto da dire, ho scelto di correre costante e di godermi il percorso in serenità, con lo scopo di ridurre il più possibile i tempi di recupero post maratona per tornare presto in forma per le prossime gare. Verso il trentesimo chilometro, il mio socio ha aumentato l'andatura per cercare di stare sotto le 4 ore, allora l'ho affiancato e l'ho aiutato a tenere il ritmo giusto per finire nel tempo desiderato. Alla fine abbiamo fatto segnare un 3h:59:22, un tempo da perfetto pacer. Nel dopo gara, c'è stato tutto il tempo per riempire le riserve di energia svuotate, con un ricco menu di cucina catalana. Il dettaglio del mio gamin si trova qui, mentre il dettaglio della classifica qui. Animo!