domenica, agosto 28, 2011

Agosto sta finendo

Il mese del sol leone sta finendo e per affrontare un settembre pieno di gare, la settimana appena trascorsa l'ho passata senza gare, ma con un ottimo carico di allenamento. Nonostante il caldo tropicale. Sono già alcuni anni che sono qui a Vienna, ma un caldo come quello della settimana scorsa non me lo ricordo. La gente qui, quando c'è sole esce, invece questa volta, nonostante il cielo blu, c'era il deserto in giro per le strade. Poteri del clima. Nella settimana che viene affronterò l'ultima corsa in montagna che ho in programma, sarà la più dura tra quelle affrontate sino ad ora, con 1100 metri di dislivello in appena 9 km e passaggio ai 1600 metri, la corsa sulla montagna Rax (nella foto un suo sentiero). Per l'occasione ho comprato un paio di scarpe nuove, le prime apposta da trail, le Mitzuno Wave Harrier 3. Vedremo se saranno d'aiuto.

domenica, agosto 21, 2011

Corsa a Pama

Ci sono settimane di preparazione ad una gara nella quali ci si potrebbe inserire una bella gara infrasettimanale per provare un po' di velocità. È quello che ho fatto venerdì scorso. Ho preso il treno per Bratislava e alla penultima fermata prima della frontiera, sono sceso a Pama. Pama non è Parma senza erre, ma un paese agricolo di frontiera, grande come Breda e Villa messe assieme, che però fa comune. Senza queste manifestazioni podistiche, certi posti non li vedrei mai. La gara si sviluppa su tre giri, per un totale di 11,1 km. Peccato che non sia un 10k, su un percorso di questo tipo potrei fare tranquillamente il personale. Percorso asfaltato piatto, veramente piatto, con pochissime curve, solo un po' di vento. Provo a partire coi migliori, ma meglio stare sul mio ritmo intorno ai 4:00 al km. Al secondo giro sbaglio strada, il tipo con la paletta ride e non mi dice nulla, poi vedo che mi sorpassa uno e torno indietro. Al terzo giro mi raggiunge un concorrente che ha scelto la tattica di partire piano per finire forte, non tanto per fare il tempo, ma tanto per superare degli avversari. Sono i tipi a cui piace superare, nel finale, quelli come me, che partono forte, ma poi non riescono a tenere il ritmo. Appena mi supera, mi metto in scia e mi faccio tirare fino al traguardo, con un passaggio ai 10km sotto i 41 minuti, nella speranza di passarlo allo sprint. Nello sprint, però, parte prima e mi batte di un pelo. Qui devo ancora imparare bene a capire come funziona lo sprint, stare coperti fino alla fine non sempre funziona, specialmente se c'è una curva a 90 gradi 200 metri prima del traguardo. Alla fine arrivo 21-emo, ottavo di categoria col tempo di 45:19. Classifica finale qui.


lunedì, agosto 15, 2011

Corsa nella cava di ferro




Sabato scorso ho partecipato alla mitica corsa nella cava di ferro, nel paese di Eisenerz. Un percorso di 12,5 km, con un dislivello di 745 metri e arrivo a quota 1400. La gara è situata all'interno di una grande dismessa cava di ferro. Il paesaggio ricorda quanto fosse importante la produzione di acciaio negli anni passati, le traccie che sono rimaste, come su questa montagna, sono imponenti. Ora la produzione di acciaio nella regione è diminuita di molto, la cava non viene più utilizzata per l'estrazione del ferro ed è diventata un'attrazione turistica, con tanto di visite guidate su enormi camion che percorrono tutta la strada fino in cima ed esplosioni controllate. Qualcosa di simile ai viaggi a bus scoperti che si vedono nelle città. La fantasia dei gestori è arrivata anche ad organizzarci sopra una gara podistica e, visto il numero di iscritti che è sempre aumentato negli anni, direi con grande successo.  Considerando anche i nordic walker, sabato eravamo quasi 1000 partecipanti, 788 corridori e 149 camminatori. La mia gara è andata oltre le mie aspettative, 78-emo nella generale, 11-emo in categoria con un tempo di 1h:08:13. Dati del mio Garmin qui. Le mie origini padane si sono fatte sentire, in una corsa dove l'elemento dominante è la salita, ho dovuto prestare molto attenzione nel gestire il ritmo di gara. Nelle fasi in cui le pendenze erano elevate sono andato di rimessa, mentre ho spinto al massimo nei pezzi di falso piano o di leggera discesa. Una tattica che ha funzionato, tranne qualche eccezione, i concorrenti superati nei pochissimi pezzi di pianura, non mi hanno recuperato in salita. È il bello della corsa in montagna, il cambio di ritmo. Da Bredese, arrivare davanti a centinaia di montanari sul loro terreno direi che non è male. Al traguardo ho avuto il supporto della moglie che, in sandali, mi è corsa al fianco lungo la salita finale, e del mio amico Edi, che abita in zona, ma che da infortunato ha potuto solo seguire la corsa da spettatore. All'arrivo un bell'acquazzone ha lavato tutti i partecipanti, reso il terreno bello fangoso, così che le macchie di ferro sulla maglietta bianca l'hanno resa quasi da buttare via. Alla prossima gara in montagna, penso che mi presenterò con scarpe più adatte al terreno fangoso e sassoso.