Non potevo di certo mancare all'appuntamento della ripresa della maratona qui a Vienna. Così, anche con le gambe pesanti, residuo dello Swiss Peak della scorsa settimana, mi sono cimentato con la classica maratona della mia città. Il risultato è riportato qui sotto e, tranne l'andatura più da gara a 24 ore che una maratona, sono molto soddisfatto della gara. Ritmo lento, ma costante fino alla fine e senza troppi sussulti. Forse il pezzo più difficile sono stati i primi 5 km. Un po' di velocità, comunque, nelle prossime settimane non farà sicuramente male.
domenica, settembre 12, 2021
martedì, settembre 07, 2021
Fatta la Swiss Peak 360
Finita anche quest'avventura nella regione della Svizzera Vallese. Appena mi rimetto un po' in sesto scriverò qualche riga in più.
Per i 367Km del percorso con 26610 D+ ho impiegato 143h:29':03" per la 118-ema posizione finale su 351 partenti.
La classifica finale si trova qui
domenica, agosto 22, 2021
Pronti per lo Swiss Peaks 360
Terminati gli ultimi allenamenti e rimesso in sesto l'apparato dentale, ormai mancano solo pochi giorni prima del mio via allo Swiss Peaks 360. Non credevo che i problemi dentali portassero via così tanta energia, ma il peggio dovrebbe essere alle spalle.
Lo Swiss Peaks 360 è una gara non-stop che prende il via domenica 29.08.2021 a mezzo giorno e termina sabato notte 5 settembre a mezzanotte (156 ore il limite). Il percorso si snoda lungo 360 chilometri con 26583 di dislivello positivo nelle Alpi Svizzere Vallesi, la parte francese. Partenza da Oberwald e arrivo a Le Bouveret, la sorgente del lago di Ginevra. Una zona della Svizzera per me tutta da scoprire. Il passaggio a Champex sarà lo stesso della gara UMTB, che però si svolgerà qualche giorno prima.
Difficile, per me, fare previsioni in una gara del genere. Un mese fa al Großglockner navigavo nelle retrovie in una gara di un singolo giorno e, in Svizzera, già finire la gara sarebbe un gran risultato. La mia strategia sarà molto semplice, vale a dire andare piano e costante tra le 6 basi vita. Nelle basi vita riposare il tempo sufficiente per riprendere il cammino senza raggiungere lo stato di zombie. Più facile a dirlo che a farsi.
Il live Tracker è quello consolidato del Legendstracking e per chi avesse dei problemi di insonnia, potrebbe provare con la cura del Live della gara per una settimana intera. Si trova su:
https://360swisspeaks.legendstracking.com/#
Pettorale Nr: 331
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Traccia degli ultimi chilometri |
mercoledì, agosto 04, 2021
Großglockner Ultra Trail - GGUT
La bella notizia, in questo viaggio di cinque ore che da Vienna mi porta a Kaprun, dove parte la gara GGUT, è che la gara si farà. Sono quasi arrivato, ma fino a questo momento non avevo ancora la certezza di prendere il via. La ragione? Il meteo. Non sono mai stato a Kaprun o Zell am See, stazione invernale di grido che di solito registra il tutto esaurito. Anche perché tutte queste ore in macchina, in questo periodo migratorio, non è che agevolino la decisione. In tutti questi anni non sono riuscito a partecipare in quanto ho sempre preferito prendere il via al DirndltalExtreme, che si svolgeva a pochi giorni di distanza.
Alle 2:30 sono già bello sveglio e pimpante dopo una bella dormita nel baule della macchina. Mi lascio abbindolare dal briefing online e alla partenza sono l'unico che si presenta con la giacca Gorotex a tre strati e pantaloni lunghi in nylon anti pioggia. "La crema solare oggi non servirà proprio", con queste parole l'addetto all'organizzazione ci saluta sul bus navetta che ci porta alla partenza. Non faccio neanche in tempo a vomitare per il mal di autobus, che si parte. Siamo un serpentone enorme che parte lungo la ripida pista da sci e dopo alcuni minuti sudo già come una bestia, alla faccia del freddo e della pioggia che non sembrano mai esistiti.
Al primo ristoro decido che il serpentone è meglio lasciarlo andare avanti, che intanto cerco di fare entrare la mia giacca invernale nello zaino. Missione impossibile e così mi tocca metterla a tracolla. Intanto ho già inquadrato il tipo di gara. Salite molto lunghe da camminare coi bastoni, specialità nella quale proprio non primeggio. Le discese, invece, ripide, lunghe e spacca quadricipiti con l'inciampo sempre dietro l'angolo non sono da meno. Insomma, tranne qualche rara e facile forestale, non è che abbia tutta quella voglia di spingere. Faccio il turista, mi gusto il paesaggio e mi abbrustolisco le braccia e il naso sotto il sole cocente dei duemila metri, con la giacca gorotex sempre nei piedi che sbatte dappertutto.
Nel primo pomeriggio comincio a prenderci gusto e passo il punto più alto ai 2600 metri prima del maltempo, così da essere sicuro di non essere fermato per evitare pericoli. Quello che mi sorprende, qui, è un passaggio sulla neve in discesa in grande pendenza, che è diventato un binario da pista da fondo. Impossibile stare in piedi e così scendo come i miei soci di fianco, vale a dire da seduto, ma senza slittino, tanto per scaldare i glutei e decidere che ho bisogno di nuovi pantaloni. E pensare che mi ero portato anche i ramponcini sperando che l'organizzazione ci obbligasse a metterli nello zaino.
Sono qui al Großglockner sopratutto per provare un po' tutto in vista dello SwissPeak. Così tiro fuori una borraccia con filtro nuova di zecca e provo a filtrare e bere acqua che trovo in giro. L'attacco di diarrea che mi viene dopo, magari potrebbe non avere niente a che fare. Nella lunga discesa da 1900 metri di dislivello provo finalmente a forzare. Un appoggio sul bordo un po' troppo ardito e subito precipito di sotto. Ma con due giravolte mi trovo nel tornate di sotto e posso continuare come se niente fosse a distruggere, per il nulla della gloria, le dita dei piedi. Posizioni conquistate duramente e perse in un attimo per un lungo pitstop nel punto più facile e veloce della gara, col pensiero se non sia capace di filtrare l'acqua oppure dare la colpa agli antibiotici che ho appena finito di prendere per un ascesso dentale.
Con il morale sotto i tacchi e l'unico pensiero di non finire oltre il tempo massimo, affronto gli ultimi venti chilometri con il meteo che ha deciso, finalmente, di vendicarsi sui polentoni. Quando i primi sono già arrivati sotto il sole per la gioia dei fotografi e fiumi di birra, ecco che la montagna decide di dare un taglio a questo brodo di giuggiole. Oppure dare un senso al materiale che mi sono portato durate tutta la giornata. Così arrivo all'ultimo ristoro che piove a dirotto, vento freddo e tuoni in lontananza in sottofondo. Alcuni decidono subito di abbandonare, un altro paio decide di prendere il "tele trasporto" in coppia che permette di guadagnare mezz'ora e superare con il dono dell'invisibilità. Però questo clima e tipo di terreno comincia a farmi ricordare che sono ancora in gara, e nella discesa fangosa trovo finalmente un terreno adatto per recuperare diverse posizioni pensando in inglese. Concludo dopo 18 ore e 21 minuti con la 229-ema posizione finale, che se ci fossero stati ventimila partecipanti non sarebbe poi stata così male. Ma su 314 partenti, non è che poi mi dia tutta questa fiducia in vista dei prossimi appuntamenti.
Che dire alla fine di questo GGUT. Solo per il fatto di non aver potuto disputare la 110, mi fa venir voglia di tornare subito l'anno prossimo. E poi l'anno ancora dopo, perché magari ci sarà una sospensione o un blocco per il temporale. Ma prima di guardare avanti, un po' di nostalgia in quel DirndltalExtreme c'è ancora tutta. Le sue montagne particolari, il ritrovo, il gruppo ridotto, le lunghe ore di corsa continua sui dolci profili, la fibia finale e il Käserkrainer all'arrivo.
Guardiamo avanti.
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Dirndltal Ultima edizione 2019. Ultimo abbraccio finale con l'organizzatore Gerhard Lusskandl |
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Giacca a tracolla e via sul salitone GGUT |
mercoledì, luglio 28, 2021
GGUT 2021 pronti alla partenza
Venerdì mattina 31.07 partirò da Vienna con destinazione Kaprun per partecipare al Großglockner Ultra Trail. Saranno 110 km per 6500D+ tutti in ambiente alpino alle pendici del Großglockner, la vetta più alta austriaca.
Partenza in notturna alle ore 22 di venerdì, con il live della gara al link di datasport (pettorale 40).
Oppure, ancora meglio, con link live gold
venerdì, luglio 09, 2021
Avanti
Archiviato l'Hochwechsel Trail, luglio continua con l'avvicinamento allo Swiss Peak360 per la fine di agosto.
Lo scorso fine settimana sono passato a Bad Blumau per assistere alla gara delle 24h/12h. Quest'anno mi sono accontentato del pettorale di beneficenza per accompagnare amici durante la competizione delle 12 ore, senza, come ho fatto lo scorso anno, provare delle avventure nella gara delle 24 ore.
La prossima tappa, per me, sarà il Großglockner Ultra Trail che si svolgerà il prossimo 31 luglio.
domenica, giugno 13, 2021
Hochwechsel Trail, un weekend di gare
Sono appena tornato da Kirchberg am Wechsel dopo un fine settimana di gare. Ho partecipato a tre delle quattro gare in programma e sono stato l'unico, tra tutti i partecipanti, che ha fatto questa scelta:
1 giorno: gara trail da 10km, 260 D+ (classifica 10km)
2 giorno: gara trail da 79km, 3300 D+ (classifica ultra trail)
3 giorno: gara trail da 25km, 1120 D+ (classifica mezza maratona trail)
Era anche possibile partecipare ad una classifica Titan completa sui tre giorni, ma bisognava scegliere, per il secondo giorno, la variante maratona da 44km, anziché quella ultra da 79 Km. Visto che l'unica gara che a me veramente interessava era la Ultra, ho deciso di aggiungervi anche la gara del giorno prima e quella del giorno dopo, rinunciando purtroppo alla classifica Titan della combinata.
L'aspetto più difficile, nel mio caso, è stato quello di prendere il via in gare di diversa lunghezza con partecipanti freschi e motivati a dare tutto nell'ambito della stessa giornata. Unica eccezione i dodici partecipanti alla classifica Titan, coi quali ho condiviso la partenza del primo e del terzo giorno.
Il primo giorno, sulla gara dei 10km, l'unica incognita che mi riguardava è stato il ritmo da tenere in gara. Ho scelto di stare sempre tranquillo sia in salita che in discesa per non compromettere le gambe nei giorni successivi. Strategia che mi è riuscita fino al km 9 dove poi ho deciso di fare l'ultimo chilometro a tutta. Tanto per recuperare un po' di posizioni perse nei vari tratti di discesa, ma anche caricare inutilmente i quadricipiti per il giorno successivo. Gara finita in 52':17" al 17-emo posto di categoria.
Il secondo giorno di gara è stato, invece, il più semplice da gestire. Non molti partecipati, ma tutti super motivati. Non ricordo una partenza del genere in una gara ultra. Vale a dire, per quelli davanti, sui primi chilometri pianeggianti, un ritmo sotto i 4min/km che ha poi tirato tutto il gruppo. Così, per me, stare in fondo è stato molto semplice e dopo alcuni chilometri ho anche fatto la conoscenza della scopa, che accompagnava l'ultimo corridore. Essere ultimo al secondo ristoro dopo 20km di corsa su 80 non mi ha mosso di un millimetro e sono rimasto fedele alla mia strategia. Vale a dire gestire le gambe in vista del finale e per la gara del giorno successivo. La mia fatica è terminata dopo 12h:5' con il 12-emo posto di categoria trovando anche la possibilità di recuperare qualche posizione nelle discese finali senza strafare.
Il terzo giorno di gara è stato quello più difficile. Non per le gambe, che erano sopra le mie aspettative, ma per il fatto di partire con gente fresca pronta per una mezza maratona. Una partenza ad un ritmo allucinante che mi ha costretto a stare subito in fondo al gruppo. Al primo dei due ristori sono così arrivato ancora ultimo assieme alla scopa. Come il giorno precedente non mi sono affatto perso d'animo ed ho continuato del mio passo. Poi, verso la fine, ho recuperato diverse posizioni specialmente nella discesa finale, dove ho lasciato andare le gambe. Gara finita in 3h:28' per la 22-ma posizione di categoria e una citazione di merito finale dello speaker.
Chiudo questi tre gironi, che hanno segnato il mio ritorno alle gare dopo mesi di pausa forzata, con un bilancio molto positivo in vista delle gare dei prossimi mesi. Anche se il terzo giorno non sono riuscito a stare vicino a quelli che hanno partecipato alla classifica Titan, mi ha soddisfatto il controllo che ho avuto durante i tre giorni di gara. Nei miei prossimi appuntamenti, primo fra tutti il Peak360, saranno decisivi un'ottima gestione del fisico e un grande controllo nei diversi giorni di gara.
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Secondo giorno - pomeriggio |
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Arrivo terzo giorno |
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Primo giorno |
Secondo giorno |
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Terzo giorno |
Arrivo esausto al secondo giorno |
martedì, giugno 08, 2021
Pronto al debutto 2021
A pochi dalla partenza dell'Hochwechsel Trail ormai credo proprio che non ci saranno cambiamenti dell'ultim'ora.
Così venerdì 11.06 sarò a Kirchberg (AUT) al via della prima giornata gare sul percorso di 10 Km con 210D+. Questo il programma completo:
Venerdì 11.06.2021: 10 Km 210D+, partenza alle 17:30
Sabato 12.06.2021: 79 Km 3300D+, partenza alle 5:30
Domenica13.06.2021: 25 Km 1120D+, partenza alle 9:00
Non parteciperò alla combinata sui tre giorni in quanto, per potere entrare in questa classifica, occorre essere iscritti al sabato sul percorso dei 44km, mentre, invece, ho optato per il percorso da 79km.
martedì, aprile 27, 2021
Cambia il Vento?
3 giorni di gare sull' Hochwechsel il prossimo 11 giugno? Senza privilegi di categorie varie? Senza che, per correre sulle montagne bisogna chiedere un favore a qualcuno, un foglio speciale o sfruttare qualche lacuna legislativa?
Non ne ho la minima idea.
Però mi piace molto l'idea di poter ricominciare da lì. E se anche stavolta arriverà la solita la mail, che ricevo di solito in questo periodo del tipo "spiace ma" e via di questo passo, non farà una gran differenza di una più o una meno.
È solo la piacevole impressione che lo "stiamo fermi per paura di" stia pian piano lasciando il passo all' "andiamo avanti nonostante che", che mi ha fatto subito iscrivere.
domenica, aprile 11, 2021
Caminante, no hay camino,se hace camino al andar.
Di solito di questi tempi, con la primavera che esplode, vado a trovare un po' di sollievo in montagna. Di solito a Maria Schutz. Solo che da un paio di settimane c'è la novità che per tornare (si tornare) a casa da quel paese, montagne comprese, mi serve un foglio firmato da qualcuno che non conosco, che dopo avermi piantato un cottonfioc nel naso mi dice che, a suo parere, dopo aver visto delle linee su un vetrino, posso ritornare da dove sono venuto. Foglio che potrei, con la stessa procedura, anche fare prima di partire (si prima), se non mi garba farlo al ritorno, basta che sia recente.
Quindi niente montagna? No, basta lasciare andare avanti (non indietro) la macchina un'altra ventina di minuti, che, per fare una corsa sui monti senza incontrare un'anima viva ma senza nessun lascia passare per tornare a casa, non ci sono problemi.
Ho scelto Veitsch in quanto è un posto che conosco molto bene e con la neve che non è ancora sciolta oltre i mille metri, meglio andare sul sicuro. Quando arrivo al paese mi accoglie il cartello enorme che annuncia la classica gara sul monte Veitsch il prossimo 26 giugno. Visto che la gara Mozart100 è per me rimandata al 2022, la gara di Veitsch sarà un appuntamento da non perdere. Sempre che, come al momento dell'iscrizione viene fatto notare dall'organizzatore, la gara possa prendere il via.
Sul percorso della gara, che tra l'altro è già segnato come si dovesse partire oggi, ho smaltito un po' di raucedine da pollini di betulle in mezzo ai miei amici fidati pini. Una garanzia. Per quanto riguarda il risultato dell'allenamento, ho pienamente centrato il mio obbiettivo di Aprile. Vale a dire quello di non essere in forma in questo mese. Obbiettivo raggiunto con bravura.
mercoledì, marzo 17, 2021
Il bello del Blog
Il bello di scrivere su questo blog è quando cito una gara alla quale vorrei partecipare, poi mi tocca disdire. Quindi un nuovo post è assicurato. Con la Scozia ho fatto appena in tempo a scrivere il post precedente, che subito il giorno successivo è arrivato il rinvio. Per la Scozia, quindi, appuntamento rimandato al 2022. Così, come quando ci saluta alla fine di una vacanza: "Si ci vediamo certo, vienimi a trovare, non mancherò" e si sa come vanno a finire questo genere di saluti.
Siccome mi piacerebbe scrivere ancora, ho deciso di mettermi avanti e di scrivere l'elenco delle gare alle quali sono già iscritto fisso, così che perlomeno dovrò aggiornare la situazione.
Partiamo con la Mozart100 il prossimo 16 giugno 2021.
A seguire il GGUT 110, vale a dire il Großklokner Ultra Trail il 31.07.2021.
In agosto ancora qualcosa di nuovo, in Svizzera il 29.08.2021 lo Swiss Peak 360.
In settembre il tradizionale appuntamento con l'Adamello Ultra Trail 170 il 24.09.2021.
Queste sono le gare alle quali sono già iscritto. Tranne la Svizzera, sono pettorali rinviati nel 2020 e passati al 2021. Poi ci sono appuntamenti fissi come il Wien Rundumadum, al quale, però, non sono ancora iscritto. Poi chissà, gare che magari nasceranno strada facendo.
Dovrei scrivere anche altre cose, ma non servirebbero alla causa. Meglio affinare la playlist da usare in gara, che in questa fase sono anche riuscito ad aggiustare le cuffie che ho usato in moltissime gare. Cuffie che non vengono più prodotte.
Per la playlist penso che serviranno almeno altre due o tre canzoni degli 883.
mercoledì, febbraio 24, 2021
Whats up Blog
Sono diversi i pensieri che girano in questo periodo, ma questo è il mio blog sulla corsa e non voglio andare fuori tema.
Se c'è una possibilità, anche minima, per essere al via della prossima capewrathultra il 23 maggio 2021 prossimo, penso proprio che ci sarò.
La Cape Wrath Ultra è una corsa a tappe che dura 8 giorni lungo la costa occidentale della Scozia. Una sorta di proseguimento del percorso iniziato lo scorso con la Spine Race. Circa 400 i chilometri totali. Ma penso proprio che il chilometraggio totale non sarà di certo la parte più impegnativa. Bensì saranno il terreno, la navigazione, la gestione della gara lungo gli otto giorni e, sopratutto, raggiungere la linea di partenza.
Non sono abituato alle gare a tappe, che ho effettuato solo una volta in tutte le mie gare. È stata la mia prima gara ultra in assoluto, quella sul monte Ötscher, che prevedeva due tappe in due giorni successivi. Il ricordo del secondo giorno non è stato così piacevole e da allora ho sempre evitato questo tipo di gare. Anche se va detto, che le corse a tappe sono molto rare e il mio fisico, col tempo, ha imparato ad aspettare prima di inchiodarsi completamente dopo una notte passata a letto.
Di questi tempi, negli anni passati, ero abituato a citare le gare che andavo ad effettuare durante l'anno. Questa volta, però, anche se la mia stagione è in teoria già piena di iscrizioni, voglio andare un passo alla volta. Se le mie sensazioni di questo periodo stanno cambiando, quasi come una premonizione di risveglio collettivo, so che basta molto poco per cambiare atteggiamento e tornare nello stato del dopo Wien Rundumadum.
Nel frattempo ho cominciato, quasi per caso, a studiare le mappe, provare del materiale, ordinarne di nuovo e ascoltare musica scozzese.
E se si dovesse ripartire, poi.
giovedì, dicembre 31, 2020
Bilancio stagionale 2020
Con la fine del 2020 è arrivato, come promesso, il momento di tirare le somme.
Un'occhiata all'elenco delle gare effettuate mi dice che sono partito solo 4volte con un pettorale ufficiale attaccato alla maglia. Anche se il sito della statistica DUV riporta un chilometraggio di 693km, molto in linea con gli anni passati, non credo che il paragone abbia molto senso. Con una gara da 268miglia come la Spine in gennaio è facile falsare la statistica. Sopratutto quando reputo, questa gara, più un finale allungato della stagione 2019, che non la prima gara del 2020.
Sulla Spine niente da dire. Ottima condizione atletica costruita nella seconda parte del 2019, molti errori da principiante in gara per quanto riguarda navigazione, materiale e tecnica di corsa nelle torbiere, ma il risultato finale è stato per me veramente sorprendente in modo positivo. La condizione che avevo al quarto giorno mi rimarrà impressa a lungo.
Poi l'improvviso cambio di rotta delle gare, vale a dire assenza totale per 5 mesi, mi ha portato ad una pausa, o meglio ad un calo di allenamenti, che hanno portato ad uno scadimento della condizione.
Sono troppo abituato alla costruzione della forma usando principalmente le gare. Se posso usare solo molte settimane di soli allenamenti prima di una gara, faccio molta più fatica. Non credo sia stato un caso, se nel 2019 sia riuscito a tirare fuori la mia migliore prestazione nel DirndltalExtreme alla mia seesta partecipazione. Nelle gambe avevo ultra come Ötscher, Mozart e Veitsch corse solo qualche settimana prima, volendo, con risultati altalenanti e quasi scadenti, ma mi sentivo molto a posto fisicamente.
L'impatto con la 24 ore di Bad Blumau 2020, invece, è stato devastante. Una prestazione inguardabile, che ha avuto solo un senso: quello di fare il primo passo per rientrare nella giostra delle gare ultra. Una giostra facile da gestire quando faccio una gara al mese, ma veramente difficile quando mi tocca rientrare dopo una lunga assenza, con una testa magari da altre parti. Un primo passo che purtroppo è rimasto isolato, in quanto la scelta delle gare non ha avuto la fortuna necessaria per concretizzarsi.
Dopo aver disputato un Hoch Wechsel Trail con buone speranze per il prosieguo, il rinvio dell'Adamello mi ha lasciato solo con l'ultima gara stagionale del Wien Rund Umadum (giro attorno a Vienna). Una gara in cui per fare dei risultati scarsi devo essere messo male fisicamente. Quindi mi aveva dato una certa speranza. Il risultato finale non è stato il peggiore, ma con un pacer per gli ultimi 50km, un'ottima prima parte e delle gambe senza le scorie di una stagione ultra logorante che volge al termine, francamente, mi sarei aspettato di più. Però va detto, che è stata una delle gare più belle e divertenti che abbia mai fatto.
Forse, in certi periodi, la voglia di prestazioni semplicemente lascia il posto ad altri valori. Mi sono anche chiesto, più volte, se questo non fosse il momento giusto per scendere dalla giostra delle ultra. Ormai le gare alle quali ambivo, e che avevo come obbiettivo che sembrava irraggiungibile, le ho portate al termine. Anche se ci sono moltissime gare alle quali non ho mai partecipato, non vedo la regione per cui debba farlo. La ragione per cui non ho smesso è la carica che queste manifestazioni riesce a darmi. Quando comincerò a non svegliarmi più alla mattina presto senza sveglia per poter partire ad una corsa, quando la preparazione della borsa la sera, o le sere prima, diventerà un peso, il viaggio e la logistica diventeranno un fastidio, allora, credo, sarà arrivato il momento di scendere.
Nel frattempo il 2021 promette di essere un bell'anno intenso e lungo. Ma lo doveva essere anche il 2020, quindi meglio non farsi troppo illusioni e gustarsi quello che viene. Per esempio quest'ultima uscita del 2020, giorno di San Silvestro, questa volta non sul Ring viennese, ma sul percorso del Lind Kogel Trail con il team "Grazie Mille" al gran completo. Davvero bello.
martedì, novembre 10, 2020
Wien Rundumadum 2020
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Arrivo |
Con la settima edizione del Wien Rundumadum (WRU) 2020 si conclude la mia stagione delle gare per quest'anno. Però tirerò le somme stagionali in un post dedicato. Ora parliamo del WRU 2020.
In questo periodo, trovare un organizzatore che riesce a mettere in piedi una gara podistica reale è veramente difficile. Al WRU sono iscritto, come ogni anno, quasi in automatico e quest'anno non fa differenza. Quello che è diverso, di solito, sono le mails degli organizzatori, che magari aprono con un "ci dispiace ma..." e così via. Credo che il WRU abbia mandato, nelle ultime settimane, almeno 4 mails. Ogni volta che le apro mi prende una strana sensazione. Invece il contenuto è rassicurante. Spiega le nuove modalità di gara e niente sembra fermare gli organizzatori.
Come sono queste modalità? Senza ristori, o meglio con borse preparate prima dal corridore che vengono portate in sei punti prestabiliti. Partenza con la maschera e distanziati di venti secondi gli uni dagli altri. All'arrivo solo la possibilità della doccia, foto ricordo con medaglia e sacca finisher. Il mio slot di partenza è alle 5:47 di sabato mattina.
Prima del cambio di modalità, ricordo un centinaio di iscritti. Dopo il cambio del regolamento, sulla lista di partenza sono comparsi in settanta. Alla partenza vera e propria, nel giorno di Halloween, siamo solo in 57. Quest'anno non posso andare al via in metropolitana e decido per la bici. Trovo il modo di trasportare tutte le mie sacche per i ristori, ma arrivo alla partenza tardi. A questa logistica non sono abituato e si vede.
Il meteo di primo mattino è abbastanza umido e ventoso. La pioggia caduta nella ultime settimane mi ha fatto propendere per usare un assetto "inglese" con calze impermeabili, già provato in una mia ricognizione due settimane prima.
Dopo Marswiese arriva il primo punto di fango pesante. Complice un ponte in costruzione e la pioggia, quest'anno devo affrontare anche un guado. Da non credere, sono euforico. Qui tengo un ritmo alto, forse troppo e le gambe cominciano a piombarsi prima di arrivare al primo checkpoint. Qui ritrovo la mia sacca con dentro una bottiglia d'acqua e delle barrette. Ora, però, decido di passare sulla difensiva. Se voglio arrivare fino in fondo con un ritmo decente, devo rallentare, sempre che non sia troppo tardi.
Primo dimentico di cambiare la lampada, tenendo quella della partenza che non fa luce. Secondo bevo un succo di limone (mai provato prima) e mangio un panino con la nutella che mi inchiodano lo stomaco all'istante. Non riesco più a correre. Solo davanti al cimitero (per la prospettiva di finirci dentro?) riesco a sbloccarmi, ma sono in affanno e il ritmo che avevo prima della pausa è solo un lontano ricordo.
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Verso il Lainzertiergarten (Km 37) |
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Checkpoint 4 al Km 93 |
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Partenza |
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Al km 37, lato B |
lunedì, ottobre 12, 2020
Avanti con la prossima: Wien Rundumadum (WRU)
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Dove si trova questo cartello? |
Archiviato l'Adamello 170 versione 2020, che ho percorso solo mentalmente in quanto è stato rimandato al 2021, è arrivato il momento dell'ultima ultra stagionale. Vale a dire il Wien Rund Umandum, il giro attorno a Vienna da 130km e 2400 D+ previsto per il prossimo 31 ottobre 2020.
Che dire, questa edizione si preannuncia ricca di sorprese, senza ristori e con partenza scaglionata ogni 20 secondi, che è magari abitudine in altri sport. Non mi piace farmi prendere dall'entusiasmo, soprattutto se poi la gara non viene effettuata. Però l'idea di partire in modo autarco, e senza ristori ufficiali, mi piace molto. Non è obbligatorio da regolamento, in quanto accompagnatori e ristori privati sono ammessi. Quindi una certa libertà di decisione è presente ed ho ancora qualche giorno per pensarci.
Non che gli anni passati abbia usato i ristori in modo pesante, anzi, dei cinque previsti, al primo sono un paio di anni che non mi fermo. Al secondo ristoro di solito prendo un dolce al volo. Sono sopratutto il quarto (km 90) e il quinto (km 110), che di solito uso per ritrovare un po' di energia e per i quali dovrò trovare un'alternativa valida.
Partenza: con il numero 53 alle 5:47 di sabato 31 ottobre, diciassette minuti dopo il primo.
Il live della gara si trova su: http://wien-rundumadum.legendstracking.com/
martedì, settembre 15, 2020
Next Race?
La prossima corsa? Adamello 170.
Non sarà la mia prima volta, ma della mia partenza 2020 ci crederò solo pochi istanti prima del via.
Fino a qual momento è solo l'immaginazione che percorre tutta la traccia della 170. Mai come quest'anno il passaggio più difficile è poter raggiungere la linea di partenza e sentire, finalmente, lo speaker contare "3-2-1 via, buon viaggio".
Per chi vuole assaporare l'idea del tramonto del primo giorno al Rifugio Bozzi, il passaggio tra le fiaccole al Passo dei Contrabbandieri, la solitudine della notte alla Città Morta, il gradiente del Corno d'Avola, il calvario del Monte Calvo, i gradoni verso Aviolo, la frana giù verso la Malga Stain, lo strazio su per la Malga Mola e la picchiata liberatoria dal Pianaccio su Vezza D'Oglio, può dare un'occhiata alla traccia della gara su https://livegps.setetrack.it/Home/IndexMapset?mapset=aut170k2020# .
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Non sempre è chiara la via, questa volta verso la partenza |
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Tramonto da sogno sul Rifugio Bozzi |
lunedì, settembre 07, 2020
Hoch Wechsel Trail
Arrivo |
Intorno al km 30 |
Appena partiti |
martedì, agosto 11, 2020
Verso l'Adamello 2020, agenda
La conferma della gara dell'Adamello 2020 mi ha dato un nuovo entusiasmo per quanto riguarda questa stagione 2020. I prossimi appuntamenti per me saranno:
05.09 Hoch Wechsel Trail, una gara che non conosco, ma che sembra fatta apposta per una bella rifinitura in vista dell'Adamello.
25.09 Adamello 170.
31.10 Wien Rundumadum, il classico giro attorno a Vienna.
Tre gare alle quali non vedo l'ora di potervi partecipare. Quest'anno non è decisamente il tempo per manifestazioni dove la massa la fa da padrona. Si perde quel feeling che solo il grande evento può dare, ma rimane la possibilità di trovarsi in solitaria lungo percorsi incredibili.
Può darsi che le manifestazioni con un numero relativo più basso di iscritti, rispetto ad un grande evento, vivano di riflesso. Però offrono delle peculiarità che altre gare non hanno. So che la maggior parte non la pensa come me, altrimenti i flussi dei corridori sarebbero differenti, così come, forse, i discorsi nei bar, o magari in linguaggio più moderno, i temi sui social.
Sono anche convinto che quella di quest'anno sarà solo una fase transitoria. Che per poter partecipare all'Adamello 2021 o Wien Rundumadum 2021 non saranno necessarie lotterie o fantasticherie virtuali. I grandi eventi ritorneranno più forti di prima, con ancora più candidati. Perché la vita normale non ne può fare a meno e la presenza del gruppo aiuta. E, per quanto mi riguarda, potrò continuare a collezionare punti qualificazione in gare semi sconosciute, perché prima o poi verrà il momento in cui, finalmente, troverò il coraggio di partecipare all'estrazione. È bello avere davanti un obbiettivo da raggiungere.
domenica, luglio 26, 2020
Dove eravamo rimasti
martedì, marzo 10, 2020
Materiale usato nella Spine Race
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Gear |
La Spine Race ha una lista di materiale obbligatorio contenente 29 elementi.
Il primo elemento è lo zaino. Ho provato in allenamento un Raidlight 20L comprato qualche anno fa con borsa davanti. Un modello ormai superato, sviluppato per la Marathon des Sables. Non mi ha convinto in quanto non riesco a farci stare dentro tutto il materiale. Allora sono passato all'ultimo modello della Raidlight, il Revolutiv da 24L con un peso di soli 270 grammi. Già dalla prima uscita, inizio ad avere delle perplessità sulla sua tenuta e ne compro un secondo modello più stretto. Non è solo la taglia troppo larga, ma anche la consapevolezza che usandolo in ogni allenamento a pieno carico, la probabilità di romperlo non è trascurabile. Per la cronaca lo zaino non ha tenuto tutta la gara. Al checkpoint 4 penso di cambiarlo in quanto i segni di rottura sono evidenti, ma poi decido di rischiare con lo stesso zaino, più per la mancanza di voglia di vuotarlo. Prima del check point 5.5, però, mi trovo a correre in discesa con una mano sotto lo zaino per evitare il peggio, e a rimpiangere la decisione del mancato cambio. Il materiale esterno non è resistente all'acqua, per cui il contenuto l'ho riposto in diverse sacche impermeabili, che hanno un peso non trascurabile. Sicuramente non un zaino adatto alla Spine.
Le scarpe. Le prime scarpe che ho comprato apposta per la gara sono state le Salomon Gtx. Scarpe in Gorotex, pesanti con suola rigida e stabile, molto adatte al cammino. Le ho usate in allenamento in qualche camminata cittadina sotto la pioggia scivolando spesso. Non le ho più messe e non rimpiango la decisione. Poi sono passato alle Sportiva Tempesta. Scarpe che sembrano fatte apposta per la Spine, con il materiale Gorotex e la ghetta incorporata. Il vincitore, Kelly, mi sembra le abbia indossate in gara così come il mio compagno di viaggio il francese Francis. Non sono un fan del Gorotex sulle scarpe, anche perché non riesco ad usarle in allenamento, a meno che non ci sia pioggia, o al massimo 5 gradi. Condizioni che sono state veramente rare qui a Vienna nel periodo di avvicinamento alla gara. Della Sportiva a me non piace la suola rigida. Non ci sono abituato e i miei piedi ne risentono in gara, spikes a parte. Forse se abituassi i miei piedi alle suole Sportiva, usando magari dei modelli estivi, credo che riuscirei ad usarle. Ma a quello che i miei piedi sono abituati sono, senza dubbio, le Hoka Speedgoat. Le ho portate in Inghilterra solo per fare il tratto fino al check point 1. Così pensavo, anche perché erano già molto consumante, e in dicembre non sono più riuscito a sostituirle con un modello nuovo. Invece le ho usate per i due terzi della gara. Le Speedgoat nella Spine le ho usate con le calze impermeabili, le quali richiedono, per lunghe distanze, una sottocalza leggera. Se le Speedgoat avessero avuto la dimensione corretta, sarebbero state un'ottima combinazione. Invece, le scarpe con due calze del genere sono risultate troppo strette e i tasselli troppo consumati. Due numeri in più, una tassellatura nuova e magari sfoltire un paio di tasselli con un coltello, dovrebbero dare sul fango un appoggio simile a quello della Sportiva. Le Speedgoat, però, sono scarpe da pietra, bagnata o asciutta che sia, non da erba bagnata o fango pesante. Il problema è che nella Spine si passa da un estremo all'altro e trovare il giusto compromesso non è semplice, anche se il fango è la parte predominante.
Materiale di emergenza. Per il Bivy ho usato un modello della Salewa. È molto leggero e impermeabile anche se non l'ho mai usato. Si è costretti ad usarlo in caso di bivacco di emergenza per evacuazione, oppure anche in caso di pernottamento all'aperto. Il mio ritmo mi ha consentito di raggiungere i checkpoints nella notte, dove era possibile dormire. Chi, però, ha avuto un ritmo più veloce del mio, diciamo intorno alle 115/120 ore totali, è arrivato ai checkpoints di giorno e per dormire di notte doveva bivaccare fuori. In questi casi, o si usa la tenda, oppure si sacrificano le ore diurne al sonno.
Come stuoia ho portato la Thermarest NeoAir UberLight. L'ho usata al checkpoint 1.5 e 5 per dormire in terra, ma mai fuori. Molto leggera, sicuramente non ideale per l'inverno, ha lo svantaggio, non da poco, che per sgonfiarla ci vuole una vita e il volume iniziale lo prende dopo un mese. Fintanto che non viene usata, occupa veramente poco spazio nello zaino. Ha passato il controllo materiale pregara senza problemi.
Sacco a pelo ho preso il Thermarest Hyperion 20 UL. C'è l'obbligo di un sacco a pelo certificato con confort almeno a zero gradi. Il mio modello è certificato a -6. L'ho usato per dormire nei checkpoint 1.5, 3 e 5. Nel checkpoint 1.5 mi sono svegliato in mezzo all'acqua, ma non ho sentito l'umidità e si è asciugato velocemente. Non so sia confortevole a -6, ma, per come l'ho usato, sono rimasto molto soddisfatto.
Completa la sezione il kit di pronto soccorso obbligatorio con benda, cerotti, disinfettante, telo di emergenza e pastiglie per la diarrea e allergia. Mai usati e mi sono trovato a disagio nel portare delle pastiglie.
Cibo e cucina. Il fornello è obbligatorio. Qui ho scelto un MSR WindBurner, che è si compatto e antivento, ma sempre abbastanza ingombrante e pesante. La cartuccia del gas l'ho comprata al controllo materiale. L'idea di tenere il fornello nel bagaglio a mano mi è costata, all'aeroporto, un controllo aggiuntivo e mezz'ora di fila in più. Alcuni hanno usato la cartuccia gas con il trepiedi, un cartoncino come antivento e la tazza in titanio. Il cucchiaio completa l'assetto. Comunque mai usati.
La scorta di 3000 calorie obbligatorie, invece, l'ho sottovalutata. C'è quest'obbligo per i checkpoint 1, 3 e 5. Ma sarebbe stato meglio, per me, ad ogni checkpoint. In più per il checkpoint 5 sarebbe stato meglio 3500/4000 calorie. Infatti dal checkpoint 5.5 le 3000 calorie se ne vanno come niente e da lì non c'è praticamente nulla da mangiare. Per le calorie ho usato le razioni di emergenza WPR-12 da 500 grammi (ormai introvabili, prezzo + 60% e consegne con tempi remoti) per 2500 calorie a pacco. Il resto delle calorie con biscotti e cioccolata. Ho portato anche dei gel, che, tranne appiccicarmi tutto il resto del materiale, non ho minimamente usato. I gel alla Spine non sono da includere nel bagaglio.
Acqua. Obbligatori sono due litri. Il vantaggio dello zaino Raidlight è che offre due ottime soft flask da 600cl che si possono usare al volo. Per completare la scorta, ho portato nello zaino un litro d'acqua nella soft flask Platypus, veramente ottima. Pensare di correre, e di raggiungere il checkpoint successivo con 2L di acqua, è per me molto velleitario. Se poi uno prende anche dei gel, che hanno bisogno di tant' acqua, sicuramente non si va molto lontani. Ci sono dei rifornimenti volanti d'acqua durante il percorso, il problema è che bisogna saperlo con precisione dove sono. Di giorno non mancano, mentre di notte sono rari. Tra il checkpoint 5.5 e il traguardo ho riempito le borracce al rifugio con acqua che mi hanno messo a disposizione i volontari. Vale a dire acqua dei rigagnoli della zona, filtrata con dispositivi manuali. Il colore dell'acqua filtrata? Un bel marrone.
Vestiario. In allenamento pre-gara (novembre e dicembre) ho cercato di usare sempre due strati, con la giacca in gorotex, che ho portato attaccata allo zaino cercando di capire dove meglio attaccarla. Nella Spine, invece, 4 strati sono stati lo standard. Su 138 ore di gara, la giacca in gorotex l'ho tolta solo per un'ora il lunedì a mezzogiorno. Di solito ho indossato cinque strati di notte, mentre nelle notti più fredde di martedì e venerdì, anche sei.
I pantaloni in gorotex, invece, sono stati fondamentali. Non li ho usati solo quando li ho dimenticati al checkpoint 4, ma sono dovuto tornare indietro a riprenderli. Impensabile, per me, non usarli e non ne ho visto un paio non rotti all'arrivo.
Per le calze ho sottovalutato la situazione. Scarpe in gorotex e calze impermeabili per me sono incompatibili in quanto il mio piede soffoca. Le calze impermeabili tengono, ma poi arrivano ad un punto che s'inzuppano troppo e vanno cambiate. Una volta ogni due giorni al massimo. La calza sottile sotto, invece, tutti i giorni. Con solo due paia di calze impermeabili e tre paia leggere, mi sono trovato alle strette. Calza normale e scarpa in gorotex, invece, non mi hanno convinto, anche se possono avere la loro logica in certe condizioni dove l'umidità non è eccessiva.
Strato base con mutande e maglia a maniche lunghe della x-bionic (3 paia complete). Niente da dire, una garanzia.
Per i guanti ho sempre indossato tutto il giorno quelli da ciclista come strato base. Veramente comodi. Permettono di usare i bastoni sempre, e maneggiare senza problemi gps e mappe. Ho usato un copri guanto impermeabile e antivento della Salomon. Ottima funzionalità ma non ha tenuto tutta la gara. Il problema dei guanti da ciclista è che la punta delle dita sono esposte al vento e alla pioggia. Col passare dei giorni le dita si sono tutte tagliate in punta.
Per la notte, invece, guanti invernali tipo sci, fintanto che non li ho persi. Il prosieguo l'ho fatto con dei guanti in gorotex di riserva non adatti alla situazione, in quanto faticavo a metterli con le dita sempre bagnate.
Durante le prime notti traumatiche post gara, poi, mi sono svegliato d'improvviso in un bagno di sudore sentendo i guanti da ciclista addosso, come una seconda pelle, anche senza indossarli veramente.
Navigazione. Il gps è obbligatorio ed ho usato il mio vecchio Garmin Map60sx. Un modello che avrà una dozzina d'anni, che sembra uguale ai nuovi Map66, ma alla prova non lo è. Questo è stato un punto molto debole. Anche la maneggevolezza è importante, infatti il dispositivo deve essere sempre accessibile in qualsiasi condizione. In tasca, o peggio nello zaino, non è il posto giusto.
Alcuni ne avevano uno di riserva. Al checkpoint 5, infatti, viene controllato se il gps è ancora funzionante. Se non lo è la gara finisce lì.
Per le mappe cartacee ho usato quelle della guida "Pennine way" per un totale di 135 che, dopo averle tagliate dal libro, ho plastificato pagina per pagina. Non hanno passato il check del materiale obbligatorio e quindi ho portato anche quelle ufficiali in scala 1:40 000, che però sono riamaste sempre nello zaino.
Il problema principale delle mie mappe è che non sempre è stato facile trovare la posizione in modo corretto. Credevo di essere in un punto invece ero in altro e la navigazione ne ha risentito.
La bussola Silva Expedition completa il kit navigazione. Veramente ottima anche se l'ho usata molto poco.
Altro materiale. Per il coltello ho scelto il modello Light My Fire, per via dell'accendi fornello incorporato, anch'esso obbligatorio (un semplice accendino non andava bene). Scelta un po' ardita per via del peso e del volume. Il coltello, comunque, l'ho usato per aggiustare lo zaino al checkpoint 5 e il porta-mappe al checkpoint 4, non facendomi mancare anche un taglio alle dita.
Occhiali da sci a visiera trasparente Uvex. Che poi non provengono dallo scompartimento sci, dove ho cercato invano, ma da quello antinfortunistica. Sembra che le visiere trasparenti non vengano usate nel mondo dello sci. Comunque ottimi e usati spesso, specialmente di notte. Una visiera oscurata non è assolutamente consigliabile.
Orologio Tomtom con caricate tutte le mappe gpx della Spine. Mai usate. L'ho guardato solo di notte per vedere l'orario quando mi svegliavo al checkpoint. Mai ricaricato, con l'indicazione dell'ora che è rimasta attiva per tutta la gara. La navigazione con l'orologio è stata del tutto inutile.
Telefono Nokia 1110. Al controllo materiale della partenza non aveva segnale, ma solo per un problema di campo. Infatti il segnale alla partenza è veramente molto basso. Batteria che ha tenuto tutta la gara senza problemi. I tasti consumati rendono difficoltosa la scrittura delle sms, gli unici messaggi disponibili su questo telefono. Mi sono aiutato con messaggi preimpostati per ogni evenienza. Credo di aver mandato quattro o cinque messaggi durante tutta la gara e non ho mai telefonato. Per me un gran vantaggio.
Lampade frontali: tre. La Ay-Up, che uso di solito in tutte le altre gare, ha un'autonomia massima di 20 ore di utilizzo ininterrotto usando tre accumulatori (8+8+4). Tra l'entrata e l'uscita dal checkpoint, se non mi dimenticavo, riuscivo a caricare 2 accumulatori sufficienti per arrivare al checkpoint successivo. Altrimenti ho usato una Seo5 ed una imprecisata Petzl dello stesso livello, entrambe a 3 batterie AAA. Sia la Seo5 che la Petzl sono lampade che hanno un fascio di luce troppo debole per consentire una navigazione sicura e veloce nella notte. Con la Ay-Up, invece, nessun problema.
Come si vede, la lista del materiale della Spine è abbastanza impegnativa. Però è stato molto interessante costruirla passo passo nel tempo cercando di migliorarla dopo aver provato il materiale in allenamento. Ho fatto diversi errori di scelta, ma nel complesso, per un debuttante come me, non è andata affatto male.