Mancano pochi giorni al via della quarta edizione del Wien Rundumadum e ormai è tutto pronto per la mia quinta, e ultima, ultra stagionale. La partenza sarà sabato 28 ottobre alle 6 sul percorso del classico giro attorno a Vienna da 130km preso in senso antiorario. Quest'anno ci sarà la novità della sede d'arrivo e partenza spostati in prossimità della ONU City, con un leggero spostamento verso ovest. Il live della gara sarà fornito, come lo scorso anno, da Legend Tracking. Dovessi fare bene al WRU, potrei avere un buon piazzamento nella coppa Ultra, ma è ancora troppo presto per fare previsioni.
Live Tracker: http://wien-rundumadum-2017.legendstracking.com/
domenica, ottobre 22, 2017
domenica, ottobre 15, 2017
Corsa in montagna Kahlenberglauf
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In discesa |
Sul Kahlenberg anche questa volta sono riuscito a fare peggio rispetto agli anni passati (49':17"). Con una settimana in più dall'Adamello potevo fare un risultato diverso, ma o la preparazione del WRU sta lasciando il segno, oppure le mie gambe sono proprio bollite. Fra pochi giorni il WRU darà il suo verdetto.
Ultimi metri |
giovedì, settembre 28, 2017
Terza volta Adamello Ultra Trail180
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In cima al Monte Calvo dopo 27 ore di gara |
Anche quest'anno ho scelto di tornare a Vezza D'Oglio per partecipare alla gara Adamello Ultra Trail (180km, 11500 D+). Lo scorso anno mi ero ripromesso di preparami a modo, con lunghe uscite in montagna e magari una preparazione in quota. Invece nulla di tutto questo, la tabella dei chilometri corsi quasi sempre a dislivello zero su percorsi perlopiù in mezzo alla città. Ma è la voglia di poter stare due giorni filati in gara, giorno e notte senza dormire in mezzo a montagne stupende, che mi ha fatto riscrivere ancora una volta.
Il via alle nove di venerdì nella piazza di Vezza in mezzo ai bambini delle scuole e molte facce di altri corridori già viste, tutta gente che non lascia la pagina DUV imbiancata. La mia strategia di gara è molto semplice, andare con calma sulle salite, prudente in discesa e correre solo nei tratti facili, anche se prima bisogna trovarli. Invece, complice il bel tempo e ottime gambe, sulla prima salita mi ritrovo con un gruppo dal passo troppo veloce per me, ma almeno fino alla discesa, riesco a tenere. Mi chiedo se pagherò una partenza così veloce. Alla seconda salita, sulle bocchette comincio a sentire l'effetto quota con un respiro molto affannoso, ma non sono l'unico. Sul successivo traverso la fatica comincia a farsi sentire e allora decido di darmi una bella rinfrescata nel laghetto. Il sole comincia a sparire dietro le montagne e riseco a raggiungere il ristoro di Case di Viso prima di sera. Dopo nove ore la prima maratona è fatta. Sulla salita successiva verso il rifugio Bozzi a 2400 metri, accendo la lampada. Non vedo più nulla tranne un collega che prima di ripartire dal rifugio si fuma due sigarette per poi lanciarsi in discesa. A me piace molto questo tratto, la via è facile, la notte è serena e riesco a correre fino alla Malga Cadì, dove mi aspetta la classica atmosfera di festa. È il momento per ricaricare le batterie prima della salita alla città morta, che il nome è tutto un programma. In cima, un pugno di temerari mi aspetta nella tenda con temperature vicino allo zero. Scambiamo due parole e poi giù lungo la discesa ghiaccio misto neve verso la città sul passo del Tonale. Non manca molto prima della base vita di Ponte di Legno, solo qualche ristoro, in particolare quello di Vescasa. Attraverso la città di Ponte di Legno nel pieno della notte ed apprezzo la mancanza di persone lungo la strada e le piazze.
Alla base vita di Ponte so per esperienza che la gara comincia qui, quindi è come se non avessi ancora corso. La salita che segue è infinita e prima di raggiungere il ristoro successivo fa in tempo a fare giorno. Dopo aver raggiunto Pontagna in discesa sembra ritornato tutto facile, ma è solo una piccola illusione. La salita sul monte Calvo è un qualcosa che faccio fatica a dimenticare. Mi sembra di salire lungo una pista da motocross, solo infinitamente più lunga. Il verticale successivo verso la Piana dei Morei infligge alle mie gambe il resto e così mi ritrovo senza più la possibilità di affrontare le salite in modo dignitoso. In quelle successive, non meno impegnative, di Aviolo e del passo Gallinera il panorama allevia il mio stato fortemente depresso. Dopo il controllo al bivacco, arriva la sorpresa della discesa, che non è bella stabile come lo scorso anno, ma è franata facendomi rimpiangere la salita. In un momento imprecisato del tardo pomeriggio di sabato raggiungo l'agognato ristoro di Stain. Mi chiedono come sto, rispondo che sto male e il dialogo finisce. Dopo due piatti di pasta riparto speranzoso millantando che sarebbe stato meglio che mi fossi ritirato, ma non credo neanche ad una parola di quello che dico. Il ritorno alla corsa arriva improvviso ed inaspettato nella discesa successiva. In un attimo arrivo a Edolo e ormai so che dopo la salita del Mortirolo l'arrivo è praticamente fatto. È una salita lunghissima e per le mie gambe durissima, ma finalmente raggiungo la Malga Mola. Qui mi concedo un lungo ristoro per affrontare al meglio le ultime ore di corsa. All'uscita in piena notte a stomaco pieno mi coglie una crisi di sonno micidiale, in fondo non ho ancora dormito. Avrei voglia di sedermi, ma non cedo alle sirene che mi vogliono far fermare. Così passa anche questa e arrivo al lago del Mortirolo con un temporale imminente.
Esco dal rifugio per gli ultimi diciassette chilometri senza giacca, mi avvertono che piove e sarebbe meglio che la mettessi. Vado come l'uomo che non deve chiedere mai, ma dopo duecento metri sono già fermo a coprirmi. Pioggia torrenziale, tuoni e fulmini danno un senso al mio ultimo allenamento fatto in settimana in condizioni simili. Però ho freddo alle gambe e alle mani e fino a quando non raggiungo, a pioggia terminata, il fuoco del Pianaccio, ultimo avamposto prima della picchiata finale verso Vezza, non mi sento troppo bene. La discesa finale è come ogni anno molto veloce dove neanche l'oscurità e l'umidità la riescono a rallentare. Neanche il bovino che si è piazzato in mezzo al sentiero ci riesce. Arrivo sulla piazza di Vezza che l'orologio della torre suona le cinque, mai così presto, mai così sereno. Prima di questa gara avevo in mente per il futuro altre competizioni, ma ora, invece, non vedo l'ora di partire, fra un anno, per la quarta volta.
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Partenza |
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Partenza venerdì ore 9 |
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Verso cima Rovaia, 20 min dopo lo start |
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Salita finale cima Rovaia dopo circa 2h di gara |
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Aviolo, dopo 32 ore di gara |
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Premiazione |
Il video ufficiale della gara:
domenica, settembre 17, 2017
Ultimi giorni prima di Vezza D'Oglio
La mia seconda partecipazione all'AUT 180 non è passata inosservata. In cima Rovaia col numero 75 |
Mancano pochi giorni alla mia partenza per Vezza D'Oglio e non posso far altro che pensare a questa citazione che mi calza a pennello: "NELLO SPORT, nei periodi di maggiore intensità dei carichi di allenamento, specialmente in vista di gare importanti, alcuni atleti lamentano sintomatologie dolorose localizzate nel tratto lombo-sacrale.".
In ogni modo, mal di schiena o meteo catastrofico che sia, non vedo l'ora di tornare sui sentieri dell'Adamello il prossimo venerdì 22 settembre.
All'inizio della stagione avevo messo questa gara in cima alle mie priorità, ma l'andamento della stagione mi ha fatto propendere più per gare corribili, che, da uomo della pianura, sono molto più semplici da preparare e magari posso anche fare dei risultati migliori. Come se alla mia età i risultati fossero importanti. Però dopo il mio forfait, causa forze maggiori, alla Business Run di Vienna, partire all'Adamello 180 mi sembra il minimo.
domenica, settembre 03, 2017
Verso l'Adamello: Vienna Trail e Rax
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Sul percorso del Vienna Trail |
La prima, il Vienna Trail, su un percorso attorno alle colline viennesi di Cobenzl, mi ha messo subito alla prova con la tenuta delle mie gambe su velocità alte in percorsi lontano dall'asfalto. È stato un ottimo punto di partenza per ritrovare freschezza nelle gambe. Posizione finale 63-emo sul numero record di 235 finisher.
La seconda gara è stata quella sulla Rax sul percorso denominato Extreme. Percorso già affrontato lo scorso anno, con una mia prestazione tutt'altro che convincente. Quest'anno le condizioni sono state l'opposto, temperature in cima ad una singola cifra, ma soprattutto un'umidità molto fastidiosa dovuta alla nebbia. La Rax Extreme presenta un tipo di percorso molto vario, discesa iniziale veloce, poi salita mista a rampe e serpentine fino alla porta nella roccia che spesso mi costringono al passo. Una volta in cima, il percorso diventa molto simile ad una gara di cross con continui saliscendi da correre sempre. In questa seconda parte ho ritrovato una buona gamba che mi ha permesso di recuperare posizioni perse durante la salita al passo. Almeno fino a quando la nebbia non mi ha fatto propendere nel rimanere assieme ad un altro corridore per non rischiare di uscire dal percorso in maglietta a maniche corte. 18-ema posizione finale in 2h:09', e quasi dodici minuti meglio dello scorso anno, mi hanno fatto ritrovare il feeling con questa gara.
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Bivio Vienna Trail Run |
Rax: passaggio alla porta di pietra |
Nebbia sulla Rax |
lunedì, agosto 07, 2017
Dirndltal Extreme Ultratrail 2017
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Al check point 5 |
Tornando sulle tracce del Pilachtal ho corso per la quarta volta il DIRNDLTAL EXTREM Ultratrail, terza ultra stagionale. Con un tempo di 16h:04' mi sono assicurato il sesto posto finale e la fibia ufficiale.
Ottima conduzione di gara nella parte centrale, ma rallentata nella parte finale per problemi di stomaco.
La classifica completa si trova qui.
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CP 3 |
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CP 3 |
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Premiazione |
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verso il CP4 |
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CP 5 |
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CP 3 |
domenica, luglio 30, 2017
What Next?
Terminate le vacanze al mare perlopiù passate per ritrovare dei piedi di nuovo abili alla corsa, la prossima gara alla quale parteciperò sarà la dirndltalextrem.com il 5 agosto, gara valida per la Ultra Cup. Sarà la mia quarta partecipazione e, dopo le fatiche di Irdning, sono curioso di vedere quale sarà il risultato.
Il live della gara a partire da sabato 5 agosto ore 6 su http://dirndltalextrem2017.legendstracking.com/
Il live della gara a partire da sabato 5 agosto ore 6 su http://dirndltalextrem2017.legendstracking.com/
martedì, luglio 04, 2017
24H: Debutto da 205km
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Intorno alla 14-ema ora con la pioggia |
Ma veniamo a come si è sviluppata la gara.
Dopo la prestazione senza infamia e gloria della Mozart100, mi chiedo se iscrivermi ancora una volta alla gara del Veitsch come gli scorsi anni. Però un evento della sera prima della gara mi fanno desistere dalla pur debole volontà di parteciparvi. Così decido che fosse arrivato, finalmente, il momento di provare il debutto nella 24-ore stradale. Hubert Beck nel suo "Das große Buch vom Ultra-Marathon" scrive che ogni ultramaratoneta dovrebbe almeno una volta provare una ventiquattrore. Sono anni che seguo la gara di Irdning, che sta molto a cuore al mio club i Freunde Des Laufsports, senza però mai prendervi parte, preferendo in passato gare come Veitsch e Mozart. Quest'anno è diverso. Il fatto nuovo è che con la gara di Irdning sarei in graduatoria dell'Ultracup Austriaca se porterò a termine anche le varie Wien Rundumadum e Dirndtlextreme, da tempo nel mio programma. Per la coppa occorrono almeno tre risultati. Anche la mancanza di gare dove si corre di notte fino alla gara dell'Adamello, mi hanno fatto sciogliere le ultime riserve. Così decido di iscrivermi all'ultimo momento. Le gambe dopo Mozart non sono più così brillanti, ma per i 130km, che è l'obbiettivo minimo per finire in graduatoria coppa, e per una corsa che duri tutta la notte dovrebbero bastare.
Così venerdì 30 giugno dopo mangiato, interrompo il lavoro e parto in auto per raggiungere Irdning, una splendida cittadina a valle delle montagne della Stiria appena dietro alla regione del Salisburgo, un bel posto per me tutto da scoprire.
Arrivo che hanno già bloccato la strada, ma mi riaprono la via e posteggio a fianco del percorso. Lo scopo è quello di avere accesso al baule della macchina dove ho messo i miei vestiti per ogni eventualità, un frigobox per le mie bevande personali, un po' di cibarie e gels.
Al briefing pregara approfitto per un "power nap" e alle 19 in punto il via. La giornata è ancora lunga, il tempo è splendido e la gente racchiusa nel campeggio del circuito è euforica. Però è uno stato che mi infastidisce, troppe incitazioni quando ancora mancano più di 23 ore alla fine, troppa musica differente che cambia ogni pochi metri e sopratutto moltissimi staffettisti che intendono correre un chilometro lanciato per un giorno interno, che mi superano a velocità allucinanti. Da novellino, ho puntato su una tattica molto semplice. Vale a dire tenere un ritmo costante intorno agli 8 minuti per giro, il quale misura 1218 metri (circa 6':40" al km), mai dormire, fermarsi proprio lo stretto indispensabile e non contare né i giri tanto meno i chilometri percorsi. Questo per evitare due problemi: il primo che dopo 130 chilometri mi venga voglia di tornarmene a casa, il secondo che subentri o una frustrazione per averne fatti troppo pochi o un appagamento precoce per averne fatti anche più del previsto per essere alla prima gara del genere. Così, senza orologio e gps, guardo il tempo sul giro usando l'orologio a conto alla rovescia ufficiale posto al traguardo. Noto con soddisfazione che i primi due giri sono già nella media che avevo in testa, ma rimane il fatto che quest'enorme display mi si affaccia davanti ad ogni giro, indicandomi che mi mancano ancora oltre ventitré ore e che dall'ultima volta che l'ho visto sono passati solo otto minuti.
C'è gente vestita da clown che si ferma a salutare tutti i corridori, pubblico con trombe e megafono che ti urla nelle orecchie, bambini che vogliono il cinque e staffettisti che ti fanno il pelo. Non sono proprio abituato a correre un'ultra in mezzo a questa baraonda. In ogni modo, dopo qualche ora mi stabilizzo e pian piano cala la notte. E con la notte arrivano anche il vento e la pioggia. Per me sono un sollievo, il pubblico e i riempi-pista spariscono di colpo e con la musica del mio ipod ritrovo una dolce serenità. All'una di notte ho corso le prime sei ore e tranne un nuovo dolore al tendine d'Achille, che non accetto per principio, vado a gonfie vele. Il freddo, il vento e la pioggia mi fanno invece tornare con la mente ai passi Svizzeri affrontati di notte lo scorso anno e mi viene ancora più voglia di tornarci. La luce del nuovo giorno non ci mette molto a venire e così il mio ritmo cala leggermente. Alle sette, dopo una mia breve video intervista che chissà se potrò mai vedere, parte la gara delle 12 ore. Piove ancora a dirotto, ma il circuito è di nuovo quasi pieno come alla partenza.
Le nuvole si diradano, la pioggia cala e non ho per niente delle buone sensazioni. Infatti verso mezzogiorno esce un sole molto forte che fa evaporare tutta l'acqua e mi mette in grande difficoltà (sbalzo termico? pollini delle graminacee che si rialzano?). Il mio ritmo cala ad ogni giro, torno ad essere doppiato e comincio ad avere i primi giramenti di testa. Non posso più continuare in questo stato e mi fermo sulla sedia che mi sono portato da casa. Chiudo gli occhi all'istante e mi sveglio dopo un quarto d'ora, ma ora mi sento molto meglio. Una redbull mi rimette in corsa. Lo speaker al mio passaggio dice il mio nome e anche il numero 87, che interpreto come il numero dei giri. A questo punto comincio a fare dei conti e mi saltano fuori dei chilometraggi molto scarsi. Però dal nulla comincio a doppiare il personaggio che è stato in testa la prima sera. Questo mi da una grande iniezione di fiducia e provo a correre più che posso, limitando il passo allo spazio tra il ristoro e il traguardo. Ad un certo punto intravedo il mio cognome nella parte alta del display della classifica, ma per capirla bene dovrei fermarmi ad esaminarla. Non ci penso nemmeno, mancano ancora sei ore alla fine, un'eternità. Però l'idea di essere in lotta coi primi mi da' una grande voglia di stare sempre in corsa senza mai fermarmi veramente al ristoro. A tre ore dalla fine, il mio ritmo è ancora molto buono e continuo a doppiare dei corridori che ormai hanno quasi abbandonato la corsa.
Verso l'ultima ora di gara comincio a vedere degli effetti strani. Da quelli che ormai non riescono neanche a camminare, a quelli che sembravano zoppi fino a qualche ora prima, ma che ora riescono a doppiarmi con facilità. Di classifica non capisco più nulla. Quando mancano ancora 7 minuti alla fine sono assieme ad un atleta della Repubblica Ceca e gli propongo di tagliare il traguardo assieme. Accetta, ma quando lo tagliamo mi dice che ci sta un altro giro. Secondo i miei fantomatici conti dovremmo avere lo stesso numero di giri, ma invece lui ne ha due in più, anche se questo non lo so. Un giro in sette minuti non l'ho mai fatto e l'ultimo giro non sarà l'eccezione, così a metà ultimo giro mi tocca mollare. Alla fine penso che dovrebbe essere sufficiente per un podio, ma invece non ho considerato due personaggi che mi sono stati sempre davanti ma che non ho riconosciuto. Il podio di categoria invece è una certezza (secondo posto), mentre alla premiazione rimango di stucco quando mi dicono che ho percorso 205,156 chilometri. Mai avrei pensato di riuscire a correre, in questo weekend qui a Irdning, una distanza oltre i duecento km. Sopratutto in queste circostanze, con una gara come la Mozart ancora da smaltire al debutto nella 24h, senza preparazione specifica e la mancanza di un team di supporto in corsa, che poi a furia di aprire il baule della macchina si è fatta sentire.
La classifica finale si trova qui.
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sabato mattina (14-ema ora) |
Scende la notte, 5-ta ora |
mercoledì, giugno 28, 2017
Avanti!
Prossima tappa venerdì 30 giugno 2017 dove debutterò, a Irdning (Stiria), nella specialità della 24 ore. La gara prenderà il via alle ore 19 di venerdì e si concluderà, ventiquattro ore dopo, alle 19 di sabato. Il live della gara si trova su 24h-lauf.at.
domenica, giugno 18, 2017
Mozart 100 - 2017
Assieme allo svizzero Geiger, classe 1942, prima del via, fotografati dalla leggenda Joe Kelbel |
Dopo 15h:54' ho così terminato la mia prima ultra stagionale al 68-emo posto su 381 iscritti. Tranne un po' di ruggine nelle salite coi bastoni, non ho incontrato i problemi delle gare affrontate in maggio. La classifica finale si trova qui.
Per concludere, posso dire che il percorso della Mozart 100 è di fatto diventato un percorso da World Tour Trail e la partecipazione di numerosi atleti stranieri, più della metà, tra di loro anche molto forti, ne conferma la qualità. Per quanto mi riguarda, il percorso degli anni passati era l'unico in cui riuscivo a corre quasi sempre e in più lo finivo in un orario più tranquillo per tornare in giornata. In ogni modo l'arrivo in centro in una città come Salisburgo all'ora dell'aperitivo rimane sempre un grande spettacolo.
Controllo materiale |
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Ristoro del km 10 |
venerdì, giugno 02, 2017
Trail del salame
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I crampi mi hanno bloccato qui |
Condizioni totalmente differenti rispetto al 2016, con caldo e sintomi di allergia al fieno. Ma la difficoltà più grande da superare sono stati i crampi, che mi hanno frenato quando ancora mancavano 15km al traguardo. Mai avuti prima d'ora così forti e intensi. Una volta raggiunto l'arrivo, essi mi hanno poi inchiodato sulla sedia della foto per almeno tre quarti d'ora. Alla fine ci ho messo quasi mezz'ora in più rispetto allo scorso anno per il 36-emo posto finale in 4h:33', confermando ancora di più i problemi che ho avuto in questo mese negli passati, quando il meteo è stato soleggiato.
facile facile quando la strada è asciutta |
martedì, maggio 16, 2017
Prossimo
35000 medaglie pronte per la distribuzione al Frauenlauf |
Come preparazione, mi sono iscritto per il secondo anno consecutivo al Trail del Salame a fine maggio, mentre domenica prossima sarò impegnato nel Frauenlauf.
Manca quest'anno una corsa inedita, chissà che strada facendo non mi capiti l'occasione.
martedì, maggio 09, 2017
Maratona del Welsch
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A pochi metri dal traguardo |
Quest'anno il mio gruppo sportivo Freunde Des Laufsports non ha iscritto nessun gruppo, così mi sono presentato ai nastri di partenza senza nessun obbiettivo particolare, se non quello di incrementare l'altimetria in vista della prossima Mozart100 in giugno.
La gara è stata contrassegnata da un bellissimo meteo che ha messo a dura prova la mia gestione di gara. I primi chilometri li ho corsi ad un ottimo ritmo e alla mezza, il mio TomTom segnava un tempo di 1h:50', avendo affrontato le salite con un ritmo deciso e controllato in discesa. Poi dopo i primi sintomi di stanchezza alle gambe, ho provato a tenere duro fino alla salitona del km 32, dove poi sono passato al passo chiudendo di fatto la mia prestazione. A questo punto non sono quasi più riuscito a tornare alla corsa, precipitando in uno split positivo di 27'. L'ultima spiaggia è stato il ristoro del km 40, dove sulle ali dell'entusiasmo per essere tornato alla corsa per inerzia (discesa), ho provato il turbo con un bicchiere di vino bianco Welsch Riesling. Il risultato è stato catastrofico e per poco non sono dovuto andare infermeria per problemi intestinali. Sempre di buon umore ho tagliato il traguardo dopo 4h:08', mantenendo comunque delle riserve per la festa finale sotto il classico tendone allestito nella piazza di Wies.
Anche se la tenuta sulla distanza non è stata delle migliori, la maratona del Welsch è stata una buona tappa di avvicinamento alla prima ultra stagionale. Dopo le mie precedenti passate apparizioni al Welsch, che per diverse ragioni le ho sempre affrontate tirando fino all'ultimo, questa volta volta mi sono concesso un approccio più soft cercando sempre di gustarmi la corsa nonostante le difficoltà incontrate. Da bocciare tutte le prove che ho fatto col vestiario, dalla canottiera alle calze che mi hanno quasi dissanguato. La classifica finale si trova qui.
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Seconda parte di gara |
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Welschriesling: c'è una ragione per cui questi tipi di bicchieri e bevande non si trovano spesso nei ristori delle maratone |
giovedì, aprile 27, 2017
VCM 2017
Nel Prater |
È sempre bello partire la domenica mattina presto per portarmi alla partenza ed incontrare solo corridori. La metropolitana era intasata, ma lo stesso sono riuscito a riconoscere qualche amico prima della partenza per gli ultimi saluti prima del via.
La temperatura era quella ideale per le grandi prestazioni, il vento forte, invece, proprio no. Sono partito dal secondo blocco senza particolari problemi ed ho tenuto il mio ritmo con un po' di riserva per i momenti migliori del fine gara, che però non sono mai arrivati. Nella ricerca delle scie sono andato un po' troppo a sprazzi e alla fine le gambe pesanti mi hanno impedito di correre il mio miglior tempo nella maratona di Vienna per un minuto e mezzo finendo in 3h:23', alla mia quinta partecipazione consecutiva. Però dopo due anni filati sopra le tre ore e mezza, con il miglioramento di quest'anno quasi quasi mi è tornata la voglia di continuare con l'allenamento della maratona, anche se gli stimoli per correre contro il tempo non sono mai stati il mio forte.
Col fatto di aver anche partecipato alla staffetta aziendale con il parziale dei primi 15km, ho avuto, oltre alla doppia medaglia, un seguito nel classico locale del Prater.
In ogni modo il dopo gara è stato un tour de force, con visita medica immediata per lo studio scientifico ULTRON e annesso buffet, poi un passaggio al locale Shuttel dei Freunde Des Laufsports con tanto di birra post VCM e alla fine nella Schweizerhaus per concludere in bellezza la giornata.
Il 6 maggio si replica con la maratona del Welsch.
domenica, aprile 02, 2017
Comincia la stagione del Trail: Lindkogel Trail
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Prima salita Jubiläumskreuz |
La prima edizione del Lindkogel Trail ha visto la partenza di oltre 160 trailer, un numero non male, dove il percorso non ha mai lasciato il tempo per trovare un ritmo tranquillo.
Interessante è il fatto che le mie gambe si siano comportate meglio su terreni che quest'anno non ho ancora provato, come le discese e le salite ripide. I problemi maggiori, invece, li ho avuti nel finale, dove le gambe erano bollite, ma anche nelle parti di leggera pendenza, sia in salita che in discesa.
Altra gara dalla navigazione eccellente, dove alcuni hanno accennato a dei problemi di balissaggio, che per me erano inesistenti. Gara passata assieme a Michele dove per lunghi tratti abbiamo condiviso lo stesso ritmo, ma alla fine ero proprio piantato e non sono riuscito a tenere la sua scia, terminando comunque in un ottimo 3h:39':06".
In ogni modo questo è stato solo un assaggio del prosieguo della stagione improntata ancora sull'ultratrail. Nelle prossime settimane, invece, la divisa è quella di finalizzare la preparazione alla maratona di Vienna ormai alle porte.
La classifica finale del Lindkogel Trail si trova qui.
Al traguardo |
domenica, marzo 19, 2017
Ritorno alla gare con la mezza maratona
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LCC Eisbäerlauf 3 |
In gara sono tornato ad usare un orologio gps, nel mio caso un tomtom 3 nuovo. Non ha avuto molto peso rispetto alle gare fatte senza orologio perché il pace che indica il tomtom è costantemente sballato. Invece quando poi scarico i dati sul computer, i dati risultano corretti. Per me è solo un dispositivo di tracking o al massimo per controllare il tempo trascorso durante la gara.
La gara LCC Eisbärlauf 3 l'ho conclusa in 1h:32':51", solo venti secondi in più rispetto al mio personale segnato nel 2012, con tre giri da sette chilometri fatti sempre impiccato (30':09",30':51' e 31':45"). Al primo giro non sono neanche riuscito a riconosce Michele che mi ha accompagnato per un breve tratto. Un risultato alla vigilia inaspettato. La classifica completa della gara si trova qui.
Prossimi appuntamenti con le gare: domenica prossima con la 10km a Fischament, un classico che ho affrontato già tre volte, e la novità del Lindkogel trail la settimana dopo.
mercoledì, febbraio 15, 2017
Vita da maratoneta
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Studio di tabelle col solito risultato: infortunio. |
Non è stato un caso, infatti, che negli ultimi due anni passati non mi sia infortunato affrontando la preparazione all'acqua di rose. Magari con un'ultra in mezzo tanto per rallentare un po' le gambe, cancellare vecchi dolori e pervenire sessioni che nel giro di pochi minuti mi mettono subito KO, come neanche giorni interi passati senza recchia su valli e creste, mi hanno mai fermato.
Non che a correre ultra non mi sia infortunato, anzi, ma posso capire un piede che si prende un paio di mesi di vacanza dopo una serie di gare come Davos, Adamello e WRU. Ma non una gamba, che neanche dopo venti minuti, pretende tre settimane di relax perché quella sera gli girava così.
Solo per questo mi verrebbe voglia di iscrivermi ad una 500 miglia. Poi vorrei vedere se alla fine non riesco a far digerire, a queste signorine gambe così delicate, che magari non sia meglio una gara come la maratona invece di un'ultra. Ma alla fine lo so, che per ripicca sui piedi, faranno finta di niente e gireranno giorni interi come se niente fosse.
domenica, gennaio 22, 2017
Vita da ultra, vita da maratoneta
Se c'è un aspetto della vita da ultra-trailer che mi piace è che è inutile parlare di questo strano hobby con la gente che mi circonda in quanto difficilmente si viene capiti, sempre che ci sia qualcosa da capire. Alcuni colleghi ci provano arrampicandosi sugli specchi della forza della mente, della resilenza, che neanche il correttore ortografico di google sa cosa sia, magari davanti ad un pubblico composto da venditori di mobili. Ma è durissima.
Non come quando ho cominciato a correre con la prospettiva di affrontare la mia prima maratona, dove tutto il mondo doveva sapere quali sono stati i miei progressi di allenamento, le mie tabelle e così via. I social network hanno così un senso, spazio ideale per i primi successi, la tabella di allenamento e la dieta che si sta usando. E poi è molto facile incontrare qualcuno che si trova nella stessa situazione e ci si capisce subito. "Oggi ho fatto un lungo che ho finito alla Tergat", "Ieri sette ripetute sui mille metri ai tre e cinquanta al km", "Mi fa male il ginocchio, sarà colpa del drop elevato?".
Come si fa, dopo, a non ricevere un accenno di solidarietà, un consiglio sulle nuove scarpe o un'idea per un nuovo tipo di preparazione.
Non come quando ho cominciato a correre con la prospettiva di affrontare la mia prima maratona, dove tutto il mondo doveva sapere quali sono stati i miei progressi di allenamento, le mie tabelle e così via. I social network hanno così un senso, spazio ideale per i primi successi, la tabella di allenamento e la dieta che si sta usando. E poi è molto facile incontrare qualcuno che si trova nella stessa situazione e ci si capisce subito. "Oggi ho fatto un lungo che ho finito alla Tergat", "Ieri sette ripetute sui mille metri ai tre e cinquanta al km", "Mi fa male il ginocchio, sarà colpa del drop elevato?".
Come si fa, dopo, a non ricevere un accenno di solidarietà, un consiglio sulle nuove scarpe o un'idea per un nuovo tipo di preparazione.
Stiamo parlando di movimento fisico, il corpo apprezza, abbassa il colesterolo, riempie il fisico di endorfine e non può che non fare bene alla propria salute. Perlomeno così stà scritto in tutti i manuali della corsa e nella sezione salute del giornale gratuito della metropolitana, appena sopra alla foto del siluro d'acciaio che permette di perdere 20kg a seduta. "Basta non esagerare" dice sempre il mio medico prima di firmare il certificato per l'Adamello Ultra Trail 180.
Perché anche il maratoneta più sprovvisto sa che che il carbo-loading si fa qualche giorno prima della gara, le vesti col numero, senza strapparle, si preparano la sera prima e non si gioca a dadi nelle ultime 12 settimane prima del giorno X, questo per far si che si avverino le scritture della "Maratona in 6 mesi".
In fondo, è quello che più mi piace della preparazione alla maratona di Vienna: un ritorno alla normalità della vita da podista. Qualche settimana di serio allenamento, come vogliono i professori, guru, radiocronisti e ingegneri, prima di tornare alla malsana vita da ultra, dove per preparare una gara tipo T201 passo più tempo a leggere Thomas Mann e guardare il film di Sorrentino girato a Davos, che sulle montagne.
In fondo, è quello che più mi piace della preparazione alla maratona di Vienna: un ritorno alla normalità della vita da podista. Qualche settimana di serio allenamento, come vogliono i professori, guru, radiocronisti e ingegneri, prima di tornare alla malsana vita da ultra, dove per preparare una gara tipo T201 passo più tempo a leggere Thomas Mann e guardare il film di Sorrentino girato a Davos, che sulle montagne.
lunedì, gennaio 09, 2017
Programma stagionale 2017
Con l'arrivo del nuovo anno, comincio a fare programmi per la nuova stagione. Non ho aspettato il 2017 per decidere le gare alle quali parteciperò, ma da tempo sono ormai iscritto alla Mozart 100, ultra trail del mese di giugno. Per aprile, non mancherà la mia partecipazione alla maratona di Vienna, così ad agosto sarò di nuovo al via del Dirndltalextreme. Per il resto della stagione, invece, è ancora tutto aperto, ma non sarà una stagione all'insegna di un allungamento delle gare, ma probabilmente abbastanza selettiva per quanto riguarda il numero delle mie ultra.
lunedì, dicembre 19, 2016
Materiale dell'anno: il fu Nokia 1110
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Sempre con me quando è necessario un telefono in gara |
Solo un dispositivo ha superato la prova del tempo e mi ha accompagnato per tutti questi anni, senza abbandonarmi mai, dal monte Raut, al monte Lama, dal Segantini alla Casera Valine Alta, dall'Eisenstein al Rocco Ponnina.
Vale a dire il mio Nokia 1110, sempre con me quando il materiale obbligatorio richiedeva un telefono. Questo piccolo dispositivo, dal 2008, non mi ha mai fatto perdere tempo nello scattare foto, nell'aggiornare in gara Facebook e compagnia, con una batteria che dura una decina di giorni.
Perché ne parlo solo ora? Perché probabilmente non potrà più accompagnarmi in gara, in quanto l'altoparlante, assieme al mio piede sinistro, ha inspiegabilmente smesso di funzionare, trasformando le mie chiamate a direzione unica.
Ma è davvero così problematico non sentire l'altro interlocutore?
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