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sabato, marzo 17, 2018

6 ore a Lassee. Caduto il muro dei 70km.

Traguardo delle 6 ore al pelo
Oggi sono a Lassee, una piccola cittadina vicino alla frontiera Slovacca dove si corre la tradizionale corsa di beneficenza. Qui sono iscritto alla gara delle sei ore, prima tappa stagionale della coppa ultra. La gara si svolge su di un anello asfaltato di 1902 metri, il percorso è molto vario e molto meno monotono in confronto ad altri anelli più corti. Questa è una manifestazione alla quale non ho mai partecipato. I motivi sono vari, solitamente in questo periodo sono alle prese con la preparazione alla Vienna City Marathon (VCM) ed ho sempre cercato di evitare le ultra nella fase prossima alla maratona. Quest'anno, però, è diverso. Sono concentrato sulla coppa ultra, e in una sei ore posso raccogliere molti più punti rispetto alla gara del Dirndltal Extreme in agosto.
Non ho fatto una preparazione specifica per questa gara e neanche tapering, solo una settimana rigenerante prima della gara, mentre in allenamento mi sono concentrato più sulla preparazione alla VCM. L'unica variazione è stata quella di tenere i lunghi sulle tre ore, di correrli lenti e sopra il ritmo della sei ore, che però era abbastanza indefinito.
Non ho una gran esperienza nella sei ore avendola corsa solo una volta nel 2013. La grande incognita è, per me, il ritmo da tenere in gara.

Visto il clima freddo, ma non gelido, e la mia condizione attuale, alla partenza sono deciso nel cercare un buon ritmo da tenere costante per tutta la gara limitando al massimo le pause per i rifornimenti. Anche se indosso l'orologio con il gps, come riferimento uso il tabellone ufficiale, dove 10 minuti al giro significano una media di 5':15". I primi giri sono costantemente appena sotto i 10', così decido di tenere esattamente questo ritmo, anche se il gruppo appena davanti a me è decisamente più veloce. È il classico modo aggressivo di affrontare una sei ore: cercare di creare un vantaggio nella prima parte da amministrare nella seconda. Una tattica che non è nel mio repertorio, ancora di meno dopo le mie ultime ultra, dove sono sempre andato alla ricerca del ritmo costante.

La mia gara, quindi, si svolge senza grandi sussulti e problemi, macinando giri su giri più o meno con lo stesso tempo, completamente fuori da ogni battaglia di classifica. Interessante il passaggio ai 42km che lo faccio con una media di 5':03", un valore che ho letto alla fine della gara. Negli anni passati, ho corso un paio di VCM con questa media.

Quello che però cambia in gara è il meteo. La temperatura a mezzogiorno, quindi a metà gara, va sottozero e si passa dal nuvoloso, ad una neve mista a ghiaccio. Ero preparato a questa eventualità, e gli allenamenti delle settimane scorse, in condizioni ben più peggiori, mi sono stati d'aiuto. Solo negli ultimi giri ho un leggero calo, più che altro per l'impossibilità di rifornirmi in modo adeguato e anche il non controllare bene il ritmo. L'ultimo giro è emblematico. Al penultimo penso di avere tempo a sufficienza per farne un altro, invece mi trovo a pochi metri  dal traguardo con lo speaker che fa il count-down: -6, -5. Così mi tocca sprintare come non mai per terminare il trentasettesimo e ultimo giro con un tempo totale davvero inconsueto di 5h:59':59". Questo mi vale la decima posizione finale, la prima di categoria e anche il mio record dei chilometri percorsi in una sei ore, ottenendo un ottimo, ed inaspettato, 70,309Km finale. Una media complessiva di 5':07" al km tenuta per 6 ore.

La classifica finale si trova qui.

Seconda ora di gara


Inizio terza ora

Meteo decisamente peggiorato


venerdì, marzo 09, 2018

Comincia la stagione delle Ultra

Dalla prossima settimana riparto con le gare ultra. Prima tappa della coppa ultra a Lassee sabato 17 marzo, per la classica gara sulle sei ore.

Live della gara su pentek-timing.at

domenica, febbraio 18, 2018

Personal Best nella mezza Eisbärlauf

Nel cammino di avvicinamento alla maratona di Vienna mi sono concesso un test sulla distanza della mezza maratona. Risultato molto positivo con il nuovo personale sotto l'ora e mezza in 1h:29':31" per il 43-mo posto finale.
La classifica si trova su questo link.

Interessante è il confronto con la gara del novembre scorso effettuata sullo stesso identico percorso, tre giri da 7km, 7km e 7.1 km. In quell' occasione, i miei primi due giri erano di poco sopra la media per i 90', che poi mi ha spinto a provare un terzo giro a tutta, anche se era leggermente più lungo dei primi due (dettaglio giri: 30':12", 30':22" e 29':31").
Questa volta, invece, il ritmo è stato ottimo già nei primi due giri, così che nel terzo ho dovuto solo portare a casa il risultato senza dover rischiare il tutto per tutto (dettaglio giri: 29':46", 29':45" e 29':58").

Primo giro

sabato, febbraio 10, 2018

Programma stagionale

Con l'inizio della preparazione della maratona di Vienna 2018, ho anche fissato i punti fermi di questo nuovo anno di corse. Punto fisso è l'ultra cup, dove questa volta vorrei partecipare a quattro eventi per i migliori tre che poi vengono classificati. Questo per avere un evento di riserva nel caso una gara non dovesse andare come previsto.
Le gare di coppa che ho in programma, e alle quali sono già iscritto, sono:


Rispetto al 2017 ho aggiunto la 6h di Lassee. Per me sarà la seconda volta nella specialità delle sei ore, la prima è stata nel 2013 a Schwechat.
Nella gara di Irdning sono anche iscritto ai campionati nazionali austriaci per la distanza sulle 24 ore, dove, nel 2019, verranno organizzati i campionati mondiali della specialità.
Completano il programma la maratona di Vienna il 22 aprile e l'Adamello ultra trail il 21 settembre, nella quale devo ancora definire l'iscrizione, ma di certo non mi voglio lasciare sfuggire l'occasione di poter terminare l'AUT180 per la quarta volta consecutiva.

Alla maratona di Stoccolma del 2 giugno sono iscritto per passare un bel fine settimana vacanziero in una città che non ho mai visto.
Gare alle quali penso di partecipare, ma che metterò in programma all'ultimo minuto, sono il Lindkogel Trail l'8 aprile e la Rax in settembre. Possibili la Welschmarathon in maggio e il Vienna Trail in agosto, mentre Mozart100 e Veitsch sono, per quest'anno, fuori programma.

Il prossimo fine settimana, invece, tornerò ad indossare il pettorale per la mezza maratona dell'Eisbärlauf del 18 febbraio. Sarà il primo test per vedere lo stato della mia preparazione in vista della maratona di Vienna.


sabato, febbraio 03, 2018

Inizio preparazione VCM 2018

Anche quest'anno non mi lascio scappare l'opportunità di prepare la mia maratona primaverile qui a Vienna. Carico di speranze nella ricerca di un personal best, che nella maratona mi manca da più di quattro anni, mi lascio andare tra la folla dei corridori dai buoni propositi di inizio anno, che, anche se è ormai febbraio, non sembra calare.
Passata ormai la foga della crisi da mezza età, mi ritrovo ad iniziare un piano d'allenamento incentrato sul famoso obiettivo, anche perché senza, sembra non funzionare nulla. Salvo poi sentire la voce di coloro, che dopo aver fatto man bassa di tutti gli obbiettivi prefissati, si concedono un bel burnout da mancanza di obbiettivi. E allora si che poi si accontentano di gareggiare per essere felici senza ossessione, scivolando però, piano piano, nell'oblio della felicità da mancanza di risultati.
Sarà per questo che in maratona non raccolgo un personale dal lontano 2013, vale a dire la prevenzione di un burnout da troppi risultati?

La maratona di Vienna rimane la competizione che riesce a smuovere tutta la città. I quarantadue chilometri da effettuare di corsa sono una distanza che ai più può sembrare irraggiungibile, ma al tempo stesso possibile, se finalmente uno decidesse di cambiare registro con le proprie abitudini. Basta vedere il tizio del secondo piano, che tra il dire e il fare nel giro di pochi mesi si è portato a casa il titolo di maratoneta che nessuno gli potrà mai levare. Correre almeno una volta nella vita una maratona, questa è la frase che si legge nelle liste delle attività da svolgere, sopratutto se l'età finisce con un anta, poi magari mai più.
È per questo che mi piace correrla ancora una volta, per ritrovare quelle sensazioni che solo gli eventi da grande partecipazione collettiva riescono a trasmettere .

sabato, gennaio 13, 2018

Vienna Winter Trail: splendido secondo posto per il team "Grazie Mille!"




Podio finale
Davvero un piazzamento inaspettato il secondo posto ottenuto assieme a Michele nel Vienna Winter Trail col team denominato "Grazie Mille!". L'evento è molto originale nella sua formula con il tempo finale che viene preso solo sulla coppia, la quale deve rimanere sempre compatta.

La neve della sera precedete ha dato un bel tocco invernale al percorso che era ricco di fango su una cornice imbiancata.  Fin dal via siamo riusciti a rimanere attaccati alle primissime coppie. Poi, con una ottima seconda parte, siamo addirittura riusciti a raggiungere e staccare la coppia che era momentaneamente al secondo posto, interpretando molto bene lo sviluppo della gara. Gara trail da 24km e 800 D+ conclusa in 2h:02':09".
La classifica finale si trova qui.

Nel parco Marswiese
Partenza

Arrivo del team in solitaria al secondo posto




martedì, gennaio 09, 2018

Fine anno - Inizio anno

Pronti via - Silversterlauf 2017
Nuovo anno, nuove gare. Non passeranno molti giorni di questo nuovo 2018 prima di rimettere il numero di gara sulla maglia, o forse solo il bracciale di gara. Il primo appuntamento sarà il prossimo fine settimana per la seconda edizione del Vienna Winter Trail, che sarà, per me una novità, una gara da svolgere in coppia.

Nel frattempo, appena prima di terminare il 2017, sono tornato a correre sul Ring Viennese per la classica gara di San Silvestro. Come è andata? Per trovare un risultato peggiore del mio 21':38" di questa volta, sono dovuto andare a rispolverare la mia seconda gara della carriera nel lontanissimo 2009, quando ancora non conoscevo blog sulla corsa, tabelle varie, programmi di allenamenti, mezze, maratone, ultra e personal best(ia). Quella del 2009 fu una gara effettuata solo con un allenamento fatto di panettoni e torrone, ultimo atto prima di scendere in campo tra i podisti di mezza età con l'idea chiara in testa di terminare, di lì a pochi mesi, la mia prima maratona.
Ecco il dettaglio delle mie 7 partecipazioni:

GaraDataTempo  Posizione 
Silvesterlauf - 5.325m2009-12-310:24:47495
Silvesterlauf - 5.325m2010-12-310:21:24139
Silvesterlauf - 5.325m2011-12-310:20:4499
Silvesterlauf - 5.325m2012-12-310:20:52110
Silvesterlauf - 5.325m2013-12-310:20:0382
Silvesterlauf - 5.325m2014-12-310:20:4187
Silvesterlauf - 5.325m2017-12-310:21:28110

venerdì, dicembre 01, 2017

Bilancio stagionale 2017

Questo è il mio classico post che sancisce il termine della mia lunga stagione di corsa. Un post che negli anni passati scrivevo qualche settimana prima, ma non questa volta. Infatti, con la condizione che mi sono ritrovato prima e dopo il Wien Rundumadum, ho voluto continuare a correre, più per curiosità che per veri fini prestazionali, trovando però, alla fine, anche il personale nella mezza maratona di San Leopoldo qui a Vienna.

Ho iniziato l'anno dopo un lungo infortunio al piede e riprendere a correre dopo molte settimane di stop è stato molto faticoso. Comunque la preparazione è proseguita senza intoppi. Primo test per fare il punto della situazione è stata la mezza maratona, dove sono andato molto vicino al personale in una gara tirata alla morte. Un'ottima iniezione di fiducia per la maratona di Vienna, che poi è stata la più veloce degli ultimi tre anni. Ma ancora una volta non è bastato per il personale. La condizione in maggio non si è rilevata solida e così ho alternato alle buone prestazioni precedenti altre mediocri, tipo maratona del Welsch, trail del salame e Fischament.

Per il debutto nella prima delle cinque ultra stagionali ho aspettato la metà di giugno. A Salisburgo per la Mozart100 sono andato carico di molte speranze. Ma il nuovo percorso di quest'anno non era proprio in linea con la mia preparazione ed ho tagliato il traguardo abbastanza deluso. Così ho cercato subito il riscatto con l'iscrizione all'ultimo minuto nella 24 ore di Irdning, il mio debutto in questa specialità e nella coppa ultra. 
Il risultato di Irdning di 205 chilometri  è andato ben al di la di ogni mia più rosea previsione. La prestazione ha però lasciato dei segni nel fisico che mi hanno tenuto lontano dagli allenamenti per qualche settimana, ma alla fine nulla di particolare.

Dopo Irdning, ad inizio agosto, mi sono presentato al Dirndltal Extreme un po' affaticato ma con una condizione tutto sommato discreta. Sul percorso, che ormai conosco quasi a memoria, sono partito deciso per fare bene. La gara fino alla metà è stata buona, ma poi lo stomaco mi ha piantato in asso e non sono più riuscito a trovare il ritmo per il finale.
L'estate l'ho conclusa con salite veloci nelle gare brevi. Vale a dire Vienna Trail e Rax ad inizio settembre. Qui ho cominciato veramente a trovare una buona gamba.

Poche settimane dopo, a Vezza d'Oglio per il mio terzo Adamello, un'altra migliore prestazione personale. Ho avuto un ottimo ritmo sui tratti che prediligo, vale a dire discese e facili saliscendi, mentre ho ceduto un po' sui tratti camminati verticali, che mi riamangono indigesti. Dopo questo ultratrail la ma condizione è salita ancora di livello sia mentale che fisico. Così ho potuto affrontare le ultime cinque settimane che mancavano al via del Wien Rundumadum (WRU) effettuando ottime sessioni d'allenamento con grandi carichi. Non come gli anni scorsi dove ho avuto pause e spesso solo uscite rigeneranti. Forse anche per questo l'unica gara che ho corso in questo periodo di allenamenti duri, la corsa sul Kahlenberg, è andata molto al di sotto delle mie aspettative creandomi anche dei dubbi sulla mia reale condizione.

Invece anche il WRU si rivelata un'altra gara che è andata oltre ogni mia previsione. Compagni di gara e avventure hanno fatto fatica a credere al risultato (13h:35'), ma, invece, è stato proprio vero. È stata la mia quarta partecipazione, la prima nella quale ho cercato il ritmo fin dal via. Nel passato, o non ero al meglio, oppure ho corso più da turista, oppure, strada facendo, ho cercato più la sfida contro qualcuno che correva al mio stesso ritmo. Quest'anno, invece, è stato molto diverso. Mai mi sono fatto influenzare dal passo che avevano gli altri partecipanti. Ho corso solo cercando il mio ritmo, senza rischiare di compromettere il tempo finale e riducendo le pause al minimo.

Quello che però di più mi ha stupito è stata la condizione fisica nelle settimane seguenti il WRU. All'inizio la mia mente pensava già alla stagione successiva, invece, per contro, le gambe andavano in un modo fantastico. Così, più per curiosità, ho voluto vedere com'era la situazione in una gara come la mezza maratona al Prater. È risultata una mezza maratona terminata col personale sulla distanza. Dopodiché anche le gambe, dopo la mente, hanno detto basta mettendo di fatto la parola fine alla stagione.

Si è così conclusa anche questa stagione 2017. Cinque ultra all'attivo e tutte con chilometraggio a tre cifre. Le mie migliori prestazioni personali sono state numerose e in gare di tipologia anche molto differenti. Tre piazzamenti nei primi dieci, di cui uno nei cinque e un ottimo debutto nella coppa ultra. Altro anno senza DNF, che resiste anche dopo 4800km di gare.
Molte prestazioni mi sono risultate sorprendentemente molto semplici, ma vorrei concludere con le parole di uno dei più forti trailer, qualche anno più avanti di me, che quest'anno mi ha detto, forse più a se stesso, "Una volta era tutto così facile".


domenica, novembre 19, 2017

Mezza maratona Leopoldilauf

La mia stagione 2017 non accenna a finire e con le gambe di quest'ultimo periodo ho voluto provare una mezza maratona qui a Vienna, sopratutto per testare la mia condizione attuale dopo le varie ultra dei mesi passati.

Risultato ancora una volta sorprendente in quanto sono riuscito a migliorare il mio personale sulla mezza di oltre due minuti, un tempo che avevo fatto registrare nel 2012 e al quale avevo ormai messo una pietra sopra. Col tempo di 1h:30:06' mi sono assicurato la 40-ema posizione finale.
La classifica finale si trova qui.

Medaglia dell'anniversario: 600 gare
organizzate dal LCC

venerdì, novembre 10, 2017

Ultra Cup il finale

Con la gara del Wien Rundumadum, qui in Austria si è anche conclusa la Coppa Ultra. Avendo terminato 3 delle 7 gare previste in calendario, mi sono garantito un piazzamento nella prestigiosa classifica curata dalla federazione. Le gare del Dirndltal Extreme e del Wien Rundumadum hanno offerto un punteggio in base al tempo finale realizzato secondo una tabella precalcolata. La gara della 24-ore di Irdning, invece, in base ai chilometri percorsi sempre su tabella precalcolata. Nessuna competizione del calendario ha rilasciato punti in base al piazzamento in classifica. Chi poi ha partecipato a più di tre gare ha potuto scartare i risultati peggiori.

Alla fine, con il punteggio di 229,90, mi sono classificato  al quinto posto della categoria 'Uomini generale'.
Questo il dettaglio:
Irdning:            80,45  punti  (205,156 Km percorsi)
Dirndltal Extrem:   68,47  punti  (16h:04' tempo finale)
Rundumadum:         80,98  punti  (13h:35' tempo finale)

Interessate è stato il distacco col quarto classificato, il quale ha conseguito 229,96 punti, vale a dire 0,06 in più, che sarebbero circa 41 secondi nelle gare Dirndltal Extrem o Rundumadum, oppure 140 metri a Irdning. Fosse stato il terzo posto ci sarebbe stato da mangiarsi le dita. In ogni modo sono stato anche l'unico nella classifica finale che è andato a punti in tutte e tre le gare sopra citate.

Per la cronaca, il vincitore della coppa nella mia categoria è arrivato qualche secondo prima di me al Wien Rundumadum, risultato che gli ha consentito di salire in cima alla classifica in virtù dei suoi ottimi risultati conseguiti nella 100 chilometri di Vienna e nella 6 ore a Styer.

Alla fine la coppa è stato un ottimo stimolo per partecipare ad una gara come quella di Irdning e di affrontare il Wien Rundumadum con la voglia di fare il miglior tempo possibile.

La classifica completa si trova qui.

domenica, ottobre 29, 2017

Wien Rundumadum 2017


Secondo ristoro
Terminata la mia quinta ultra stagionale sul classico percorso viennese da 130km (WRU). Col record personale di 13h:35' ho concluso il giro al 5-to posto.

Gara tosta il WRU, alla quale mi presento con la voglia di fare bene. Sono settimane che la preparo e che sento di poter fare bene. Quanto non lo so, il test nella gara sul Kahlenberg è stato catastrofico, ma quella era una gara corta, altra musica rispetto al WRU. Ritorno dopo anni ad usare l'orologio in un'ultra, sopratutto per l'ottima funzionalità di navigazione che offre il mio TomTom. Il mio obbiettivo è quello di tenere un ottimo ritmo per tutta la gara, anche perché ho bisogno di molti punti per la coppa ultra. Potrei perfino aspirare ad un podio di coppa, ma quando vedo che dovrei avere un tempo finale di almeno 13 ore, smetto di fare conti per non scoraggiarmi prima del via.

Il via alle 6 di sabato nella nuova sede vicino alla Uno City in una giornata fredda, grigia e non priva di vento. La partenza è molto tranquilla e con mia sorpresa mi ritrovo assieme ai migliori, almeno per i primi chilometri. Poi come al solito le solite accelerazioni, che però mi lasciano indifferente. Tengo un ottimo ritmo in salita e abbastanza tranquillo in discesa, mentre ai primi due ristori mi fermo solo quei pochi istanti per prendere un pezzo di pane al volo. L'acqua, invece, la recupero alle varie fontane disseminate lungo il percorso. Il percorso è molto vario, a volte pieno di fango a volte addirittura secco, evidentemente il maltempo dei giorni scorsi è stato a  macchia di leopardo.
Quando vedo il cartello dei cinquanta chilometri do una prima occhiata all'orologio e vedo che sono trascorse 5h:25' con ormai tutte le salite alle spalle. Non male mi dico, ma so bene che la gara deve ancora cominciare. Nel 2015 qui continuai con una progressione che non riuscii a tenere fino alla fine, mentre ora il mio unico pensiero è quello di tenere il ritmo.

Lungo il Liesing, il fiume di casa, raggiungo due corridori in difficoltà, il primo lo riconosco è il vincitore della prima edizione. Appena lo supero recupera energia e riparte col suo grande ritmo che non provo minimamente a tenere, un ritmo di chi è in grado di finire una cento chilometri con un sette davanti. Però dopo qualche chilometro me lo ritrovo ancora lì, e capisco che i suoi problemi non sono semplici da risolvere e prima o poi gli toccherà cedere il passo a chi come me viaggia più lento, ma costante senza fermarsi mai.

Al 70-emo chilometro arriva il momento di un ristoro personale per la prima vera pausa. Però quando arrivo al punto stabilito non vedo nessuno. Mi prende lo sconforto, non ho più nulla da mangiare e mi tocca telefonare col mio riattivato Nokia, ma nessuno risponde. Così decido per una sosta sostanziosa al ristoro del cimitero. Con mia sorpresa il mio accompagnatore ha così il tempo per raggiungermi e passarmi il materiale necessario per continuare. Si era fidato del tracking sul web e così è arrivato tardi all'appuntamento.

Anche se la sosta è stata abbastanza lunga, riparto con un ottimo ritmo così da recuperare le due posizioni perdute. Al cartello del chilometro 100 do un'altra occhiata all'orologio e vedo che ho impiegato 10h e 25'. Grosso modo prevedo tre ore e mezza per i restanti trenta chilometri, quindi sono al limite delle 14 ore. Accendo la lampada che mi mancano solo 12 km al traguardo, mai così vicino all'arrivo ed è un enorme vantaggio la navigazione alla luce del giorno.  Con l'arrivo del buio, infatti, la navigazione diventa tutt'altro che banale e raggiungo il quarto in classifica. Non è sicuro della strada e alterna accelerazioni a frenate per vedere i cartelli. Ora siamo in tre, gli altri due vogliono tenere un passo più svelto, ma finiscono sempre per starmi dietro perché non conoscono la via. Una volta raggiunto l'ultimo rettilineo da 8km sull'isola del Danubio, partono come morsi da una tarantola. Invece non faccio una piega, il rettilineo l'ho già provato in allenamento e ci vuole un attimo a saltare come una molla in preda all'incubo di quando possa finire quest'infinito rettilineo. Infatti ai 3km dall'arrivo ritrovo uno dei due soci, che però non corre la mia stessa gara, sconsolato al cammino. Lo invito a reagire, che ormai è fatta, ma dopo pochi metri di corsa, ritorna al passo camminato.

L'altro socio lo raggiungo al momento di svoltare, non perché si sia piantato, ma perché non sa bene dove bisogna girare. Appena vede la mia lampada, però, riparte a razzo per raggiungere il traguardo in solitaria. Invece mi voglio godere gli ultimi metri prima dell'arrivo nella palestra, senza stare a sprintare dopo 130 km. Taglio il traguardo in 13h:35' e rimango semplicemente stupefatto. Quando mi congratulo col quarto arrivato per il suo ottimo finale nonostante i problemi di navigazione, mi spiega che non mi ha aspettato perché vuole vincere la coppa, ed ogni minuto è fondamentale. 

Per concludere, il mio quarto WRU è stato molto diverso dagli anni passati. Lontano dal tipo di gara per passare un bella giornata sui sentieri cittadini, o nel cercare di scalare la classifica partendo da dietro. Questa volta è stata tutta all'insegna dalla ricerca del passo per riuscire a terminarla il prima possibile.

Secondo ristoro - Km 47 Gutenbacher Tor

Secondo ristoro
A pochi metri dal Check Point 1

Al traguardo

Statistiche finali


domenica, ottobre 22, 2017

Pochi giorni al via del WRU (Wien Rundumadum)

Mancano pochi giorni al via della quarta edizione del Wien Rundumadum e ormai è tutto pronto per la mia quinta, e ultima, ultra stagionale. La partenza sarà sabato 28 ottobre alle 6 sul percorso del classico giro attorno a Vienna da 130km preso in senso antiorario. Quest'anno ci sarà la novità della sede d'arrivo e partenza spostati in prossimità della ONU City, con un leggero spostamento verso ovest. Il live della gara sarà fornito, come lo scorso anno, da Legend Tracking. Dovessi fare bene al WRU, potrei avere un buon piazzamento nella coppa Ultra, ma è ancora troppo presto per fare previsioni.

Live Tracker: http://wien-rundumadum-2017.legendstracking.com/

domenica, ottobre 15, 2017

Corsa in montagna Kahlenberglauf

In discesa
Anche quest'anno non mi sono lasciato sfuggire la corsa in montagna sulle asperità viennesi del Kahlenberg. Ultimo test in vista dell'ultima ultra stagionale del Wien Rund Umadum (WRU), il giro intorno a Vienna, che anche quest'anno mi vedrà al via per la quarta volta.
Sul Kahlenberg anche questa volta sono riuscito a fare peggio rispetto agli anni passati (49':17"). Con una settimana in più dall'Adamello potevo fare un risultato diverso, ma o la preparazione del WRU sta lasciando il segno, oppure le mie gambe sono proprio bollite. Fra pochi giorni il WRU darà il suo verdetto.
Ultimi metri

giovedì, settembre 28, 2017

Terza volta Adamello Ultra Trail180





In cima al Monte Calvo dopo 27 ore di gara
Portata a casa anche l'edizione 2017. Col tempo di 44h:02':21" mi sono aggiudicato la 22-ema posizione tra gli uomini.  La classifica finale si trova qui.

Anche quest'anno ho scelto di tornare a Vezza D'Oglio per partecipare alla gara Adamello Ultra Trail (180km, 11500 D+). Lo scorso anno mi ero ripromesso di preparami a modo, con lunghe uscite in montagna e magari una preparazione in quota. Invece nulla di tutto questo, la tabella dei chilometri corsi quasi sempre a dislivello zero su percorsi perlopiù in mezzo alla città. Ma è la voglia di poter stare due giorni filati in gara, giorno e notte senza dormire in mezzo a montagne stupende, che mi ha fatto riscrivere ancora una volta. 

Il via alle nove di venerdì nella piazza di Vezza in mezzo ai bambini delle scuole e molte facce di altri corridori già viste, tutta gente che non lascia la pagina DUV imbiancata. La mia strategia di gara è molto semplice, andare con calma sulle salite, prudente in discesa e correre solo nei tratti facili, anche se prima bisogna trovarli. Invece, complice il bel tempo e ottime gambe, sulla prima salita mi ritrovo con un gruppo dal passo troppo veloce per me, ma almeno fino alla discesa, riesco a tenere. Mi chiedo se pagherò una partenza così veloce. Alla seconda salita, sulle bocchette comincio a sentire l'effetto quota con un respiro molto affannoso, ma non sono l'unico. Sul successivo traverso la fatica comincia a farsi sentire e allora decido di darmi una bella rinfrescata nel laghetto. Il sole comincia a sparire dietro le montagne e riseco a raggiungere il ristoro di Case di Viso prima di sera. Dopo nove ore la prima maratona è fatta. Sulla salita successiva verso il rifugio Bozzi a 2400 metri, accendo la lampada. Non vedo più nulla tranne un collega che prima di ripartire dal rifugio si fuma due sigarette per poi lanciarsi in discesa. A me piace molto questo tratto, la via è facile, la notte è serena e riesco a correre fino alla Malga Cadì, dove mi aspetta la classica atmosfera di festa. È il momento per ricaricare le batterie prima della salita alla città morta, che il nome è tutto un programma. In cima, un pugno di temerari mi aspetta nella tenda con temperature vicino allo zero. Scambiamo due parole e poi giù lungo la discesa ghiaccio misto neve verso la città sul passo del Tonale. Non manca molto prima della base vita di Ponte di Legno, solo qualche ristoro, in particolare quello di Vescasa. Attraverso la città di Ponte di Legno nel pieno della notte ed apprezzo la mancanza di persone lungo la strada e le piazze.

Alla base vita di Ponte so per esperienza che la gara comincia qui, quindi è come se non avessi ancora corso. La salita che segue è infinita e prima di raggiungere il ristoro successivo fa in tempo a fare giorno. Dopo aver raggiunto Pontagna in discesa sembra ritornato tutto facile, ma è solo una piccola illusione. La salita sul monte Calvo è un qualcosa che faccio fatica a dimenticare. Mi sembra di salire lungo una pista da motocross, solo infinitamente più lunga. Il verticale successivo verso la Piana dei Morei infligge alle mie gambe il resto e così mi ritrovo senza più la possibilità di affrontare le salite in modo dignitoso. In quelle successive, non meno impegnative, di Aviolo e del passo Gallinera il panorama allevia il mio stato fortemente depresso. Dopo il controllo al bivacco, arriva la sorpresa della discesa, che non è bella stabile come lo scorso anno, ma è franata facendomi rimpiangere la salita. In un momento imprecisato del tardo pomeriggio di sabato raggiungo l'agognato ristoro di Stain. Mi chiedono come sto, rispondo che sto male e il dialogo finisce. Dopo due piatti di pasta riparto speranzoso millantando che sarebbe stato meglio che mi fossi ritirato, ma non credo neanche ad una parola di quello che dico. Il ritorno alla corsa arriva improvviso ed inaspettato nella discesa successiva. In un attimo arrivo a Edolo e ormai so che dopo la salita del Mortirolo l'arrivo è praticamente fatto. È una salita lunghissima e per le mie gambe durissima, ma finalmente raggiungo la Malga Mola. Qui mi concedo un lungo ristoro per affrontare al meglio le ultime ore di corsa. All'uscita in piena notte a stomaco pieno mi coglie una crisi di sonno micidiale, in fondo non ho ancora dormito. Avrei voglia di sedermi, ma non cedo alle sirene che mi vogliono far fermare. Così passa anche questa e arrivo al lago del Mortirolo con un temporale imminente.

Esco dal rifugio per gli ultimi diciassette chilometri senza giacca, mi avvertono che piove e sarebbe meglio che la mettessi. Vado come l'uomo che non deve chiedere mai, ma dopo duecento metri sono già fermo a coprirmi. Pioggia torrenziale, tuoni e fulmini danno un senso al mio ultimo allenamento fatto in settimana in condizioni simili. Però ho freddo alle gambe e alle mani e fino a quando non raggiungo, a pioggia terminata, il fuoco del Pianaccio, ultimo avamposto prima della picchiata finale verso Vezza, non mi sento troppo bene. La discesa finale è come ogni anno molto veloce dove neanche l'oscurità e l'umidità la riescono a rallentare. Neanche il bovino che si è piazzato in mezzo al sentiero ci riesce. Arrivo sulla piazza di Vezza che l'orologio della torre suona le cinque, mai così presto, mai così sereno. Prima di questa gara avevo in mente per il futuro altre competizioni, ma ora, invece, non vedo l'ora di partire, fra un anno, per la quarta volta.

Partenza

Partenza venerdì ore 9
Verso cima Rovaia, 20 min dopo lo start


Salita finale cima Rovaia dopo circa 2h di gara

Aviolo, dopo 32 ore di gara
Premiazione


Il video ufficiale della gara:


domenica, settembre 17, 2017

Ultimi giorni prima di Vezza D'Oglio

La mia seconda partecipazione all'AUT 180 non è
passata inosservata. In cima Rovaia col numero 75
Mancano pochi giorni alla mia partenza per Vezza D'Oglio e non posso far altro che pensare a questa citazione che mi calza a pennello: "NELLO SPORT, nei periodi di maggiore intensità dei carichi di allenamento, specialmente in vista di gare importanti, alcuni atleti lamentano sintomatologie dolorose localizzate nel tratto lombo-sacrale.".
In ogni modo, mal di schiena o meteo catastrofico che sia,  non vedo l'ora di tornare sui sentieri dell'Adamello il prossimo venerdì 22 settembre.   
All'inizio della stagione avevo messo questa gara in cima alle mie priorità, ma l'andamento della stagione mi ha fatto propendere più per gare corribili, che, da uomo della pianura, sono molto più semplici da preparare e magari posso anche fare dei risultati migliori. Come se alla mia età i risultati fossero importanti. Però dopo il mio forfait, causa forze maggiori, alla Business Run di Vienna, partire all'Adamello 180 mi sembra il minimo.  

domenica, settembre 03, 2017

Verso l'Adamello: Vienna Trail e Rax





Sul percorso del Vienna Trail
Nel percorso di avvicinamento all'Adamello Ultra Trail 180 del prossimo 22 settembre, dopo la serie di tre ultra filate da 420km, mi sono concesso un intermezzo su gare più brevi e veloci.

La prima, il Vienna Trail, su un percorso attorno alle colline viennesi di Cobenzl, mi ha messo subito alla prova con la tenuta delle mie gambe su velocità alte in percorsi lontano dall'asfalto. È stato un ottimo punto di partenza per ritrovare freschezza nelle gambe. Posizione finale 63-emo sul numero record di 235 finisher.

La seconda gara è stata quella sulla Rax  sul percorso denominato Extreme. Percorso già affrontato lo scorso anno, con una mia prestazione tutt'altro che convincente. Quest'anno le condizioni sono state l'opposto, temperature in cima ad una singola cifra, ma soprattutto un'umidità molto fastidiosa dovuta alla nebbia. La Rax Extreme presenta un tipo di percorso molto vario, discesa iniziale veloce, poi salita mista a rampe e serpentine fino alla porta nella roccia che spesso mi costringono al passo. Una volta in cima, il percorso diventa molto simile ad una gara di cross con continui saliscendi da correre sempre. In questa seconda parte ho ritrovato una buona gamba che mi ha permesso di recuperare posizioni perse durante la salita al passo. Almeno fino a quando la nebbia non mi ha fatto propendere nel rimanere assieme ad un altro corridore per non rischiare di uscire dal percorso in maglietta a maniche corte. 18-ema posizione finale in 2h:09', e quasi dodici minuti meglio dello scorso anno, mi hanno fatto ritrovare il feeling con questa gara.

Bivio Vienna Trail Run

Rax: passaggio alla porta di pietra



Nebbia sulla Rax

lunedì, agosto 07, 2017

Dirndltal Extreme Ultratrail 2017

Al check point 5

Tornando sulle tracce del Pilachtal ho corso per la quarta volta il DIRNDLTAL EXTREM Ultratrail, terza ultra stagionale. Con un tempo di 16h:04' mi sono assicurato il sesto posto finale e la fibia ufficiale.
Ottima conduzione di gara nella parte centrale, ma rallentata nella parte finale per problemi di stomaco.

La classifica completa si trova qui.

CP 3

CP 3
Premiazione

verso il CP4

CP 5
CP 3



domenica, luglio 30, 2017

What Next?

Terminate le vacanze al mare perlopiù passate per ritrovare dei piedi di nuovo abili alla corsa, la prossima gara alla quale parteciperò sarà la dirndltalextrem.com il 5 agosto, gara valida per la Ultra Cup. Sarà la mia quarta partecipazione e, dopo le fatiche di Irdning, sono curioso di vedere quale sarà il risultato.

Il live della gara a partire da sabato 5 agosto ore 6 su http://dirndltalextrem2017.legendstracking.com/

martedì, luglio 04, 2017

24H: Debutto da 205km


Intorno alla 14-ema ora con la pioggia
Venerdì sera ho fatto appena in tempo a raggiungere la splendida località di Irdning in Stiria, per partecipare alla mia prima 24 ore su un circuito di 1218 metri. Debutto da 205 km con podio di categoria per il sesto posto finale dopo aver girato davanti al traguardo per 168 volte. Un debutto con una prestazione, per me, veramente sorprendente.

Ma veniamo a come si è sviluppata la gara.
Dopo la prestazione senza infamia e gloria della Mozart100, mi chiedo se iscrivermi ancora una volta alla gara del Veitsch come gli scorsi anni. Però un evento della sera prima della gara mi fanno desistere dalla pur debole volontà di parteciparvi. Così decido che fosse arrivato, finalmente, il momento di provare il debutto nella 24-ore stradale. Hubert Beck nel suo "Das große Buch vom Ultra-Marathon"  scrive che ogni ultramaratoneta dovrebbe almeno una volta provare una ventiquattrore.  Sono anni che seguo la gara di Irdning, che sta molto a cuore al mio club i Freunde Des Laufsports, senza però mai prendervi parte, preferendo in passato gare come Veitsch e Mozart. Quest'anno è diverso. Il fatto nuovo è che con la gara di Irdning sarei in graduatoria dell'Ultracup Austriaca se porterò a termine anche le varie Wien Rundumadum e Dirndtlextreme, da tempo nel mio programma. Per la coppa occorrono almeno tre risultati. Anche la mancanza di gare dove si corre di notte fino alla gara dell'Adamello, mi hanno fatto sciogliere le ultime riserve. Così decido di iscrivermi all'ultimo momento. Le gambe dopo Mozart non sono più così brillanti, ma per i 130km, che è l'obbiettivo minimo per finire in graduatoria coppa, e per una corsa che duri tutta la notte dovrebbero bastare.

Così venerdì 30 giugno dopo mangiato, interrompo il lavoro e parto in auto per raggiungere Irdning, una splendida cittadina a valle delle montagne della Stiria appena dietro alla regione del Salisburgo, un bel posto per me tutto da scoprire.

Arrivo che hanno già bloccato la strada, ma mi riaprono la via e posteggio a fianco del percorso. Lo scopo è quello di avere accesso al baule della macchina dove ho messo i miei vestiti per ogni eventualità, un frigobox per le mie bevande personali, un po' di cibarie e gels.
Al briefing pregara approfitto per un "power nap" e alle 19 in punto il via. La giornata è ancora lunga, il tempo è splendido e la gente racchiusa nel campeggio del circuito è euforica. Però è uno stato che mi infastidisce, troppe incitazioni quando ancora mancano più di 23 ore alla fine, troppa musica differente che cambia ogni pochi metri e sopratutto moltissimi staffettisti che intendono correre un chilometro lanciato per un giorno interno, che mi superano a velocità allucinanti. Da novellino, ho puntato su una tattica molto semplice. Vale a dire tenere un ritmo costante intorno agli 8 minuti per giro, il quale misura 1218 metri (circa 6':40" al km), mai dormire, fermarsi proprio lo stretto indispensabile e non contare né i giri tanto meno i chilometri percorsi. Questo per evitare due problemi: il primo che dopo 130 chilometri mi venga voglia di tornarmene a casa, il secondo che subentri o una frustrazione per averne fatti troppo pochi o un appagamento precoce per averne fatti anche più del previsto per essere alla prima gara del genere. Così, senza orologio e gps, guardo il tempo sul giro usando l'orologio a conto alla rovescia ufficiale posto al traguardo. Noto con soddisfazione che i primi due giri sono già nella media che avevo in testa, ma rimane il fatto che quest'enorme display mi si affaccia davanti ad ogni giro, indicandomi che mi mancano ancora oltre ventitré ore e che dall'ultima volta che l'ho visto sono passati solo otto minuti.

C'è gente vestita da clown che si ferma a salutare tutti i corridori, pubblico con trombe  e  megafono che ti urla nelle orecchie, bambini che vogliono il cinque e staffettisti che ti fanno il pelo. Non sono proprio abituato a correre un'ultra in mezzo a questa baraonda. In ogni modo, dopo qualche ora mi stabilizzo e pian piano cala la notte. E con la notte arrivano anche il vento e la pioggia. Per me sono un sollievo, il pubblico e i riempi-pista spariscono di colpo e con la musica del mio ipod ritrovo una dolce serenità. All'una di notte ho corso le prime sei ore e tranne un nuovo dolore al tendine d'Achille, che non accetto per principio, vado a gonfie vele. Il freddo, il vento e la pioggia mi fanno invece tornare con la mente ai passi Svizzeri affrontati di notte lo scorso anno e mi viene ancora più voglia di tornarci. La luce del nuovo giorno non ci mette molto a venire e così il mio ritmo cala leggermente. Alle sette, dopo una mia breve video intervista che chissà se potrò mai vedere, parte la gara delle 12 ore. Piove ancora a dirotto, ma il circuito è di nuovo quasi pieno come alla partenza.

Le nuvole si diradano, la pioggia cala e non ho per niente delle buone sensazioni. Infatti verso mezzogiorno esce un sole molto forte che fa evaporare tutta l'acqua e mi mette in grande difficoltà (sbalzo termico? pollini delle graminacee che si rialzano?). Il mio ritmo cala ad ogni giro, torno ad essere doppiato e comincio ad avere i primi giramenti di testa. Non posso più continuare in  questo stato e mi fermo sulla sedia che mi sono portato da casa. Chiudo gli occhi all'istante e mi sveglio dopo un quarto d'ora, ma ora mi sento molto meglio. Una redbull mi rimette in corsa. Lo speaker al mio passaggio dice il mio nome e anche il numero 87, che interpreto come il numero dei giri. A questo punto comincio a fare dei conti e mi saltano fuori dei chilometraggi molto scarsi. Però dal nulla comincio a doppiare il personaggio che è stato in testa la prima sera. Questo mi da una grande iniezione di fiducia e provo a correre più che posso, limitando il passo allo spazio tra il ristoro e il traguardo. Ad un certo punto intravedo il mio cognome nella parte alta del display della classifica, ma per capirla bene dovrei fermarmi ad esaminarla. Non ci penso nemmeno, mancano ancora sei ore alla fine, un'eternità. Però l'idea di essere in lotta coi primi mi da' una grande voglia di stare sempre in corsa senza mai fermarmi veramente al ristoro. A tre ore dalla fine, il mio ritmo è ancora molto buono e continuo a doppiare dei corridori che ormai hanno quasi abbandonato la corsa.

Verso l'ultima ora di gara comincio a vedere degli effetti strani. Da quelli che ormai non riescono neanche a camminare, a quelli che sembravano zoppi fino a qualche ora prima, ma che ora riescono a doppiarmi con facilità. Di classifica non capisco più nulla. Quando mancano ancora 7 minuti alla fine sono assieme ad un atleta della Repubblica Ceca e gli propongo di tagliare il traguardo assieme. Accetta, ma quando lo tagliamo mi dice che ci sta un altro giro. Secondo i miei fantomatici conti dovremmo avere lo stesso numero di giri, ma invece lui ne ha due in più, anche se questo non lo so. Un giro in sette minuti non l'ho mai fatto e l'ultimo giro non sarà l'eccezione, così a metà ultimo giro mi tocca mollare. Alla fine penso che dovrebbe essere sufficiente per un podio, ma invece non ho considerato due personaggi che mi sono stati sempre davanti ma che non ho riconosciuto. Il podio di categoria invece è una certezza (secondo posto), mentre alla premiazione rimango di stucco quando mi dicono che ho percorso 205,156 chilometri. Mai avrei pensato di riuscire a correre, in questo weekend qui a Irdning, una distanza oltre i duecento km. Sopratutto in queste circostanze, con una gara come la Mozart ancora da smaltire al debutto nella 24h, senza preparazione specifica e la mancanza di un team di supporto in corsa, che poi a furia di aprire il baule della macchina si è fatta sentire.
La classifica finale si trova qui.        


sabato mattina (14-ema ora)

Scende la notte, 5-ta ora