domenica, settembre 20, 2015

Anninger: le mie gare

In rimonta sulla ex-pista da slittino
Come ogni anno mi sono iscritto all'Anninger Lauf, corsa veloce sulla vicina montagna a Mödling dove sono solito allenarmi quando voglio fare un po' di salita. Sei chilometri con un dislivello di quasi 400 metri sono i tratti salienti della gara. Una gara che si è trovata a ridosso del mio prossimo appuntamento sull'Adamello, ma alla quale non ho voluto rinunciare. Un po' perché volevo provare del materiale ma sopratutto per ritrovare il feeling con le gare brevi. La mia partenza è stata come al solito, molto lenta e addirittura dietro a dei nordic walker. Va detto che mi volevano far passare avanti prima di partire, ma ho risposto che non avevo fretta. Il primo chilometro è stato quasi tutto in discesa, l'occasione per perdere ancora qualche posizione prima della salita vera e propria. Quando è iniziata,  sono però riuscito a risalire il gruppo arrivando da solo in 23-ema posizione col tempo di 35':38". Un po' più lento rispetto allo scorso anno, ma il divertimento non è stato da meno, anzi risalire tutte quelle posizioni è stato entusiasmante.
La classifica finale qui.

Ultima salita off road

Tra le rocce

Arrivo al ripetitore


Rimanendo in tema Anninger, devo fare il resoconto di un altra gara alla quale ho partecipato qualche settimana fa: l'Anninger Challenge. Una gara ad invito esclusiva alla quale ho avuto l'onore di partecipare. Quarto posto finale in 27':47", se si vuole guardare il bicchiere pieno, penultimo se si vuole guardare quello rotto. Un resoconto completo della gara si trova qui, mentre la classifica finale a questo link.

Al traguardo - Anninger Haus

Foto di gruppo con tutti i partecipanti

giovedì, settembre 03, 2015

Prossimi appuntamenti

Organizzatore AUT 180
Settembre sarà un mese intenso. Il 25 settembre sarò al via dell'Adamello Ultra Trail (180km, 11000 D+) con partenza e arrivo a Vezza D'Oglio. Una settimana prima sarò, come lo scorso anno, al via dell'Anninger Lauf, breve corsa in montagna sui campi d'allenamento abituali. Prima delle corse in montagna, però, spazio alla Prater Halle con il Rote Nase Lauf, una corsa per tutta la famiglia. La mia stagione poi finirà, se tutto andrà bene, con Il Wien Rundumadum dove debutterà un servizio tracking online in tempo reale.

lunedì, agosto 10, 2015

Ultratrail i comandamenti per iniziare

La discesa dalla montagna
Dopo anni di attività nella corsa su strada e ultratrail, mi sento in grado, finalmente, di stilare il mio vademecum dedicato a chi vuole iniziare con l'ultratrail. Sono i miei umili dogmi che ho cercato invano prima di cominciare e che ho dovuto apprendere duramente sul campo, non ultimo con una salita su di un monte dopo il quale sono sceso con due pietre a forma di tavola dove sono stati incisi i seguenti dieci punti. Trattabili.

1 - Non fare nessun controllo medico all'inizio, sicuramente gli allentamenti fatti fino a quel momento avranno sballato molti valori. Se invece non si ha mai corso, sarà molto improbabile avere già dei fastidi che valga la pena di parlare col medico. E di fare del movimento ce l'ha già detto l'ultima volta che ci siamo stati anni fa.

2 - Il tempo minimo per preparare il primo ultratrail non è sei mesi e neanche quattro. È solo il tempo tra ora e il via della gara. Se la gara è domani, è meglio andare a letto invece di navigare a vuoto in internet leggendo post come questo.

3 - Se uno non ha resistenza nella corsa, sicuramente avrà sviluppato una resistenza specifica in altri campi. Che sia la maratona di James Bond in tv, la classica riunione aziendale fino a notte fonda, settemila messaggi in whatsup al giorno o il week end non stop con l'amante, ognuno di noi ha già sviluppato una resistenza di fondo che basta e avanza. Per i pochi che ancora non ce l'hanno, allora possono cominciare a correre, piano se vogliono andare lontano. Nella quasi totalità dei casi, manca solo l'iscrizione alla prossima gara ultra.

4 - Nelle successive quattro settimane, sempre che la gara non sia prima, si devono intensificare gli allenamenti. Il week-end con l'amante parte già al giovedì, alla maratona di James Bond si aggiunge quella di Mission Impossible e così via. Perché 4 settimane? La risposta al punto successivo.

5 - Nel primo mese (un mese è fatto di 4 settimane, ecco la risposta), bisogna riposarsi almeno due giorni e massimo 48 ore. Se uno ha guardato solo la tv, andrà a fare un giro fuori e viceversa. Per chi corre, il ritmo da tenere una tantum è quello della mezza maratona. Va bene anche il ritmo di  quella fatta vent'anni fa, ma se proprio non si ha mai corso una mezza, fare finta di niente e passare al punto successivo.

6 - Secondo mese. Sicuramente i primi segni di depressione, stanchezza e infortuni vari si faranno sentire. Fare finta di niente e cercare di raddoppiare la lunghezza dell'uscita più lunga. La farmaceutica ha fatto passi da gigante in questo campo, cominciare anche a leggere mail di spam e considerare seriamente quelle dove compare la parola "pills". Anche la visita notturna del parco sotto casa ci offre l'opportunità di trovare qualche sostanza contro i momenti bui della vita.
Alla fine del mese, ormai anche cani e porci saranno in grado di correre almeno 4 ore con dislivelli dell'ordine di 2000 metri positivi se avranno seguito alla lettera i primi cinque punti. Altrimenti passare al punto successivo senza dire nulla.

7 - Terzo mese.  Per i pochissimi che non si sono ancora rotti è arrivato il momento di sferzare l'attacco finale. Se il mese ha 31 giorni due giorni di riposo sono ammessi (il 30 e il 31), tutti gli altri giorni bisogna intensificare le uscite, cercando di non stare mai sotto le tre ore. Il ritmo fantomatico della mezza maratona va rispolverato sempre ogni dieci minuti e in montagna bisogna andarci un giorno si e uno si. Dal niente non nasce niente, ma attenzione a non esagerare.

8 - Quarto mese. L'imprevedibile e inaspettato infortunio si è presentato. Che sia il ginocchio, la caviglia, il piede, l'anca o il pollice del telecomando è arrivato il momento di andare dal dottore. Ecco perché era inutile andarci all'inizio, quando si stava ancora bene. Un riposo forzato che ci proietta direttamente alla gara nelle migliori condizioni perché si ha superato il momento no senza abbandonare la voglia di presentarsi al via. Normalmente, vista la lunga pausa, si è senza nessun dolore al via. Per i caratteri fragili che decidessero di rimandare la partenza, nessun problema, ripartire dal punto 1 e ci rivediamo di nuovo qui.

9 - Il giorno della gara. Finalmente è arrivato il momento fatidico, la preparazione è andata grosso modo secondo le aspettative e la distanza che si dovrà affrontare non rappresenta nessun ostacolo ormai. Evitare di mettere un salame intero nello zaino, per il resto tutto quello che si è comprato in questo periodo si può portare, nessun organizzatore mette un limite al costo dell'equipaggiamento, che può quindi tranquillamente superare i cinquemila euro.

10 - In gara. Se al primo ristoro dopo 4 km pianeggianti si è già fuori tempo massimo, trattare assolutamente con gli addetti. Di solito chiudono un occhio e se si tira fuori il salame, anche se non era da portare, anche due.
Se alla prima goccia d'acqua si pensa al ritiro, farlo subito assolutamente, magari anche senza dover aspettare la pioggia, spesso in queste gare non piove proprio. È meglio cogliere subito l'occasione di terminare questo tipo di attività e di tornare alla propria vita precedente. La salute prima di tutto, non era per questo che volevamo partecipare ad un ultratrail? E sicuramente richiede più coraggio abbandonare alla prima futile difficoltà che arrivare in fondo, certe occasioni non capitano così spesso. E finiamola di chiamarli eroi quelli che sempre e comunque arrivano in fondo, perché gli eroi sono altri (mettere "chi sono gli eroi" in google) e anche loro hanno avuto le loro giornate storte.

domenica, agosto 02, 2015

Dirndltalextrem terza volta

Il torrente Pilach, acque fredde e limpide
Anche quest'anno sono riuscito a terminare il Dirndltalextrem. È stata la terza volta consecutiva. Un risultato non affatto scontato per come si è sviluppata la gara, in quanto mi sono trovato per la prima volta in gara con dei problemi di salute.
Come gli anni precedenti sono stato ospite della casa ESV dove si trova la partenza e l'arrivo. L'ESV è il classico dopo lavoro ferroviario, una struttura che mi riporta ai tempi di quando, in Italia, andavo a giocare alle bocce dai ferrovieri. Il bello del Dirndltalextrem è il clima familiare della gara e, dopo le mie tre edizioni, i volti conosciuti e rincontrati sono davvero tanti. Una gara che non comincia alle sei del sabato mattina e finisce la sera dopo l'arrivo, ma già al venerdì pomeriggio con la distribuzione dei pettorali e dura fino alla domenica mattina con le premiazioni.
Al via, senza allenamento e acciacchi vari, in una splendida giornata di sole senza eccessi di caldo, mi sono presentato senza nessuna ambizione di tempo o posizione. Sono partito nelle retrovie e al primo check point (CP1) sembravo più ad una scampagnata che in una gara di corsa. Non appena però la strada è cominciata a salire ho cominciato a risalire il gruppo. Al CP3 ero già in linea con i tempi del 2014. Però è  stato verso il CP4 che è cominciata la mia crisi. La gola mi faceva male, colpi di tosse che si sono uniti a delle fitte nello stomaco e il mio pettorale numero 17 che non mi era per niente d'aiuto. Una sosta obbligata nel bosco è risultata, non solo inevitabile, ma, visto lo stato delle braghe, anche tardiva. Prima di Frankenfels, sede del CP4, sono andato nel torrente Nattersbach per cercare di rimediare la situazione con un bel bagno. Il risultato non è stato malvagio, lo stomaco si è riassettato, la tosse scomparsa e le braghe sono ritornate accettabili. Sempre da solo sono poi proseguito in tranquillità verso il CP5, evitando di adattarmi al ritmo di altri concorrenti.  Nella salita più dura verso il CP6, ho capito che le cose si stavano sistemando per il meglio. Nel frattempo ho accumulato un ritardo di circa 30 minuti rispetto all'anno precedente e anche come piazzamento ero oltre la ventesima posizione degli 83 iscritti. Con l'aiuto dei bastoni, un ritmo regolare e tranquillo sono arrivato in cima al CP6 senza poi il bisogno di una lunga sosta come in passato.  Nella discesa successiva non ho rischiato nulla, ma sulla salita finale verso il CP7 ho fatto un errore di percorso. Anche il gps non mi è stato di gran aiuto e sono dovuto tornare indietro perdendo una manciata di minuti. Quando sono tornato sul sentiero corretto, i miei compagni di viaggio che avevo appena staccato sono stati sorpresi nel vedermi arrivare da dietro. Nella lunga discesa verso il CP8 ho poi resistito alla tentazione di seguire un corridore che mi ha superato di slancio. Erano troppi i chilometri che mancavano verso il traguardo e l'anno scorso mi sono giocato nello stesso punto i quadricipiti, che poi in pianura non hanno più funzionato. A questo punto della gara, ho solo cercato di arrivare in fondo cercando di risparmiare il più possibile le gambe. Solo ai ristori ho avuto una tattica diversa dal solito, cercando di minimizzare al massimo la sosta. Verso il CP10 mi sono ritrovato con buone gambe ed ho così  provato ad aumentare il ritmo. Sforzo che ha dato i suoi frutti in quanto nell'ultimo tratto pianeggiante, prima del traguardo, sono riuscito a raggiungere il corridore che mi aveva superato prima in discesa in quanto ora riusciva solo a camminare. Mi è sembrato di rivedermi nell'anno precedente. Non mi andava di superarlo negli ultimi quattro chilometri pianeggianti, ma siccome non riusciva proprio a seguirmi mi ha detto che potevo andare avanti. Alla fine sono arrivato con un enorme sorriso e un sorprendente tempo finale di 15h:34', solo cinque minuti più lento dello scorso anno, per l'ottima undicesima posizione finale.
Il link della classifica finale completa.

Appena partiti

Traguardo, con l'organizzatore Gerhard

CP8

Arrivo con stretta di mano
Dettaglio arti inferiori

sabato, luglio 25, 2015

Prossima fermata dirndltalextrem

Archiviata la terza maratona stagionale, mi accingo a preparare la prossima gara, che sarà nel Pilachtal ovvero il  Dirndltalextrem (111km, 5000D+). Quest'anno sarà la mia terza partecipazione consecutiva, sono veramente curioso di sapere come andrà a finire. Può andare bene come obbiettivo? Ma è nella ripetizione che si vede la vera dipendenza.
Quest'anno è un po' strano, tra una gara e l'altra non riesco a prepararmi decentemente, un po' per scelta (troppe gare consecutive), un po' per eventi di varia natura e in gara mi ritrovo ad improvvisare. Ma va proprio bene così.
Vedrò di stilare quanto prima una tabella degli allenamenti, anche se manca meno di una settimana al via,  per arrivare al top della condizione sabato 1 agosto prossimo, cercando di combinare al meglio rigenerazione, stimolo allenante e di evitare assolutamente i chilometri vuoti. Come? Evitando di fare dei chilometri, così evito alla radice anche quelli "vuoti" (quelli che servono come alibi e vanno bene solo per la statistica). Per quanto riguarda l'aspetto mentale, basta mettere in Dr. Google la magica frase "preparare ultratrail in 5 giorni" e con trentamila risultati non mi posso certo sentire abbandonato al mio destino.

lunedì, luglio 13, 2015

Ecomaratona del Ventasso

Un sentiero del percorso


Domenica 12 luglio ero ai nastri di partenza della tredicesima edizione dell'ecomaratona del Ventasso con partenza e arrivo a Busana nell'Appennino Reggiano. Non sono nuovo a queste zone, ho dei bei ricordi dei laghi del Ventasso quando con la scuola andavamo a sciare, le gite dell'oratorio sulla pietra del Bismantova e vecchi amici di Castelnovo Monti e dintorni. La gara è stata un'ottima occasione per tornare a riscoprire questa splendida zona dell'Appennino e rincontrare amici di vecchia data.
Non ho mai corso un'ecomaratona, vale dire un trail che misura esattamente 42,195km con un dislivello di 2300+. In questa gara, più che la prestazione in sè, ho cercato di stabilizzare un po' la condizione in vista delle prossime gare e provato delle nuove soluzioni, tipo il singolo bastone.
Cielo terso e temperature più che estive hanno accompagnato tutta la durata della gara rendendola molto impegnativa. Al via sono partito in coda al grande serpentone colorato che ha attraversato due volte le strette vie di Busana prima di cominciare la salita verso Cervarezza. Qui, sui suoi secchi sentieri, ho mangiato molta polvere dimenticandomi di ammirare la pietra del Bismantova.
Dal profilo della gara mi sono orientato per una strategia di correre sempre almeno fino al primo ritorno a Busana e di poi usare il bastone quando sarebbe iniziato il "tirone", il ripido sentiero che porta in cima al Ventasso con i suoi 1727 metri di altezza. La prima parte si è svolta senza problemi e quando è iniziato il tirone, l'aiuto del bastone mi è stato molto prezioso. Normalmente non sono un gran amante del bosco in salita, in quanto limita la vista del panorama, ma in questa torrida giornata, la copertura degli alberi non mi è stata così sgradita. Comunque, ho trovato lo stesso il tempo per un paio di soste per ammirare il panorama dove il bosco si apriva o era assente. Sopratutto in cima al Ventasso dove mi sono fatto spiegare dai volontari del soccorso alpino le varie zone sottostanti. Sosta che mi sarà costata almeno una decina di posizioni faticosamente conquistate nella lunga salita. Ma del tempo finale e della posizione non è che m'interessasse un gran chè e così sono ripartito nella discesa in cresta di ottimo umore. Finita la discesa è iniziata una fase molto interessante di saliscendi a basso contenuto di dislivello ma ad alto livello di consumo di gambe. Una tratto che mi ha entusiasmato almeno fino alla prima caduta, dove un inciampo sulle pietre ha risvegliato crampi micidiali agli adduttori.  Crampi che sono tornati con la seconda caduta sulle solite pietre e che ha un po' allarmato i miei compagni di viaggio. Nulla di preoccupante e così sono andato avanti in tranquillità fino all'ultimo chilometro. Qui, in un cambio di pendenza, un crampo micidiale mi ha costretto al passo per qualche momento facendomi perdere di colpo una decina di posizioni a pochi metri dal traguardo. Situazione che proprio non mi è piaciuta, ma ero in una maratona e non in un ultratrail e così lanciando le gambe a tutta velocità, ho dissolto i crampi  e recuperato quasi tutte le posizioni perse, tagliando il traguardo in un ottimo 5h:40':07".
La bella sorpresa finale è stato il pranzo, completamente servito di primo, secondo, dolce, frutta e bevande per tutti i partecipanti della manifestazione, un trattamento che non ricordo di aver mai ricevuto nelle mie precedenti gare.
Posizione 88-emo su 354 e link della classifica finale.

Conclusioni: L'ecomaratona del Ventasso è un'ottima gara, che porta lo spirito della maratona nel trail, senza però il suo modo scriteriato di gestire i rifiuti, un percorso bello tosto con in più i panorami unici dell'Appenino Reggiano.



Croce Ventasso

Arrivo


domenica, giugno 28, 2015

Veistch, il double

Appena partiti
Ci sono giorni in cui si potrebbe veramente stare a casa, a rilassarsi, magari guardando una gara in moto per prendere un po' di confidenza col mezzo, in fondo i cinquanta non sono così lontani e un' Harley è già lì che aspetta. Oppure prepararsi per un ennesimo concerto serale di Wanda sulla Donau Insel. Tutti buoni propositi che alla prova dei fatti della tradizionale gara a Veitsch (54km 2060 D+) si sono sciolti come neve al sole. Così sabato 27 giugno mi sono ritrovato in un'uggiosa giornata a ritirare il mio pettorale di gara. L'input che mi ha fatto iscrivere all'ultimo momento al famoso ultra trail, arrivato ormai alla sua 29-ema edizione, è stato il breve colloquio avuto con Eigner Express prima della partenza della Mozart 100, dove gli ho chiesto di come sia partecipare a due ultratrail nel giro di sette giorni.
Non sono nuovo a queste gare seriali, ma la novità che mi mancava è quella di due ultra di fila.
Così ho precettato le mie gambe e mi sono allineato ai nastri di partenza con i migliori propositi. Dopo aver salutato simpatici personaggi come Martin, Markus e lo stesso Eigner, ho imboccato la prima salita con lo slancio dei bei tempi. Ma i bei tempi non ci sono mai stati e dopo alcuni chilometri ero già al gancio. Non era un problema astratto, del tipo mi sono preparato alla perfezione e poi magari un piccolo colpo di freddo o magari l'agitazione pregara mi hanno messo in crisi. No qui sono solo le gambe che erano stanche, stufe e doloranti. Ho potuto solo prenderne atto e continuare. La pioggia della partenza è diventata un pallido sole sopra i mille metri e così, perlomeno il meteo, ha steso un velo pietoso senza infierire con un cattivo tempo in quota. Nel primo dei tre tratti previsti ho vissuto un'esperienza nuova, vale a dire quella di essere stato attaccato da un nido di vespe inferocite, che hanno colpito più volte  sia le mie gambe che quelle del mio vicino in eguale misura (tre a tre). Niente che possa comunque spaventare due impavidi runners. L'arrivo spettacolare sulla cima Veitsch, anche in condizioni menomate, è stata ormai una prassi consolidata e sempre affascinante, sia la salita che la vista. Nella parte alta del tracciato, dove lo scorso anno ho picchiato forte in terra, sono riuscito anche divertirmi, specialmente su di un piccolo tratto ancora innevato. La parte finale, quando anche altri concorrenti hanno cominciato ad accusare dei problemi, è stata la migliore, molto vicino alla prestazione dello scorso anno. Probabilmente il fatto di vedere persone che stavano peggio di me, mi ha regalato un un po' di estate di S.Martino facendo emergere risorse insperate negli ultimi chilometri.
In gare come queste mi sono ben guardato di portarmi l'orologio, in quanto è meglio che non sappia come stia andando, specialmente quando le cose non  girano per il verso giusto. Però alla fine sono risultato solo 20 minuti più lento rispetto allo scorso anno con un tempo finale misurato di 6h:09':00" e uno percepito di circa 6h:08':59" per la 68-ema posizione finale.
Così anche la doppia Mozart100 - Veitsch, più popolare è invece la Ötscher-Veitsch, è entrata di forza a far parte del mio speciale palmares, del quale, spero, non interessi a nessuno.    
Il link della classifica finale.

Arrivo col segno due

Prima frazione, col sole
Ultimo rifornimento
Coca prima della discesa finale
Teufelsteig finito