domenica, settembre 25, 2022

2022 Swiss Peaks 360, la mia gara

Lunedì pomeriggio

Mi porto a Oberwald (Svizzera, Cantone Vallese), sede della partenza della Swiss Peaks che sono ormai tre settimane che non riesco a correre più di 3km. Non sono preoccupato più di tanto in quanto la camminata funziona e qui non credo ci sarà la possibilità di correre molto. 

La partenza, come lo scorso anno, alle ore 12 di domenica. Mi sembra di essere tornato quando ho cominciato con la corsa: fiatone, polso alle stelle, caldo e sensazione di non arrivare molto lontano. Quando supero qualcuno che sbuffa più di me comincio a tranquillizzarmi. Il primo cancello orario in uscita è alle 18:15, per me non è un problema in quanto lo raggiungo con ben 15 minuti di anticipo. Non un gran vantaggio, ma vado. Nella salita successiva, la prima impegnativa, trovo un buon ritmo, non mi pianto come lo scorso anno e, sulle ali dell'entusiasmo, raggiungo la prima base vita che sono addirittura in vantaggio rispetto al mio debutto nel 2021. Esco dalla base vita con una tale carica che nella salitona seguente mi pianto come un platano. L'alba del lunedì mattina si presenta in tutta la sua bellezza, ma non può nulla contro la mia lentezza, che, novità, non è solo in salita ma anche in discesa. In preda allo sconforto medito il da farsi e decido che, ormai, non sono più in grado di continuare. Mi tengo, però, una riserva sulla salita successiva perché magari il mio stato potrebbe essere causato dalla mancanza di adattamento in quota. Niente di tutto questo, la salita parte dai 1100 metri e non vado neanche se mi tirano. Ogni dieci minuti mi tocca farmi una pausa per riprendermi. Ormai ho deciso, in questo stato non vado da nessuna parte, non ho la condizione,  e all'arrivo della seconda vita, dopo cento chilometri abbandonerò la gara. Quando la seconda base vita diventa vicina, e così la mia fine, succede qualcosa di strano e le mie gambe cominciano ad andare in salita. Rimango sorpreso e mi chiedo se questa condizione può funzionare anche quando i gradienti sono notevoli. Sulle rampe successive provo la tenuta del polpaccio sinistro, che mi ha bloccato nelle settimane precedenti alla gara,  e in qualche modo sembra tenere bene. Arrivo alla seconda base vita di Eisten che sono solo 40 minuti in ritardo rispetto al 2021 e non posso che andare avanti. 

La tappa successiva è una di quelle che mi mette timore. Comincia con dei gradienti incredibili nel bosco, che per l'occasione è anche in fase di disboscamento con tanto di tronchi abbattuti sul sentiero. Ma è il passaggio sull' Augstbordpass quello che mi preoccupa di più. I suoi pietroni mi fanno propendere di aspettare la luce del giorno. Inaspettatamente riesco a trovare un ottimo ritmo su questo tratto. La cosa mi stupisce e riesco anche a superare diverse persone, fatto molto inusuale, specialmente in salita. La discesa scorre molto bene e riesco a recuperare terreno. Ma ho sempre molto sonno e ogni tanto faccio una pausa per dormire all'aperto qualche minuto. Su questi sentieri, contornati da Chalet molto esclusivi con splendida vista su un vasto numero di ghiacciai, un tizio che ha tutta la faccia di essere il Sign. Clooney in passeggiata con due personal trainer mi incita con un "Standing ovation per Igor" per poi scambiare qualche frase di circostanza. Vorrei chiedergli un selfie, ma se poi, invece, si dovesse trattare di un'allucinazione va a finire che faccio una foto inconcludente. Arrivo alla terza base vita di Grimentz che comincia a piovere. Alle basi vita ho sempre il mio stesso rituale. Vale a dire dormita, che è sempre sotto l'ora, doccia e mangiata per una durata di due ore e mezza circa.    

Dal caldo insopportabile dei primi tre giorni si passa alla pioggia della serata di martedì. Non un gran peggioramento, ma sulla salita alla Caban a tremila metri le nuvole e l'umidità rendono la navigazione molto impegnativa. Però con il GPS riesco a raggiungere il ristoro senza problemi, cosa che non sono sicuro dei miei soci in quanto intravedo luci sparse fuori percorso. In discesa vado molto bene ed al ristoro di Evolene sono in linea con i tempi dello scorso anno. All'uscita del ristoro, però, ho una crisi micidiale. Non vado avanti per la stanchezza e decido di dormire un attimo all'aperto anche se è notte e sta piovendo. Il freddo mi sveglia e arrivo devastato al ristoro successivo che è già giorno. Qui mi fermo in branda per due ore per cercare di rimettermi in sesto. La base vita della diga Grand Dixence la raggiungo che è quasi mezzogiorno di mercoledì. 

All'uscita mi trovo nel pezzo più bello del Grand Desert. Tratti molto tecnici che però riesco a gestire molto bene. Trascorro così una bella giornata in mezzo a scenari incantevoli prima di arrivare al ristoro di Plampro in serata. Qui decido di dormire un po', ma non ci riesco per il freddo e il rumore. Raggiungo il Col du Mille dopo una lunga e lenta salita intramezzata da una sosta in una casa privata adibita a ristoro self-service improvvisato. Non male. Nella lunga discesa successiva, all'alba del giovedì, mi abbandona la voglia di correre. Eppure è molto facile come dimostrano tutti quelli che via via mi superano. Invece di aggregarmi a loro, mi metto a dormire su una panca. Non è un gran momento, anzi, avrei proprio voglia di piantare lì e di tornarmene a casa. Il ristoro successivo, che avevo saltato lo scorso anno causando delle allucinazioni incredibili, mi rimette in sesto in vista di uno dei pezzi più difficili, vale a dire la salita della Fenetre d'Arpette con inclusa discesa. Salita infinita e discesa tosta successiva. Però arrivo al ristoro di Trient che ho ancora entrambi i bastoni e non sto male. Ho solo qualche difficoltà a trovare la giusta via per la base vita di Finhaut in quanto la traccia gps mi porta su un cantiere dove è vietato l'accesso. 

Lascio la base vita numero cinque che è notte fonda di giovedì. La salita del Fenestral, che lo scorso anno mi sembrava molto semplice, questa volta mi sembra molto impegnativa. Raggiungo il ristoro della diga di Salanfe senza un bastone, che ho spaccato cadendo almeno tre volte su un tratto molto viscido. Un altro attacco di grande stanchezza e mi tocca andare in branda per un paio d'ore. Esco che è già giorno e così mi posso gustare il paesaggio lunare di queste vie che nel 2021 non ho visto in quanto l'ho fatto di notte.  Prima di raggiungere Barme un signor temporale mi blocca in un riparo dal vento e dalla pioggia. Al ristoro quasi quasi spero in una fine prematura della gara per via del maltempo. Invece esce di nuovo il sole e devo continuare. Raggiungo l'ultima base vita a Morgins con una buona calma e recupero il bastone che ho rotto. Il meteo peggiora e mi prendo più tempo del solito prima di uscire per l'ultima tappa prima dell'arrivo al lago di Ginevra. Ormai anche il venerdì è finito e rimane a disposizione solo il sabato per arrivare al traguardo di Le Bouvret.

Per questi ultimi chilometri voglio solo gestire anche perché le gambe mi si sono gonfiate e correre mi sembra impossibile. La pioggia in se non è fastidiosa, il problema è il terreno che è diventato estremamente scivoloso. Specialmente su uno dei tratti più difficili di tutta la gara che è il Tour del Don, dove rompo il secondo bastone dei tre che ho a disposizione. All'alba di sabato ha smesso di piovere e  decido che è arrivato il momento dell'ennesimo sonnellino. Mi sistemo dietro una roccia e mi addormento all'istante. Ad un certo punto mi sento girare e mi sveglio. Quando apro gli occhi mi trovo davanti un toro a testa bassa che indubbiamente mi ha girato per accertarsi della situazione. Gli dico che ho capito e che lascio subito il suo territorio.  Nei due ristori successivi mi ritrovo in mezzo alla gara della maratona appena partita. Ritrovo un collega di viaggio della 360 dei primi due giorni che mi riconosce. Mi chiede se sono ancora in gara e gli rispondo di sì. Al che non mai visto una faccia così delusa. Lui ha abbandonato il mercoledì ed al sabato ha pensato bene di fare la maratona. Però non riesce a capacitarsi del fatto che lui andava meglio di me in salita, ma si è ritirato probabilmente perché non si sentiva all'altezza della situazione. Si, arrivare in fondo è sicuramente molto più appagante che smettere in mezzo. Con questi pensieri riesco a colmare anche gli ultimi chilometri mancanti con le gambe che ormai non si piegano più da tanto che sono gonfie. Arrivo alle 21:18 di sabato sera, due ore e quaranta prima del cancello finale, 153 ore dopo la partenza,  in mezzo ad un concerto con tutto il publico che mi dedica un grande applauso mentre la band suona come se niente fosse. Un arrivo veramente molto emozionante. 

Per concludere ho portato al termine anche questa gara . Ma è stata veramente molto dura, non tanto a livello fisico, ma a livello mentale. Il continuo confronto con la gara della scorso anno con un risultato per me impossibile da migliorare quest'anno, mi ha spesso sconfortato ed ogni difficoltà è stata un pretesto per abbandonare. Le gambe, però, anche se alla fine assomigliano più a quelle di un elefante, non me l'hanno consentito.  Torno così a casa con  la conferma di poter finire una competizione massacrante come lo Swiss Peaks 360, che col passare dei giorni comincio veramente ad apprezzare.


Risultato:

Stazione                                              Tempo di gara     Delta                   Posizione      

Départ 
00:36"
212
Hiischi
07':59"
07:24
210
Mosbode
13':56"
05:57
212
Gere
19':48"
05:52
205
Geisshitte
28':36"
08:49
215
Gonerlistafel
54':21"
25:46
214
Üerlicherblase *
1h:12':39"
18:18
Ulrichen (R)
2h:26':50
1:14:12
194
Schossmatte
4h:51:50
2:25:00
188
Reckingen (R)
5h:46:50
55:00
190
Chummefurgge
8h:56:00
3:09:10
196
Chäserstatt (R)
10h:31:00
1:35:00
192
Fiesch (BV in)
11h:51:30
1:20:30
196
Fiesh (BV out)
13h:40:00
1:48:30
161
Furggerchäller
16h:59:00
3:19:00
158
Fleschbode (R)
20h:09:00
3:10:00
178
Lengritz (R)
24h:31:30
4:22:30
179
Giw (R)
29h:04:50
4:33:20
187
Eisten (BV in)
31h:19:50
2:15:00
205
Eisten (BV out)
34h:31:00
3:11:10
189
Grächen (R)
37h:51:00
3:20:00
151
Jungu (R)
41:h41:00
3:50:00
150
Augstbordpass
45h:14:50
3:33:50
149
Bluömatt (R)
46h:54:50
1:40:00
143
Col de la Forcletta
49h:44:50
2:50:00
146
Tsahèlett (R)
50h:39:50
55:00
147
Grimentz (BV in)
52h:24:50
1:45:00
142
Grimentz (BV out)
52h:39:50
15:00 
136 (OUT inesatto, 2,30h)
Cb. des Becs de Bosson (R)
58h:53:50
6:14:00
133
Evolène (R)
62h:33:50
3:40:00
129
Chemeuille (R)
65h:28:30
2:54:40
127
Grande Dixence (BV in)
71h:03:30
5:35:00
132
Grande Dixence (BV out)
71h:18:30
15:00
104 (OUT inesatto, 2,30h)
Col de Prafleuri
76h:03:30
4:45:00
119
Grand Désert
77h:08:30
1:05:00
117
Louvie
77h:56:00
47:30
103
Plampro (R)
80h:51:00
2:55:00
121
Cabane Brunet
83h:28:30
2:37:30
116
Cb du Col de Mille (R)
88h:17:00
4:48:30
119
Prassurny (R)
93h:06:30
4:49:30
121
Fênetre d'Arpette
98h:08:20
5:01:50
117
Trient (R)
100h:53:20
2:45:00
114
Finhaut (BV in)
103h:18:20
2:25:00
117
Finhaut (BV out)
103h:28:20
10:00
92 (OUT inesatto, 2,30h)
Col de Fenestral
108h:34:50
5:06:30
107
Col d'Emaney
111h:09:50
2:35:00
109
Auberge de Salanfe (R)
114h:44:50
3:35:00
108
Col de Susanfe
117h:46:20
3:01:30
112
Barme (R)
121h:56:20
4:10:00
116
Chaux Palin (R)
125h:56:20
4:00:00
115
Portes de l'Hiver
126h:46:20
50:00
111
Morgins (BV in)
129h:01:20
2:15:00
115
Morgins (BV out)
132h:51:50
3:50:30
110
Portes de Culet
134h:14:20
1:22:30
111
Conche (R)
134h:54:20
40:00
109
Tour de Don
137h:07:10
2:12:50
114
Chalet de Blanc Sé (R)
140h:58:00
3:50:50
115
Taney (R)
144h:43:00
3:45:00
118
Lovenex
147h:02:10
2:19:10
117
Le Fréney (R)
148h:59:49
1:57:39
118
Débarcadère
153h:08:24
4:08:35
72
Arrivée Bouveret
153h:18:33
10:09
121

 

Domenica pomeriggio appena
partiti



martedì, agosto 16, 2022

Pronto per lo Swiss Peaks 2022

Anche quest'anno mi accingo ad affrontare lo Swiss Peaks 360 in Svizzera, gara non-stop da 360km e 25500 metri di dislivello positivo. La partenza sarà domenica 28 agosto 2022 alle ore 12, mentre il limite massimo per arrivare saranno le 23:59 di sabato 3 settembre.

Il recupero dalla Cape Wrath è risultato più lungo del previsto e sono curioso di vedere cosa riuscirò a combinare. Rispetto alla gara del 2021, il percorso sembra avere una modifica minima nei pressi della base vita 6 di Morgins con un paio di chilometri in meno.

Il Live della gara (mappa + tabella tempi):

https://swisspeaks.live/360live-2/#1_4F83BF

Pettorale nr: 148


domenica, luglio 24, 2022

Bad Water 135 - 2022 con il team di supporto


Rifornimento

Come nel 2019 anche quest'anno ho avuto il privilegio di poter accompagnare Christian Magadits, alias Magi, nella sua seconda avventura nella Death Valley in California (USA) per la Bad Water 135, un'ultramaratona da 217 chilometri e 4500 D+ su percorso asfaltato. Il via dal punto più basso degli Uniti (-80  m) per proseguire in direzione del punto più alto, vale a dire la cima del Mount Whitney (4421 m). L'arrivo, però, si ferma alla quota di 2536 m dove finisce la strada asfaltata (Whitney Portal). La distanza, il dislivello, ma soprattutto il clima desertico del percorso, con oltre 50 gradi alla partenza, ne fanno una delle gare più dure e ambite nell'ambito delle ultramaratone. Atleti da tutto il mondo vengono selezionati per affrontare la sfida del deserto della California.  Christian  ha impiegato 34h:51' per terminare la gara che gli è valsa la 19-ema posizione su 94 partenti (gara limitata a max. 100 atleti). 

Standing ovation per l'ultimo arrivato, il numero 77 Becker Robert che ha completato la gara entro il tempo limite di 48 ore all'incredbile età di 77 anni. C'era un altro settantenne in gara, il numero 71, che a 71 anni ha dovuto abbandonare la gara dopo diciotto ore.


Arrivo

Arrivo trionfale

Prima salita di giornata

Passaggio con le dune in sottofondo

Foto premiazione di tutto il team

Premiazione con il direttore di gara Chris Kostman

Ritiro pettorale

Prima mattina