domenica, ottobre 29, 2017

Wien Rundumadum 2017


Secondo ristoro
Terminata la mia quinta ultra stagionale sul classico percorso viennese da 130km (WRU). Col record personale di 13h:35' ho concluso il giro al 5-to posto.

Gara tosta il WRU, alla quale mi presento con la voglia di fare bene. Sono settimane che la preparo e che sento di poter fare bene. Quanto non lo so, il test nella gara sul Kahlenberg è stato catastrofico, ma quella era una gara corta, altra musica rispetto al WRU. Ritorno dopo anni ad usare l'orologio in un'ultra, sopratutto per l'ottima funzionalità di navigazione che offre il mio TomTom. Il mio obbiettivo è quello di tenere un ottimo ritmo per tutta la gara, anche perché ho bisogno di molti punti per la coppa ultra. Potrei perfino aspirare ad un podio di coppa, ma quando vedo che dovrei avere un tempo finale di almeno 13 ore, smetto di fare conti per non scoraggiarmi prima del via.

Il via alle 6 di sabato nella nuova sede vicino alla Uno City in una giornata fredda, grigia e non priva di vento. La partenza è molto tranquilla e con mia sorpresa mi ritrovo assieme ai migliori, almeno per i primi chilometri. Poi come al solito le solite accelerazioni, che però mi lasciano indifferente. Tengo un ottimo ritmo in salita e abbastanza tranquillo in discesa, mentre ai primi due ristori mi fermo solo quei pochi istanti per prendere un pezzo di pane al volo. L'acqua, invece, la recupero alle varie fontane disseminate lungo il percorso. Il percorso è molto vario, a volte pieno di fango a volte addirittura secco, evidentemente il maltempo dei giorni scorsi è stato a  macchia di leopardo.
Quando vedo il cartello dei cinquanta chilometri do una prima occhiata all'orologio e vedo che sono trascorse 5h:25' con ormai tutte le salite alle spalle. Non male mi dico, ma so bene che la gara deve ancora cominciare. Nel 2015 qui continuai con una progressione che non riuscii a tenere fino alla fine, mentre ora il mio unico pensiero è quello di tenere il ritmo.

Lungo il Liesing, il fiume di casa, raggiungo due corridori in difficoltà, il primo lo riconosco è il vincitore della prima edizione. Appena lo supero recupera energia e riparte col suo grande ritmo che non provo minimamente a tenere, un ritmo di chi è in grado di finire una cento chilometri con un sette davanti. Però dopo qualche chilometro me lo ritrovo ancora lì, e capisco che i suoi problemi non sono semplici da risolvere e prima o poi gli toccherà cedere il passo a chi come me viaggia più lento, ma costante senza fermarsi mai.

Al 70-emo chilometro arriva il momento di un ristoro personale per la prima vera pausa. Però quando arrivo al punto stabilito non vedo nessuno. Mi prende lo sconforto, non ho più nulla da mangiare e mi tocca telefonare col mio riattivato Nokia, ma nessuno risponde. Così decido per una sosta sostanziosa al ristoro del cimitero. Con mia sorpresa il mio accompagnatore ha così il tempo per raggiungermi e passarmi il materiale necessario per continuare. Si era fidato del tracking sul web e così è arrivato tardi all'appuntamento.

Anche se la sosta è stata abbastanza lunga, riparto con un ottimo ritmo così da recuperare le due posizioni perdute. Al cartello del chilometro 100 do un'altra occhiata all'orologio e vedo che ho impiegato 10h e 25'. Grosso modo prevedo tre ore e mezza per i restanti trenta chilometri, quindi sono al limite delle 14 ore. Accendo la lampada che mi mancano solo 12 km al traguardo, mai così vicino all'arrivo ed è un enorme vantaggio la navigazione alla luce del giorno.  Con l'arrivo del buio, infatti, la navigazione diventa tutt'altro che banale e raggiungo il quarto in classifica. Non è sicuro della strada e alterna accelerazioni a frenate per vedere i cartelli. Ora siamo in tre, gli altri due vogliono tenere un passo più svelto, ma finiscono sempre per starmi dietro perché non conoscono la via. Una volta raggiunto l'ultimo rettilineo da 8km sull'isola del Danubio, partono come morsi da una tarantola. Invece non faccio una piega, il rettilineo l'ho già provato in allenamento e ci vuole un attimo a saltare come una molla in preda all'incubo di quando possa finire quest'infinito rettilineo. Infatti ai 3km dall'arrivo ritrovo uno dei due soci, che però non corre la mia stessa gara, sconsolato al cammino. Lo invito a reagire, che ormai è fatta, ma dopo pochi metri di corsa, ritorna al passo camminato.

L'altro socio lo raggiungo al momento di svoltare, non perché si sia piantato, ma perché non sa bene dove bisogna girare. Appena vede la mia lampada, però, riparte a razzo per raggiungere il traguardo in solitaria. Invece mi voglio godere gli ultimi metri prima dell'arrivo nella palestra, senza stare a sprintare dopo 130 km. Taglio il traguardo in 13h:35' e rimango semplicemente stupefatto. Quando mi congratulo col quarto arrivato per il suo ottimo finale nonostante i problemi di navigazione, mi spiega che non mi ha aspettato perché vuole vincere la coppa, ed ogni minuto è fondamentale. 

Per concludere, il mio quarto WRU è stato molto diverso dagli anni passati. Lontano dal tipo di gara per passare un bella giornata sui sentieri cittadini, o nel cercare di scalare la classifica partendo da dietro. Questa volta è stata tutta all'insegna dalla ricerca del passo per riuscire a terminarla il prima possibile.

Secondo ristoro - Km 47 Gutenbacher Tor

Secondo ristoro
A pochi metri dal Check Point 1

Al traguardo

Statistiche finali


domenica, ottobre 22, 2017

Pochi giorni al via del WRU (Wien Rundumadum)

Mancano pochi giorni al via della quarta edizione del Wien Rundumadum e ormai è tutto pronto per la mia quinta, e ultima, ultra stagionale. La partenza sarà sabato 28 ottobre alle 6 sul percorso del classico giro attorno a Vienna da 130km preso in senso antiorario. Quest'anno ci sarà la novità della sede d'arrivo e partenza spostati in prossimità della ONU City, con un leggero spostamento verso ovest. Il live della gara sarà fornito, come lo scorso anno, da Legend Tracking. Dovessi fare bene al WRU, potrei avere un buon piazzamento nella coppa Ultra, ma è ancora troppo presto per fare previsioni.

Live Tracker: http://wien-rundumadum-2017.legendstracking.com/

domenica, ottobre 15, 2017

Corsa in montagna Kahlenberglauf

In discesa
Anche quest'anno non mi sono lasciato sfuggire la corsa in montagna sulle asperità viennesi del Kahlenberg. Ultimo test in vista dell'ultima ultra stagionale del Wien Rund Umadum (WRU), il giro intorno a Vienna, che anche quest'anno mi vedrà al via per la quarta volta.
Sul Kahlenberg anche questa volta sono riuscito a fare peggio rispetto agli anni passati (49':17"). Con una settimana in più dall'Adamello potevo fare un risultato diverso, ma o la preparazione del WRU sta lasciando il segno, oppure le mie gambe sono proprio bollite. Fra pochi giorni il WRU darà il suo verdetto.
Ultimi metri

giovedì, settembre 28, 2017

Terza volta Adamello Ultra Trail180





In cima al Monte Calvo dopo 27 ore di gara
Portata a casa anche l'edizione 2017. Col tempo di 44h:02':21" mi sono aggiudicato la 22-ema posizione tra gli uomini.  La classifica finale si trova qui.

Anche quest'anno ho scelto di tornare a Vezza D'Oglio per partecipare alla gara Adamello Ultra Trail (180km, 11500 D+). Lo scorso anno mi ero ripromesso di preparami a modo, con lunghe uscite in montagna e magari una preparazione in quota. Invece nulla di tutto questo, la tabella dei chilometri corsi quasi sempre a dislivello zero su percorsi perlopiù in mezzo alla città. Ma è la voglia di poter stare due giorni filati in gara, giorno e notte senza dormire in mezzo a montagne stupende, che mi ha fatto riscrivere ancora una volta. 

Il via alle nove di venerdì nella piazza di Vezza in mezzo ai bambini delle scuole e molte facce di altri corridori già viste, tutta gente che non lascia la pagina DUV imbiancata. La mia strategia di gara è molto semplice, andare con calma sulle salite, prudente in discesa e correre solo nei tratti facili, anche se prima bisogna trovarli. Invece, complice il bel tempo e ottime gambe, sulla prima salita mi ritrovo con un gruppo dal passo troppo veloce per me, ma almeno fino alla discesa, riesco a tenere. Mi chiedo se pagherò una partenza così veloce. Alla seconda salita, sulle bocchette comincio a sentire l'effetto quota con un respiro molto affannoso, ma non sono l'unico. Sul successivo traverso la fatica comincia a farsi sentire e allora decido di darmi una bella rinfrescata nel laghetto. Il sole comincia a sparire dietro le montagne e riseco a raggiungere il ristoro di Case di Viso prima di sera. Dopo nove ore la prima maratona è fatta. Sulla salita successiva verso il rifugio Bozzi a 2400 metri, accendo la lampada. Non vedo più nulla tranne un collega che prima di ripartire dal rifugio si fuma due sigarette per poi lanciarsi in discesa. A me piace molto questo tratto, la via è facile, la notte è serena e riesco a correre fino alla Malga Cadì, dove mi aspetta la classica atmosfera di festa. È il momento per ricaricare le batterie prima della salita alla città morta, che il nome è tutto un programma. In cima, un pugno di temerari mi aspetta nella tenda con temperature vicino allo zero. Scambiamo due parole e poi giù lungo la discesa ghiaccio misto neve verso la città sul passo del Tonale. Non manca molto prima della base vita di Ponte di Legno, solo qualche ristoro, in particolare quello di Vescasa. Attraverso la città di Ponte di Legno nel pieno della notte ed apprezzo la mancanza di persone lungo la strada e le piazze.

Alla base vita di Ponte so per esperienza che la gara comincia qui, quindi è come se non avessi ancora corso. La salita che segue è infinita e prima di raggiungere il ristoro successivo fa in tempo a fare giorno. Dopo aver raggiunto Pontagna in discesa sembra ritornato tutto facile, ma è solo una piccola illusione. La salita sul monte Calvo è un qualcosa che faccio fatica a dimenticare. Mi sembra di salire lungo una pista da motocross, solo infinitamente più lunga. Il verticale successivo verso la Piana dei Morei infligge alle mie gambe il resto e così mi ritrovo senza più la possibilità di affrontare le salite in modo dignitoso. In quelle successive, non meno impegnative, di Aviolo e del passo Gallinera il panorama allevia il mio stato fortemente depresso. Dopo il controllo al bivacco, arriva la sorpresa della discesa, che non è bella stabile come lo scorso anno, ma è franata facendomi rimpiangere la salita. In un momento imprecisato del tardo pomeriggio di sabato raggiungo l'agognato ristoro di Stain. Mi chiedono come sto, rispondo che sto male e il dialogo finisce. Dopo due piatti di pasta riparto speranzoso millantando che sarebbe stato meglio che mi fossi ritirato, ma non credo neanche ad una parola di quello che dico. Il ritorno alla corsa arriva improvviso ed inaspettato nella discesa successiva. In un attimo arrivo a Edolo e ormai so che dopo la salita del Mortirolo l'arrivo è praticamente fatto. È una salita lunghissima e per le mie gambe durissima, ma finalmente raggiungo la Malga Mola. Qui mi concedo un lungo ristoro per affrontare al meglio le ultime ore di corsa. All'uscita in piena notte a stomaco pieno mi coglie una crisi di sonno micidiale, in fondo non ho ancora dormito. Avrei voglia di sedermi, ma non cedo alle sirene che mi vogliono far fermare. Così passa anche questa e arrivo al lago del Mortirolo con un temporale imminente.

Esco dal rifugio per gli ultimi diciassette chilometri senza giacca, mi avvertono che piove e sarebbe meglio che la mettessi. Vado come l'uomo che non deve chiedere mai, ma dopo duecento metri sono già fermo a coprirmi. Pioggia torrenziale, tuoni e fulmini danno un senso al mio ultimo allenamento fatto in settimana in condizioni simili. Però ho freddo alle gambe e alle mani e fino a quando non raggiungo, a pioggia terminata, il fuoco del Pianaccio, ultimo avamposto prima della picchiata finale verso Vezza, non mi sento troppo bene. La discesa finale è come ogni anno molto veloce dove neanche l'oscurità e l'umidità la riescono a rallentare. Neanche il bovino che si è piazzato in mezzo al sentiero ci riesce. Arrivo sulla piazza di Vezza che l'orologio della torre suona le cinque, mai così presto, mai così sereno. Prima di questa gara avevo in mente per il futuro altre competizioni, ma ora, invece, non vedo l'ora di partire, fra un anno, per la quarta volta.

Partenza

Partenza venerdì ore 9
Verso cima Rovaia, 20 min dopo lo start


Salita finale cima Rovaia dopo circa 2h di gara

Aviolo, dopo 32 ore di gara
Premiazione


Il video ufficiale della gara:


domenica, settembre 17, 2017

Ultimi giorni prima di Vezza D'Oglio

La mia seconda partecipazione all'AUT 180 non è
passata inosservata. In cima Rovaia col numero 75
Mancano pochi giorni alla mia partenza per Vezza D'Oglio e non posso far altro che pensare a questa citazione che mi calza a pennello: "NELLO SPORT, nei periodi di maggiore intensità dei carichi di allenamento, specialmente in vista di gare importanti, alcuni atleti lamentano sintomatologie dolorose localizzate nel tratto lombo-sacrale.".
In ogni modo, mal di schiena o meteo catastrofico che sia,  non vedo l'ora di tornare sui sentieri dell'Adamello il prossimo venerdì 22 settembre.   
All'inizio della stagione avevo messo questa gara in cima alle mie priorità, ma l'andamento della stagione mi ha fatto propendere più per gare corribili, che, da uomo della pianura, sono molto più semplici da preparare e magari posso anche fare dei risultati migliori. Come se alla mia età i risultati fossero importanti. Però dopo il mio forfait, causa forze maggiori, alla Business Run di Vienna, partire all'Adamello 180 mi sembra il minimo.  

domenica, settembre 03, 2017

Verso l'Adamello: Vienna Trail e Rax





Sul percorso del Vienna Trail
Nel percorso di avvicinamento all'Adamello Ultra Trail 180 del prossimo 22 settembre, dopo la serie di tre ultra filate da 420km, mi sono concesso un intermezzo su gare più brevi e veloci.

La prima, il Vienna Trail, su un percorso attorno alle colline viennesi di Cobenzl, mi ha messo subito alla prova con la tenuta delle mie gambe su velocità alte in percorsi lontano dall'asfalto. È stato un ottimo punto di partenza per ritrovare freschezza nelle gambe. Posizione finale 63-emo sul numero record di 235 finisher.

La seconda gara è stata quella sulla Rax  sul percorso denominato Extreme. Percorso già affrontato lo scorso anno, con una mia prestazione tutt'altro che convincente. Quest'anno le condizioni sono state l'opposto, temperature in cima ad una singola cifra, ma soprattutto un'umidità molto fastidiosa dovuta alla nebbia. La Rax Extreme presenta un tipo di percorso molto vario, discesa iniziale veloce, poi salita mista a rampe e serpentine fino alla porta nella roccia che spesso mi costringono al passo. Una volta in cima, il percorso diventa molto simile ad una gara di cross con continui saliscendi da correre sempre. In questa seconda parte ho ritrovato una buona gamba che mi ha permesso di recuperare posizioni perse durante la salita al passo. Almeno fino a quando la nebbia non mi ha fatto propendere nel rimanere assieme ad un altro corridore per non rischiare di uscire dal percorso in maglietta a maniche corte. 18-ema posizione finale in 2h:09', e quasi dodici minuti meglio dello scorso anno, mi hanno fatto ritrovare il feeling con questa gara.

Bivio Vienna Trail Run

Rax: passaggio alla porta di pietra



Nebbia sulla Rax

lunedì, agosto 07, 2017

Dirndltal Extreme Ultratrail 2017

Al check point 5

Tornando sulle tracce del Pilachtal ho corso per la quarta volta il DIRNDLTAL EXTREM Ultratrail, terza ultra stagionale. Con un tempo di 16h:04' mi sono assicurato il sesto posto finale e la fibia ufficiale.
Ottima conduzione di gara nella parte centrale, ma rallentata nella parte finale per problemi di stomaco.

La classifica completa si trova qui.

CP 3

CP 3
Premiazione

verso il CP4

CP 5
CP 3