martedì, agosto 21, 2012
Ferragosto sul Vioz
Ci sono momenti nella vita di un corridore dove si ha voglia di provare qualcosa di diverso, di finire qualcosa lasciato in sospeso molto tempo fa, di fare un viaggio nei ricordi. Per unire queste attività, ho pensato che sarebbe stato bello tornare a tentare di scalare il monte Vioz, come avevo provato molti anni fa senza riuscirci. Così da poter correre su e giù per montagne che da molto non vedo più e cercare di riconoscere luoghi in cui ho trascorso le mie estati quando ancora non avevo quindici anni. Contatto Beach, che, entusiasta, si dice disponibile ad affrontare la salita assieme a me e Umberto, il 16 agosto. Data la mia lontananza dalla Val di Sole in trentino, decido di raggiungere Fucine già il giorno prima dove pernotto nell'albergo Garnì Zanella. È il giorno di ferragosto sono in Italia e mi concedo una bella passeggiata lungo il torrente Noce, un po' per vedere la strada che dovrò affrontare, un po' per riconoscere posti già frequentati, come la mitica casa rosa di Don Giosuè. Per abbinare anche un po' di corsa alla scalata, decido di partire da Fucine per raggiungere, di corsa, i miei due amici che mi aspettano al Doss dei Cembri. La strada per arrivarci è semplice, seguo la ciclabile fino a Cogolo, poi prendo la statale fino a Pejo. Lì passata la chiesa e riempito la riserva d'acqua, seguo il sentiero 105, passo per il cimitero Austro-Ungarico e salendo arrivo fino alla malga Saline. Da lì proseguo lungo un sentiero che arriva al Doss, dove i miei due soci mi stanno aspettando. Ora in tre, dopo una breve rinfrescata, proseguiamo al passo per il rifugio Vioz a quota 3535 metri, dove trascorreremo la notte. Il meteo non è un granché, anzi dopo qualche minuto ci imbecchiamo in un temporale. Per fortuna abbastanza innocuo. Dopo una leggera pioggia, il cielo si schiarisce e con qualche sosta raggiungiamo il rifugio senza nessun problema. Ora relax e attesa fino al mattino dopo. La notte in quota non è molto riposante, ma quando è ancora buio, siamo già fuori. Con una temperatura vicino allo zero, un vento forte e le prime luci dell'alba partiamo verso la cima vera e propria. Lo spettacolo della montagna è splendido e dopo aver scattato qualche foto, passiamo in rassegna entrambe le cime del Vioz, la prima contrassegnata da una croce, la seconda da un piccolo parallelepipedo. Quando il sole è già in pieno possesso del giorno, cominciamo a scendere in tutta tranquillità fino al Doss. Poi con l'aiuto degli impianti raggiungiamo Pejo fonti per un meritato ristoro. Ultima fatica di giornata, il rientro a Breda Cisoni dove Caligola ha già in pugno la situazione con i suoi 36 gradi di caldo africano. I dati del mio Garmin sono qui.
Caratteristiche del percorso
Partenza: Fucine (Trento) 970 slm
Arrivo: Rifugio Vioz quota 3535 slm
Distanza: Circa 23 km, di cui di corsa circa 18km fino al Doss dei Gembri e 5km di salita fino al rifugio.
Tempi: Uscita da 6h:40, di cui 2h:40 di corsa.
Dislivello positivo: circa 2560 metri
Secondo giorno arrivo in cima Vioz a 3645 slm e discesa rifugio-Doss in poco meno di 3h.
Equipaggiamento
Scarpe mizuno wave rider 14, non adatte al tratto dal rifugio alla cima, ma usate per problema fascite plantare.
Zaino Salomon S-lab XA 12 Litri, ottimo per correre in montagna, camel back da 1,5L e spazio sufficiente per un minimo di ricambio (felpa, pantaloni, giacca a vento, maglietta, guanti e cappello). In caso di pioggia ho usato un sacchetto per tenere dei vestiti asciutti. Ho usato, in salita, manicotti e cavigliere tipiche dei ciclisti come complemento alla maglietta e pantaloncini corti.
venerdì, luglio 13, 2012
Hohe Wand, corsa in montagna e stop
Sabato 30 giugno unisco la voglia di fare una bella gita in montagna con tutta la famiglia e la voglia di partecipare ad una gara per me inedita, quella sul monte Hohe Wand, non lontano da Vienna. Una specie di pietra Bismantova, anche se sopra ci sono i boschi e non sempre si può vedere lo splendido panorama sulla valle. Al via mi presento dopo una settimana senza allenamenti, in quanto ho un dolore al calcagno, penso sia una fascite plantare. Alla partenza ci sono i soliti trenta gradi e passa, tipici di questa insolita calura estiva. La gara è di 6.5km per un dislivello di 650 metri. Nel riscaldamento, riemergono i dolori al piede e uno stato generale di stanchezza dovuta ad un periodo molto intenso. È bello avere l'illusione di avere un stato di forma che aumenta sempre, partecipare a molte gare e praticare allenamenti intensi come se nulla fosse. Ci pensano, però, gli infortuni a spegnere subito queste illusioni. Al via cerco di imbrogliare il fisico partendo davanti, ma ben presto devo rallentare. Mi stupisce il fatto che nel tratto intermedio piatto non riesca a cambiare ritmo, rimanendo imballato, per me una novità. Al ristoro mi concedo una pausa per rimettere le idee a posto e ripartire nel tratto ripido da affrontare al passo. Qui mi sorprendo col fatto che riesco a tenere un buon ritmo, superando anche qualche concorrente. Una volta raggiunta la cima, la breve discesa conclusiva mi rimette di buon umore così che riesco anche a recuperare qualche posizione per arrivare in solitario. Una gara in montagna è sempre bella. Alla fine arrivo 25-emo, anche se molto dietro in categoria con un tempo di 47'. Il panorama che si gode all'arrivo ripaga di tutta la fatica fatta per arrivarci e regala un senso di pace. Ora però è arrivato il momento di prendere un pausa. Correre gare senza allenamento non ha un gran senso, il fisico e la mente esigono un po' di riposo. Anche perché è arrivato il tempo delle vacanze e quest'anno sarò sullo splendido mare greco dell'isola di Corfu. I dati del mio Garmin si trovano qui
sabato, luglio 07, 2012
Mezza maratona a Baden
La corsa non è come giocare a scacchi. Non bisogna scervellarsi ad ogni mossa, ma spesso basta partire col proprio ritmo e tenerlo fino alla fine. Oggi sono a Baden, dove sto per partire per la mezza maratona della città. Fa caldo, molto caldo, ma non mi disturba. Una settimana dopo le fatiche di Lackenhof sul monte Ötscher, ho voglia di fare una corsa su strada per divertirmi. Incontro alcune facce note che saluto e poi via che si parte. Sono abbastanza inchiodato, ma voglio andare con calma, tenere il mio ritmo per poi approfittare dell'alta temperatura per finire bene. A Mörbisch avevo perso brillantezza alla fine proprio a causa della temperatura. Il percorso è un circuito cittadino, con molte curve e anche un po' di saliscendi, da percorrere sei volte. Dopo tre giri, comincio a sentirmi bene e provo ad incrementare un po' l'andatura. Le sensazioni sono davvero ottime, mente e gambe vanno di pari passo e non è difficile recuperare posizioni, specialmente nella parte in pendenza. Al penultimo giro, atleti che hanno già finito la corsa dopo tre giri, ma ancora col pettorale, corricchiano lungo una traversa e mi confondo. Li seguo ma mi accorgo che la strada non è quella giusta, devo tornare indietro. Uno sbaglio di percorso che mi fa venire voglia di finire a tutta, con l'ultimo giro fatto a ritmo da 10K. Al traguardo arrivo veramente in palla, peccato che non ci sia ancora qualche giro da fare. Dopo un 1h:32' finisce la mia gara, è il mio migliore risultato sulla distanza. Un risultato davvero inaspettato, ma è la dimostrazione di quale sia la carica che viene dal finire una gara come un'ultra maratona in montagna. La classifica finale si trova qui, mentre i dati del mio Garmin qui.
sabato, giugno 23, 2012
Ultramaratona del monte Ötscher
Sono ormai tre ore che sono in gara e le energie si stanno esaurendo. Manca ancora molto all'arrivo e sopratutto domani c'è ancora un'altra tappa molto dura da percorrere. Cosa faccio?
Sono questi i pensieri che mi accompagnano durante la gara del monte Ötscher. Il venerdì 15 giugno 2012 mi presento in bici a Lackenhof all'ostello dove alloggiano molti atleti. In camera con me, trovo altri due corridori alla loro prima esperienza in questa gara. Mi piace il clima che si respira nell'ostello, ci si scambiano esperienze e si ha la possibilità di conoscere atleti molto forti. Al via ci presentiamo tutti puntuali alle nove di sabato mattina dopo un'abbondante colazione. Non so bene come affrontare la gara, ma il motto, almeno al via, è quello di partire piano. 50km in percorso montuoso con più di 1800 di dislivello ad una temperatura di circa 30 gradi, non son uno scherzo. Ci sono tre salite principali con altrettante discese. Sulla prima rimango coi freni tirati, sulla seconda invece mi lascio prendere dall'entusiasmo e cambio passo. Mi ritrovo dopo trenta chilometri nel canyon o come qui si chiamano i Gräben, abbastanza davanti, ma la forza che avevo nei primi trenta chilometri mi sta lasciando inesorabilmente.
Lo conosco questo stato e non c'è nulla da fare, bisogna pensare solo a difendersi e di trovare il modo di arrivare in fondo. La corsa diventa passo e le soste ai ristori si allungano, devo alimentarmi molto senza sollecitare troppo lo stomaco. La mente però, nonostante le gambe piantate e piene di crampi, è serena. Il posto dove sto correndo è fantastico e tra un accenno di corsa e l'altro mi butto nel torrente per trovare un po' di rinfresco tra lo stupore di molti turisti. Finisco la prima tappa con un bel sprint finale in discesa in 6h:16' e dopo la prima tappa sono 71-mo.
Ora si tratta di recuperare le energie che sono finite da un pezzo. Non ho dolori particolari, solo che le gambe sembrano inchiodate. La giornata prosegue con massaggi e cena. Il secondo giorno ci aspetta la salita del monte Ötscher con passaggio sulla cresta in arrampicata libera, la tappa regina. Le gambe durante il riscaldamento, anche se non fanno male, non vanno. Parto allora in fondo e piano per vedere come evolve la situazione. Ben presto entriamo nel bosco dove tutti vanno al passo. Qui provo un passo veloce per superare un po' di concorrenti. Mi riesce all'inizio, ma poi devo calare. Ad un certo punto il bosco finisce e comincia la roccia. La fila di persone che arriva fino alla cima è impressionante, faccio fatica a credere che devo andare fino a lassù.
In questo pezzo perdo molto tempo, dimostrando di capire poco di arrampicata. In cima le cose cambiano, qui comincia una discesa molto tecnica e difficile dove riesco a trovare un buon ritmo. Arrivo al traguardo sotto le tre ore in 2h:55', che fanno 9h:11' totali che mi valgono il 50-mo finale, tra i 106 partenti iniziali. Provo una grande soddisfazione, sono riuscito a terminare una gara che fino a qualche mese fa credevo fosse per me una chimera.
Si conclude così uno splendido week-end passato nei pressi monte Ötscher. In questa gara sono andato oltre la distanza della maratona, sperimentando nuovi tipi di terreno. Ho capito quanto sia importante, per riuscire ad arrivare fino in fondo, l'aspetto mentale nella gestione della gara. I dati del mio garmin si trovano qui.
lunedì, giugno 11, 2012
10 km a Bruck an der Leitha
Sabato 2 giugno mi presento a Bruck an der Leitha, un piccola cittadina vicino al lago di Neusidl am See, per la quarta gara della Coppa Ost. Coppa che per una strana coincidenza di eventi, mi vede al comando dopo tre gare nella categoria M40. È un po' come nel calcio, quando dopo tre giornate al comando della classifica si trovano squadre come il Siena o il Palermo, che poi a fine campionato fanno fatica a salvarsi. Vedremo se alla fine, dopo le otto gare previste, riuscirò a stare coi primi. In questo periodo le gare di coppa mi interessano poco, il mio allenamento è concentrato sull'ultramaratona del 16-17 giugno. Però dopo molte uscite lunghe e lente, una bella gara veloce sul piano non fa sicuramente male. Al via c'è anche mia figlia, che ha voglia di gareggiare anche lei, su una distanza ridotta. In gara ho l'intenzione di viaggiare ad un buon ritmo e di finire in accelerazione, il contrario di quello che faccio di solito nelle gare corte, vale a dire partire forte e cercare di tenere fino alla fine. La tattica mi riesce, anche se poi si sviluppa una gara in solitaria. I più veloci vanno via subito poi, anche se riesco ad incrementare il ritmo nell'ultimo terzo di gara, non riesco più a recuperare posizioni. La tenuta di forza è ottima, visto il terreno che, anche se pressoché piatto, è per la metà ghiaioso e bagnato. Alla fine risulto 21-emo, nono di categoria, con un buon 40':59", con i dati del mio garmin qui.
martedì, maggio 08, 2012
Welschmarathon: la maratona del Welsch-Riesling
Sabato 5 maggio la sveglia è alle 4:40, perché così presto? Perché devo andare nel sud della Stiria, vicino al confine con la Slovenia per partecipare alla maratona Welschlauf. La gara si svolge tra le montagne della strada del vino, con partenza, per i maratoneti, a Wies e arrivo a Ehrenhausen. In auto arrivo alla stazione del bus navetta che dal traguardo mi porta alla partenza. Già sul pulmann si possono intravedere le strade da percorrere e il pensiero è quello di quanta strada ci sarà da percorrere, con delle belle salite. In ogni modo la distanza di ogni maratona è sempre quella: 42,195 km. Qui però ci sono delle salite da fare, 1440 metri di dislivello secondo l'organizzatore. A Wies, c'è già pronta la banda, che suona il suo repertorio. Qui incontro gli miei soci della mia società sportiva. Loro correranno, oltre che singolarmente, anche per la speciale classifica dei gruppi, dove il tempo viene preso sul quinto arrivato della squadra. In tutto la società ha iscritto due gruppi da cinque e due solitari, tra i quali ci sono io. Foto di rito e via che si parte sotto uno splendido sole, a mezzogiorno ci aspetteranno 25 gradi senza nuvole. L'ambiente è veramente molto bello, piccole strade asfaltate con saliscendi in mezzo ai boschi e vigneti. In queste valli la risorsa principale è la produzione vinicola di qualità, così come il turismo legato all'agricoltura. Questa manifestazione è un grande evento pubblicitario per tutta la regione. Ogni paese toccato allestisce il banchetto del ristoro, una doccia volante e magari qualche elemento musicale. I miei soci partono forte, vogliono fare un gran tempo, mentre io voglio fare un buon allenamento in vista di giugno e capire quanto posso tenere su salite e discese distribuite su più di quaranta chilometri. Fino al km 14 viaggio nelle retrovie al ritmo di 5:30, poi quando la strada comincia a salire, provo un cambio di marcia. Mi sento molto bene e riesco a recuperare molte posizioni e tutti i miei soci. La mezza maratona della settimana scorsa con trenta gradi mi ha fatto capire come si corre col caldo, vale a dire cappello sempre in testa, non saltare neanche una doccia per togliersi il sale dalla pelle, bere gatorade, acqua sulla testa e non mangiare nulla per evitare problemi allo stomaco. In discesa cerco di non forzare, almeno fino al km 35, per riuscire ad andare meglio in salita. Il passaggio più difficile è lo strappo che arriva dopo una lunga discesa, il cambio di pendenza inchioda le gambe. L'arrivo a Ehrenhausen dopo 3h:40 e più di mille metri di dislivello positivo, in mezzo a tutto il pubblico e speaker, è fantastico. Poi doccia freddissima e mangiata sotto il tendone con tutti gli altri soci, che tra l'altro hanno vinto la classifica dei gruppi. È un'interpretazione diversa della classica maratona piatta e veloce, dove si cerca di fare il proprio personale, ma è un modo di fare festa con la gente e la cultura di una regione, passando una bella giornata di sport. La classifica finale si trova qui, i dati del mio garmin qui.
sabato, maggio 05, 2012
Mezza maratona a Mörbisch
Sabato pomeriggio 28 aprile è arrivata l'ora di partire. Arrivo alla stazione di Meidling con la bici, il biglietto ce l'ho già e non mi devo preoccupare di quando arriverò, ho già avvisato che arriverò tardi al ritiro del pettorale. Parto per la terza tappa, sulle otto in programma, della Ost-Cup (Coppa dell'Est) manifestazione che ho deciso di portare fino in fondo. Questa volta vado in Burgerland, al confine con l'Ungheria, precisamente a Mörbisch, un piccola cittadina turistica sul lago di Neusiedl dove mi aspetta una mezza maratona. Il tempo è pesantemente estivo, sopra i trenta gradi con un vento caldo da sud e cielo senza nuvole. Il treno non mi porta fino a destinazione, ma scendo in un paese vicino che dista tanto quanto Viadana da Breda Cisoni. Ho preso su la bici apposta. Una volta sceso a Wulkaprodesdorf, con l'aiuto del gps, riesco a trovare la giusta strada pedalando perlopiù controvento. Il percorso si snoda in mezzo alla campagna piena di colza in fiore, su una dolce collina, attraverso una strada dismessa, che la via dei Campetti al confronto sembra un bigliardo. È la via della cortina di ferro, direttamente lungo il confine con l'Ungheria. Del filo spinato e delle mine non è rimasto nulla, ma solitamente le strade campagnole della regione sono molto più agevoli. Quando ancora sedevo sui banchi di scuola a preparare l'esame di maturità, qui, i tedeschi della Germania dell'Est, dopo un lungo viaggio, trovavano un buco nella cortina nel quale passare per raggiungere poi la Germania dell'Ovest. Chissà quante storie di persone in fuga, alcune tragiche, sono racchiuse in queste colline. Ora queste vie sono percorse dai guardia caccia, paisan, cicloturisti o chi come me si deve presentare alla partenza di una gara podistica. Alla partenza mi accorgo che ho dimenticato il cardiofrequenzimetro, così faccio la mia prima gara a sensazione. Conoscendo qualche podista e sapendo più o meno che ritmo fanno decido di seguirli e vedere come si evolve la situazione. Fa un gran caldo, si parte col fresco delle 15:30 e molti dopo un po' si ritirano. A me va bene fino al quarto e ultimo giro, qui perdo la scia giusta e rimango solo controvento perdendo energie e velocità. Un vento micidiale, saranno contenti quelli che, dall'altra parte del lago, stanno svolgendo i campionati di windsurf. In ogni modo, alla fine riesco a tenere la decima posizione assoluta, mai così avanti in una mezza maratona, con un tempo di 1h:40', un po' lontano dal mio primato, ma anche il primo classificato ha finito in 1h:24', sicuramente dieci minuti in più di quanto aveva previsto. Oggi non era proprio un meteo da primati personali. Dopo una rinfrescata ho ancora energie per prendere la bici e tornare alla stazione, la mia gita pomeridiana finisce qui, al distributore delle bibite.
La classifica generale si trova qui
lunedì, aprile 23, 2012
Sulla giusta strada
Dopo aver passato un periodo tribolato con qualche infortunio, pollini e una condizione approssimativa, eccomi entrato in una fase dove il corpo comincia a rispondere agli stimoli della mente che vuole allenarsi. L'impegno principale sarà orientato alla ultra maratona del monte Ötscher, il prossimo 16 e 17 giugno. Per arrivarci in una condizione tale da poter finire la gara, sto portando avanti un allenamento adatto. Per esempio sabato scorso ho effettuato un'uscita da due ore e venti su un percorso collinare e domenica ho partecipato ad una gara su strada. Questo per adattarmi allo sforzo intenso distribuito su due giorni. La gara alla quale ho partecipato era la Run15 che si correva qui a Vienna, su un pezzo di strada che è stato teatro della maratona due settimane fa. Le gambe girano bene, così durante gli 8 km della corsa sono riuscito a tenere un ritmo medio da 3:54 con sprint finale a 198 battiti, il mio polso massimo, che mi ha garantito la posizione 17, la quinta di categoria.
sabato, aprile 14, 2012
Punto della situazione
Archiviata la maratona di Barcellona, non voglio perdermi l'appuntamento di Fischament e, come l'anno scorso, abbino la gara sui diecimila e visita ai mercatini pasquali in bici. La differenza è che se l'anno scorso era estate, quest'anno è inverno. Ad un certo punto si sono visti i classici fiocchi di neve. In barba al freddo mi presento alla partenza in maniche e braghe corte. Parto e arrivo costante, riuscendo a stare sui tempi dell'anno scorso, non male, e alla fine arrivo diciottesimo con una media di 4:09 al km.
Ora guardo avanti. Dopo una pausa a Breda con allenamento lungo il canale Bogina e allenamento alternativo a calcio, ora inizia una fase cruciale della preparazione. Il prossimo 5 maggio sono iscritto alla maratona collinare nella Stiria, una 42 chilometri con 1440 metri di dislivello. Giugno segnerà, invece, il mio debutto nella ultra in montagna, la maratona del monte Ötscher. Saranno 70 km con 3000 metri di dislivello distribuiti su due giorni di percorso alpino.
giovedì, marzo 29, 2012
Maratoneta a Barcellona
Il 25 marzo ho trascorso uno splendido week-end a Barcellona, nel quale ho partecipato alla maratona e visitato la città, che è molto interessante. Nei giorni precedenti alla corsa, non mi è sembrato che la città fremesse per l'evento, anzi, a livello sportivo, il calcio dei blaugrana oscura tutto il resto. Il giorno della gara, però, mi sono dovuto ricredere, la città è entrata in sintonia con i corridori. Alla partenza eravamo quasi in 20000, un record. Complice il cambio di orario e la partenza alle 8:30, sono uscito dall'hotel che era ancora buio. Molti "residui" erano ancora in giro e cercavano un posto per rifocillarsi un po' e con loro ho fatto colazione in un supermarket aperto 24 ore non stop gestito da asiatici. Con il mio amico Edi mi sono presentato ai nastri di partenza in piazza di Spagna, che per l'occasione aveva tutte le fontane accese. Lo start è stato imponente, siamo partiti sulle note dell'inno di Barcellona 1992, sotto una nevicata di coriandoli, un via veramente spettacolare. L'obbiettivo di giornata è stato quello di arrivare al traguardo tranquillamente. Così ce la siamo presa comoda e siamo arrivati dalle parti dello stadio. Qui ho risposto per le rime, suscitando una risata generale, al tipo che in questo punto ha urlato "forza Milan". Il percorso si è svolto in gran parte lungo strade molto larghe, senza macchine sia in movimento che posteggiate, anche se spesso erano vie periferiche. L'altimetria non è stata molto elevata, ma è stata ricca di piccoli saliscendi, che, uniti al caldo, potevano creare dei problemi. Il bello di questa maratona è stata, senza dubbio, la partecipazione del pubblico. Bastava urlare "animo", che gli spettatori ti rispondevano subito chiamandoti per nome, incitandoti con "vamos", "animo" e "vinga". I suonatori di tamburi, poi, contribuivano a dare una carica aggiuntiva. A livello sportivo non c'è stato molto da dire, ho scelto di correre costante e di godermi il percorso in serenità, con lo scopo di ridurre il più possibile i tempi di recupero post maratona per tornare presto in forma per le prossime gare. Verso il trentesimo chilometro, il mio socio ha aumentato l'andatura per cercare di stare sotto le 4 ore, allora l'ho affiancato e l'ho aiutato a tenere il ritmo giusto per finire nel tempo desiderato. Alla fine abbiamo fatto segnare un 3h:59:22, un tempo da perfetto pacer. Nel dopo gara, c'è stato tutto il tempo per riempire le riserve di energia svuotate, con un ricco menu di cucina catalana. Il dettaglio del mio gamin si trova qui, mentre il dettaglio della classifica qui. Animo!
giovedì, marzo 15, 2012
Pronti per Barcellona, o quasi
La settima prossima trascorrerò un lungo week-end a Barcellona, dove il 25 marzo correrò la maratona. A livello di corsa, il 2012 è partito molto bene, con ottime gare di cross e buone sessioni di allenamento. Purtroppo a livello fisico non ho tenuto l'impatto con le numerose gare ad alta intensità nell'arco di poche settimane. Così si è sviluppato, pian piano, un fastidio al ginocchio che è poi diventato un dolore non trascurabile, con tanto di stop e visita dall'ortopedico. L'infiammazione al ginocchio sembra dovuta ad un sovraccarico del quadricipite della coscia destra, che presenta uno squilibrio con la muscolatura posteriore del bicipite femorale. Uno squilibrio derivato da uno strappo muscolare rimediato a giocare a calcio anni fa, che è guarito male. La terapia ha dato ottimi risultati, così dal primo marzo ho ripreso, con calma, a correre, con l'obbiettivo di poter partire il 25 marzo a Barcellona. La condizione di dicembre ora non c'è, probabilmente in Catalogna farò la gara come un allenamento, in vista delle prossime gare primaverili ed estive. Ho già in mente un paio di gare, specialmente in giugno, dove vorrei debuttare nella mia prima "ultra" in montagna, ma per questo c'è ancora tempo. Ora vamos!
domenica, febbraio 12, 2012
Cricket Cross terza gara
Anche oggi 12 febbraio, non ho potuto resistere alla tentazione di partecipare alla terza gara del Cricket Cross, su di un percorso completamente innevato e con una temperatura vicino alla doppia cifra sottozero. Il tg direbbe che Vienna è sotto la morsa di un freddo polare, con i fiumi ghiacciati e morti per il freddo ovunque. In realtà è il solito inverno che si è fatto vivo solo a febbraio e cerca di recuperare il tempo perso. È anche l'occasione per testare la tenuta della mia e-bike, che, nonostante il freddo, riesce senza problemi a portarmi alla partenza. Nonostante un cielo terso, molti meno atleti si presentano al via rispetto alle prime due gare, in tutto siamo una decina. Per questo, abbiamo l'onore di essere presentati ad uno ad uno dallo speaker che commenta la gara. Un privilegio che di solito è dovuto ai soli atleti più forti. Il percorso è completamente innevato, scelgo le scarpe da trail ad alto profilo, anche se so che non fanno molto bene al mio ginocchio dolorante, ma ho bisogno di grip. Alcuni usano gli spikes, ma gli ho visti anche scivolare. Al via si parte con il classico sparo, con i primi due giri che sono accompagnati da un dolore tremendo al ginocchio. Penso al ritiro per non peggiorare la situazione, ma il dolore, così come è venuto, se ne va al terzo giro. Bene, così riesco a raggiungere e staccare un concorrente e lottare fino all'ultimo per la sesta posizione. La tattica non mi riesce fino in fondo in quanto vengo raggiunto e superato a tre giri dalla fine, anche se riesco a tenerne la scia. All'ultimo giro, però, non riesco a tenere la sua progressione e alla fine devo mollare accontentandomi della settima posizione, con tanto di primo podio stagionale nella categoria M40. I dati del mio garmin sono qui, la classifica finale qui.
domenica, gennaio 29, 2012
Cross Cup al Prater, gara due
Anche oggi mi presento al centro sportivo Cricket Vienna dove si corre la seconda gara della coppa invernale di cross. Non ci sono gare parallele nei paraggi e, nonostante la temperatura sottozero col vento, molti più atleti si presentano al via. Il percorso è uguale a quello della prima prova, riesco anche a riconosce alcune facce incontrate due settimane fa. L'obbiettivo di giornata è quello di migliorare la prestazione fatta nella prima prova, nonostante un fastidio al ginocchio che mi tiro dietro da un po'. Fastidio dovuto alle nuove scarpe, che sono si belle e scontate, ma non si adattano al mio stile di corsa sollecitando troppo il ginocchio. Un dolore che prima compariva dopo la corsa, ma che poi è comparso anche durante. Il ritorno alle vecchie scarpe ha migliorato la situazione. In questi casi bisogna veramente andare sempre nei negozi specializzati e farsi consigliare il tipo di scarpe che meglio si adattano al proprio stile, lasciando perdere i saldi invernali delle grandi catene, che guarda caso, hanno sempre in offerta le calzature che ti infiammano i legamenti. Poi sarebbe bello che i modelli di scarpe rimanessero di più sul mercato, invece ogni volta bisogna provare dei nuovi modelli e sperare che vadano bene. Alle 12 in punto, la pistola dà il via con uno sparo. Parto coi primi, ma con un ritmo un po' troppo elevato. Al terzo giro mi raggiunge un corridore della mia categoria, provo a stare un giro con lui, ma devo mollare, mi mancano dieci secondi al km. Così proseguo in solitaria fino al traguardo, mantenendo un buon ritmo che mi fa arrivare col tempo di 38:40, dodici secondi meglio della prima prova, confermando il quarto posto di categoria, il terzo di fila. I dati del mio garmin sono qui, la classifica finale qui.
lunedì, gennaio 16, 2012
Cross al Prater
Domenica 15 gennaio ho partecipato alla mia seconda gara di cross, una campestre vicino allo stadio del Prater, che si vede sullo sfondo nella prima foto. Interessante il fatto che, contemporaneamente, a circa 300 metri di distanza, si è svolta un'altra gara podistica su asfalto. Il numero dei partecipanti non lascia dubbi sulle preferenze dei corridori: più di 600 iscritti alla corsa su strada, circa 100 iscritti per tutte le categorie del cross. Per quanto mi riguarda, la scelta è caduta sulla campestre più lunga, quella di 9350 metri, che si è svolta presso il centro sportivo Cricket Vienna. In questo complesso si allenano i giovani talenti che si dedicano all'atletica leggera. Per loro, la gara di cross è un appuntamento fisso. Così al via della gara lunga ci presentiamo in una ventina, pronti per affrontare il circuito da percorrere nove volte. Il percorso è fatto di rettilinei sul prato, delle serpentine sconnesse nella boschetto e dei piccoli dossi da percorrere in contropendenza con buche a piacere, il classico terreno pesante. Il terreno è comunque asciutto. L'obbiettivo di giornata è quello di non arrivare ultimo, in quanto la concorrenza è fatta perlopiù da giovani atleti che corrono in pista con in aggiunta qualche master che lo è stato. In questo contesto, i neofiti podisti sono veramente merce rara. In gara parto veloce, anche troppo e dopo due giri mi assesto sul mio ritmo che mi porta fino al traguardo in quattordicesima posizione, quarto di categoria con una media di 4:08 molto buona. Nella mia categoria, il primo e il terzo hanno concluso la loro seconda corsa di giornata. Entrambi sono riusciti a correre la gara qui vicino di 7km, partita due ore prima, arrivando anche secondo assoluto. Non contenti si sono presentati alla mia gara di cross per arrivare primo e terzo di categoria.
In ogni modo la gara di cross mi piace molto e ogni tanto correre coi più forti ti fa capire che c'è un abisso tra chi come me corre per hobby e chi corre per vincere le gare. La classifica finale si trova qui, i dati del mio garmin qui.
domenica, gennaio 08, 2012
Tempo di cross
Oggi ho partecipato alla mia prima gara di cross nel qui vicino Prater, che non è quello della grande ruota o dello stadio, ma quello intitolato ai lavoratori della vecchia fabbrica di pietra: il Böhmischer Prater. Una specie di dopolavoro, un centro ricreativo creato sulla falsa riga del parco di divertimento del Prater più di 150 anni fa dai lavoratori stranieri della monarchia, che abitavano nel mio stesso distretto. Oggi vi si trovano molte attrazioni per i bambini più piccoli e le famiglie, come lo spettacolo dei burattini. Veniamo alla corsa. Sabato casualmente, il mio allenamento è andato a finire nei pressi del percorso gara, però, non sapendo bene il tragitto, sono andato sulle salite sbagliate. Il percorso di oggi si svolge su un circuito sterrato, di circa 800 metri scarsi, con salita finale sul prato, da compiere sei volte. Alla partenza arrivo in e-bike, abbastanza bagnato da una pioggia che va e viene. Il tipo che raccoglie le iscrizioni è il factotum organizzativo e deve fare tutto da solo, anche se sembra cavarsela molto bene. I pettorali sono riciclati e vanno restituiti, niente pacco gara, niente chip per misurare il tempo, solo un cronometro manuale, ristoro self service, però premi per ogni podio di categoria. Questo tipo di gare mi piacciono, oltre al carattere famigliare della competizione, mi ricorda tanto i "baracon" di quando giocavo a bocce, quei "garini" che si facevano in mezzo alle gare più importanti. E qui come allora nessuno vuole perdere, ma si vuole tornare a casa con qualcosa in mano. Al via siamo in 30, ma ce ne sono alcuni che vanno molto forte. Al primo giro spiano la salita e mi trovo in quarta posizione. Un numero che non impressiona i due che mi seguono, in quanto sanno bene che la salita bisogna farla sei volte. Nei giri successivi mi rimane così nelle gambe e alla fine arrivo sesto, quarto di categoria con un tempo di 18:28, a poco più di un minuto e mezzo dal primo. Il cross, o come si chiamava ai tempi delle medie "corsa campestre", mi piace, lo riproverò sicuramente al prossima occasione. La classifica ufficiale si trova qui, mentre i dati del mio Garmin qui.
martedì, gennaio 03, 2012
2011 ultimo atto: la corsa di San Silvestro
Il 31 dicembre, a Vienna, è un giorno particolare, la città si riempe di turisti provenienti da tutto il mondo, bancarelle di fuochi artificiali vengono allestite così come quelle dei portafortuna. I portafortuna sono dei piccoli gadget, spesso di cioccolata che gli austriaci si scambiano il nuovo anno. Anch'io a mezzanotte ne ho ricevuti un paio, ma questo è un altro tema. In questo giorno, la città mette in scena un grande spettacolo per festeggiare il capodanno e questo piace alle gente che viene a trascorre qui qualche giorno. Per quanto mi riguarda, il 31 è il giorno della corsa di San Silverstro, una corsa che mi vede iscritto per la terza volta consecutiva. La corsa è veloce, 5,3 km attorno al centro lungo il suo anello, il ring di Vienna. La giornata è splendida, sole e cielo terso. Alla partenza mi presento in e-bike e assieme ad altri 3600 partecipanti aspetto la partenza. Lo start viene dato da miss Austria e con fare spedito mi porto abbastanza davanti. Passo davanti al teatro dell'opera, al parlamento, al municipio e lungo il canale del Danubio. Qui giro a destra e arrivo al traguardo, che è anche la partenza, salutando un grande pubblico, con lo speaker che riesce anche a pronunciare perfettamente il mio cognome. Alla fine arrivo 99-esimo, 20-esimo nella mia categoria col tempo di 20:44, personale sulla distanza. Mi rimane il tempo per una bella vasca in duomo, in mezzo ad una miriade di stranieri, prima del pranzo dell'ultimo dell'anno. La classifica finale si trova qui, i dati del mio garmin qui. Questa è la mia ultima gara del 2011, ora c'è tempo per gli auguri di un felice anno nuovo.
mercoledì, dicembre 14, 2011
Maratona di Reggio Emilia sotto le 3h e 30
Domenica 11/12/2011 ho terminato la mia quarta maratona a Reggio Emilia. Il viaggio comincia giovedì 8, giorno di festa, parto in treno ad un orario indecente, da Vienna direzione Breda. È la prima volta che col treno passo dalla parte di Innsbruck e appena diventa chiaro mi trovo davanti ad uno splendido paesaggio innevato. Neve che però finisce presto e a Bolzano il paesaggio ritorna sul marrone. A Breda Cisoni mi aspetta la parte più difficile della preparazione, vale a dire resistere a pranzi, cene, feste di compleanno e aperitivi vari. In qualche modo riesco a superare anche quest'ultimo scoglio. Così domenica mattina parto di buon ora in macchina da Breda Cisoni alla volta di Reggio. È ancora buio e quando arrivo in città trovo subito un posteggio e a ritirare il pettorale nel palasport sono uno dei primi. Nel riscaldamento mi accorgo che devo partire dietro, le gabbie sono già piene e il posto è poco. La cosa non mi piace affatto e mi aspetto una partenza affollata. Decido così di lasciare partire tutto il gruppo e di mettermi staccato in fondo al plotone, prolungando il riscaldamento fino a maratona iniziata. Dopo tre minuti dal via, parto ultimo, staccato, tra l'ovazione del pubblico e speaker. Non sono ancora partito ed ho già il mio momento di gloria. Sembra di essere arrivati primi, un'esperienza fantastica che mi fa anche dimenticare di schiacciare lo start del mio Garmin. Partendo dietro, non ho nessun riferimento sul rimo da tenere, che dovrebbe essere intorno ai 5' al km, ma perlomeno il serpentone è in movimento. Nel circuito cittadino non è molto difficile tenere la velocità, moltissimi dietro sono partiti più forte del ritmo che volevano tenere, almeno questo è il tono dei commenti che sento. Alcuni nella ressa finiscono a terra, un corridore sembra messo male. Lasciato il centro, si parte verso la campagna e la strada è in leggera salita. In questa fase sto' attento a non esagerare col ritmo, cercando di gestire le energie. Nei pressi di Montecavolo trovo qualche strappo, ma rimango prudente, niente spianata. Poi scendo fino al passaggio della mezza. Qui passo in 1:44:52 e sono convinto di avere il giusto ritmo per stare sotto le 3:30, mi sento bene. Nella mia precedente maratona di Graz avevo sbagliato proprio in questo tratto, aumentando troppo l'andatura e pagando lo scotto nel finale. Viaggio in scia e smetto di superare, il 25-30 sarà il mio stint più lento. La strada perlopiù scende, ma trovo ancora qualche strappo ammazza gambe. Al km 30 trovo traffico e salto il rifornimento dei sali, mentre mangio qualche pezzo di banana. Al km 34 mi sorprende il mio fans club che mi incita alla grande, scattandomi la foto qui a fianco. Gli amici che mi incitano mi danno una grande carica. Al ristoro successivo mangio della cioccolata e sulle ali dell'entusiasmo, cambio passo su un piccolo pezzo di sterrato, terreno che conosco benissimo nei miei allenamenti. Le sensazioni sono ottime, gli ultimi chilometri sono in crescendo. Il sottopassaggio del km 38 è una formalità e al ritmo di 4:33 al km arrivo nei pressi del traguardo dove mi lascio andare in uno sprint da 192 battiti. Non riesco a raggiungere i palloncini azzurri del pacer delle 3h:30 per un pelo, ma il real time dice che finisco in 3h:26:25, quasi 7 sette minuti in meno rispetto al mio personale segnato due mesi fa. Senza pacer, con un Garmin partito dopo qualche minuto, su un percorso nervoso, sono riuscito a fare la mia migliore maratona. La gara non finisce certo con la medaglia al collo, che oltretutto ricevo nei denti, ma ha uno squisito e piacevole seguito a tavola. La classifica finale si trova qui, mentre i dati del mio garmin senza il primo km qui
domenica, novembre 27, 2011
Gara di 10 km verso Reggio
Oggi ho partecipato ad una gara di beneficenza organizzata dal mio nuovo club Freunde des laufsports. Una gara di 10km al Prater, su un circuito di 2,5km da percorrere 4 volte. Questo era il mio ultimo test agonistico prima della maratona di Reggio. La tabella degli allenamenti prevede una gara di questo tipo due settimane prima della maratona, citando che non ci si deve aspettare grandi tempi per via della preparazione alla maratona. Alla partenza mi sono presentato in e-bike, e con una temperatura vicino allo zero ho deciso di mettermi in maniche corte per provare il tempo. Sono riuscito a tenere un buon ritmo appena sotto i 4 minuti al km per tutta la gara, così da staccare un tempo di 39:52, 1 minuto e 8 secondi meglio del mio personale ufficiale fatto lo scorso giugno. Al Prater si corre su un bigliardo e con una temperatura bassa è molto più semplice correre velocemente. Nella classifica finale sono risultato quarto e secondo nella classifica dei quarantenni, alla quale ho partecipato per l'ultima volta da trentenne. Altro podio di categoria quindi, questa volta sul secondo gradino.
Curioso, il personale dei diecimila che passa dai 40 ai 39 e l'età dai 39 ai 40. I dati della corsa del mio garmin si trovano qui.
lunedì, novembre 14, 2011
Maratona del tricolore
A Reggio Emilia il prossimo 11 dicembre 2011 si correrà la maratona del tricolore. Io sono iscritto, ma senza difendere i colori della bandiera italiana, come si vede nell'immagine qui a fianco, bensì quella austriaca. Da poco, infatti, mi sono iscritto ad una società di atletica qui a Vienna Freunde des Laufsports, gli amici della corsa. Fornendo i dati di questa società al momento dell'iscrizione, mi ha fatto diventare, senza volere, austriaco. Interessante è il fatto che quando gareggio qui in Austria, sono invece italiano. Straniero ovunque insomma.
Comunque l'allenamento procede al meglio, dopo la mia ultima gara in montagna a Ybbsitz, ho messo da parte le competizioni per sfruttare al meglio gli allenamenti. Oggi, per esempio, c'era la mezza maratona del patrono di Vienna. Non ero iscritto, ma durante il mio lungo domenicale, sono andato fino al percorso di gara per correre assieme ai partecipanti qualche chilometro.
venerdì, ottobre 28, 2011
Corsa a Ybbsitz, arrivo in baita
Oggi 26 ottobre è festa nazionale in Austria, quindi vacanza. Per festeggiare a modo sono andato a trovare una corsa in montagna, precisamente a Ybbsitz. Se il nome del paese è impronunciabile, la sua dimensione è, per contro, molto semplice da assimilare. Più o meno come metà della Breda, però Ybbsitz fa comune. Questa corsa in montagna chiude la stagione della baita di Prochenberg, dove è situato l'arrivo. Dicono che questa baita sia la più vecchia di tutta l'Austria, magari dopo qualche brulé ci si può anche credere. La corsa è lunga 7 km con un dislivello di 700 metri, un 10% abbastanza costante. Il via lo da il sindaco in persona. A me piacciono questo tipo di gare, perché è possibile scovare posti che altrimenti sarebbe difficile conoscere, a meno ché siano di grande attrazione turistica. E quando un posto diventa meta dei turisti, poi succede come a Sabbioneta, ma questa è un'altra storia.
Rimaniamo su Ybbsitz, il paese è ad un'ora e mezza di macchina, così per non sprofondare nella monotonia di una guida lungo barriere insonorizzanti che costeggiano tutto il tragitto, nonché una lotta impari contro la selva degli autovelox, decido di prendere il treno. Il treno a Ybbsitz non passa e allora prendo su la bici per colmare "l'ultimo miglio" dalla stazione più vicina e, visto l'orario di partenza, anche da casa mia alla stazione. Alla fine della giornata saranno una settantina di chilometri passati in sella alla bici per trasferimenti vari, una sorta di duathlon self service. Alla partenza mi presento bello bagnato fradicio, ma dopo il riscaldamento smette di piovere e corro all'asciutto. La gara è pressoché una salita costante e continua, senza strappi terribili, prima su asfalto e poi su strada battuta, la cosiddetta "cavdagna". Gli avversari non sono molti, ma molto agguerriti, che conoscono a memoria la salita e sanno come gestire al meglio le forze. Io vado per il mio passo e alla fine manco i primi venti posti per sole due posizioni. In categoria sono decimo, questa volta il gruppo dei quarantenni è molto forte ed è suo anche il primo posto assoluto. All'arrivo ci aspetta tè caldo e fette di torte fatte in casa, come da vere corse paesane. Immancabile la classica griglia di wurstel e premiazioni fatte dalla proprietaria della baita. Poi scendo ed ho la possibilità di gustarmi con calma, lo splendido paesaggio dai multi colori autunnali. La classifica finale si trova qui. I dati del mio garmin qui.
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