martedì, agosto 06, 2013

Dirndltalextrem è fatta!

Primi chilometri
È fatta! Ho terminato la mia prima gara sopra i cento chilometri in montagna. Ho impiegato 18h:51' per percorrere i 111km con i suoi 5000 metri di dislivello e 3 punti di qualificazione UTMB. Posizione finale 23.

L'avvicinamento



L'avventura inizia venerdì pomeriggio, dove in un gran caldo decido di portarmi a Ober Grafendorf in treno. Il viaggio da Vienna non dura neanche un'ora, ma è particolare il tratto St.Pölten - Ober Grafendorf con la Mariazell Bahn. Una linea ferroviaria privata piena di storia, lenta ma caratteristica.
A Ober Grafendorf trovo subito il centro del tennis, dove ci sono, oltre al bar, i letti per dormire. La camerata è piena, ma col caldo che fa, la metà degli ospiti deciderà di dormire all'aperto. L'organizzatore, Gerhard, in costume tradizionale, mi saluta personalmente così come tutti gli altri corridori. Il ritiro del pettorale è una formalità. Ora devo decidere cosa lasciare ai vari check-point. Gli altri concorrenti hanno una sacca col proprio nome, io rimedio qualche borsa e col pennarello ci scrivo sopra il mio nome. Decido che al CP3 (punto di controllo 3) cambierò le scarpe, al CP5 la maglietta, così come al CP8. Puntuale alle 17 comincia il briefing e alle 18 il pasta party con i classici spaghetti alla bolognese.
Il resto della serata passa velocemente scambiando impressioni con gli altri corridori. È sempre bello sentire i pareri e le storie di altre gare. Alle 23 vado a dormire, la sala è molto calda, il condizionatore abbastanza rumoroso e dormire risulta problematico.

La partenza



Alle 4:30 viene servita la colazione, è il privilegio di chi ha deciso di dormire qui. Alle 6 è tutto pronto per la partenza. Si prospetta una giornata di sole, caldo record con massime intorno ai quaranta gradi, ma senza temporali. Al via siamo in 54, ma il traguardo lo vedranno solo 41 corridori. Nel mio zaino porto con me acqua, gps con la mappa del percorso e barrette. Dopo la partenza nessuno vuole dettare l'andatura, così il ritmo è molto basso e mi trovo nelle prime posizioni. Il sole è ancora all'orizzonte e le montagne sono dolci. È un vero piacere correre in queste condizioni.
La mia tattica di gara è: andare tranquillo, non sbagliare mai strada e pensare sempre e solo al prossimo checkpoint. La via è marcata bene dai segnali verticali bianchi e blu, mentre sull'asfalto con le scritte verdi. Tutti gli altri segnali vanno ignorati. Sono però contento di aver portato con me il mio gps (Garmin GPSMap 60CSx) con la carta e i punti di ristoro, sbagliare percorso può succedere in ogni momento. Al CP1, dopo aver fatto bucare la mia carta, riparto subito. Verso il CP2 le pendenze cominciano a cambiare e qui finisco l'acqua. Dopo una breve pausa per riempire la sacca, riparto col morale alto. Per ora ho trovato solo salita su strade facili, correndo quasi sempre. Più avanti il profilo cambierà molto. Ho deciso di correre i primi tre CP con le scarpe da gara su strada (Mitzuno Ronin 5), non una gran scelta sopratutto perché le mie scarpe di ricambio (La Sportiva CLite 2) sono un numero più piccolo. Prima del CP3 incontro il primo pezzo single track con una discesa molto tecnica. Qui il vincitore di giornata mi supera per la prima volta, saranno in tutto tre volte, mostrandomi come si scende a razzo. Al CP3 arrivo col sorriso sulle labbra e cambio le scarpe. Chiedo la mia posizione e alla risposta sento che sono settimo, dico che ci deve essere un errore. Nessun errore, ora c'è un pezzo semplice in discesa e poi svolta a destra per la prossima salita. Qui non vedo la svolta e proseguo sbagliando strada. Uno sguardo al gps per constatare amaramente che devo tornare indietro. Con le nuove scarpe non mi trovo bene e comincio a sentire la fatica.

Il gran caldo



Arrivo al CP4 in solitaria che è quasi mezzogiorno, il caldo è torrido e ho perso una sola posizione. La salita al Pichl verso il CP5 la svolgo in un silenzio surreale. Ora sono al passo, nessuno in giro, perfino l'ombra non si fa vedere. Un rumore lontano di una motosega mi riporta sulla terra, è il segno che esistono ancora gli esseri umani. Vedo una fontana, mi avvicino e scopro che è piena di birre. È il ristoro speciale di Joe, partito col numero 1. Mi rinfresco un po' ma lascio le birre, alla fine però saranno quasi tutte vuote. Ora mi supera di nuovo il vincitore di giornata imprecando di aver sbagliato strada. Trovo il tempo di un bagno in un laghetto. Mi risupera per la terza e ultima volta il primo arrivato. Ha perso ancora la retta via ed ha una rabbia addosso che ha deciso di recuperare tutti andando a vincere. Il destino vuole che vincerà solo perché il secondo arrivato sbaglierà strada negli ultimi cinque chilometri dopo una gara perfetta.
In solitaria raggiungo il CP5. Qui mi prendo tutto il tempo per recuperare le energie perdute. Intanto arrivano molti altri corridori.

Le salite più dure e crisi



Riparto assieme ad altri due e al passo affrontiamo la salita verso Eisenstein. Grandi pendenze, ma il passo è buono. Al CP6 sento che sono un po' in debito rispetto agli altri due e decido di affrontare subito la difficile discesa, tralasciando la minestra e una bevanda ghiacciata. Un brutto errore in quanto dopo pochi minuti mi pianto con senza più energia. Qui mi trascino dove gli altri corrono a manetta. Sono in piena crisi. Sbaglio di nuovo strada non vedendo una svolta che avrebbe visto anche Bocelli. Riesco ad arrivare in cima all'Hohestein, CP7 km74, prima delle 18. Ma qui debbo rimanere fermo per almeno mezz'ora per recuperare le forze, cercando di tenere un aspetto decente per non far preoccupare troppo gli aiutanti della gara. Ma non devo avere proprio un bell'aspetto visto che in due arrivano subito a sincerarsi delle mie condizioni. Riparto dopo aver mangiando un panino con lo speck e bevuto un radler. L'incitamento che mi viene dato è "ormai è fatta, manca solo una maratona". La discesa che segue è in teoria molto facile, ma non riesco a correre. Quando finisce la discesa entro nel torrente che segue la strada a rinfrescarmi un po'. Ci vado con le scarpe e le calze. Un paio d'ore dopo i miei piedi saranno così molli, fradici e completamente bianchi da impedirmi di nuovo la corsa. Intanto però la rinfrescata mi fa bene e riprendo a correre.

La rinascita e la nuova crisi



Mi sento nuovo. Al CP8, dopo 83km di gara, mangio e riparto di slancio, però mi dimentico che avevo dei vestiti da cambiarmi. Qui riconosco anche l'organizzatore del Lainzer Tiergarten Trail e mi dice che mi vede bene. Gli spiego che è perché mi sono allenano a modo nella sua gara. Mi risponde che allora l'organizzerà anche il prossimo anno.
È quasi buio ma la voglia di correre non manca e in poco tempo arrivo al CP9. Ora devo viaggiare con la lampada frontale in piena campagna dove la via è segnalata con le trekking light. Bello spettacolo. Siamo in tre ad affrontare una delle ultime asperità. Si comincia con un pascolo pieno di mucche che slinguazzano le trekking light. Al CP9, però, mi sono fermato troppo poco e dopo qualche minuto comincio a sentire la fatica. Non riesco più a correre, sia in discesa che in pianura, così rimango solo. Mi fanno male i piedi. Ogni due minuti guardo il gps e il checkpoint è sempre lì. Mi sto muovendo? Finalmente arriva il CP10. Sono le undici passate. Ora mancano solo 8,5km al traguardo e mi prendo tutto il tempo necessario per riprendermi. A questo punto non mollo di sicuro e sono sicuro di poter correre di nuovo. Purtroppo un socio che è da un'ora disteso su un prato, decide di salire in macchina e abbandonare. Non ce la fa più, dice. Gli chiedo se è sicuro, lui dice di si e sale in macchina. Bevo l'ennesima coca cola e sono pronto per ripartire. So di poter correre nonostante i piedi mi facciano un male cane. L'acqua e le scarpe strette li hanno ridotti proprio uno straccio.

Non mi fermo più



Una breve salitella asfaltata, una discesa piena di buche e poi gli ultimi 4km sono su una ciclabile completamente dritta. Sembra infinita, ma corro. E forte, quasi da raggiungere un altro concorrente. Aveva detto che non riusciva più a correre, ma invece, come me, va che vola. Ci dividono pochissimi secondi, ma non guadagno, anzi perdo, e allora mi tocca mollare, a lui i miei complimenti all'arrivo. Alla fine il fotografo, che sta già andando a casa, mi scatta un paio di foto con il traguardo lì a pochi metri. Alle 0:51, dopo quasi diciannove ore dalla partenza, taglio il traguardo in una grandissima atmosfera di festa. Splendido. Incredibile se penso che sono sui piedi da stamattina alle 6 percorrendo più di centodieci chilometri con cinquemila metri di dislivello positivo. Un chilometraggio che mai sono riuscito a percorrere neanche in una settimana. Eppure un passo dopo l'altro, senza aver paura del babau, sono arrivato. La carica della gara è da non credere.
Dopo la doccia rimango al traguardo per festeggiare chi arriva dopo di me, scambiando qualche impressione con gli altri corridori già arrivati. Alle 4:30 ne mancano solo tre, ma qui vado a dormire.
L'appuntamento è per il prossimo anno.


A pochi metri dal traguardo

giovedì, agosto 01, 2013

Pronto per il dirndltalextrem



Da mesi sono iscritto alla seconda edizione del Dirndtal Extreme Ultramarathon ed ora è arrivato il momento di partire. Vado nel Pielachtal, destinazione Ober Grafendorf, ad una settantina di km da Vienna. Ritiro pettorale, breefing e sistemazione in branda. Sabato 3 agosto la gara partirà alle 6. Sono 111 i chilometri da percorrere e 5000 i metri di dislivello positivo. Avrò il tempo per contarli.

martedì, luglio 09, 2013

Lainzer Tiergarten Trail




Domenica 7 luglio decido di partecipare all'unico trail viennese: la corsa intorno al Lainzer Tiergarten nella parte ovest della città. Il trail si snoda su un circuito di circa 24 km e con 660 metri di dislivello positivo. Il giro è alla sua 25-ema edizione. Secondo l'organizzatore, che è lo stesso del cross al Böhmische Prater, è anche l'ultima. Sarà vero? A questo giro non vi ho mai partecipato e se davvero fosse l'ultima, almeno questa volta non posso mancare. La partenza si trova davanti ad un centro commerciale. Pochi metri più avanti si è già nel bosco. Il percorso lo conosco almeno per la metà. Al via mi presento, come faccio di solito in questo periodo, con lo zaino carico e in bici. Ho anche un nuovo gel da provare. Al via ritrovo facce conosciute, come Helmut, compagno di stanza a Lackenhof sul monte Ötscher, Olda e Nenad. Almeno fino alla prima salita, ci scambiamo opinioni sulle varie gare fatte dall'ultima volta che ci siamo visti. Dopo due chilometri di gara cambio ritmo e rimando i discorsi per il fine gara. La giornata è calda e soleggiata, la riserva d'acqua che mi porto appresso mi fa molto comodo. A metà gara ho già finito la scorta. I ristori sono merce rara e quando incontro una fontana decido di fermarmi per riempire la sacca del mio camel bag. Perdo un paio di posizioni, ma con ancora un'ora e passa di corsa da affrontare è meglio andare sul sicuro. Una scelta corretta, in quanto riesco a recuperare le posizioni perse e a raggiungere altri corridori nel finale. Ho provato anche a correre molto in salita, ma appena i quadricipiti mi vanno in acido lattico, perdo molto di più se non fossi andato al passo. Nel finale siamo in tre e tiro la volata agli altri due, anche se poi alla fine, è più forte di me, sprinto lo stesso per recuperare almeno una posizione. Alla fine sono 29-emo, col tempo di 2h:09':16", non male per come si è svolta la gara. Però ci sono ancora nove minuti da limare per entrare nel club leggendario di chi porta la maglietta con il motto "Il giro del Lainzer Tiergarten sotto le due ore". Alla fine il classico ristoro col mestolo dal secchio della bevanda isotonica e i saluti agli altri soci prima di darci l'appuntamento alle prossime gare. Olda, che oggi ha vinto, Helmut e Nenad saranno il 21 luglio sul Grossglockner per la famosa corsa in montagna. Io invece al mare, quest'anno in Croazia.

La classifica finale qui, i dati del mio Garmin qui.

martedì, luglio 02, 2013

Veitsch 54km/2000+, la gara


Sabato 29 giugno è il giorno dell'ultra maratona sul monte Veitsch. Mi iscrivo, nonostante una preparazione precaria, in quanto voglio fare un buon allenamento in vista del dirndltalextrem e provare diverse cose in assetto da gara, come l'alimentazione, la corsa con lo zaino e l'equipaggiamento.
Al mattino presto salgo in macchina con Michele e assieme andiamo a Veitsch per ritirare il pettorale e pacco gara. Michele è anche lui un italiano che lavora qui a Vienna ed ha una grande passione per la montagna. Oggi vuole correre la gara assieme a me adattandosi al mio ritmo. La giornata non è calda, ma il sole è splendido e il cielo è senza nuvole. La gara è un circuito di 54 km, pressoché tutta sterrata e sale fino alla cima del monte Veitsch a 1862 metri. Lo speaker, alla partenza, annuncia che sulla cima più alta ci sono nuvole e 2 gradi. In gara partiamo quasi per ultimi, la mia strategia di giornata è andare con molta calma sulle salite e spingere magari in discesa a partire dal km 40, sempre che tutto sia in ordine. La mia più grande preoccupazione è un dolore al tendine d'Achille sinistro che credevo ormai superato, ma che in settimana si è ripresentato. Al primo checkpoint del km 17 arriviamo sotto le due ore. Il panorama è molto bello e qui cambio la maglietta. Riparto e, poco dopo, tra una chiacchera e l'altra, inciampo su una radice e paff, volo a terra. Niente di grave, solo bello infangato ma devo stare più attento nel bosco.
In cima al monte Veitsch arriviamo dopo una salita molto ripida, poi inizia una discesa molto tecnica e impegnativa. Un po' il freddo, un po' la quota, un po' il dolore al tendine, ma qui perdo quasi contatto col gruppetto della salita. Riesco a rifarmi sotto quando la discesa diventa più semplice. Al secondo checkpoint del km 33, arriviamo dopo quattro ore abbondanti. Ora manca solo una mezza maratona, ma con molta più discesa rispetto alla salita e il morale è alto. Qualche salita tosta c'è ancora, ma di correre in quei tratti non se ne parla. Al chilometro quaranta tutto bene, tranne qualche fastidio allo stomaco dovuto alle diverse prove di diversi gel e barrette che ho voluto effettuare. In una ripida discesa lascio andare molto le gambe, troppo, perché poi nell'inaspettata salita successiva un crampo mi blocca completamente. Per fortuna passa subito e mi rimetto al passo. Nell'ultima discesa scendiamo di buon ritmo, ma veniamo lo stesso superati da altri due corridori coi quali ci siamo scambiati spesso le posizioni. Corridori che però si piantano all'ultimo chilometro, quando la strada spiana. A me capita a pochi metri dal traguardo, però Michele mi tira per la volata finale e indisturbati fermiamo il cronometro sulle 6 ore e 30 minuti, due ore e trenta dopo il primo arrivato. C'è tempo per una rinfrescata sotto il tendone e per cena siamo di nuovo a Vienna. Rimane la soddisfazione di una splendida giornata passata in mezzo alle montagne che magicamente scaccia tutti i dolori incontrati per strada. I dati del mio garmin sono qui, la classifica finale qui.








venerdì, giugno 28, 2013

Veitsch Ultra



Domani sabato 29 giugno si parte di buon mattino per Veitsch, dove correrò l'ultra montana in programma. La condizione? Potrebbe essere migliore se tutti i tendini funzionassero a modo, ma non si può avere tutto.
La settimana scorsa mi sono sciroppato una gara di 5 chilometri con trentadue gradi. 28-emo posto in 19':37", personale sulla distanza.

lunedì, giugno 17, 2013

Ritorno alle gare

Dopo qualche settimana di riposo e allenamento alternativo, ho ripreso ad allenarmi in modo intenso. Domenica è stata la volta del ritorno alle gare a Siegenfeld nel Wappenlauf, gara già affrontata due anni fa. Al via mi presento in bici in quanto voglio mantenere la tipologia di allenamento domenicale: bici - corsa - bici. Al via ho già 1h:20' di bici nelle gambe, salite incluse. Parto tranquillo nella pancia del gruppo. Il percorso è un misto di sterrato, bosco e asfalto con 220 metri di dislivello su 10,4km. La gara procede bene, riesco a superare molti corridori in discesa, ma sopratutto anche in salita. Una novità per me in questo 2013 molto tribolato. Segno che l'allenamento collinare delle ultime settimane sta dando i suoi frutti. Alla fine un ottimo sprint finale mi regala la posizione 26 con un tempo di 46':56", di qualche secondo inferiore a quello di due anni fa in cui mi ero piantato sull'ultima salita. La fatica della gara non è molta e così, dopo aver salutato qualche nuova conoscenza, risalgo in sella sulla via di casa. I dati del mio Garmin sono qui.
Questa prova positiva mi ha dato lo stimolo definitivo per iscrivermi all'ultra del 29 giugno sul monte Veitsch. Per me sarà un'altra gara preparatoria, questa volta con 54km e 2300 metri di dislivello positivo, al Dirndtal Ultra.

In questo splendido video, girato il 6 giugno 2013(si giugno non gennaio), un antipasto della salita più impegnativa al monte Veitsch.


Veitsch Attack from stephan mantler on Vimeo.

lunedì, giugno 10, 2013

Allenamento


Dopo qualche settimana di travaglio passate perlopiù a praticare sport alternativi, ecco che ho ripreso a correre in modo continuo. I tendini non mi hanno lasciato in pace, ma ora sembra arrivato il momento di riprendere.
Con giugno inizia la stagione delle corse in montagna e così passerò i prossimi due mesi nel cercare di migliorare la mia precaria forma in vista della prossima Dirndltal Extrem una corsa da oltre 111km in montagna, alla quale sono iscritto da tempo. Il mio obbiettivo sarà sicuramente quello di portare a termine la gara.
Il mio allenamento attuale si svolge pressoché su terreni collinari, uso molto la bicicletta, i pattini e la palestra, questo per non forzare troppo gli arti inferiori. La salita abituale è l'Anninger, sulla quale sto notando dei miglioramenti. Un altro aspetto che sto provando è l'alimentazione in gara. Di solito, quando corro la maratona, non mangio per eliminare alla radice i problemi di stomaco. Ma in questa gara, che sarà presumibilmente di oltre venti ore, non potrò permettermi di stare senza mangiare. Sto provando diversi tipi di gel, ma faccio molta fatica a digerirli. Con le barrette, invece, va meglio. A breve tornerò, finalmente, a gareggiare e lì avrò indicazioni più chiare del mio stato di forma.