Con la gara del Wien Rundumadum anche quest'anno la mia stagione volge al termine. Non avrò tempo per una lunga pausa in quanto il prossimo 7 gennaio sarò a Trieste al via della Corsa della Bora S1 Ipertrail, ma per questo ci sarà spazio nei prossimi post.
Come dicevo, il bilancio di quest'anno 2021 molto particolare non mi sembra affatto male. La statistica DUV dice che ho gareggiato 656Km, un numero per me molto buono e che, anzi, poteva essere anche record personale di km se non mi fossi piantato a Ponte Di Legno nell'Adamello ultra trail. Ma andiamo con ordine.
Inizio l'anno con una serie di gare cancellate e rimandate all'anno successivo. In questo periodo la voglia di abbandonare il mondo delle gare ultra è molto forte. Uscite ridotte, nessuna gara in vista, semplicemente altri interessi mi hanno portato a guardare oltre la corsa vista nel contesto competitivo. È rimasta l'attività settimanale minima, ma, tranne che fare contento il medico di famiglia, non mi fanno andare lontano, specialmente nelle ultra. Quando è arrivato il rinvio della gara in Scozia (nuovo tentativo nel 2022), sono stato quasi sul punto di farmi rimborsare i soldi e finire la carriera qui. Quello che poi me l'ha impedito è stata l'iscrizione allo Swiss Peaks, l'unica gara ultra nelle Alpi che si è disputata nel 2020. Questo mi ha fatto ritornare la voglia riprendere a "girare in giostra". Non sono certo il tipo che trova la condizione attraverso l'allenamento, ma ho bisogno soprattutto di gare per salire di condizione.
Con questo obbiettivo chiaro in testa, in aprile ho ripreso ad allungare le uscite in montagna specialmente a Veitsch, dove, come sede dei campionati nazionali, sembrava quasi sicuro il ritorno alla competizione omonima. Invece l'ennesima incomprensione, di quello che amatori e tesserati nazionali possono e non possono fare assieme. Categorie di chi può e chi no. Mai assieme. Rischi. Distanziamenti. Norme. Controlli. Barriere. Un disco inceppato che sembra continuare all'infinito con una musica che va in cerca di ascoltatori senza trovarli. Cambiano anche i disk jokey, ma il disco è sempre lì che fa tuc-tuc. Alla fine gara cancellata come l'anno precedente.
In ogni modo, in giugno, sono riuscito a ripartire con le competizioni con 3 gare in tre giorni all'Hoch Wechsel. Molto bello ripartire così. Anche se i risultati hanno lasciato un po' a desiderare, ho mostrato una buona tenuta sui tre giorni. A luglio sono tornato a Blumau, dove si è corso la 24/12 ore, indossando però solo il pettorale di beneficenza non competitivo. Scelta sensata anche perché ho visto che su quell'anello non riesco ad andare.
Altro passaggio obbligato verso lo Swiss Peaks, che é una gara da sei giorni non stop, è stato il Großglockner in luglio. Lì ho ritrovato le Alpi con la A maiuscola, che mi mancavano dal 2019 e ho sperato di ritrovare la confidenza con il chilometraggio a tripla cifra. Ma il maltempo me lo ha impedito. Perlomeno la gara si è effettuata lo stesso su un percorso ridotto di 80km. Il risultato non è stato un granché, anche per un problema dentale, però, finendo in crescendo la fiducia per la Svizzera non è mancata. Sopratutto quando, qualche settimana dopo, ho risolto l'infezione ai denti.
Con la fine di agosto e inizio di settembre è arrivato il momento clou della stagione, vale a dire lo Swiss Peaks 360. Non è stata una passeggiata semplice. Nelle 143 ore che mi hanno separato la partenza dall'arrivo, con momenti di dubbio, delirio, voglia di smettere, alternati a gioia felicità e senso di invincibilità, ho avuto veramente la sorpresa di quello che un corpo, in certe particolari condizioni, riesce a fare. Arrivare al lago di Ginevra al limite dei sei giorni è stata una grande soddisfazione cancellando, di fatto, tutti i miei dubbi e perplessità sulle motivazioni delle gare ultra.
Dopo solo una settimana ho corso la mia prima e unica maratona stagionale qui a Vienna. Un tempo finale da non ricordare. Invece ricordo un corpo che, a soli pochi giorni dallo Swiss Peaks, è stato in grado di tenere un ritmo costante su tutti classici 42 chilometri del percorso. Ne potevo fare a meno? Si e il fisico ne ha risentito. Neanche due settimane dopo mi sono presentato al via dell'Adamello per la sesta volta. Non volevo finire la gara a tutti i costi, il mio obbiettivo stagionale l'avevo già ottenuto e non volevo rischiare infortuni che mi mettessero fuori gioco per lungo tempo proprio ora che ero ripartito. L'abbandonare la gara a metà è stata una conclusione prevedibile che accetto completamente, anche se è stata la prima in dodici anni di gare. Rimane la piccola soddisfazione di aver percorso almeno metà gara in posti nei quali faccio molta fatica a non tornare tutti gli anni.
Tornato dall'Adamello senza problemi seri, sia nel corpo che nella mente, ho guardato con molta fiducia all'ultima gara stagionale, vale a dire il Wien Rundumadum. Non mi sono negato neanche la voglia di tornare a provare la gara del Kahlenberg, dove, con mia grande sorpresa, mi hanno classificato al secondo posto nel campionato regionale di corsa in montagna categoria M50 (che eravamo solo in due è un dettaglio trascurabile).
Il Wien Rundumadum alla fine di ottobre è andato molto bene. Superate le difficoltà fisiche iniziali, dove ho ritrovato i motivi per i quali ho abbandonato l'Adamello, nel caso me li fossi dimenticati, ho cominciato a macinare chilometri come se fosse la cosa più facile del mondo. Il match-race vinto d'esperienza con quattro o cinque giovani più veloci negli ultimi cinquanta chilometri di gara, nonché il tempo finale, è stata una bella soddisfazione.
Per finire, il bilancio stagionale non può che essere positivo. A volte qualcuno mi chiede il senso di tutte mie ultra e le risposte che riesco a fornire raramente convincono il mio interlocutore. Quest'anno non so se riesco a trovare una risposta migliore, ma, di certo, tra tutte le azioni che ho fatto e che ho subito, volente o no, il tornare a correre delle gare ultra, come per esempio lo Swiss Peaks, è stata una delle azioni più sensate che abbia fatto in questo particolare 2021. E la prossima gara è già alle porte.
ci si rivede alla bora!
RispondiEliminacerto!
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