domenica, aprile 11, 2021

Caminante, no hay camino,se hace camino al andar.

Di solito di questi tempi, con la primavera che esplode, vado a trovare un po' di sollievo in montagna. Di solito a Maria Schutz. Solo che da un paio di settimane c'è la novità che per tornare (si tornare) a casa da quel paese, montagne comprese, mi serve un foglio firmato da qualcuno che non conosco, che dopo avermi piantato un cottonfioc nel naso mi dice che, a suo parere, dopo aver visto delle linee su un vetrino,  posso ritornare da dove sono venuto. Foglio che potrei, con la stessa procedura,  anche fare prima di partire (si prima), se non mi garba farlo al ritorno, basta che sia recente.

Quindi niente montagna? No, basta lasciare andare avanti (non indietro) la macchina un'altra ventina di minuti, che, per fare una corsa sui monti senza incontrare un'anima viva ma senza nessun lascia passare per tornare a casa, non ci sono problemi. 

Ho scelto Veitsch in quanto è un posto che conosco molto bene e con la neve che non è ancora sciolta oltre i mille metri, meglio andare sul sicuro. Quando arrivo al paese mi accoglie il cartello enorme che annuncia la classica gara sul monte Veitsch il prossimo 26 giugno. Visto che la gara Mozart100 è per me rimandata  al 2022, la gara di Veitsch sarà  un appuntamento da non perdere. Sempre che, come al momento dell'iscrizione viene fatto notare dall'organizzatore, la gara possa prendere il via. 

Sul percorso della gara, che tra l'altro è già segnato come si dovesse partire oggi, ho smaltito un po' di raucedine da pollini di betulle in mezzo ai miei amici fidati pini. Una garanzia. Per quanto riguarda il risultato dell'allenamento, ho pienamente centrato il mio obbiettivo di Aprile. Vale a dire quello di non essere in forma in questo mese. Obbiettivo raggiunto con bravura.



mercoledì, marzo 17, 2021

Il bello del Blog

Il bello di scrivere su questo blog è quando cito una gara alla quale vorrei partecipare, poi mi tocca disdire. Quindi un nuovo post è assicurato. Con la  Scozia ho fatto appena in tempo a scrivere il post precedente, che subito il giorno successivo è arrivato il rinvio. Per la Scozia, quindi, appuntamento rimandato al 2022. Così, come quando ci saluta alla fine di una vacanza: "Si ci vediamo certo, vienimi a trovare, non mancherò" e si sa come vanno a finire questo genere di saluti.

Siccome mi piacerebbe scrivere ancora, ho deciso di mettermi avanti e di scrivere l'elenco delle gare alle quali sono già iscritto fisso, così che perlomeno dovrò aggiornare la situazione.

Partiamo con la Mozart100 il prossimo 16 giugno 2021. 

A seguire il GGUT 110, vale a dire il Großklokner Ultra Trail il 31.07.2021.

In agosto ancora qualcosa di nuovo, in Svizzera il 29.08.2021 lo Swiss Peak 360.

In settembre il tradizionale appuntamento con l'Adamello Ultra Trail 170  il 24.09.2021.

Queste sono le gare alle quali sono già iscritto. Tranne la Svizzera, sono pettorali rinviati nel 2020 e passati al 2021. Poi ci sono appuntamenti fissi come il Wien Rundumadum, al quale, però, non sono ancora iscritto. Poi chissà, gare che magari nasceranno strada facendo. 

Dovrei scrivere anche altre cose, ma non servirebbero alla causa. Meglio affinare la playlist da usare in gara, che in questa fase sono anche riuscito ad aggiustare le cuffie che ho usato in moltissime gare. Cuffie che non vengono più prodotte. 

Per la playlist penso che serviranno almeno altre due o tre canzoni degli 883.

 


mercoledì, febbraio 24, 2021

Whats up Blog


 Sono diversi i pensieri che girano in questo periodo, ma questo è il mio blog sulla corsa e  non voglio andare fuori tema. 

Se c'è una possibilità, anche minima, per essere al via della prossima capewrathultra il 23 maggio 2021 prossimo, penso proprio che ci sarò. 

La Cape Wrath Ultra è una corsa a tappe che dura 8 giorni lungo la costa occidentale della Scozia. Una sorta di proseguimento del percorso iniziato lo scorso con la Spine Race. Circa 400 i chilometri totali. Ma penso proprio che il chilometraggio totale non sarà di certo la parte più impegnativa. Bensì saranno il terreno, la navigazione, la gestione della gara lungo gli otto giorni e, sopratutto, raggiungere la linea di partenza.

Non sono abituato alle gare a tappe, che ho effettuato solo una volta in tutte le mie gare. È stata la mia prima gara ultra in assoluto, quella sul monte Ötscher, che prevedeva due tappe in due giorni successivi. Il ricordo del secondo giorno non è stato così piacevole e da allora ho sempre evitato questo tipo di gare. Anche se va detto, che le corse a tappe sono molto rare e il mio fisico, col tempo, ha imparato ad aspettare prima di inchiodarsi completamente dopo una notte passata a letto.

Di questi tempi, negli anni passati, ero abituato a citare le gare che andavo ad effettuare durante l'anno. Questa volta, però, anche se la mia stagione è in teoria già piena di iscrizioni, voglio andare un passo alla volta.  Se le mie sensazioni di questo periodo stanno cambiando, quasi come una premonizione di risveglio collettivo, so che basta molto poco per cambiare atteggiamento e tornare nello stato del dopo Wien Rundumadum. 

Nel frattempo ho cominciato, quasi per caso, a studiare le mappe, provare del materiale, ordinarne di nuovo e ascoltare musica scozzese. 

E se si dovesse ripartire, poi.



giovedì, dicembre 31, 2020

Bilancio stagionale 2020


Con la fine del 2020 è arrivato, come promesso, il momento di tirare le somme.

Un'occhiata all'elenco delle gare effettuate mi dice che sono partito solo 4volte con un pettorale ufficiale attaccato alla maglia. Anche se il sito della statistica DUV riporta un chilometraggio di 693km, molto in linea con gli anni passati, non credo che il paragone abbia molto senso. Con una gara da 268miglia come la Spine in gennaio è facile falsare la statistica. Sopratutto quando reputo, questa gara, più un finale allungato della stagione 2019, che non la prima gara del 2020. 

Sulla Spine niente da dire. Ottima condizione atletica costruita nella seconda parte del 2019, molti errori da principiante in gara per quanto riguarda navigazione, materiale e tecnica di corsa nelle torbiere, ma il risultato finale è stato per me veramente sorprendente in modo positivo. La condizione che avevo al quarto giorno mi rimarrà impressa a lungo.

Poi l'improvviso cambio di rotta delle gare, vale a dire assenza totale per 5 mesi, mi ha portato ad una pausa, o meglio ad un calo di allenamenti, che hanno portato ad uno scadimento della condizione. 

Sono troppo abituato alla costruzione della forma usando principalmente le gare. Se posso usare solo  molte settimane di soli  allenamenti prima di una gara, faccio molta più fatica. Non credo sia stato un caso, se nel 2019 sia riuscito a tirare fuori la mia migliore prestazione nel DirndltalExtreme alla mia seesta partecipazione. Nelle gambe avevo ultra come Ötscher, Mozart e Veitsch corse solo qualche settimana prima, volendo, con risultati altalenanti e quasi scadenti, ma mi sentivo molto a posto fisicamente.

L'impatto con la 24 ore di Bad Blumau 2020, invece, è stato devastante. Una prestazione inguardabile, che ha avuto solo un senso: quello di fare il primo passo per rientrare nella giostra delle gare ultra. Una giostra facile da gestire quando faccio una gara al mese, ma veramente difficile quando mi tocca rientrare dopo una lunga assenza, con una testa magari da altre parti.  Un primo passo che purtroppo è rimasto isolato, in quanto la scelta delle gare  non ha avuto la fortuna necessaria per concretizzarsi. 

Dopo aver disputato un Hoch Wechsel Trail con buone speranze per il prosieguo, il rinvio dell'Adamello mi ha lasciato solo con l'ultima gara stagionale del Wien Rund Umadum (giro attorno a Vienna). Una gara in cui per fare dei risultati scarsi devo essere messo male fisicamente. Quindi mi aveva dato una certa speranza. Il risultato finale non è stato il peggiore, ma con un pacer per gli ultimi 50km, un'ottima prima parte e delle gambe senza le scorie di una stagione ultra logorante che volge al termine, francamente, mi sarei aspettato di più. Però va detto, che è stata una delle gare più belle e divertenti che abbia mai fatto. 

Forse, in certi periodi, la voglia di prestazioni semplicemente lascia il posto ad altri valori. Mi sono anche chiesto, più volte, se questo non fosse il momento giusto per scendere dalla giostra delle ultra. Ormai le gare alle quali ambivo, e che avevo come obbiettivo che sembrava irraggiungibile, le ho portate al termine. Anche se ci sono moltissime gare alle quali non ho mai partecipato, non vedo la regione per cui debba farlo.  La ragione per cui non ho smesso è la carica che queste manifestazioni riesce a darmi. Quando comincerò  a non svegliarmi più alla mattina presto senza sveglia per poter partire ad una corsa, quando la preparazione della borsa la sera, o le sere prima, diventerà un peso, il viaggio e la logistica diventeranno un fastidio, allora, credo, sarà arrivato il momento di scendere. 

Nel frattempo il 2021 promette di essere un bell'anno intenso e lungo. Ma lo doveva essere anche il 2020, quindi meglio non farsi troppo illusioni e gustarsi quello che viene. Per esempio quest'ultima uscita del 2020, giorno di San Silvestro, questa volta non sul Ring viennese, ma sul percorso del Lind Kogel Trail con il team "Grazie Mille" al gran completo. Davvero bello.    

martedì, novembre 10, 2020

Wien Rundumadum 2020

Arrivo

Con la settima edizione del Wien Rundumadum (WRU) 2020 si conclude la mia stagione delle gare per quest'anno. Però tirerò le somme stagionali in un post dedicato. Ora parliamo del WRU 2020.

In questo periodo, trovare un organizzatore che riesce a mettere in piedi una gara podistica reale è veramente difficile. Al  WRU sono iscritto, come ogni anno, quasi in automatico e quest'anno non fa differenza. Quello che è diverso, di solito, sono le mails degli organizzatori, che magari aprono con un "ci dispiace ma..." e così via. Credo che il WRU abbia mandato, nelle ultime settimane, almeno 4 mails. Ogni volta che le apro mi prende una strana sensazione. Invece il contenuto è rassicurante. Spiega le nuove modalità di gara e niente sembra fermare gli organizzatori.

Come sono queste modalità? Senza ristori, o meglio con borse preparate prima dal corridore che vengono portate in sei punti prestabiliti. Partenza con la maschera e distanziati di venti secondi gli uni dagli altri. All'arrivo solo la possibilità della doccia, foto ricordo con medaglia e sacca finisher. Il mio slot di partenza è alle 5:47 di sabato mattina.

Prima del cambio di modalità, ricordo un centinaio di iscritti. Dopo il cambio del regolamento, sulla lista di partenza sono comparsi in settanta. Alla partenza vera e propria, nel giorno di Halloween, siamo solo in 57.  Quest'anno non posso andare al via in metropolitana e decido per la bici. Trovo il modo di trasportare tutte le mie sacche per i ristori, ma arrivo alla partenza tardi. A questa logistica non sono abituato e si vede.

Il meteo di primo mattino è abbastanza umido e ventoso. La pioggia caduta nella ultime settimane mi ha fatto propendere per usare un assetto "inglese" con calze impermeabili, già provato in una mia ricognizione due settimane prima. 

Partire dalla posizione 53 su 70 è un arma a doppio taglio. Specialmente quando mi aggancio ad un tizio (Stefan), che alla fine arriverà quarto e partito subito dopo di me, col quale, senza nessuno sforzo apparente, risaliamo tutto il gruppo.   
Fino alla salita del Nase riesco a tenere un ritmo prudente, poi sul percorso del Winter Trail, il ritmo degli ultimi anni su queste strade prende il sopravvento. Non ho tabelle da seguire, voglio solo divertirmi andando al ritmo che più mi piace. 

Dopo Marswiese arriva il primo punto di fango pesante. Complice un ponte in costruzione e la pioggia, quest'anno devo affrontare anche un guado. Da non credere, sono euforico. Qui tengo un ritmo alto, forse troppo e le gambe cominciano a piombarsi prima di arrivare al primo checkpoint. Qui ritrovo la mia sacca con dentro una bottiglia d'acqua e delle barrette. Ora, però, decido di passare sulla difensiva. Se voglio arrivare fino in fondo con un ritmo decente, devo rallentare, sempre che non sia troppo tardi. 

Verso il Lainzertiergarten ho un buon ritmo, sono sempre solo e da dietro non mi ha ancora superato nessuno. Stefan è rimasto un attimo dietro ad aspettare due freschi accompagnatori che lo scorteranno lungo il Tiergarden.
In queste leggere salite ho i primi segni di cedimento e il terzetto composto da Stefan e i suoi pacer mi stacca leggermente. Lungo il muro del Tiergarden in discesa, però, il single track fangoso mi regala un ottimo momento e riaggancio Stefan. Lui in un primo momento non lascia la presa, mentre i suoi due pacer, in queste condizioni, non riescono a tenere il nostro ritmo. Dopo un piccolo guado e fango rimango addirittura da solo con Stefan che poi rallenta per aspettare i suoi pacer. 

È il mio tratto più bello, quello che più mi rimarrà nel ricordo di questa edizione. Anche se so di essermi giocato gambe ed energia non mi preoccupo più di tanto. Nel passato ho già avuto occasione di gestire il ritmo gara più a modo e con risultati finali migliori. 
Alla salita successiva il terzetto mi aggancia e mi stacca. Li posso solo osservare mentre si allontanano verso un tempo finale che, per Stefan, comincia con il numero tredici, mentre per me chissà. Non che non sia in grado di farlo, ma sicuramente non con un terreno così pesante e non con questo stato di forma. Ma questo non mi preoccupa. Vado col mio ritmo e lungo il Liesing ritrovo un'ottima gamba. 

A Kledering mi aspetta mia moglie, come negli ultimi anni, per un ristoro completo. Non sono zavorrato nelle gambe come lo scorso anno e il morale, nonostante le difficoltà in salita, è ottimo. Le gambe, per ora, in pianura vanno bene. Invece riesco a fare degli errori al ristoro.
Primo dimentico di cambiare la lampada, tenendo quella della partenza che non fa luce. Secondo bevo un succo di limone (mai provato prima) e mangio un panino con la nutella che mi inchiodano lo stomaco all'istante. Non riesco più a correre. Solo davanti al cimitero (per la prospettiva di finirci dentro?) riesco a sbloccarmi, ma sono in affanno e il ritmo che avevo prima della pausa è solo un lontano ricordo. 

All'ingresso della Lobau mi aspetta il mio socio Sigi che ha deciso di accompagnarmi durante gli ultimi 50 km. La sua presenza mi ridà slancio e lo stomaco sembra essersi calmato. Così riusciamo a trovare un ritmo decente fino all'uscita del bosco lungo 12km. Però il mio motore non funziona bene. Sempre più spesso devo passare al passo, anche se le gambe non mi fanno male, ma ho il fiatone e sono in affanno. Quando Sigi mi passa del cibo salato, mi accorgo della dimenticanza che ho fatto quando ho preparato le sacche. Le solite barrette, infatti, mi hanno stancato. Mentre i cibi salati, che ai ristori non mancano mai, nelle mie sacche non c'erano.

La sera di luna piena è molto bella. Sigi mi presta la sua lampada, che con la mia quasi non riesco a vedere neanche i piedi. Il passo chiacchierato diventa frequente e non c'è prospettiva né di raggiungere qualcuno, né di essere superati. Il record personale sul percorso è da tempo andato e la prospettiva di arrivare al traguardo per poi doverlo lasciare subito per evitare assembramenti, non è che mi metta tutto questo entusiasmo. Anzi, vado volentieri di passeggiata assaporando il percorso degli ultimi chilometri riamasti, coi ricordi delle passate edizioni che riaffiorano. In questa che sarà, quasi sicuramente, l'ultima gara dell'annata, ora mi sembra di sfogliare l'album dei ricordi delle passate edizioni. E posso avere fretta ora? Il corpo si ribella subito ad ogni aumento di ritmo accennando dolori inesistenti ai quali rispondo con un bel va bene così, andiamo piano.

Dopo 16 ore e 16 minuti taglio il traguardo con grande tranquillità in undicesima posizione. L'organizzatore mi fa notare che, al momento, sono il secondo ad aver completato tutte e 7 le edizioni del WRU. Gli rispondo che sette è un numero da amatori, vediamo quando arriveremo a quindici o venti edizioni. In ogni modo il terzo, ed ultimo, di questa ristretta cerchia è ancora sul percorso e non mancherà di certo di arrivare, anche lui, al traguardo. Ora siamo rimasti solo in tre ad aver completato tutte le edizioni. La classifica finale si trova qui. La traccia del primo tratto qui.

Per concludere, il WRU per me rimane la gara del divertimento. Quella che chiude la stagione e non può essere ridotta solo al cronometro o alla posizione finale. L'edizione di quest'anno, se confrontata con quelle degli anni precedenti, veramente di un altro livello per difficoltà di terreno e gestione. Non credo sia un caso se quasi la metà degli iscritti non si è presentata al via. In ogni modo, l'appuntamento per il 2021 è già fissato. 


Verso il Lainzertiergarten (Km 37)

Verso il Lainzertiergarten (Km 37)


Checkpoint 4 al Km 93

Partenza

Al km 37, lato B


lunedì, ottobre 12, 2020

Avanti con la prossima: Wien Rundumadum (WRU)

Dove si trova questo
cartello?

 Archiviato l'Adamello 170 versione 2020, che ho percorso solo mentalmente in quanto è stato rimandato al 2021, è arrivato il momento dell'ultima ultra stagionale. Vale a dire il Wien Rund Umandum, il giro attorno a Vienna da  130km e 2400 D+ previsto per il prossimo 31 ottobre 2020.

Che dire, questa edizione si preannuncia ricca di sorprese, senza ristori e con partenza scaglionata ogni 20 secondi, che è magari abitudine in altri sport. Non mi piace farmi prendere dall'entusiasmo, soprattutto se poi la gara non viene effettuata. Però l'idea di partire in modo autarco, e senza ristori ufficiali, mi piace molto. Non è obbligatorio da regolamento, in quanto accompagnatori e ristori privati sono ammessi. Quindi una certa libertà di decisione è presente ed ho ancora qualche giorno per pensarci. 

Non che gli anni passati abbia usato i ristori in modo pesante, anzi, dei cinque previsti, al primo sono un paio di anni che non mi fermo. Al secondo ristoro di solito prendo un dolce al volo. Sono sopratutto il quarto (km 90) e il quinto (km 110), che di solito uso per ritrovare un po' di energia e per i quali dovrò trovare un'alternativa valida. 


Partenza: con il numero 53 alle 5:47 di sabato 31 ottobre, diciassette minuti dopo il primo.

Il live della gara si trova su: http://wien-rundumadum.legendstracking.com/




  

martedì, settembre 15, 2020

Next Race?

 La prossima corsa? Adamello 170.

Non sarà la mia prima volta, ma della mia partenza 2020 ci crederò solo pochi istanti prima del via. 

Fino a qual momento è solo l'immaginazione che percorre tutta la traccia della 170. Mai come quest'anno il passaggio più difficile è poter raggiungere la linea di partenza e sentire, finalmente, lo speaker contare "3-2-1 via, buon viaggio".

Per chi vuole assaporare l'idea del tramonto del primo giorno al Rifugio Bozzi, il passaggio tra le fiaccole al Passo dei Contrabbandieri, la solitudine della notte alla Città Morta, il gradiente del Corno d'Avola, il calvario del Monte Calvo, i gradoni verso Aviolo, la frana giù verso la Malga Stain, lo strazio su per la  Malga Mola e la picchiata liberatoria dal Pianaccio su Vezza D'Oglio, può dare un'occhiata alla traccia della gara su https://livegps.setetrack.it/Home/IndexMapset?mapset=aut170k2020# 



Non sempre è chiara la via, questa volta verso
la partenza

Tramonto da sogno sul Rifugio Bozzi