lunedì, gennaio 07, 2019

Stagione 2019

Corsa di San Silvestro a Vienna
L'anno 2019 è appena iniziato ed è già pieno di buoni propositi. Dopo la tradizionale corsa di San Silvestro sul ring di Vienna (21':46" il tempo finale) e un'altra manciata di secondi lasciata per strada nel confronto con gli anni passati, è arrivato il momento di pianificare la nuova stagione.

Stagione perlopiù già definita in molte parti. Maratona di Vienna in aprile, Mozart100 in giugno, Dirndltal Extreme in agosto, Adamello 180 in settembre e Wien-Rundumadum in novembre.
In mezzo probabilmente corse di contorno, come Rax, Lindkogels Trail, Vienna Trail e magari, chissà, anche un Veitsch. Tutte corse già provate e riprovate. Ma forse è anche arrivato il momento di partecipare a qualcosa di nuovo. Non ho in programma di effettuare gare in giro tondo come una sei ore o ventiquattro ore e neanche di prepare delle maratone, se non un po' quella di Vienna.

Intanto sabato 12 gennaio torno a calzare gli scarpini con gli spikes per la classica gara a coppie del Winter Trail su un percorso probabilmente tutto innevato. Il nostro team "Grazie Mille" è già iscritto da tempo e staremo a vedere cosa saremo in grado di combinare quest'anno.

domenica, dicembre 16, 2018

Bilancio stagionale 2018

Molto interessante questa stagione 2018 appena passata. In una parola: bipolare.
Sono passato da un periodo di grande forma, dove quasi in ogni gara ho segnato la mia migliore prestazione, ad uno dove ogni gara era la mia peggiore prestazione di sempre.

Il periodo di grande forma è durato fino ad aprile. Così sono riuscito a segnare prestazioni come il Winter Trail (seconda coppia assoluta),  mezza al Prater (personale in 1h:29') e sei ore di Lassee (70,3 km) che da sole varrebbero una stagione.
Con queste premesse e un periodo di forma che era già iniziato nel finale del 2017, ho affrontato la maratona di Vienna con la grande speranza di abbassare finalmente il mio personale segnato a Berlino nel 2013. Non ha funzionato a causa del clima a me troppo ostile per riuscire ad esprimermi al meglio.

Da qui è iniziato un lento declino che è sfociato con i problemi inguinali dopo aver giocato a calcio in un paio di tornei a grande intensità. Problemi che si sono presentati nella loro gravità nella gara della 24 ore, il mio vero obbiettivo stagionale, che però ho mancato clamorosamente.
Non ho mai smesso di allenarmi del tutto, ma le intensità erano inesistenti, mentre le quantità erano ridotte al minimo. Non ho mai creduto che un allenamento abbia la possibilità di portarmi a prestazioni fuori dall'ordinario in qualche settimana. Così non ho creduto che la sua forte riduzione non mi consenta più  di poter partecipare alle gare successive anche se sono ultra.

Una volta accettata la mia condizione, il mio obbiettivo si è spostato su quello di continuare la mia serie nelle ultra dell'Adamello e del Wien Rundumadum. Per poter terminare l'Adamello avevo bisogno di un riscontro positivo in una gara come il DirndltalExtreme. Questa è stata un'ultra dove ho alzato ancora l'asticella per quanto riguarda la possibilità di affrontare problemi in gara e riuscire poi a superarli. Così Adamello e sopratutto il Wien Rundumadum sono stati molto più semplici da gestire e portare a termine, anche se le prestazioni non state le mie migliori.

Il Rundumadum è stata la gara del mio ingresso nel club 50, vale a dire 50 gare tra ultra e maratona. Il mio focus, comunque, rimane l'ultra  maratona dove ne ho portate a casa già 30 (23 sopra i 100km). Altro anno senza ancora aver visto nella mia classifica finale un DNF (nella 24 ore mi hanno classificato penultimo) e, nel 2018, senza neanche un DNS.

Per finire l'anno, la maratona di Reggio mi ha confermato che ormai il peggio è passato e posso continuare a guardare la stagione 2019 con grande fiducia.


lunedì, dicembre 10, 2018

Maratona di Reggio Emilia

Interessante la mia seconda maratona di Reggio Emilia. Questa volta l'ho finita in 3h:26':27", ben due secondi in più rispetto al 2011. Non male per questa maratona fuori programma dove, finalmente, ritrovo in maratona un tempo finale molto migliore rispetto a Vienna e Stoccolma. Evidentemente il clima dicembrino mi è molto più amico del clima primaverile carico di pollini e calura. Un clima autunnale che ha controbilanciato una preparazione specifica inesistente con la mia mente già proiettata al 2019. In ogni modo quello che mi interessava era un responso sulla mia condizione attuale in una gara come la maratona in vista della prossima stagione.  Un altro passo avanti verso il completo recupero mentre la classifica finale si trova qui.

martedì, dicembre 04, 2018

Stagione?

Normalmente a questo punto della stagione sto già scrivendo il bilancio stagionale. Quest'anno mi sono preso qualche settimana in più perché il 9 dicembre 2018 sarò al via della maratona di Reggio Emilia, gara che ho già disputato qualche anno fa.

Dovrebbe essere il primo test della nuova stagione, ma al momento, credo che le gambe si sentano ancora nella vecchia stagione.
Sono curioso di vedere il mio stato di forma attuale in una gara come la maratona.



lunedì, novembre 05, 2018

WRU 2018

Arrivo a mano aperta
È stato un grande piacere poter terminare, anche quest'anno, la stagione delle gare ultra con il Wien Rundumadum (WRU), il classico giro a piedi attorno alla città di Vienna.
È stata la mia quinta volta e la mia prestazione, visto i tempi che ho avuto nelle mie ultime ultra,  è stata superiore alle attese. Decima prestazione di giornata in 15h:25' (il mio personale è di 13h:35'), con una graduatoria che si trova su questo link. Sembra così definitivamente tramontare quest'anno bipolare con una prestazione finalmente in media.

Sembrano molto lontane le sofferenze del Dirndltal o l'apprensione che mi ha portato all'Adamello, che quasi quasi non riesco bene a registrare l'aver terminato una corsa del genere da 130km e 1600D+ in una relativa tranquillità.

Eravamo in cinque che avevano terminato quattro volte il WRU, ora, alla fine della quinta edizione, siamo rimasti ancora in cinque ad averlo sempre terminato nella variante del giro completo.

I cinque nomi della speciale graduatoria "Last man Standing",
che hanno completato tutte le edizioni del WRU
Primo checkpoint

Kaiserschmarr party pregara

Tutte le distanze del WRU: 130, 88, 61 e 42 km

domenica, ottobre 28, 2018

Ricognizione

Archiviata la bella esperienza sull'Adamello, ecco che è arrivato il momento di chiudere la mia stagione delle gare ultra con la classica gara del Wien Rund-Umadum.
Non poteva mancare un giro di ricognizione sulla seconda parte del percorso in questo breve periodo di vacanza. Che dire, gli ultimi 60 km non mi sono affatto sembrati un tragitto sconosciuto.

Sabato 3 novembre alle 5:30 sarò puntuale al via di questa quinta edizione sul percorso classico dei 130km.

Il tracking per il live della gara sarà ancora fornito da Legends Tracking, che è disponibile su questa URL: http://wien-rundumadum-2018.legendstracking.com.

Stato di forma che cresce, anche dopo il test su una gara come i 10km al Prater, ma che non può improvvisamente  colmare il vuoto di questi ultimi quattro mesi passati a penare.
Però, finalmente, è bello partire senza acciacchi vari.

domenica, ottobre 21, 2018

Finire l'Adamello 180

Mi chiedevo come mai un'ultra come l'Admello  Ultratrail 180 (AUT 180) ci siano così pochi finisher distinti. Ma non solo, anche quando mi presento alla partenza di questo tipo di gare, ho l'impressione di vedere molte facce conosciute. Come se questo tipo di gare fosse solo disponibile ad un gruppo ristretto di persone. UMTB e TOR hanno i numeri che dimostrano il contrario, ma sono le uniche in un contesto molto affollato.

Se non avessi mai finito queste gare ultra, diciamo quelle sopra le ventiquattro ore, potrei pensare che chi riesce a finirle abbia dei numeri fuori dal comune. Però, ora che le ho finite anch'io, ho capito subito che proprio non è il caso. Anche perché parlo di finire un AUT180 e non di vincerla o lottare per il podio. Per vincerla si, che occorrono numeri fuori dal comune. Ma per finirla?

Per finirla sono convinto di no. Certo, se nella maratona si vedono personaggi che non avendo mai corso, alla prima scommessa fatta al bar dopo un certo orario e tasso alcolico, si iscrivono alla prossima gara, anche perché nella vita bisogna aver corso almeno una maratona, riescono in qualche modo a trascinarsi al traguardo, all'AUT180, invece, non riescono ad andare molto lontani. Non perché sia impossibile, solo in quanto l'organizzazione non lascia così tanto tempo per finirla, come lo sono, in proporzione, sei o sette ore per una maratona.

Tolti i corridori casuali, rimangono tutti quelli che corrono regolarmente e che sono in grado di portare a termine gare tipo una maratona senza bruciare le scarpe nella stufa appena finita o hanno rischiato di essere risucchiati dai camion che pulivano la strada appena dietro l'ultimo partecipante.
È questa categoria di corridori regolari, che teoricamente, a mio parere, è in grado di finire l'AUT180. Una categoria molto ampia.

Che cosa blocca allora la voglia di andare oltre alla gare di una durata col numero di ore che sta su una mano?

L'allenamento, che è poi la mancanza di tempo, è uno degli alibi che più sento. Se allenarsi una volta alla settimana per trenta minuti è veramente troppo poco, non credo che lo sia se le uscite settimanali sono tre regolari e magari una volta al mese si fa una gara lunga o un allenamento in montagna che abbia un po' di sostanza. D'altronde gli escursionisti partono al mattino e non tornano dopo un'ora, ma stanno fuori un giorno o più. Infatti forti camminatori in salita hanno ottime carte per finire l'AUT180, magari più di chi corre forte in pianura, ma su distanze sempre brevi. Rimane, alla fine, un numero di ore di allenamento fattibile, molto simile alla preparazione per una maratona con un obbiettivo di tempo definito.

Se non è la genetica, se non è la preparazione richiesta, come mai allora il circolo dei finisher dell'AUT180 rimane così ristretto?  Credo che abbia a che fare con la percezione della gara e di come questi eventi vengono propagandati.  È quasi impossibile capire cosa voglia dire stare in movimento per due giorni filati. Lo è anche per me, ma probabilmente il "software" che fa andare in corpo per diversi giorni senza pausa, deve essere un po' nascosto dalla mente razionale. Però una volta attivo, va che è un piacere. Poi termini come resilenza, doti mentali fuori dal comune, imprese estreme, metà testa e metà gambe e via discorrendo non contribuiscono affatto a semplificare la situazione.

Ci vuole un po' di condizione fisica, la voglia di passare un fine settimana in montagna e un tipo di carattere che quando si inizia una cosa, poi la si porta normalmente a termine. Per questo non serve né il mental coach né il seminario per correre sui carboni ardenti. Sono convinto che il panettiere che si alza alle tre del mattino sei giorni la settimana abbia più resilenza di uno come me che ha finito l'AUT180 e fa fatica ad arrivare alle 9 del mattino puntuale in ufficio.
Non voglio smontare quelli che si vantano di aver fatto questa o quella impresa millantando doti mentali e fisiche fuori dal comune, ma, ehi, se ne ho finite io una ventina di gare del genere, vuol proprio dire che non bisogna essere affatto dei fenomeni per portarle a termine.

Invece è l'emozione e lo stato d'animo che regala una gara come l'AUT180 ad essere unici. Questo è un privilegio che nessun altro evento mi ha mai regalato, perlomeno non con emozioni di quel tipo. Un mix tra bellezza del paesaggio, corpo portato vicino al limite e privazione del sonno, che creano situazioni difficili da descrivere perché non paragonabili.

Se non si ha nient'altro di meglio da fare, un invito a provare e, sopratutto, a osare l'AUT180. Questo anche se  alla fine, dopo aver tagliato il traguardo entro il tempo limite, si rimane solo Clark Kent.