venerdì, dicembre 01, 2017

Bilancio stagionale 2017

Questo è il mio classico post che sancisce il termine della mia lunga stagione di corsa. Un post che negli anni passati scrivevo qualche settimana prima, ma non questa volta. Infatti, con la condizione che mi sono ritrovato prima e dopo il Wien Rundumadum, ho voluto continuare a correre, più per curiosità che per veri fini prestazionali, trovando però, alla fine, anche il personale nella mezza maratona di San Leopoldo qui a Vienna.

Ho iniziato l'anno dopo un lungo infortunio al piede e riprendere a correre dopo molte settimane di stop è stato molto faticoso. Comunque la preparazione è proseguita senza intoppi. Primo test per fare il punto della situazione è stata la mezza maratona, dove sono andato molto vicino al personale in una gara tirata alla morte. Un'ottima iniezione di fiducia per la maratona di Vienna, che poi è stata la più veloce degli ultimi tre anni. Ma ancora una volta non è bastato per il personale. La condizione in maggio non si è rilevata solida e così ho alternato alle buone prestazioni precedenti altre mediocri, tipo maratona del Welsch, trail del salame e Fischament.

Per il debutto nella prima delle cinque ultra stagionali ho aspettato la metà di giugno. A Salisburgo per la Mozart100 sono andato carico di molte speranze. Ma il nuovo percorso di quest'anno non era proprio in linea con la mia preparazione ed ho tagliato il traguardo abbastanza deluso. Così ho cercato subito il riscatto con l'iscrizione all'ultimo minuto nella 24 ore di Irdning, il mio debutto in questa specialità e nella coppa ultra. 
Il risultato di Irdning di 205 chilometri  è andato ben al di la di ogni mia più rosea previsione. La prestazione ha però lasciato dei segni nel fisico che mi hanno tenuto lontano dagli allenamenti per qualche settimana, ma alla fine nulla di particolare.

Dopo Irdning, ad inizio agosto, mi sono presentato al Dirndltal Extreme un po' affaticato ma con una condizione tutto sommato discreta. Sul percorso, che ormai conosco quasi a memoria, sono partito deciso per fare bene. La gara fino alla metà è stata buona, ma poi lo stomaco mi ha piantato in asso e non sono più riuscito a trovare il ritmo per il finale.
L'estate l'ho conclusa con salite veloci nelle gare brevi. Vale a dire Vienna Trail e Rax ad inizio settembre. Qui ho cominciato veramente a trovare una buona gamba.

Poche settimane dopo, a Vezza d'Oglio per il mio terzo Adamello, un'altra migliore prestazione personale. Ho avuto un ottimo ritmo sui tratti che prediligo, vale a dire discese e facili saliscendi, mentre ho ceduto un po' sui tratti camminati verticali, che mi riamangono indigesti. Dopo questo ultratrail la ma condizione è salita ancora di livello sia mentale che fisico. Così ho potuto affrontare le ultime cinque settimane che mancavano al via del Wien Rundumadum (WRU) effettuando ottime sessioni d'allenamento con grandi carichi. Non come gli anni scorsi dove ho avuto pause e spesso solo uscite rigeneranti. Forse anche per questo l'unica gara che ho corso in questo periodo di allenamenti duri, la corsa sul Kahlenberg, è andata molto al di sotto delle mie aspettative creandomi anche dei dubbi sulla mia reale condizione.

Invece anche il WRU si rivelata un'altra gara che è andata oltre ogni mia previsione. Compagni di gara e avventure hanno fatto fatica a credere al risultato (13h:35'), ma, invece, è stato proprio vero. È stata la mia quarta partecipazione, la prima nella quale ho cercato il ritmo fin dal via. Nel passato, o non ero al meglio, oppure ho corso più da turista, oppure, strada facendo, ho cercato più la sfida contro qualcuno che correva al mio stesso ritmo. Quest'anno, invece, è stato molto diverso. Mai mi sono fatto influenzare dal passo che avevano gli altri partecipanti. Ho corso solo cercando il mio ritmo, senza rischiare di compromettere il tempo finale e riducendo le pause al minimo.

Quello che però di più mi ha stupito è stata la condizione fisica nelle settimane seguenti il WRU. All'inizio la mia mente pensava già alla stagione successiva, invece, per contro, le gambe andavano in un modo fantastico. Così, più per curiosità, ho voluto vedere com'era la situazione in una gara come la mezza maratona al Prater. È risultata una mezza maratona terminata col personale sulla distanza. Dopodiché anche le gambe, dopo la mente, hanno detto basta mettendo di fatto la parola fine alla stagione.

Si è così conclusa anche questa stagione 2017. Cinque ultra all'attivo e tutte con chilometraggio a tre cifre. Le mie migliori prestazioni personali sono state numerose e in gare di tipologia anche molto differenti. Tre piazzamenti nei primi dieci, di cui uno nei cinque e un ottimo debutto nella coppa ultra. Altro anno senza DNF, che resiste anche dopo 4800km di gare.
Molte prestazioni mi sono risultate sorprendentemente molto semplici, ma vorrei concludere con le parole di uno dei più forti trailer, qualche anno più avanti di me, che quest'anno mi ha detto, forse più a se stesso, "Una volta era tutto così facile".


domenica, novembre 19, 2017

Mezza maratona Leopoldilauf

La mia stagione 2017 non accenna a finire e con le gambe di quest'ultimo periodo ho voluto provare una mezza maratona qui a Vienna, sopratutto per testare la mia condizione attuale dopo le varie ultra dei mesi passati.

Risultato ancora una volta sorprendente in quanto sono riuscito a migliorare il mio personale sulla mezza di oltre due minuti, un tempo che avevo fatto registrare nel 2012 e al quale avevo ormai messo una pietra sopra. Col tempo di 1h:30:06' mi sono assicurato la 40-ema posizione finale.
La classifica finale si trova qui.

Medaglia dell'anniversario: 600 gare
organizzate dal LCC

venerdì, novembre 10, 2017

Ultra Cup il finale

Con la gara del Wien Rundumadum, qui in Austria si è anche conclusa la Coppa Ultra. Avendo terminato 3 delle 7 gare previste in calendario, mi sono garantito un piazzamento nella prestigiosa classifica curata dalla federazione. Le gare del Dirndltal Extreme e del Wien Rundumadum hanno offerto un punteggio in base al tempo finale realizzato secondo una tabella precalcolata. La gara della 24-ore di Irdning, invece, in base ai chilometri percorsi sempre su tabella precalcolata. Nessuna competizione del calendario ha rilasciato punti in base al piazzamento in classifica. Chi poi ha partecipato a più di tre gare ha potuto scartare i risultati peggiori.

Alla fine, con il punteggio di 229,90, mi sono classificato  al quinto posto della categoria 'Uomini generale'.
Questo il dettaglio:
Irdning:            80,45  punti  (205,156 Km percorsi)
Dirndltal Extrem:   68,47  punti  (16h:04' tempo finale)
Rundumadum:         80,98  punti  (13h:35' tempo finale)

Interessate è stato il distacco col quarto classificato, il quale ha conseguito 229,96 punti, vale a dire 0,06 in più, che sarebbero circa 41 secondi nelle gare Dirndltal Extrem o Rundumadum, oppure 140 metri a Irdning. Fosse stato il terzo posto ci sarebbe stato da mangiarsi le dita. In ogni modo sono stato anche l'unico nella classifica finale che è andato a punti in tutte e tre le gare sopra citate.

Per la cronaca, il vincitore della coppa nella mia categoria è arrivato qualche secondo prima di me al Wien Rundumadum, risultato che gli ha consentito di salire in cima alla classifica in virtù dei suoi ottimi risultati conseguiti nella 100 chilometri di Vienna e nella 6 ore a Styer.

Alla fine la coppa è stato un ottimo stimolo per partecipare ad una gara come quella di Irdning e di affrontare il Wien Rundumadum con la voglia di fare il miglior tempo possibile.

La classifica completa si trova qui.

domenica, ottobre 29, 2017

Wien Rundumadum 2017


Secondo ristoro
Terminata la mia quinta ultra stagionale sul classico percorso viennese da 130km (WRU). Col record personale di 13h:35' ho concluso il giro al 5-to posto.

Gara tosta il WRU, alla quale mi presento con la voglia di fare bene. Sono settimane che la preparo e che sento di poter fare bene. Quanto non lo so, il test nella gara sul Kahlenberg è stato catastrofico, ma quella era una gara corta, altra musica rispetto al WRU. Ritorno dopo anni ad usare l'orologio in un'ultra, sopratutto per l'ottima funzionalità di navigazione che offre il mio TomTom. Il mio obbiettivo è quello di tenere un ottimo ritmo per tutta la gara, anche perché ho bisogno di molti punti per la coppa ultra. Potrei perfino aspirare ad un podio di coppa, ma quando vedo che dovrei avere un tempo finale di almeno 13 ore, smetto di fare conti per non scoraggiarmi prima del via.

Il via alle 6 di sabato nella nuova sede vicino alla Uno City in una giornata fredda, grigia e non priva di vento. La partenza è molto tranquilla e con mia sorpresa mi ritrovo assieme ai migliori, almeno per i primi chilometri. Poi come al solito le solite accelerazioni, che però mi lasciano indifferente. Tengo un ottimo ritmo in salita e abbastanza tranquillo in discesa, mentre ai primi due ristori mi fermo solo quei pochi istanti per prendere un pezzo di pane al volo. L'acqua, invece, la recupero alle varie fontane disseminate lungo il percorso. Il percorso è molto vario, a volte pieno di fango a volte addirittura secco, evidentemente il maltempo dei giorni scorsi è stato a  macchia di leopardo.
Quando vedo il cartello dei cinquanta chilometri do una prima occhiata all'orologio e vedo che sono trascorse 5h:25' con ormai tutte le salite alle spalle. Non male mi dico, ma so bene che la gara deve ancora cominciare. Nel 2015 qui continuai con una progressione che non riuscii a tenere fino alla fine, mentre ora il mio unico pensiero è quello di tenere il ritmo.

Lungo il Liesing, il fiume di casa, raggiungo due corridori in difficoltà, il primo lo riconosco è il vincitore della prima edizione. Appena lo supero recupera energia e riparte col suo grande ritmo che non provo minimamente a tenere, un ritmo di chi è in grado di finire una cento chilometri con un sette davanti. Però dopo qualche chilometro me lo ritrovo ancora lì, e capisco che i suoi problemi non sono semplici da risolvere e prima o poi gli toccherà cedere il passo a chi come me viaggia più lento, ma costante senza fermarsi mai.

Al 70-emo chilometro arriva il momento di un ristoro personale per la prima vera pausa. Però quando arrivo al punto stabilito non vedo nessuno. Mi prende lo sconforto, non ho più nulla da mangiare e mi tocca telefonare col mio riattivato Nokia, ma nessuno risponde. Così decido per una sosta sostanziosa al ristoro del cimitero. Con mia sorpresa il mio accompagnatore ha così il tempo per raggiungermi e passarmi il materiale necessario per continuare. Si era fidato del tracking sul web e così è arrivato tardi all'appuntamento.

Anche se la sosta è stata abbastanza lunga, riparto con un ottimo ritmo così da recuperare le due posizioni perdute. Al cartello del chilometro 100 do un'altra occhiata all'orologio e vedo che ho impiegato 10h e 25'. Grosso modo prevedo tre ore e mezza per i restanti trenta chilometri, quindi sono al limite delle 14 ore. Accendo la lampada che mi mancano solo 12 km al traguardo, mai così vicino all'arrivo ed è un enorme vantaggio la navigazione alla luce del giorno.  Con l'arrivo del buio, infatti, la navigazione diventa tutt'altro che banale e raggiungo il quarto in classifica. Non è sicuro della strada e alterna accelerazioni a frenate per vedere i cartelli. Ora siamo in tre, gli altri due vogliono tenere un passo più svelto, ma finiscono sempre per starmi dietro perché non conoscono la via. Una volta raggiunto l'ultimo rettilineo da 8km sull'isola del Danubio, partono come morsi da una tarantola. Invece non faccio una piega, il rettilineo l'ho già provato in allenamento e ci vuole un attimo a saltare come una molla in preda all'incubo di quando possa finire quest'infinito rettilineo. Infatti ai 3km dall'arrivo ritrovo uno dei due soci, che però non corre la mia stessa gara, sconsolato al cammino. Lo invito a reagire, che ormai è fatta, ma dopo pochi metri di corsa, ritorna al passo camminato.

L'altro socio lo raggiungo al momento di svoltare, non perché si sia piantato, ma perché non sa bene dove bisogna girare. Appena vede la mia lampada, però, riparte a razzo per raggiungere il traguardo in solitaria. Invece mi voglio godere gli ultimi metri prima dell'arrivo nella palestra, senza stare a sprintare dopo 130 km. Taglio il traguardo in 13h:35' e rimango semplicemente stupefatto. Quando mi congratulo col quarto arrivato per il suo ottimo finale nonostante i problemi di navigazione, mi spiega che non mi ha aspettato perché vuole vincere la coppa, ed ogni minuto è fondamentale. 

Per concludere, il mio quarto WRU è stato molto diverso dagli anni passati. Lontano dal tipo di gara per passare un bella giornata sui sentieri cittadini, o nel cercare di scalare la classifica partendo da dietro. Questa volta è stata tutta all'insegna dalla ricerca del passo per riuscire a terminarla il prima possibile.

Secondo ristoro - Km 47 Gutenbacher Tor

Secondo ristoro
A pochi metri dal Check Point 1

Al traguardo

Statistiche finali


domenica, ottobre 22, 2017

Pochi giorni al via del WRU (Wien Rundumadum)

Mancano pochi giorni al via della quarta edizione del Wien Rundumadum e ormai è tutto pronto per la mia quinta, e ultima, ultra stagionale. La partenza sarà sabato 28 ottobre alle 6 sul percorso del classico giro attorno a Vienna da 130km preso in senso antiorario. Quest'anno ci sarà la novità della sede d'arrivo e partenza spostati in prossimità della ONU City, con un leggero spostamento verso ovest. Il live della gara sarà fornito, come lo scorso anno, da Legend Tracking. Dovessi fare bene al WRU, potrei avere un buon piazzamento nella coppa Ultra, ma è ancora troppo presto per fare previsioni.

Live Tracker: http://wien-rundumadum-2017.legendstracking.com/

domenica, ottobre 15, 2017

Corsa in montagna Kahlenberglauf

In discesa
Anche quest'anno non mi sono lasciato sfuggire la corsa in montagna sulle asperità viennesi del Kahlenberg. Ultimo test in vista dell'ultima ultra stagionale del Wien Rund Umadum (WRU), il giro intorno a Vienna, che anche quest'anno mi vedrà al via per la quarta volta.
Sul Kahlenberg anche questa volta sono riuscito a fare peggio rispetto agli anni passati (49':17"). Con una settimana in più dall'Adamello potevo fare un risultato diverso, ma o la preparazione del WRU sta lasciando il segno, oppure le mie gambe sono proprio bollite. Fra pochi giorni il WRU darà il suo verdetto.
Ultimi metri

giovedì, settembre 28, 2017

Terza volta Adamello Ultra Trail180





In cima al Monte Calvo dopo 27 ore di gara
Portata a casa anche l'edizione 2017. Col tempo di 44h:02':21" mi sono aggiudicato la 22-ema posizione tra gli uomini.  La classifica finale si trova qui.

Anche quest'anno ho scelto di tornare a Vezza D'Oglio per partecipare alla gara Adamello Ultra Trail (180km, 11500 D+). Lo scorso anno mi ero ripromesso di preparami a modo, con lunghe uscite in montagna e magari una preparazione in quota. Invece nulla di tutto questo, la tabella dei chilometri corsi quasi sempre a dislivello zero su percorsi perlopiù in mezzo alla città. Ma è la voglia di poter stare due giorni filati in gara, giorno e notte senza dormire in mezzo a montagne stupende, che mi ha fatto riscrivere ancora una volta. 

Il via alle nove di venerdì nella piazza di Vezza in mezzo ai bambini delle scuole e molte facce di altri corridori già viste, tutta gente che non lascia la pagina DUV imbiancata. La mia strategia di gara è molto semplice, andare con calma sulle salite, prudente in discesa e correre solo nei tratti facili, anche se prima bisogna trovarli. Invece, complice il bel tempo e ottime gambe, sulla prima salita mi ritrovo con un gruppo dal passo troppo veloce per me, ma almeno fino alla discesa, riesco a tenere. Mi chiedo se pagherò una partenza così veloce. Alla seconda salita, sulle bocchette comincio a sentire l'effetto quota con un respiro molto affannoso, ma non sono l'unico. Sul successivo traverso la fatica comincia a farsi sentire e allora decido di darmi una bella rinfrescata nel laghetto. Il sole comincia a sparire dietro le montagne e riseco a raggiungere il ristoro di Case di Viso prima di sera. Dopo nove ore la prima maratona è fatta. Sulla salita successiva verso il rifugio Bozzi a 2400 metri, accendo la lampada. Non vedo più nulla tranne un collega che prima di ripartire dal rifugio si fuma due sigarette per poi lanciarsi in discesa. A me piace molto questo tratto, la via è facile, la notte è serena e riesco a correre fino alla Malga Cadì, dove mi aspetta la classica atmosfera di festa. È il momento per ricaricare le batterie prima della salita alla città morta, che il nome è tutto un programma. In cima, un pugno di temerari mi aspetta nella tenda con temperature vicino allo zero. Scambiamo due parole e poi giù lungo la discesa ghiaccio misto neve verso la città sul passo del Tonale. Non manca molto prima della base vita di Ponte di Legno, solo qualche ristoro, in particolare quello di Vescasa. Attraverso la città di Ponte di Legno nel pieno della notte ed apprezzo la mancanza di persone lungo la strada e le piazze.

Alla base vita di Ponte so per esperienza che la gara comincia qui, quindi è come se non avessi ancora corso. La salita che segue è infinita e prima di raggiungere il ristoro successivo fa in tempo a fare giorno. Dopo aver raggiunto Pontagna in discesa sembra ritornato tutto facile, ma è solo una piccola illusione. La salita sul monte Calvo è un qualcosa che faccio fatica a dimenticare. Mi sembra di salire lungo una pista da motocross, solo infinitamente più lunga. Il verticale successivo verso la Piana dei Morei infligge alle mie gambe il resto e così mi ritrovo senza più la possibilità di affrontare le salite in modo dignitoso. In quelle successive, non meno impegnative, di Aviolo e del passo Gallinera il panorama allevia il mio stato fortemente depresso. Dopo il controllo al bivacco, arriva la sorpresa della discesa, che non è bella stabile come lo scorso anno, ma è franata facendomi rimpiangere la salita. In un momento imprecisato del tardo pomeriggio di sabato raggiungo l'agognato ristoro di Stain. Mi chiedono come sto, rispondo che sto male e il dialogo finisce. Dopo due piatti di pasta riparto speranzoso millantando che sarebbe stato meglio che mi fossi ritirato, ma non credo neanche ad una parola di quello che dico. Il ritorno alla corsa arriva improvviso ed inaspettato nella discesa successiva. In un attimo arrivo a Edolo e ormai so che dopo la salita del Mortirolo l'arrivo è praticamente fatto. È una salita lunghissima e per le mie gambe durissima, ma finalmente raggiungo la Malga Mola. Qui mi concedo un lungo ristoro per affrontare al meglio le ultime ore di corsa. All'uscita in piena notte a stomaco pieno mi coglie una crisi di sonno micidiale, in fondo non ho ancora dormito. Avrei voglia di sedermi, ma non cedo alle sirene che mi vogliono far fermare. Così passa anche questa e arrivo al lago del Mortirolo con un temporale imminente.

Esco dal rifugio per gli ultimi diciassette chilometri senza giacca, mi avvertono che piove e sarebbe meglio che la mettessi. Vado come l'uomo che non deve chiedere mai, ma dopo duecento metri sono già fermo a coprirmi. Pioggia torrenziale, tuoni e fulmini danno un senso al mio ultimo allenamento fatto in settimana in condizioni simili. Però ho freddo alle gambe e alle mani e fino a quando non raggiungo, a pioggia terminata, il fuoco del Pianaccio, ultimo avamposto prima della picchiata finale verso Vezza, non mi sento troppo bene. La discesa finale è come ogni anno molto veloce dove neanche l'oscurità e l'umidità la riescono a rallentare. Neanche il bovino che si è piazzato in mezzo al sentiero ci riesce. Arrivo sulla piazza di Vezza che l'orologio della torre suona le cinque, mai così presto, mai così sereno. Prima di questa gara avevo in mente per il futuro altre competizioni, ma ora, invece, non vedo l'ora di partire, fra un anno, per la quarta volta.

Partenza

Partenza venerdì ore 9
Verso cima Rovaia, 20 min dopo lo start


Salita finale cima Rovaia dopo circa 2h di gara

Aviolo, dopo 32 ore di gara
Premiazione


Il video ufficiale della gara: