venerdì, marzo 08, 2013

Passo del bruco



Una settimana scorre veloce, il mio tendine d'Achille scorre meglio ma non ha voglia di correre. Ci sono altre parti del mio corpo che sono dello stesso parere, ma sono deboli e non hanno voce in capitolo. Eppure la fine di tutti i travagli è lì ad un passo, basterebbe semplicemente smettere. Mi chiedo perché invece non funzioni e non trovo risposta.
Intanto un nuovo esercizio è entrato nel mio repertorio, il passo del bruco. A piedi nudi, in piedi, cerco di andare avanti con la sola forza delle dita dei piedi, senza alzarli. Poi una mattina, quando meno me l'aspetto, si trasformeranno, usciranno le ali e potrò volare coi piedi. Basta crederci.

domenica, marzo 03, 2013

Non corro, anzi



Se neanche il papa riesce a sopportare il peso del ruolo, non vedo perché dovrei farlo io nella veste di runner. Quando sono infortunato di solito non scrivo post, mi passa la voglia. Ma la devo vedere come una chance. Va beh, ne ho avute di migliori. Veniamo alle novità della settimana. Allenamenti fatti al sole battente: 0. Gare partecipate: 0. Chilometri percorsi senza dolore: 0. Complimenti per avere finito una gara che non ho corso: no comment. Lunedì sono passato dal McDonald ed ho ordinato una Coca Cola zero. Non è molto, ma come ogni viaggio, anche il mio verso la mia nuova carriera è iniziato con il primo passo. Ma sopratutto, come il buon Trap mi ricorda "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".

venerdì, febbraio 22, 2013

Questa è la corsa

Sogno un rogo di scarpe
Ultimamente mi chiedo spesso il senso della corsa. Di sera, invece di stare nella posizione del Budda moderno, vale a dire telecomando nella mano destra e boccale di birra nella sinistra col pollice dentro, mi ritrovo a correre con temperature sottozero.

Oppure come stamattina. In piena nevicata, invece di andare al lavoro in macchina, come fanno tutti, per stare tranquillamente in fila ad aggiornare il profilo di facebook o sentire voci adulanti alla radio che dicono che sei in coda e fuori nevica, mi ritrovo con lo zaino in spalla a correre verso l'ufficio.

Poi arriva la fiammata, la visione che prende l'ennesimo tendine del mio corpo che ha deciso di farmi capire che a più di quarant'anni non ho capito niente. Ora è il tendine d'Achille a dirmi, senza mezzi termini con dolori chiari e nitidi, che è stufo. Stufo degli sprint sulle salite innevate, quando si possono fare anche con le seggiovie. Stufo delle discese a piedi scalzi, quando si potrebbe essere benissimo davanti al computer. E via di questo passo. Dopo quello rotuleo, della pianta del piede, ora anche il tendine del tallone ha deciso di ribellarsi. E come dargli torto.

Questo è l'aspetto salutistico della corsa: ogni tre mesi dall'ortopedico. Anche se ad essere sinceri, questa volta sono ben sei. Ora, come da copione, qualche settimana di pausa e poi sono sicuro che ce la farò a cambiare.
Sogno la visita ad un concessionario. Sogno un rogo di scarpe, magliette tecniche, braghe, bandane e cardiofrequenzimetri. Sogno le mie bici nel deposito condominiale ad arrugginire in pace assieme a tutte quelle dei vicini. Infine io che cerco di convincere il mio datore di lavoro a ridarmi il posto auto sotto l'ufficio.

Ce la farò, ne sono convinto.

lunedì, febbraio 11, 2013

Cross e ancora cross

Oggi nevica e ci sono due gare di cross a Vienna. A quale partecipo? Decido per il cross al Böhmische Prater, teatro di molti miei allenamenti, anche di quello del giorno prima. Al Cricket, dove si svolge l'altra gara, sono già stato due volte e questa volta passo. Non sono in un gran periodo di forma, ma sono mai stato in un gran periodo di forma? Ritrovare una gara breve e veloce come quella di oggi può rimettermi sulla giusta strada. Strada che dovrei abbandonare. Invece di stare a letto o a guardare lo sci in tv, sono qui sotto una fitta nevicata che m'iscrivo ad una gara che non ha nemmeno la scusa dell'aspetto benefico. Almeno ci andassi in macchina, no ci devo andare in mountain bike. Poi non so dove mettere la borsa con tutti i miei oggetti di valore e la giacca. Forse hanno sospeso la gara e magari sono l'unico che s'iscrive, invece siamo in cinquanta, venti in più dell'anno scorso . No, non la vedo bene per il futuro prossimo di questa martoriata terra e dei suoi strani abitanti. In ogni modo al via l'organizzatore, prima del fatidico 1-2-3 via, chiama il mio numero di pettorale. Suspance e poi mi porto davanti. "Sono io quello che ha il pettorale 1099". Vengo accolto con un applauso trionfale e la gara neanche è partita. Perché sono stato chiamato rimane un mistero, ma i miei tre secondi di celebrità li ho già guadagnati. Non è il giorno da eroe di David Bowie o il più ristretto quarto d'ora di celebrità promesso da Andy Warhol, ma con la crisi di questo periodo è tutto grasso che cola.
Veniamo alla gara. La tattica di giornata è quella di non bruciarsi nei primissimi giri dei sei totali. C'è una bella salita con discesa delle quali conosco ogni centimetro. In una gara di cross bisogna partire bene e questa volta mi riesce ottimamente. Poi mi lascio sfilare per tenere il mio ritmo, bene anche qui. Invece di spianare, vado a tutta in discesa e tranquillo in salita. Una tattica che sembra funzionare molto bene se non che mi addormento. "Sarzi dorme" era il richiamo di una prof alle medie. E chi dorme in una gara di cross non può fare grandi cose. Sbaglio platealmente il conto dei giri, così che all'ultimo vero giro mi faccio superare per poi constatare che l'ultimo mio giro da fare a manetta lo posso fare da solo. Gli altri sono già al ristoro soddisfatti. Finisco che non ho neanche il fiatone. Che pesce. No, non si può finire la carriera del corridore da metà classifica in questo modo e allora farò ancora un'ultima gara. L'ultima, promesso. La classifica finale si trova qui

venerdì, febbraio 08, 2013

Cross sulla neve



Domenica 27 gennaio voglio debuttare nello sci di fondo, ho già noleggiato gli sci e la neve veramente non manca. Così come non manca la voglia di partecipare ad una gara di cross, sempre al cricket, ma questa volta con un paesaggio completamente diverso, completamente bianco. Allora prima di arrivare nel Wienerwald sulla pista da fondo, passo per il cricket e m'iscrivo alla gara 2. Alcune facce note, molta voglia di scherzare e prima di partire provo le calze Leguano per vedere se c'è margine per usarle in gara. La temperatura è gelida, il percorso è completamente bianco e in parte non battuto. Serve molta trazione, quella che non offre le mie calze. Ma la voglia di provare è così tanta che alla fine decido di tenerle anche in corsa. Parto abbastanza bene, ma dopo qualche giro la corsa diventa affannosa, l'equilibrio è precario e non ho nessuno slancio nei saliscendi. Non recupero posizioni, al contrario all'ultimo giro perdo anche una posizione. Finisco 4':30" sopra al tempo della prima gara. Troppo anche se c'è la neve. Altri corridori hanno avuto uno scarto tra i 2 e 3 minuti o anche meno. In ogni modo, correre in mezzo alla neve è sempre bello, in più ho molta voglia di sperimentare. Per una prestazione cronometrica migliore l'appuntamento è rimandato. La classifica finale si trova qui.
La giornata prosegue poi sulla pista da sci di fondo, dove provo ad improvvisare qualcosa che dovrebbe assomigliare al passo classico. Come si dice in questi casi? I margini di miglioramento proprio non mancano.

giovedì, gennaio 24, 2013

La stagione del cross



Gennaio è il mese in cui mi dedico al cross. Domenica 13 ho partecipato alla prima gara del Cricket Club ottenendo un ottimo sedicesimo posto e confermando il miglior tempo dello scorso anno. Al via decido di provare le nuove scarpe Mizuno Universe. Non sono ideali per il tipo di terreno, l'erba e terra, ma siccome il fondo è gelato e la prova del riscaldamento mi lascia soddisfatto, decido di provare. Gli atleti migliori, che gareggiano anche in pista, calzano le scarpe chiodate, l'attrezzo ideale in queste condizioni. Alla partenza riconosco un socio della corsa sul monte Ötscher, scambiamo qualche parere sulle varie corse effettuate e partiamo assieme in fondo al gruppo. Nelle gare di cross di solito si parte a razzo e anche questa volta è così. Dalle retrovie decido di mantenere la calma e di incrementare il ritmo nei saliscendi. Tattica ottima, invece di sfiancarmi nel cercare di agganciarmi nel rettilineo a chi mi sta davanti, tengo il suo ritmo per poi cambiare passo nelle piccole discese secche. Funziona decisamente. Nei giri finali riesco ad agganciare e staccare chi è partito troppo forte, anche se all'ultimo giro, complice il terreno che, causa neve e calpestio è diventato scivoloso, al tornantino volo in terra. Niente di grave, ma il corridore che avevo quasi raggiunto è già via e quello che avevo appena staccato mi è già sul collo. Però sono entrambi al gancio e con un finale a tutta riesco a lasciarli dietro entrambi. La classifica finale è qui. Domenica 27 seconda tappa con terreno sicuramente innevato, cercherò di non mancare.

martedì, gennaio 15, 2013

Neve e piedi leggeri



A Vienna nevica, l'inverno non si è fatto scappare gennaio e uno splendido manto nevoso ha imbiancato la città. Questa è anche l'occasione per provare le mie nuove calzature Leguano in mezzo alla neve. In soldoni, le Leguano non sono altro che due calze con un pezzo di gomma attaccato sotto. Quando le ho comprate, il venditore mi disse che nella neve sono eccezionali. Già correre con delle scarpe normali, magari col Gorotex, appena un po' di umidità entra nella scarpa mi da' un gran fastidio, figurati, ho pensato allora, con una calza. Bene, ora ho potuto provare di persona sul mio percorso campagnolo abituale tutto coperto di neve fresca e in parte battuta. Il risultato è incredibile, nessun fastidio ai piedi, anzi, un gran senso di libertà e leggerezza con una gran voglia di correre in mezzo alla neve fresca che sembra polvere.
Le Leguano le ho comprate all'Expo dell'ultima maratona che ho corso a Bregenz. Era un po' che volevo provare delle scarpe che promettono il "natural running", ma fino ad ora nessun modello mi aveva entusiasmato. A dire la verità neanche le Leguano, ma un po' perché costano meno delle altre scarpe, un po' perché più naturali di così c'è solo il piede scalzo.
La prima volta che ho provato a correre dietro a casa mia sulla strada ghiaiata, ho resistito per ben 30 metri, sentivo ogni sassolino nella pianta del piede. Ho pensato che bell'affare che ho fatto. Però, a camminarci su non ho avuto difficoltà, almeno questo mi sono detto. Per arrivare a correrci su ho dovuto adattarmi piano piano. Per iniziare ho usato il tapin, prima per cinque minuti, poi dieci, quindici e così via fino a trenta minuti. Dopo tre mesi di tapin sono tornato sul mio giro ghiaioso e sono riuscito a fare tutto il giro di 6 km senza problemi. Ora sono a 9 km. Il vantaggio di questo tipo di calzature è che il piede e il polpaccio di rinforzano molto, mentre lo stile di corsa cambia. Ora appoggio molto di più sul davanti del piede e molto meno sul tallone. L'altro notevole vantaggio è che ora riesco anche a calzare scarpe come le Mizuno Universe 4, che pesano solo 110 grammi in quanto non hanno neanche la suola superiore. Questo per me era impensabile almeno fino a qualche mese fa. Le Leguano sono ancora più leggere, ma per me, per una gara veloce non sono adatte. Il piede nella calza non è fermo, mancano i sostegni laterali e alla mia velocità massima, mentre la gomma si pianta molto bene sul fondo stradale, il piede mi scivola leggermente. Così provo un po' fastidio, tipo bruciore, ma in allenamento con andature medio alte vanno benissimo, mentre la mancanza di stabilità dovrebbe aiutare a sviluppare i muscoli della pianta del piede. Vedremo se problemi come la fascite saranno solo un ricordo. Con le Universe, invece, il piede è un tutt'uno con la suola e ti viene solo voglia di spingere al massimo. Ottime calzature per gare veloci.