domenica, marzo 20, 2016

Cross Böhmische Prater

La partenza
Dopo due anni di astinenza, sabato pomeriggio sono tornato ad affrontare la gara di cross al Böhmische Prater, in pratica il percorso di casa. Il circuito è rimasto sempre quello così come l'organizzatore Walter, ormai una leggenda nel mondo della corsa. Siamo partiti in una trentina per affrontare i cinque chilometri scarsi previsti, sei giri, con salita, discesa e single track reso agibile all'ultimo secondo. Finalmente ho trovato un'ottima partenza, fondamentale in una gara così breve con rischio di imbottigliamento, rimanendo anche concentrato sul numero dei giri. Così ho finito in tranquillità all'ottavo posto in 18':40", con un'escursione fuori programma sul podio di categoria M40, il riconoscimento per aver scelto una gara con pochi concorrenti.
Una gara che non mi dice nulla sulla mia condizione in vista della maratona di Vienna, mentre mi allontana decisamente dal mio piano B, il maratona burnout.
Mancano ancora tre settimane al VCM.

Ristoro finale self service


Podio categoria M40

domenica, marzo 13, 2016

Punto della situazione

A quattro settimane dalla maratona di Vienna, posso dire di essere abbastanza lontano dal mio nuovo obbiettivo, che ho definito nello scorso post. Non che il tempo manchi, ma la settimana appena trascorsa mi ha fatto capire che centrare un burnout non è così semplice. Fatto sta che le gambe continuano ad andare avanti anche dopo sedute scriteriate.
Sempre alla ricerca di un tabella che faccia al mio caso, mi sono imbattuto, finalmente, in un testo  utile alla mia preparazione. Ha poco a che fare con la corsa, infatti è un libro sulla carambola a tre sponde, ma la parte che riguarda la preparazione mentale è molto interessante e decisamente migliore rispetto ai libri sulla corsa, sempre che in quest'ultimi l'atteggiamento mentale venga citato.
Magari anche a ragione, in fondo, per una maratoneta del mio livello, basta decidere il tempo finale della gara, allenarsi per quello e in gara accendere il tempomat sperando di tagliare il traguardo nel tempo prefissato senza tante paranoie.

Prossimo appuntamento, prima della maratona di Vienna, gara di cross al Böhmische Prater.

domenica, marzo 06, 2016

Maratona burnout

- Può essere che abbia un burnout?
- Perché, non si vede?
La mia preparazione alla maratona Vienna, quella che non mi può far mancare i miei obbiettivi,  è giunta ad un binario morto. Non solo è rimasta indefinita su questo blog, ma è sfociata nel cosiddetto "maratona burnout". Per quelli come me che non ne conoscono il termine, ecco una breve spiegazione. Il maratona burnout è quello stato in cui ci sente sfatti, svogliati, senza vitalità quando c'è da affrontare un allenamento. Negli stadi più gravi, come sembra essere il mio dopo aver risposto al questionario sul sito pain for everyone, si ha la percezione di un infortunio che poi in allenamento non sussiste, oppure è in un'altra parte del corpo. Per esempio un dolore al ginocchio a tavola, diventa una contrattura al polpaccio nella corsa e altri giochini simili.
Come abbia fatto a cadere in quest'errore da principiante non lo so dire, però mi è apparso subito chiaro dopo aver consultato uno dei tanti siti prescritti dalla ricetta di dr. google. Lo sappiamo come fa dr.google: si accende, si accenna il proprio problema e, dopo solo tre caratteri,  emette una ricetta fatta da una lista di siti da seguire secondo le dosi assegnate.

Già dalla prima consultazione mi è apparso subito tutto chiaro.
Come mai non mi sono mai portato un audiobooks durante la mie ultime uscite? Come mai non ho mai twittato ogni terzo passo? Come ho potuto evitare di non instagramizzare quando mi sono allacciato le scarpe? E i goodies dov'erano?

Errori fatali che mi sono costati il maratona burnout e fatto saltare tutti i miei obbiettivi dichiarati per la mia prossima gara viennese. Ma non mi sono scoraggiato. Ho già settato il mio obbiettivo per la maratona di Vienna 2017 e seguenti edizioni, vale a dire record personali ad ogni edizione. Per quella del 2016, invece, mi sembra che un maratona burnout sia già un buon risultato da cui partire e, anche se non l'ho dichiarato ufficialmente, è sempre stato il mio piano B fin da quando ero bambino.
"Hai fatto bene, il burnout a questo punto è l'obbiettivo più ragionevole" (75 mi piace), questo è stato il primo dei tanti commenti a caldo sulla mia lavagna personale. Commenti che mi hanno un po' commosso e incitato a non continuare, accontentandomi del piano B raggiunto.

In maratona burnout mi appresto ad affrontare le inutili 5 settimane di preparazione finali prima della gara.