sabato, gennaio 25, 2014

Guido van der Werve

Nella mia giovanissima carriera di ultra-maratoneta è facile imbattersi in personaggi che, dall'alto della loro esperienza, si propongono come modello. Scrivono libri, danno consigli, organizzano seminari, diventano allenatori, vanno in televisione e magari continuano a solcare la scena dell'ultra con successo. Personaggi esemplari e a volte mitici. 
Vorrei, però, segnalare un personaggio particolare, l'artista olandese: Guido van der Werve. È un'artista contemporaneo che nel suo tempo libero ha cominciato a correre, prima maratone, poi ultra e triathlon estremi. Ultimamente ha integrato il suo hobby direttamente nel suo lavoro di artista, con risultati molto interessanti. La sua ultima opera è Nummer vijftien, a war with oneself, un video nel quale Guido van der Werve compie un triathlon speciale da Varsavia a Parigi da 1700km, sulle tracce di Chopin. Il video tocca anche altri temi, come la vita di Alessandro Magno. La colonna sonora del video è una messa Requiem composta dallo stesso van der Werve. In un opera precedente, si è filmato mentre girava intorno alla sua casa per 12 ore. 
Sono riuscito a vedere la sua ultima opera qui a Vienna nel museo della Secessione. Il suo lavoro mi ha molto colpito. Un po' per le immagini di quei lunghi giri in bici, che mi hanno ricordato i giorni passati in bicicletta sulle Alpi. Poi anche i personaggi storici che cita, persone che per volere del destino hanno lasciato le loro terre natali senza mai più ritornarci. Però è l'aspetto dello sport di resistenza che più viene esaltato. Il suo non-senso palese, che così evidente sembra l'unica possibilità per accettare la propria esistenza per quella che è. Che senso può aver avuto l'eterna battaglia di Allesandro Magno che dopo aver conquistato i territori dell'oriente, non è riuscito a tornare a casa e non ha nemmeno una tomba? E quale senso può aver avuto la vita di Chopin, che una volta lasciata la sua patria grazie al suo talento gli è stato impossibile ritornarci e la sua salma si trova divisa tra Parigi e Varsavia? Sono queste le domande che vedo nel video di Guido van der Werve alle quali lui risponde nuotando, pedalando e correndo. E, come me, corre intondo per ore per trovarsi sempre e inesorabilmente nel punto da dove era partito (The Art of Running in Circles ). Ma se questo non è vivere la metafora della vita, allora che cos'è?




domenica, gennaio 19, 2014

Nuove scarpe Altra


Con l'inizio del nuovo anno ho voluto ampliare il mio assortimento di scarpe. Voglio puntare decisamente su scarpe a basso drop, vale a basso differenziale tra punta e tallone. Questo per cercare di prevenire problemi al tendine d'Achille e un po' per migliorare lo stile. Ho già un paio di soluzioni in questa direzione, come le inov8 e le calze Leguano. Le Leguano non hanno in pratica protezione e questo mi da dei problemi sulle ossa dei piedi. Però per camminare nel dopo corsa sono ottime. Le inov8 sono notevoli, ma siccome lo scorso agosto al Dirntal Extreme ho finito la gara con un buco sull'alluce usando la Sportiva CLite 2.0, volevo provare qualcosa di ancora più largo in punta delle inov8. Per questo ho scelto le scarpe della marca americana Altra. Ho preso un modello Trail, l'Altra Superior e un modello da allenamento su strada, l'Altra Instinct 1.5. Entrambe sono a drop 0 ma con un minimo di ammortizzamento per le Superior e ancora di più per le Instinct 1.5.


Approfittando delle vacanze natalizie ho voluto provare le Altra Superior direttamente sul campo. Così ad un orario indecente mi sono avviato in macchina verso il Pilachtal per provare direttamente sul percorso gara le nuove calzature. Sono partito da Frankenfels, sede del check-point 4 del Dirndtal Extreme, per passare sul Pichl e giù fino al check-point 5. Poi la salita sull'Eisenstein al check-point 6. Avevo previsto di passare anche sul check-point 7, ma degli imprevisti mi hanno fatto cambiare idea. L'imprevisto principale è stato quello di sbagliare strada appena partito, dove una volta salito sul Pichl sono sceso dalla parte sbagliata trovandomi così, quasi al punto di partenza. Quando poi sono arrivato in cima all'Eisenstein la nebbia, la neve e l'ora persa girando intorno, mi hanno fatto decidere di accorciare il giro. Non c'è nulla di più demoralizzante che sbagliare strada, per fortuna che non ero in gara, un errore simile può essere fatale. Correndo sugli stessi percorsi di qualche mese fa, anche se con trentasette gradi in meno, è stato come rivivere quei momenti.
Le scarpe Superior si sono rivelate molto comode, con la giusta protezione e adatte a macinare dei chilometri. Non sono però così precise come le inov8 trailrock 245, penso che quest'ultime le proverò sullo stesso percorso per vedere le differenze. Debbo dire che alla fine della sessione mi facevano male i talloni. Mi devo ancora abituare bene al drop 0, sopratutto in discesa.
Qui il dettaglio del mio Garmin del giro nel Pilachtal, un uscita in solitaria da 5h:53' per 42.7km con 2000 metri in positivo.

domenica, gennaio 05, 2014

Fine 2013



Come da tradizione, il 31 dicembre sono sul Ring Viennese per la corsa di San Silvestro che mi vede alla quinta partecipazione consecutiva. La corsa è sulla solita distanza di 5,325 km, il giro completo del Ring senza spazi tra partenza e arrivo. Dopo la performance un po' lenta alla fine novembre nei 10km, mi presento al via con la consapevolezza che i tempi veloci degli anni precedenti saranno difficili da ripetere. L'allenamento che poi sto seguendo in questo periodo è tutto impostato sulla quantità su percorsi ondulati. Per esempio, a cinque giorni dalla gara ho fatto tre sessioni consecutive da 21, 29(375m+) e 19 chilometri con il mio passo da sei ore. Al via, casualmente, mi ritrovo a partire davanti e questo è un gran bel vantaggio rispetto alle scorse edizioni. Sulle ali dell'entusiasmo riesco a seguire quelli che sono partiti con me. Invece di zigzagare riesco a stare in scia. Arrivo agli ultimi metri con passo costante e nel finale riesco anche sprintare per l'82-ema posizione, con un tempo finale di 20':03. Migliorato il personale, in questa gara, di 41 secondi e rimango incredulo. Ho l'impressione che più che sessioni brevi e veloci, invece abbia bisogno di sessioni medio lunghe, magari con pendenze, per avere la forza di tenere la media, per me molto alta di 3':45"/km, senza calare. Velocità che sembra sempre esserci anche se mi alleno a 5':15" al km. Qui i dati del mio Garmin