sabato, giugno 23, 2012

Ultramaratona del monte Ötscher


Sono ormai tre ore che sono in gara e le energie si stanno esaurendo. Manca ancora molto all'arrivo e sopratutto domani c'è ancora un'altra tappa molto dura da percorrere. Cosa faccio?
Sono questi i pensieri che mi accompagnano durante la gara del monte Ötscher. Il venerdì 15 giugno 2012 mi presento in bici a Lackenhof all'ostello dove alloggiano molti atleti. In camera con me, trovo altri due corridori alla loro prima esperienza in questa gara. Mi piace il clima che si respira nell'ostello, ci si scambiano esperienze e si ha la possibilità di conoscere atleti molto forti. Al via ci presentiamo tutti puntuali alle nove di sabato mattina dopo un'abbondante colazione. Non so bene come affrontare la gara, ma il motto, almeno al via, è quello di partire piano. 50km in percorso montuoso con più di 1800 di dislivello ad una temperatura di circa 30 gradi, non son uno scherzo. Ci sono tre salite principali con altrettante discese. Sulla prima rimango coi freni tirati, sulla seconda invece mi lascio prendere dall'entusiasmo e cambio passo. Mi ritrovo dopo trenta chilometri nel canyon o come qui si chiamano i Gräben, abbastanza davanti, ma la forza che avevo nei primi trenta chilometri mi sta lasciando inesorabilmente.

Lo conosco questo stato e non c'è nulla da fare, bisogna pensare solo a difendersi e di trovare il modo di arrivare in fondo. La corsa diventa passo e le soste ai ristori si allungano, devo alimentarmi molto senza sollecitare troppo lo stomaco. La mente però, nonostante le gambe piantate e piene di crampi, è serena. Il posto dove sto correndo è fantastico e tra un accenno di corsa e l'altro mi butto nel torrente per trovare un po' di rinfresco tra lo stupore di molti turisti. Finisco la prima tappa con un bel sprint finale in discesa in 6h:16' e dopo la prima tappa sono 71-mo.


Ora si tratta di recuperare le energie che sono finite da un pezzo. Non ho dolori particolari, solo che le gambe sembrano inchiodate. La giornata prosegue con massaggi e cena. Il secondo giorno ci aspetta la salita del monte Ötscher con passaggio sulla cresta in arrampicata libera, la tappa regina. Le gambe durante il riscaldamento, anche se non fanno male, non vanno. Parto allora in fondo e piano per vedere come evolve la situazione. Ben presto entriamo nel bosco dove tutti vanno al passo. Qui provo un passo veloce per superare un po' di concorrenti. Mi riesce all'inizio, ma poi devo calare. Ad un certo punto il bosco finisce e comincia la roccia. La fila di persone che arriva fino alla cima è impressionante, faccio fatica a credere che devo andare fino a lassù.




In questo pezzo perdo molto tempo, dimostrando di capire poco di arrampicata. In cima le cose cambiano, qui comincia una discesa molto tecnica e difficile dove riesco a trovare un buon ritmo. Arrivo al traguardo sotto le tre ore in 2h:55', che fanno 9h:11' totali che mi valgono il 50-mo finale, tra i 106 partenti iniziali. Provo una grande soddisfazione, sono riuscito a terminare una gara che fino a qualche mese fa credevo fosse per me una chimera.

Si conclude così uno splendido week-end passato nei pressi monte Ötscher. In questa gara sono andato oltre la distanza della maratona, sperimentando nuovi tipi di terreno. Ho capito quanto sia importante, per riuscire ad arrivare fino in fondo, l'aspetto mentale nella gestione della gara. I dati del mio garmin si trovano qui.












lunedì, giugno 11, 2012

10 km a Bruck an der Leitha



Sabato 2 giugno mi presento a Bruck an der Leitha, un piccola cittadina vicino al lago di Neusidl am See, per la quarta gara della Coppa Ost. Coppa che per una strana coincidenza di eventi, mi vede al comando dopo tre gare nella categoria M40. È un po' come nel calcio, quando dopo tre giornate al comando della classifica si trovano squadre come il Siena o il Palermo, che poi a fine campionato fanno fatica a salvarsi. Vedremo se alla fine, dopo le otto gare previste, riuscirò a stare coi primi. In questo periodo le gare di coppa mi interessano poco, il mio allenamento è concentrato sull'ultramaratona del 16-17 giugno. Però dopo molte uscite lunghe e lente, una bella gara veloce sul piano non fa sicuramente male. Al via c'è anche mia figlia, che ha voglia di gareggiare anche lei, su una distanza ridotta. In gara ho l'intenzione di viaggiare ad un buon ritmo e di finire in accelerazione, il contrario di quello che faccio di solito nelle gare corte, vale a dire partire forte e cercare di tenere fino alla fine. La tattica mi riesce, anche se poi si sviluppa una gara in solitaria. I più veloci vanno via subito poi, anche se riesco ad incrementare il ritmo nell'ultimo terzo di gara, non riesco più a recuperare posizioni. La tenuta di forza è ottima, visto il terreno che, anche se pressoché piatto, è per la metà ghiaioso e bagnato. Alla fine risulto 21-emo, nono di categoria, con un buon 40':59", con i dati del mio garmin qui.